Lettura ed empatia

g.basile
Dr. Gianluigi Basile Psicologo, Psicoterapeuta

Esiste un rapporto tra l'essere un avido lettore di narrativa ed avere buone capacità empatiche?

E' la domanda che alcuni ricercatori della New School for Social Research in New York si sono posti; in particolare hanno voluto verificare se l'esposizione a vicende letterarie con personaggi complessi e dalla personalità multisfaccettata migliori effettivamente la nostra capacità di calarci nei panni dell'altro.

I soggetti sono stati divisi in 3 gruppi: il primo gruppo è stato sottoposto a narrativa di qualità, che presentava personaggi complessi, il secondo alla lettura di best seller "leggeri" e il terzo non ha letto affatto.

Nel successivo test di riconoscimento di emozioni tramite la visione di espressioni facciali, coloro che avevano letto narrativa di qualità ha ottenuto risultati sensibilmente migliori.

Che tipo di interpretazione si può dare a questi risultati? Si può ipotizzare ad esempio che il semplice sforzo cognitivo a cui sono sottoposti i lettori di narrativa "complessa" attivi anche le zone del cervello deputate al riconoscimento delle emozioni e alla socialità e quindi questi lettori risultino migliori nella capacità di comprendere l'altro e di stare con gli altri.

Ma andando più in profondità si potrebbe sostenere che le storie di questi personaggi, descritti e tratteggiati minuziosamente dal punto di vista psicologico, possano attivare fantasie e resoconti biografici dei lettori stessi, mettendoli maggiormente in connessione con i propri vissuti e con le proprie emozioni. Non c'è nulla di più potente dal punto di vista emotivo delle proprie memorie biografiche che riemergono da storie di personaggi in cui i lettori si identificano (in adolescenza questo meccanismo è ancora più evidente).

Se una lettura complessa possa realmente e universalmente migliorare le capacità di stare con gli altri andrebbe testato con altre ricerche, più articolate e con un campione maggiore. Quello che sembra comunque emergere da questo studio è l'importanza di essere parte di una comunità che promuova la lettura anche come strumento di integrazione sociale.  

http://www.focus.it/comportamento/psicologia/perche-leggere-ti-rende-una-persona-migliore_C12.aspx

Data pubblicazione: 03 maggio 2014

12 commenti

#2
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Utente 101XXX


Mi chiamo Rosella...buongiorno!

Ho letto i contenuti interessanti dell'articolo "Lettura ed Empatia" e condivido assolutamente i risultati dello studio effettuato.

Aprire la mente conduce a foraggiare lo spirito, pertanto ad essere propensi all'ascolto... tutto ciò si verifica ANCHE in un contesto virtuale, come risaputo ed anche vissuto in prima persona in quanto sono componente attiva sul Blog segnalato dal Dottor Catania.

Aggiungerei "di mio" che ci sono persone che, letture di qualità o meno, hanno dalla loro parte una forte carica comunicativa e sanno porsi in maniera consona ed empatica in ogni contesto.

Penso anche che se queste stesse persone si impegnassero in letture di soli best sellers, anziché di tomi dai contenuti profondi, non cambierebbero certo il loro modo di porsi... quantomeno questo è il mio pensiero, non supportato da base scientifica o da ricerca alcuna :-) ...

Chi ce n'ha, ce n'ha... a prescindere!

Diciamo che eventualmente potrebbe "averne di più" se si applicasse nella scelta delle letture :-)!

Una ulteriore riflessione in merito:

è un peccato che alla fine siano proprio le persone che "leggono" le stesse che hanno letto ANCHE i contenuti della ricerca effettuata... un gatto che si morde la cosa...un cerchio chiuso...

Speriamo che in qualche modo una apertura esterna ci possa essere e che qualcun altro, entrando dalla falla, prenda coscienza dell'importanza che assume la lettura, sia questa fine a se stessa, di approfondimento o semplicemente epistolare....

Saluti! :-)

#3
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Dr. Gianluigi Basile

Grazie Salvo per aver inserito il link nel gruppo che trovo molto interessante!
Credo anch'io che si possa provare empatia on-line e penso che questi strumenti tecnologici abbiano cambiato il modo di creare e mantenere i legami affettivi. Ritengo anche che il mezzo elettronico possa rappresentare un mediatore che nelle fasi iniziali di una conoscenza aiuti a mantenere la giusta distanza tra due persone che stanno entrando in rapporto.
Sul discorso di Rosella concordo sul rischio che rimanga un circuito chiuso, visto che chi legge le ricerche sono le stesse persone che sono interessate all'argomento. Aggiungo però che il far parte di una rete di persone del proprio social network o anche di siti che interessano, permette una diffusione maggiore di questi contenuti, anche tra coloro che non ricercano questi temi direttamente. E' una sorta di "contagio emotivo di rete".
Saluti.

#7
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Utente 344XXX

Fecero già uno studio sulla lettura di un romanzo classico di Jane Austen, Mansfield Park per dimostrare il beneficio della lettura complessa.
Non sono d'accordo con Rosella. E' vero che ci sono persone più empatiche di altre (o si credono tali), ma ciò non significa che questa qualità non possa essere ulteriormente migliorata leggendo letteratura di qualità. D'altronde un fisico atletico migliora indiscutibilmente le sue abilità fisiche qualora sottoposto ad un costante allenamento. E vale anche per le capacità mentali.

#8
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Utente 101XXX


Probabilmente non sono riuscita ad esprimere in maniera consona il mio pensiero...

La mia idea concorda in realtà con ciò che l'utente 344617 ha scritto... non penso assolutamente che l'empatia non sia "migliorabile"... anzi... alcune consapevolezze si acquisiscono proprio con la formazione continua nel corso della propria vita!

Intendevo invece dire, con un briciolo di ironia, che le persone già propense ad un certo tipo di apertura verso le letture, anche complesse, sono in definitiva le stesse che leggono ANCHE qui... mentre in realtà sarebbero le ALTRE persone, quelle che non leggono nè qui nè altrove, che dovrebbero acquisire nuove consapevolezze...

Non so se ora sono riuscita ad esprimer con maggore chiarezza il mio pensiero... :-)

#9
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Utente 344XXX

Allora devo dire a Rosella che il sottoscritto rappresenta un eccezione alla regola d'oro perchè in quanto ad empatia, ovvero consapevolezza empatica, è sottozero. Se solo trovassi qualcuno che somigliasse un po' ad un personaggio della letteratura che consumo, potrei anche acquisire queste nuove consapevolezze, ma il vero problema è che non ne ho trovo uno, che sia uno, tanto che mi pare proprio di essere alieno a questo mondo. Devo tuttavia ammettere che nei blog è più facile trovarli.
Ciao, ci sentiamo di là. :-)

#10
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Utente 101XXX


Mah, forse l'errore sta proprio nel cercare assurdamente di concretizzare un modello di persona che nella realtà non può esistere esattamente per come lo leggiamo...

Già il solo fatto che non possono esistere due persone "uguali", fisicamente o psicologicamente, la dice lunga... quindi figuriamoci se i protagonisti di un romanzo o della letteratura potrebbero mai concretizzarsi in un gemello assoluto nel quotidiano!

E' un po' come quando un adolescente si "innamora" del personaggio pubblico di turno... stravede e idealizza tanto da non riuscire a concepire altro al di fuori di quell'ideale di persona... ma rimane un sogno, un desiderio...
La realtà è ben diversa...e quando "va bene" riusciamo a trovare il nostro alter ego accettandolo nella sua imperfezione, un po' meno perfetto di come ce lo eravamo immaginato... :-)

Ho divagato, lo so, ma il pensiero mi ha portato a fare questo parallelismo che, alla fine, credo sia anche significativo!
___________________________________________________

Nello scambio virtuale una grande componente "fantastica" gioca sicuramente a favore: forse in quell'ambito si sciolgono nodi, si slegano cordoni, ci si lascia trascinare nascosti dalla cortina dell'anonimato...
Ad onor del vero, noi del Blog abbiamo superato quella barriera in quanto ci siamo incontrate/incontrati tutti quanti e quindi, ora, non facciamo più parte dell'incognito e dell'immaginario, ad esclusione delle Ragazze New entry...

L'empatia scorre sul web, ripeteva il Dottor Catania, e Noi con lui!

E così è stato.

Lettura dopo lettura, intervento dopo intervento, all'atto del nostro incontro "reale" ci sembrava di conoscerci da sempre...
Nessuna aveva idealizzato altre Ragazze e molte si sono ricosciute fra esse senza bisogno di presentazione!


Beh, nonostante fantasia e supposizione rimangano indubbiamente elementi di grande attrazione, non riescono però a risolvere problematiche semplici e quotidiane come ad esempio scoprire chi si nasconde dietro al numero utente 344617...

...magia del web...

>> Ciao, ci sentiamo di là. :-) <<

Ok! Io sono Rosella...

Maaaa... tu, chi sei? :-)

#11
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Utente 344XXX

Guarda che hai capito male, io sono un realista, non mi aggradano nè la fantascienza nè le fantastorie e nemmeno le favole, io amo personaggi reali che si dibattono nelle loro intime contraddizioni e combattono contro entità ugualmente reali ed infine contro se stessi. La letturatura mi piace quando riesce a rappresentare il reale sfuggendo il tedio quotidiano della realtà che anestetetizza l'individuo rendendolo abulico con infinite sciocchezze e poi inconsistente fino alla sua completa astrattezza. L'eroe letterario ha sempre qualcosa da dire e da fare di diverso, si rinnova rinascendo infinite volte, e così facendo proietta se stesso nel suo futuro restando indifferente alle sirene della mediocrità. Il sottoscritto è morto più volte e più volte è rinato. Viceversa nella nostra quotidianetà globalizzata tutti dicono e fanno le stesse cose e vivono il presente, o meglio l'istante, e così facendo, non solo scompare la figura dell'eroe, anzi non ha più neanche senso, ma anche gli uomini divengono delle rarità. Hai mai conosciuto un uomo? Se dici di averlo conosciuto allora dovresti chiederti se la donna che è in te non si sia ancora liberata.
Il web libera l'uomo, nel web si respira aria pura e non inquinata, ancorchè virtuale, ma meglio l'innocente, reale e persino sconcia virtualità della pudica, astratta e piatta realtà.
L’aquila e il verme sono entrambi signori assoluti, nei rispettivi mondi. E siccome le aquile non sono più ammesse nella realtà, anzi sono persino ridicole, non resta che divenire vermi. Il verme striscia nel sottosuolo del web perchè ama troppo la libertà, e la ama così tanto da scansare persino i social network dove non si può sfuggire alla schiavitù della realtà che lo schiaccia sotto il suo ridicolo peso.

#12
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Dr. Fernando Bellizzi

Perchè cercare nei libri un uomo reale, quando il pianeta offre miliardi di personaggi reali? :)

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