Autismo

a.vita
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta

Giornata dell'autismo

AUTISMO – Ieri è stata la giornata dell’autismo. 

Un altro modo di essere e di pensare. 

L'autismo è un scrigno chiuso?

Sì, uno scrigno veramente serrato.

La chiusura narcisistica primaria del bambino piccolo non si modifica. Il bambino non rompe questo guscio e non si apre al mondo fisico e sociale. Il bambino rimane prigioniero dentro il suo guscio.

E' uno scrigno ripieno di molte cose che rimangono fuori dalla nostra portata, ma non è una struttura vuota. Può contenere tesori che non possono essere né scoperti, né usati, né conosciyti dagli altri.

Molti vorrebbero aprire quello scrigno, ma non hanno la chiave adatta o non trovano quella giusta. Rimane ancora una fortezza chiusa.

Un collega di ATANOR, scuola di Specializzazione junghiana de L'Aquila mi suggerisce: "" Uno scrigno a cui bisogna sapersi accostare: fondamentale é la cura che si ha nel bussare chiedendo permesso"". Bravo! Ma non siamo riiusciti a trovare le parole giuste per "chiedere permesso".

Gli autistici non parlano con nessuno, ma riescono a parlare tra loro. Almeno alcuni.

Essi si trasmettono messaggi speciali. Ce ne sono certi che adoperano un linguaggio matematico, formato da numeri primi di 4 cifre. E si rispondono alla stessa maniera.

Molti di noi vorrebbero aprire quello scrigno. Ma sinora non abbiamo trovato la chiave adatta o quella giusta. Rimane ancora una fortezza chiusa.

Bruno Bettelheim scrisse "La fortezza vuota". Veramente è uno scrigno chiuso, serrato, impenetrabile. Ma non vuoto. 

Forse, quello che non sono riusciti a fare gli psicologi e i pedagogisti potrà essere realizzato dalla medicina. 

E' quello che ci suggerisce Oliver Sacks.

 

Per un discorso più sistematico si può leggere:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/356-autismo-linguaggi-e-misteri.html

e soprattutto

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/820-ripensare-l-autismo.html

 

Data pubblicazione: 03 aprile 2014

2 commenti

#1
Foto profilo Dr. Armando Ponzi
Dr. Armando Ponzi

Antonio,
penso che tutti noi abbiamo una parte di autismo che cediamo per diventare esseri sociali e comunicativi, una merce di scambio affettivo.
L'autista rimane 'puro' per questo inacessibile con circuiti neurologigi autoriverberanti che generano vie del piacere autonome per questo autoripetitive ed impenetrabili.
L'autista persegue l'autoapprendimento ricavandone piacere, sperimenta dentro di sè esperienze nuove, vede cose che altri non vedono usa circuiti ed associazioni neuronali in modo imprevedibile ed oscuro ma di assoluto fascino per i normali.
Malattia o altra via? Substrato neurologico deviato o alterato imprinting affettivo?Inferno o paradiso?Regressione o evoluzione della specie?
Ti ringrazio Antonio, per aver nominato Bruno Bettelheim uno dei miei autori preferiti, quando da giovane, pensavo di fare lo psichiatra.

#2
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Antonio Vita

Grazie della lettura, dott. Armando. Condivido le tue riflessioni.

Bruno Bettelheim è uno degli studiosi più rilevanti dei dinamismi interni e profondi della psiche dei bambini e degli adolescenti: è stato uno dei più autorevoli psicologi-analisti per bambini.
Ma è denigrato da molti che si occupano di autismo, specialmente da parte di alcune associazioni di genitori di bambini autistici, secondo le quali, le ricerche fatte in campo psicologico hanno determinato un ritardo della ricerca sul piano medico (cfr. http://autismoincazziamoci.org ).
Non condivido il modo con cui le associazioni trattano gli psicologi (nel sito citato c’è una rubrica che va a caccia di psicologi “ultradinamici”), ma penso che ormai la “soluzione” dell’autismo sia più un problema che riguardi la neurologia, l’endocrinologia, e soprattutto la genetica.
Tuttavia, se la psicologia ha mostrato una limitata capacità di dare una risposta esaustiva alla genesi dell’autismo, le rimane il merito di aver tenuta viva l’attenzione di molti studiosi su tale alterazione.
Inoltre, resta il fatto che, per una patologia così misteriosa e complessa, lo studio di molteplici discipline è sempre più utile ed efficace di ogni forma di disattenzione e di trascuratezza.