“Vegetariani dell’amore”: amore senza corpo, funziona davvero?

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

L’erotismo cambia veste e dal “tutto e subito”, siamo passati all’astinenza sessuale, forzata e voluta.

Vengono chiamati “vegetariani dell’amore, perché rinunciano all’eros ed alla sessualità, a favore dell’empatia mentale ed emozionale, enfatizzando una nuova modalità di vivere in coppia.

In Italia, patria dei latin lover e della vita gaudente e goliardica, sono ben 2.600 i “redenti sessuali”, la maggior parte di loro appartengono alla comunity Aven (www.asexuality.org/it), luogo simbolico di incontri asessuati.

Il 28/29 giugno, per promuovere il loro nuovo credo sessuale, questi nuovi adepti, si raduneranno a Toronto per il “word pride”, per celebrare e soprattutto far conoscere al mondo il loro stile di vita.

Questa nuova esigenza, che caratterizza le scelte, anzi “non scelte sessuali” dei vegetariani dell’amore, sembra essere mossa da un bisogno di ribellione alla cultura dei giorni odierni: riferiscono infatti di non sopportare più la cultura che enfatizza una sessualità mercificata, troppo abusata e consumata, svalutante il reale significato di scambio e sigillo amoroso.

Il loro credo non è mosso dalla fede religiosa o da un’esigenza moralistica o bigotta o, peggio ancora, da traumi psichici e sessuali, ma dal voler sposare e sostenere una sorta di “controtendenza sessuale”, in chiara antitesi con l’ostentazione erotica della società di oggi.

Sostengono chiaramente che la loro “asessualità” non è una patologia, ma un modo di essere per e nella coppia.
Come tutte le mode estreme, da clinico che si occupa di sessualità mi pongo svariate domande:

- Può esistere un’ amore senza corpo?
- La vita sessuale è un’alternativa alla vita emozionale?
- Perché nasce l’esigenza di scindere affettività da erotismo?
- Psiche e soma, così come passione ed amore, non sono due facce della stessa medaglia? - La sessualità senza amore, non è tanto mutilata, quanto l’amore senza sessualità?
- E se questa moda, fosse in realtà una necessità?
- Se la scelta di essere “vegetariani”, celasse invece una sorta di allergia/intolleranza alla vita intima?
- Se questa scelta estrema, celasse invece un calo del desiderio non diagnosticato oppure una sindrome da avversione sessuale (DAS), fatta passare per moda?


Evidentemente attorno alla poliedrica sfera della sessualità ruota un grande malessere, dalla compulsione all’astinenza forzata, dalla sexual addiction alle baby squillo, dalla pornografia online al vaginismo ed al calo del desiderio, è chiaro che oggi la coppia e la sua sfera intima, non gode affatto di buona salute.

L’educazione all’affettività ed alla sessualità, dovrebbe servire proprio ad effettuare una sorta di alfabetizzazione sessuale, insegnare ai giovani e spesso anche agli adulti, che esiste anche una sessualità ricca, vibrante, scaldata dal sentimento e dall’amore, non obbligatoriamente ginnica e scissa dall’erotismo e dall’aspetto cerebrale.

Esistono anche forme di sessualità che vanno oltre il coito, che partono da lontano, che fanno il giro largo, che implicano il coinvolgimento mentale, emozionale e soprattutto cognitivo. Relazioni amorose, che vanno oltre l’addominale obliquo e la fisicità, che includono una mente incisiva, curiosa, perspicace, irriverente, decisionista, uomini e donne che sanon sedurre ed amare con “altro” dalla semplice corporeità.

L’appagamento dei sensi mediante l’amore e l’intellettto, è sicuramente un’importante via di mezzo tra un “amore senza corpo ed un corpo senza amore”.

Data pubblicazione: 07 aprile 2014

5 commenti

#1
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Buona sera dottoressa. Non è una richiesta pertinente all'articolo soprastante che lei ha pubblicato, ma le volevo riferire che attendo con interesse un suo commento sul film 'Nymphomaniac-volume 1', uscito al cinema in questi giorni. Mi riferisco a un suo commento come specialista psicosessuologa, ovviamente, non come critica cinematografica. E' un film che non ho visto. Mi interesserebbe sapere, a suo giudizio, quali ripercussioni potrebbe avere la visione di questo film su un pubblico abbastanza vasto, dal punto di vista psicosessuale. La fascia di pubblico a cui è destinato è, purtroppo, piuttosto vasta, visto che la censura italiana ne proibisce la visione solo ai minori di 14 anni. Un 15enne che vedesse questo film, secondo lei, dottoressa, potrebbe esserne turbato? Grazie.

#3
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Grazie dottoressa. Cerco di fare una sintesi, per poi tentare di arrivare a una conclusione dei vari ragionamenti. Nel suo articolo che mi ha consigliato, lei descrive (giustamente) il fenomeno dell'ipersessualità come non dipendente dal genere, cioè trasversale sia nell'uomo che nella donna. Inoltre, lei dice che nell'immaginario comune l'uomo ipersessuale è visto come un simpaticone, insomma come un tipo tosto-figo, mentre la donna ipersessuale viene stigmatizzata negativamente, per cui le si danno appellativi come ninfomane, quasi come eufemismo per non dire pu...ana e altri termini dispregiativi simili. Anche qui concordo con lei. Il film "Nymphomaniac - vol. 1" non lo abbiamo ancora visto, però. Non sappiamo quali immagini vi siano. Da quel che ho sentito dire, sembra che il tema della ninfomania sia sì presente (è la caratteristica della protagonista del film), ma unito strettamente ad altri temi molto rilevanti, quali i giochi sessuali violenti, la perversione sessuale, il sadomasochismo, eccetra eccetra. Le immagini del film sarebbero quindi ricche di perversioni, di scene sessuali violente, di scene sadiche, eccetra. Non è, dunque, solo una questione di ninfomania della protagonista. Se nel film ci fosse solo la questione della ninfomania della protagonista, un 15enne o una 15enne che vedessero questo film farebbero lo stesso tipo di riflessioni che ha riportato lei, cioè: nel caso di un personaggio uomo ipersessuale penserebbero: "Ma guarda quanto è tosto-figo questo personaggio maschile, è molto virile"; nel caso di un personaggio donna ipersessuale penserebbero: "Ma guarda quanto è pu....na questa che si comporta così, che va con tutti". Ma, come le dicevo, il film sembra che faccia vedere altre immagini, che sono scandalose in quanto perverse, sadiche, violente, legate all'attività sessuale. E' questo tipo di immagini che potrebbero turbare le psiche ancora troppo giovani dei 14-15enni. Io, però, questo film non voglio vederlo. D'altra parte, se lei ha l'opportunità di leggere la biografia di von Trier, noterà che il regista sembra essere sempre stato una persona un po'.....particolare dal punto di vista psicologico e quindi anche psicosessuale, ed è quindi molto probabile che tutte le sue inquietudini lui le riversi nei suoi film.

#4
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Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
La situazione è ben più complessa e sfaccettata e non correla soltanto ad una scissione tra generi ed a possibili definizioni cliniche, più o meno scientifiche.
La sessualità non è giusta o sbagliata,dolce o aggressiva, sana o perversa, ludica o parafilia.....nel film il regista, dalla personalità, psiche e vissuto sicuramente non sereni, fa una carrellata sulla poliedrica sfera della vita sessuale, passando da tutti i colori e sapori, anche i più estremi.

Le allego altre letture, sulla complessità del "non ortodosso" della sessualità.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3828-bondage-dominanza-e-sottomissione-un-po-di-teoria.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1613-sessualita-estrema-sado-masochismo-bdsm.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1869-perversioni-sessuali-o-giochi-erotici-terapia-si-terapia-no.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1486-sessualita-malata-le-parafilie-o-perversioni-sessuali.html

#5
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La ringrazio dottoressa. Vede, finché si parla di adulti di una certa esperienza, cioè più o meno dai 30enni in su, tutte le situazioni di sessualità deviante che lei ha citato possono essere comprese, capite, ed eventualmente praticate con una certa cognizione di causa. Ma quando si parla di adolescenti, non mi sembra il caso di far conoscere loro questo tipo di situazioni, perché mentalmente non sono ancora sviluppati. Tutti ormai sappiamo che al giorno d'oggi gli adolescenti sono diversi dagli adolescenti di alcuni anni fa, perché grazie a (o 'per colpa di') internet hanno più facilità di accesso alla pornografia rispetto agli adolescenti di alcuni anni fa. Tuttavia, la pornografia che trovano su internet nella maggior parte dei casi è pornografia normale, non sadomaso (sì c'è anche quella, ma è minoritaria). Invece, sembra che nel film 'Nymphomaniac' ci sia solo quello, cioè solo perversione, sadomaso, bondage-dominanza,.....e non ci siano immagini erotiche normali. Guardi, pur con tutti i difetti che ha un film porno normale (per esempio, che mostra la sessualità solo come un esercizio ginnico, come lei dottoressa dice spesso) meglio (nel senso che è più 'educativo') un film porno normale, che un film sadomaso, a mio avviso, per un adolescente che sta crescendo. Lo impressiona/turba un po' di meno. Se fossi nei panni della censura cinematografica italiana, 'Nymphomaniac' lo vieterei non ai minori di 14 anni, ma ai minori di 25 anni. Ho sentito che uscirà addirittura il volume 2 di 'Nymphomaniac', fra qualche mese, forse ad agosto. Pensi un po' come siamo ridotti, dottoressa. Secondo me, però, lei dovrebbe vederli questi film, per avere il polso della situazione. Potrebbe, infatti, capitarle fra un po' di tempo qualche paziente che avrà avuto la vita psicosessuale sconvolta perché è stato traumatizzato dalla visione delle immagini di questi film. Buona sera.

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