Sessualità nel puerperio

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Dr.ssa Teresita Forlano Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Da diade a triade: ritrovare l’equilibrio della coppia

La nascita di un figlio è un evento meraviglioso, ma rivoluziona la vita e rimescola gli equilibri, obbligando la coppia a trovarne di nuovi.

E’ infatti una vera e propria crisi evolutiva della relazione di coppia. Come tutte le crisi, contiene in sé grandi opportunità di crescita interiore, ma anche qualche rischio non sempre facile da gestire. Con l’arrivo di un bimbo, si riducono le componenti romantiche ed erotiche nella coppia e il senso di responsabilità, prima limitato e centrato su se stessi, viene riversato sull’intera famiglia e sul nuovo nato. Questo passaggio, essenziale per la stabilità della famiglia e per il bambino, può influenzare l’erotismo. E’ quindi utile mantenere uno spazio esclusivo per la coppia, sia psicologico che fisico, riservandosi tempo, all’interno del quale mantenere vivi tutti gli aspetti della relazione, sia amicale che erotica, romantica o ludica, ridefinendo così gradualmente tutti gli equilibri.

Come cambia la sessualità nel puerperio? Per quanto riguarda i rapporti sessuali di norma non vi è alcuna restrizione dopo il primo mese di puerperio. In ogni caso è infrequente che la puerpera provi il desiderio di riprendere i rapporti sessuali a breve distanza dal parto.

Questo per diverse motivi:

  • Nella donna che allatta, vi è la presenza di alti livelli di prolattina, un ormone che è un forte inibitore del desiderio.
  • Vi è anche la carenza di estrogeni, che provoca una marcata secchezza vaginale, più accentuata nelle donne che allattano, che può rendere più dolorosi i rapporti; disagio facilmente correggibile con i consigli del proprio ginecologo.
  • Il dolore inoltre, può essere un deterrente molto forte nelle donne che hanno subito l’episiotomia (il taglio sul perineo per facilitare la nascita del bambino); le cicatrici non del tutto guarite infatti, possono rendere i rapporti ancora più dolorosi durante la penetrazione, ciò può comportare un vissuto ansiogeno per il rapporto e determinare nel tempo un vaginismo secondario. Le cause organiche possono incidere sull’aspetto psicologico, quest’ultimo a sua volta può amplificare il dolore fisico, fino ad arrivare al panico verso l’atto sessuale e all’evitamento del sesso. L’esperienza dolorosa della penetrazione, quindi l’esperienza negativa di un rapporto sessuale, può togliere entusiasmo verso di esso portando anche ad un calo del desiderio.
  • L‘orgasmo potrebbe non comparire subito, causando un certo calo temporaneo del desiderio.
  • A volte, una donna può avere dei traumi ostetrici durante il parto se il bambino è di peso elevato alla nascita, se il periodo di espulsione del feto è stato prolungato, o è stato necessario usare il forcipe o la ventosa; può accadere che la vagina, in seguito a strappi della muscolatura della fascia pelvica, in fase avanzata di eccitamento, si dilata talmente, che riduce la sensibilità al pene durante il coito. Il risultato è che durante la penetrazione la donna (e anche l’uomo) dicono di non sentire più nulla. In queste coppie le difficoltà di adattamento sono maggiori.

 

Il risorgere del desiderio, per molte donne resta congelato sino alla fine del puerperio, da tre a sei mesi dopo il parto, o anche più se la donna allatta a lungo e, se si presentano disagi psicologici del post parto.

Con il tempo queste difficoltà che nascono durante il puerperio, possono sia risolversi, ritornando gradualmente alla propria normalità, sia perpetuarsi.

D’aiuto può essere rivolgersi allo psicologo se dovessero persistere alterazioni umorali e comportamentali nel post parto; al ginecologo, al sessuologo, per un trattamento mirato a ridestare una buona sessualità di coppia.

 

Riferimenti:

Rowland M., Foxcroft L., Hopman W.M., Patel R., Breastfeeding and sexuality immediately post partum

Graziottin A. Female sexual dysfunction: Assessment

Graziottin A. Female sexual dysfunction: Treatment

 

Data pubblicazione: 12 luglio 2014

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