10 fatti sull’infedeltà

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta

Una tentazione frequente di molta psicologia è ricondurre infedeltà e amore a istanze subconscie, “profonde”. Le motivazioni che però spingono le persone a comportarsi in modo apparentemente irrazionale, specie quando di mezzo ci sono i sentimenti, sono ancor più profonde dell'inconscio psicoanalitico. Esse rimandano alle ragioni “vere” per cui gli esseri umani esistono, almeno da un punto di vista evoluzionista: sopravvivere e riprodursi.

Questo articolo riassume un TED Talk in cui l’antropologa Helen Fisher parla di infedeltà. L’amore, dice la Fisher, non è tanto un’emozione quanto un sistema neurale, uno dei tre che governano accoppiamento ed evoluzione.

Sono per l’appunto questi ultimi sistemi due a render conto del perché le persone tradiscono, anche quando attribuiscono così tanto valore all’amore.

Vediamo l’infedeltà rappresentata ovunque, a volte anche nella vita reale. Eppure, anche se leggere che l’infedeltà ha a che fare con il modo in cui il cervello funziona è disturbante, e anche se i punti seguenti possono risultare scomodi e sgradevoli, possono aiutarci a farci un’idea più completa ed esatta del perché si tradisce.


1.  La formazione della coppia è un segno distintivo dell’umanità.

I dati del Demographic Yearbook statunitense su 97 società fra il 1947 e il 1992 indicano che circa il 93.1% delle donne e il 91.8% degli uomini si sposa entro il 49° anno di età. Dati più recenti indicano che circa l’85% degli americani si sposa, in totale.

Letture consigliate (le letture consigliate in questo articolo sono in lingua inglese):


2.  La monogamia è però solo una parte della strategia riproduttiva umana. L’infedeltà è molto diffusa.


Studi attuali sulle coppie americane indicano che dal 20 al 40% degli uomini eterosessuali sposati e dal 20 al 25% delle donne eterosessuali sposate hanno almeno una relazione extraconiugale durante la loro vita.

Letture consigliate:


3.  L’architettura cerebrale può contribuire all’infedeltà.


Gli esseri umani dispongono di tre sistemi cerebrali primari che governano l’amore: 1) quello della la spinta sessuale, evolutosi per motivare gli individui a copulare con altri individui; 2) quello dell’amore romantico, evolutosi per motivare gli individui a investire tempo e risorse necessarie per l’accoppiamento su un unico individuo, in tal modo risparmiando risorse ed energia metabolica; 3) quello dell’attaccamento al partner, evolutosi per motivare le coppie a restare unite fin quando almeno un figlio sarà diventato relativamente autosufficiente.

Questi sistemi neurali di base interagiscono l’uno con l’altro e con molti altri ancora, in miriadi di combinazioni possibili, allo scopo di fornire le necessarie emozioni, motivazioni e comportamenti che orchestrano la complessa strategia riproduttiva umana.

Tuttavia, un’architettura neurale siffatta rende possibile nutrire sentimenti di profondo attaccamento per un partner, mentre si sente un intenso amore romantico per un altro partner, mentre si sente un’attrazione sessuale per diversi altri partner, estranei alla coppia.

Letture consigliate:


4.  L’infedeltà è da sempre un fenomeno interculturale.


Era comune fra gli antichi Romani e Greci, negli europei preindustrializzati, nei giapponesi, cinesi e indiani della storia, così come fra gli Inuit tradizioniali dell’Artico, i Kuikuru delle giungle del Brasile, nei Kofyar in Nigeria, nei Turu di Tanzania e in molte altre società tribali.

Letture consigliate:


5.  Sono possibili più tipi d’infedeltà.


I ricercatori hanno ampliato la definizione d’infedeltà per comprendere l’infedeltà sessuale (scambio sessuale senza alcun coinvolgimento romantico), l’infedeltà romantica (scambio romantico senza coinvolgimento sessuale), e quella dove sono presenti entrambi i coinvolgimenti.

Letture consigliate:


6.  Molte variabili psicologiche, culturali e persino economiche giocano un ruolo nella frequenza e nell’espressione dell’infedeltà.


Una cosa però è chiara: l’infedeltà è un fenomeno su scala mondiale, che si verifica con notevole regolarità malgrado la sua quasi unanime disapprovazione.

Letture consigliate:


7.  Il bracconaggio di partner è un trend in crescita.


Un recente sondaggio di persone single americane ha rivelato che il 60% degli uomini e il 53% delle donne ammette di attuare il cosiddetto bracconaggio (o predazione) di partner, corteggiando individui in relazioni stabili per cercare di sottrarli al loro attuale partner. Il bracconaggio partneriale è comune in almeno altre 30 culture.

Letture consigliate:


8.  L’infedeltà non necessariamente segnala una relazione problematica (almeno fin quando non viene scoperta).


Indipendentemente dalla correlazione fra insoddisfazione relazionale e adulterio, fra gli individui infedeli di uno studio il 56% degli uomini e il 34% delle donne si sono dichiarati “felici” o “molto felici” nel proprio matrimonio, suggerendo ai ricercatori un ruolo giocato dalla biologia nel tradimento.

Letture consigliate:


9.  Alcuni studi mostrano la possibilità che l’infedeltà sia almeno in parte genetica.


Il che non significa, come molte altre cose geneticamente determinate, che l’esito sia automatico e definitivo e che non sia possibile farci niente.

Tuttavia, nel 2008 Walum e colleghi hanno studiato se e quanto i geni siano capaci di influenzare i comportamenti di accoppiamento negli esseri umani. Sono state esaminate 552 coppie, tutte sposate o conviventi da almeno cinque anni. Gli uomini portatori dell’allele 334 della vasopressina in una regione specifica del sistema della vasopressina hanno ottenuto punteggi significativamente più bassi sulla scala (test psicologico) Partner Bonding Scale (scala di legame con il partner), mostrando meno sentimenti di attaccamento verso la moglie o compagna. Inoltre, i loro punteggi erano dose-dipendenti, ossia gli uomini con questo gene in doppia copia hanno riportato punteggi minori, seguiti da quelli con un solo allele. Gli uomini con il gene 334 hanno anche riportato più crisi coniugali (incluso il rischio divorzio) durante l’anno precedente e gli uomini con la doppia copia di questo gene avevano avuto approssimativamente il doppio della probabilità di essere andati incontro a tali crisi, rispetto agli uomini che avevano ereditato una sola copia del gene. Infine, le partner degli uomini con una o due copie del gene hanno riportato punteggi significativamente più bassi a un test di soddisfazione coniugale.

Questo studio non misurava direttamente l’infedeltà, ma diversi fattori probabilmente correlati ad essa.

Letture consigliate:


10.  Diversi studiosi hanno proposto teorie per spiegare l’evoluzione dell’adulterio negli esseri umani.


La Fisher, ad esempio, specula che durante la preistoria i maschi infedeli si riproducessero in modo molto più frequente dei maschi fedeli, ponendo in tal modo le basi genetiche dell’appetito sessuale negli uomini contemporanei. Dal canto loro, le donne preistoriche infedeli riuscivano a fruire di maggiori risorse economiche attraverso i loro partner extra, anche sotto forma di maschi aggiuntivi che si prendessero cura della prole nel caso in cui il partner primario morisse o si allontanasse. Inoltre, mettendo al mondo un figlio con uno di questi compagni addizionali, poteva aumentare la varietà genetica dei discendenti.

L’infedeltà ha offerto ricompense biologiche inconsce agli uomini e donne della preistoria, perpetuando in tal modo fino ad oggi le basi biologiche del tradimento in ambo i sessi.

Letture consigliate:


Altre letture sulla scelta del partner:


Altre letture sulla dipendenza in amore:


Fonte:

TED online, gennaio 2014. 10 facts about infidelity, as divulged by Helen Fisher.


Data pubblicazione: 25 febbraio 2014

82 commenti

#1
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Utente 323XXX

Si parla tanto di riproduzione in questo articolo, ma tantissime persone "infedeli" non fanno figli con gli/l'amanti/e. Se si è tanto detto che la ricerca del piacere sessuale differisce dalla visione cattolica del sesso come gesto atto soltanto alla riproduzione), perchè ora si torna indietro dicendo che è "tutta colpa di Darwin" e non ci possiamo fare niente?

Non sarà un modo per giustificare l'anaffettività dilagante e la paura delle "relazioni serie", ormai sinonimo di chissà quale malattia?

E' vero che l'uomo è anche animale, ma è altrettanto vero che il suo cervello si è sviluppato ed evoluto in modo da permettergli di fare delle scelte e di non agire sempre d'istinto. Chi è sposato, fidanzato ecc e non si pone nemmeno per un momento la domanda "questa mia infedeltà farebbe del male al mio partner?" è una persona egoista. I matrimoni fanno comodo a molti, da qui il punto 8. Avere la moglie che fa da mangiare, lava, stira eccetera... e l'amante, sarebbe la situazione di comodo perfetta per moltissimi uomini. Un pò come avere "la botte piena e la moglie ubriaca".
Lo stesso vale per le donne, magari sposate con uomini ricchi, che per "compromesso" (egoismo, fondamentalmente)preferiscono tenere i piedi in una o più scarpe.

La verità è che la società si sta abituando ad avere tutto e subito e ciascuno pensa prima a se stesso, nessuno si mette più nei panni degli altri e nessuno è più disposto a "soffrire un pò", perchè le relazioni non sono tutte rose e fiori.

E articoli come questo a cosa servono? A giustificare questi comportamenti? Quindi chi crede ancora nella monogamia (mica eterna, eh? si possono avere comunque vari partner nella vita, uno per volta...) oltre ad essere un moralista (oggi suona come un'offesa...) è definitivamente un illuso? Tradire, e ferire la fiducia del partner che non approva, è giustificato e giustificabile? Beh, mi auguro che Lei non faccia il consulente matrimoniale...

#2
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> perchè ora si torna indietro dicendo che è "tutta colpa di Darwin" e non ci possiamo fare niente?
>>>

Chi lo avrebbe detto, specificamente?

Io no, perché anzi ho scritto:

"[la possibilità che l’infedeltà sia almeno in parte genetica] ... non significa, come molte altre cose geneticamente determinate, che l’esito sia automaticamente e definitivamente predeterminato e che non sia possibile farci niente".

Sembra però che a lei il passaggio sia completamente sfuggito...

>>> Chi è sposato, fidanzato ecc e non si pone nemmeno per un momento la domanda "questa mia infedeltà farebbe del male al mio partner?" è una persona egoista
>>>

È vero, ma anche se lei forse non lo sa, più spesso che no le persone che tradiscono tale domanda se la pongono eccome. A volte sono lacerati dai sensi di colpa. Eppure tradiscono lo stesso. Come mai? Una risposta può essere proprio quanto l'articolo cerca di spiegare, ossia che l'essere umano è una creatura mossa da motivazioni contrastanti e a volte contraddittorie.

Integralisti e moralisti a parte, ovviamente, che non hanno mai dubbi né incertezze riguardo a ciò che è bene e ciò che è male, e a ciò che si deve fare, caso per caso.

>>> Beh, mi auguro che Lei non faccia il consulente matrimoniale...
>>>

Lo prenderò come un complimento, dato che come psicologo e psicoterapeuta mi trovo di fatto ad aiutare molte coppie che devono affrontare il problema del tradimento, per cercare di far loro ritrovare il modo per superare tale brutto momento. Oppure a lasciarsi definitivamente, ove non sia proprio possibile una soluzione diversa.

Ma i "consulenti matrimoniali", come li chiama lei, in nessun caso partono mossi da una qualsivoglia ideologia, del tipo "la coppia deve per forza restare insieme" oppure "una volta che ci sia stato un tradimento la coppia è per forza finita".

Perché se questo fosse ciò che lei intende per "consulenza matrimoniale", sarei io ad augurarmi che LEI non facesse mai questo mestiere, per il bene di quelli che a lei si rivolgessero.

Il rifiuto che lei manifesta per le evidenti determinanti genetiche che stanno alla base ANCHE del comportamento infedele, così come a tanti altri, credendo di aver letto che "si torna indietro, dicendo che è tutta colpa di Darwin e non ci possiamo fare niente", è lo stesso che qualcun altro magari potrebbe avere per, diciamo, una determinante genetica dell'ansia. Ma che senso avrebbe?

Avrebbe senso indignarsi moralmente perché uno è nato timido? No, ha senso semmai darsi da fare per cercare di superare la condizione di svantaggio iniziale (l'ansia, nell'esempio) e andare avanti. Allo stesso modo, sapere che si tradisce ANCHE per ragioni genetiche non serve per giustificare il tradimento, ma semmai come ulteriore elemento di comprensione.

Perciò l'articolo non dice "si torna indietro", deve invece essere letto come un tentativo di capire le MOTIVAZIONI che possono spingere a determinati comportamenti e NON come la loro giustificazione.

Se lei ha visto questo nell'articolo, mi perdoni, ma questo è un fatto che riguarda solo lei.


#3
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Utente 323XXX

Sicuramente le persone non sono tutte uguali, e alcune preferiscono non mettersi in relazioni "all'apparenza monogame", (ingannando il partner nel quotidiano, al fine di perpetrare i loro tradimenti), se vedono che la monogamia (vuoi per tutti i motivi indicati) non fa per loro. Trovo che conoscere le motivazioni, non aiuti il partner a sopportare ciò che va di pari passo col tradimento, ovvero appunto la menzogna e il tradimento della fiducia.
Se i traditori fossero così assillati dai sensi di colpa, forse è il caso di smettere? Ah, già, non possono "è più forte di loro". Nella vita si cresce e si impara dai propri errori... o forse a volte è più comodo non farlo?

E' chiaro che ogni caso è a sè e non sta scritto da nessuna parte che si debba stare insieme per forza o lasciarsi. Ma trovo che i tradimenti reiterati, difficilmente potrebbero essere tollerati all'interno di una coppia che si definisce tale. Consola il fatto che di questo tipo di tradimenti, è difficile non accorgersene, e allora entrambe le persone appartenenti alla coppia possono fare scelte consapevoli. Chi non tollera il tradimento, come antitesi dell'amore, trarrà le sue conclusioni. Ed è giusto che possa farlo (se e quando ne verrà a conoscenza, ovviamente. Al fedigrafo potrebbe anche andare sempre bene e non essere mai scoperto...)
é un vero peccato che i cosiddetti traditori non si presentino mai dicendo "sono geneticamente programmato per tradire, ti va bene"? A quel punto, chi crede nella monogamia si risparmierebbe sofferenze inutili.

#4
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Utente 323XXX

Ah, un'ultima domanda: se una persona fidanzata o sposata vive pensando: se sono fidanzato/sposato, per rispetto mio e del mio partner, non ho intenzione di tradirlo. E magari si sforza un attimino e ci riesce pure, senza nemmeno soffire di questa sua "scelta autoimposta", perchè sta bene col partner e questo gli basta. é un moralista? Bene, perchè dovrebbe essere un'offesa questa parola? Se su questa cosa una persona non ha dubbi, possiamo tacciarla di moralismo? Beh, w il moralismo allora. Se in questo caso fosse sinonimo di "ragionevolezza e rispetto di sè e degli altri"?

Se poi invece una relazione non va, tutti sono liberi di lasciarsi e cercare lidi migliori.

#5
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Psicoterapeuta

E' interessante come un tema come questo "accenda" nella direzione "giusto/sbagliato".

Ma compito delle Scienze Umane (tra cui l'antropologia) non è giudicare moralmente, o stabilire cosa è giusto o sbagliato. Quello è territorio dell'etica e della morale, più o meno formalizzate nelle loro espressioni filosofiche.

Siamo animali, che ci piaccia o meno; e spesso alcuni comportamenti umani, apparentemente incomprensibili se si considera l'uomo come "essere razionale", diventano meno oscuri quando ci ricordiamo che siamo contraddittori, spesso confusi, e che la nostra "razionalità" è spesso una mano di colore che passiamo sulle nostre decisioni impulsive, irrazionali, istintuali, giusto per farcele piacere un pò di più.

Dal mio punto di vista di psicologo e psicoterapeuta credo che la descrizione e la comprensione dei fenomeni umani sia molto importante; per fortuna, condannare o assolvere sono atti che attengono ad altre identità professionali e/o confessionali, non alla nostra!

#6
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Utente 323XXX

Saremo animali, ma ciò che ci contraddistingue è proprio la razionalità che lei ha citato en passant, e il libero arbitrio che possiamo benissimo anteporre alle scelte instintuali. Chi non ci riesce, probabilmente non VUOLE riuscirci perchè gli fa comodo, e per egoismo. Oppure è un caso patologico di traditore seriale-collezionista.

Quel "per farcele piacere un pò di più" è interessante... in che senso? Sa cosa, la razionalità però si usa eccome quando si cerca in tutti i modi di coprire le tracce del proprio tradimento cancellando messaggi sul cellulare e quant'altro.
"Siamo animali" solo quando ci fa comodo. ;) Che ci piaccia ammetterlo o meno. E' proprio a questa espressione che ricorriamo "per farci piacere di più le nostre azioni (fedifraghe)".

In fondo, non siamo geneticamente programmati per mangiare con la forchetta o fare i bisogni in bagno, tuttavia, per stare in società, lo facciamo. E ci riusciamo pure bene.

Se una coppia decide di basarsi sulla monogamia e la fedeltà, e uno dei due partner agisce al di fuori di questo "patto"... mi spiega dove sta scritto che sia giusto? è vero, è una questione di etica e di morale, fa così schifo oggigiorno interessarsi ancora all'etica e alla morale?? (non stiamo mica parlando di morale cristina o sesso solo dopo il matrimonio) E' giusto prendere in giro una persona? Tanto vale mettere le cose in chiaro e stabilire le tanto di moda "relazioni aperte/non serie ecc ecc...".
Ma quelle non danno la stabilità, anzi no, la "comodità" di un matrimonio, dove la cena è sempre pronta e i vestiti puliti. Quindi perchè rinunciarvi? Alla base dei comportamenti umani di questo tipo non c'è "l'essere animali", quello vorrebbe dire non legarsi a nessuno e avere rapporti occasionali e basta. Alla base di tutto c'è l'egoistmo. Il volere questo e quest'altro. Per il bene di se stessi, non certo dell'altra persona coinvolta nella coppia, che continua ad essere all'oscuro di tutto. Perchè il punto è questo, che il tradimento non è fatto alla luce del sole, in modo che l'altro/a possa decidere se lasciarci o andare avanti, bensì viene fin troppo razionalmente tenuto nascosto da noi animali. Ossimoro?

#7
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> Trovo che conoscere le motivazioni, non aiuti il partner a sopportare ciò che va di pari passo col tradimento, ovvero appunto la menzogna e il tradimento della fiducia
>>>

Certo, ma infatti quest'articolo non è specificamente diretto alle persone che hanno subito un tradimento. A chi deve sopportare il dolore di essere stato tradito, non sarebbe di alcun aiuto sapere che si tradisce per la tale o tal altra ragione.

Non confonda la psicologia divulgativa - l'unica che si può fare online - con la psicologia clinica o la psicoterapia, individuale o di coppia, che richiedono un intervento concreto su esseri umani in carne e ossa, con tanto di nome e cognome, lineamenti facciali, un genere sessuale riconoscibile e una storia alle spalle.

>>> se una persona fidanzata o sposata vive pensando: se sono fidanzato/sposato, per rispetto mio e del mio partner, non ho intenzione di tradirlo. E magari si sforza un attimino e ci riesce pure, senza nemmeno soffire di questa sua "scelta autoimposta", perchè sta bene col partner e questo gli basta. é un moralista?
[...]
Bene, perchè dovrebbe essere un'offesa questa parola?
>>>

No, non è un moralista, è una persona normale che merita tutto il rispetto di questo mondo.

Moralista è chi prende il principio guida della morale, cosa in principio utile e condivisibile, e lo irrigidisce all'estremo, facendone un oggetto normativo. Ossia dice: "Le cose DEVONO - o non devono - in ogni caso, SEMPRE, andare in questo modo." Diversamente, s'impone un giudizio di valore, in genere negativo.

Quando lei usa frasi come:

1) Le persone non sono tutte uguali.

2) Alcune preferiscono non mettersi in relazioni "all'apparenza monogame", se vedono che la monogamia non fa per loro.

3) Trovo che i tradimenti reiterati, difficilmente potrebbero essere tollerati all'interno di una coppia che si definisce tale.

4) È un vero peccato che i cosiddetti traditori non si presentino mai dicendo "sono geneticamente programmato per tradire, ti va bene?"

sta dando per scontati degli importanti presupposti, tuttavia falsi in generale.

Ossia che le persone e le coppie, pur con reciproche diversità, siano destinate a rimanere SEMPRE uguali a se stesse. Ma questo non è affatto vero. L'essere umano non solo è animato da motivazioni incoerenti, è soggetto anche a cambiamento nel tempo e a diventare diverso da come è stato in passato.

Per fare un esempio, nessun uomo (o quasi) si sposa pensando che tradirà. Così nessuna donna (o quasi) si sposa pensando che verrà tradita. E viceversa. Poi la passione nella coppia inizia ad affievolirsi (succede in pressoché tutte le coppie). Il tempo passa, uno dei due non resiste più e si lascia andare a un'avventura extraconiugale. Eppure è sempre innamorato, in senso affettivo, del partner. E magari prima, guarda caso, era un moralista... uno di quelli che diceva "mai e poi mai"... Casi come questi arrivano spesso alla nostra attenzione.

Per inciso il moralista vero, quello duro e puro, è una persona con cui è in generale difficile intrattenere relazioni significative di lunga data. A meno che la controparte non sia una persona remissiva, obbediente e disposta a conformarsi ("concava", come dice un mio amico).

L'essere umano non è una creatura di principio monogama (alcune specie di uccelli, ad esempio, sono mediamente molto più fedeli al partner rispetto agli umani). Il fatto che abbia deciso di diventarlo, inventando l'istituzione del matrimonio, non ha risolto del tutto il problema. Certamente non lo si può risolvere per decreto ("non si deve"). Si tratta di scelte che ognuno, con la PROPRIA morale e soprattutto con la propria etica, deve fare.

#8
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> il libero arbitrio che possiamo benissimo anteporre alle scelte instintuali
>>>

Questo lo sta dicendo lei.

Il libero arbitrio, diceva Spinoza, è quella cosa che l'essere umano crede di avere perché è cosciente delle proprie azioni; ma è pur sempre inconsapevole delle motivazioni che gliele fanno fare.

Persino il moralista duro e puro, che ha bisogno della propria rigidità per sentirsi migliore degli altri, non sa da dove gli viene tale rigidità, né come mai lui ce l'abbia e gli altri, povere creature, no.

Mangiare con la forchetta è un comportamento triviale evolutivamente parlando, non ha nulla a che vedere con la riproduzione, l'istinto più forte di cui è stata capace di dotarci la natura.

>>> Se una coppia decide di basarsi sulla monogamia e la fedeltà, e uno dei due partner agisce al di fuori di questo "patto"... mi spiega dove sta scritto che sia giusto?
>>>

Perché invece non spiega lei a noi, mi perdoni, chi avrebbe scritto che sarebbe giusto?

#9
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Utente 323XXX

La ringrazio della sua cortese risposta, il suo discorso sta diventando più chiaro.

Vorrei chiarire un ultimo punto:
"Per fare un esempio, nessun uomo (o quasi) si sposa pensando che tradirà. Così nessuna donna (o quasi) si sposa pensando che verrà tradita. E viceversa. Poi la passione nella coppia inizia ad affievolirsi (succede in pressoché tutte le coppie). Il tempo passa, uno dei due non resiste più e si lascia andare a un'avventura extraconiugale. Eppure è sempre innamorato, in senso
affettivo, del partner. E magari prima, guarda caso, era un moralista... uno di quelli che diceva "mai e poi mai"... Casi come questi arrivano spesso alla nostra attenzione."

Converrà con me che il "pentimento" (non so come definirlo) ci debba essere... Voglio dire, se il traditore insiste a tradire, senza affrontare le difficoltà che possono esserci nella coppia, (soprattutto se di lunga data) e quando, una volta scoperto, si difende dietro alla frase "non posso farci niente, siamo animali, che ci piaccia o meno"... Non è che sia un bel presupposto per continuare una relazione (all'apparenza e in via monodirezionale) monogama..

Sul fatto che "L'essere umano non è una creatura di principio monogama" come molti altri animali, è discutibile. Nel senso che anche nel mondo animale ci sono specie monogame e altre no. I piccioni vivono in coppia, e addirittura fanno a turni per covare le uova e accudire i piccoli!

Ma ammettiamo pure che sia così. A questo punto, possiamo arrivare a concludere che vale sempre il detto "non sono tutti uguali", perchè come ha affermato giustamente "ognuno ha una propria morale e una propria etica". Credo che ancora ci sia qualcuno che non fatica a vivere nella monogamia (seppur innaturale). Anche se è una specie in via di estinzione. Perchè la morale e l'etica si insegnano anche, ma visti gli esempi televisivi e non di oggi...

Tuttavia, spesso le persone raggiungono i loro scopi dettati dalla spinta riproduttiva (però stando ben razionalmente attenti a ricorrere alla miriade di anticoncezionali possibili) ingannando gli altri. Nel senso che difficilmente chi ha una certa etica e morale, lo fa subito presente all'altro. C'è anche chi inizia una relazione monogama sapendo benissimo che non è in grado di sostenerla. Chi esce con una nuova ragazza/o fingendosi innamorato/a per poi raggiungere i suoi scopi e fuggire. Alla fine è sempre chi mente a guadagnarci. Ma forse è utopistico pensare che le persone possano davvero essere sincere, chiare e limpide.

Ad ogni modo, la poligamia in sè non è attuabile nella società moderna. Qui i figli non vengono cresciuti dalla comunità come nelle società africane o altro, e gli impegni lavorativi impediscono ai genitori di seguire un figlio, figuriamoci una vasta prole e varie "concubine".
Forse dovremmo arrenderci all'evidenza che il tradimento subìto e fatto è il giusto compromesso?
Certo che sforzarsi perchè una relazione funzioni e affrontare insieme le difficoltà, è molto più dispendioso di una scappatella. E i giovani lo stanno imparando molto bene...

Ripeto, nessuno obbliga alla monogamia eterna, si possonoa avere tante brevi relazioni monogame, nel rispetto reciproco. O relazioni apertamente aperte (pun intended) o altro ancora. Il tradimento reiterato si ha in una relazione stabile e di lunga durata (tipo il matrimonio o la convivenza) perchè ripeto, solo quella può sopperire alle esigenze egoistiche di una persona: non sentirsi soli, avere tutto pronto a casa, il marito con il macchinone che ti porta a cena... Se l'essere umano non fosse egoista in questo senso, vivremmo relazioni poligame/occasionali, senza bisogno di "false sicurezze" e di tradire la fiducia altrui.

#10
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Psicoterapeuta

>>C'è anche chi inizia una relazione monogama sapendo benissimo che non è in grado di sostenerla. Chi esce con una nuova ragazza/o fingendosi innamorato/a per poi raggiungere i suoi scopi e fuggire. Alla fine è sempre chi mente a guadagnarci. Ma forse è utopistico pensare che le persone possano davvero essere sincere, chiare e limpide.

Sì, c'è chi si comporta così. Come c'è chi continua ad ignorare i segnali dei tradimenti ripetuti, chi continua a perdonare un traditore seriale o un partner abusante, chi si convince che è sua missione "salvare" un partner instabile o violento...

Razionalità vorrebbe che nessuna persona rimanesse con un partner abusante, a meno che non ne tragga benefici... O no?

Non è utopistico chiedere sincerità e trasparenza nei rapporti, nè tantomeno scegliere le persone che si avvicinano di più al nostro modo di vedere il mondo ed i rapporti. E' rigido PRETENDERE che il mondo funzioni così. Anche perchè il mondo, di come la pensiamo lei, io o il dott. Santonocito, se ne frega altamente e gira come vuole...

>>Forse dovremmo arrenderci all'evidenza che il tradimento subìto e fatto è il giusto compromesso?
Certo che sforzarsi perchè una relazione funzioni e affrontare insieme le difficoltà, è molto più dispendioso di una scappatella. E i giovani lo stanno imparando molto bene...

L'aggressività (che è una condotta, ben diversa dalla RABBIA, che è un'emozione) è (ANCHE) biologicamente connaturata. Questo vuol dire giustificarla o comprenderne il funzionamento?

>>Se l'essere umano non fosse egoista in questo senso, vivremmo relazioni poligame/occasionali, senza bisogno di "false sicurezze" e di tradire la fiducia altrui.

Negli anni '70 uscì un saggio molto controverso, ad opera di un biologo evoluzionista, Richard Dawkins. In questo saggio Dawkins proponeva una visione più "allargata" della teoria evoluzionista darwiniana, ipotizzando che molti comportamenti umani, compresa la cooperazione, l'altruismo, il sacrificio etc. siano funzionali non alla sopravvivenza del singolo, nè tantomeno della specie, bensì alla perpetuazione dei geni (ipotesi del "gene egoista").

Forse, applicare le categorie della morale alla SPIEGAZIONE del comportamento umano implica una serie di cortocircuiti (ad es., l'idea che il mondo debba o dovrebbe funzionare in un certo modo), mentre impiegarle nelle proprie SCELTE personali vuol dire scegliere una direzione di valore, e comportarsi di conseguenza.

#11
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Utente 323XXX

La ringrazio per la conversazione.

#12
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> La ringrazio della sua cortese risposta, il suo discorso sta diventando più chiaro
>>>

Beh, forse dice questo perché si sta formando l'idea che io non sia a favore del tradimento, e questo magari in qualche modo la rassicura ;)

Sta di fatto però che ancora non mi sono espresso in merito, rilegga ciò che ho scritto.

>>> Converrà con me che il "pentimento" (non so come definirlo) ci debba essere
>>>

Il pentimento è fin troppo facile da ottenere. Costa poco. Bastano un pianto e un inginocchiamento. Quello che sovente è molto più difficile ottenere, invece, è il perdono dell'altra parte. Ma solo quando la persona che è stata tradita non è un moralista, perché per strano che possa sembrare, le persone moraliste possono essere più pronte di altre a perdonare, quando vengono tradite.

>>> anche nel mondo animale ci sono specie monogame e altre no
>>>

È quello che le sto dicendo, e la specie umana non è una delle più monogame. Glielo dimostrano i dati sulle ricerche che cercano di capire la percentuale delle persone che tradiscono, come quelli mostrati in quest'articolo.

>>> Credo che ancora ci sia qualcuno che non fatica a vivere nella monogamia (seppur innaturale)
>>>

Ce ne sono moltissimi, in realtà. Si può essere monogami per vocazione o per scelta. Solo che entrambi possono cambiare idea strada facendo. È questo, forse, il succo di ciò che le viene difficile accettare.

>>> Alla fine è sempre chi mente a guadagnarci
>>>

A volte, non sempre. Ma dimentica comunque un importante dettaglio: che anche quando le persone sono perfettamente sincere, possono mentire spudoratamente a se stesse.

Non ci sono solo i predatori maschi biecamente opportunisti, ci sono anche donne talmente convinte di poter portar via il marito a un'altra, da essere disposte a bersi non solo le bugie, ma persino la verità, pensi un po'.

In questi casi, anche quando l'amante SA per certo che il marito non lascerà MAI la famiglia e la moglie, perché lui glielo ha detto e ripetuto, continua a sperarci. Come mai? Perché l'essere umano è una creatura perfettamente razionale, in grado come dice lei di anteporre sempre e comunque il raziocinio a emozioni, motivazioni e istinti?

Inoltre, chi ci guadagna quando si mente a se stessi?

Ha detto qualcuno (in modo un po' brutale, lo ammetto) che se esistono uomini che cercano solo sesso è perché esistono donne che non hanno altro da offrire. Ma direi che oggigiorno l'osservazione si potrebbe già rendere bidirezionale ambosessi, per quanto l'immagine del maschio moderno sia diventata appannata, femminilizzata e deludente.

>>> Ma forse è utopistico pensare che le persone possano davvero essere sincere, chiare e limpide
>>>

Non solo è utopistico, è illusorio e rischia di trasformarsi in delusione. Più è forte l'illusione, più è forte la delusione. Più alta è l'ascesa, più dolorosa è la caduta, ricordi. Questo nessuno meglio di uno psicologo glielo può dire.

Di nuovo, il mondo animale ci fa da illuminante esempio, se consideriamo che molte forme di vita animale e persino vegetale mettono in atto una serie di comportamenti e caratteristiche volte a ingannare i predatori o il concorrente di turno in accoppiamento, allo scopo sempre di prestar fede nel massimo grado possibile ai due imperativi evoluzionisti: sopravvivere e riprodursi.

>>> la poligamia in sè non è attuabile nella società moderna
>>>

Certo, ed è proprio per questo le relazioni extraconiugali sono quasi sempre clandestine.

>>> Forse dovremmo arrenderci all'evidenza che il tradimento subìto e fatto è il giusto compromesso?
>>>

Non è necessario arrendersi perché non è necessario lottare. Basta scegliersi con la massima cura possibile il proprio partner, tenendo conto non solo delle sue potenzialità di fedeltà/tradimento, ma di tutta una serie di caratteristiche che lo rendono il più compatibile possibile con noi. E sempre tenendo a mente che gli eventi imprevisti e indesiderabili sono SEMPRE possibili. Questa è la vita.

>>> sforzarsi perchè una relazione funzioni e affrontare insieme le difficoltà, è molto più dispendioso di una scappatella
>>>

A volte non è solo dispendioso. A volte l'unica alternativa, volendo fare per davvero i duri e puri, è la separazione. Solo che non tutti sono disposti ad affrontarla, né da un lato (il traditore) né dall'altro (la persona tradita). Casi come questi sono frequentissimi e non li si può risolvere in modo semplice e lineare, a colpi di moralismo.

>>> si possonoa avere tante brevi relazioni monogame, nel rispetto reciproco
>>>

Questa è l'espressione di un suo libero gusto, rispettabile quanto quello di un altro, ma ripeto, non sta scritto da nessuna parte che debba essere così. È una scelta che lei fa, ma che di per sé non ha niente di superiore o di più nobile in assoluto.

Mi limito a farle presente, per esempio, che essere visti come la tipa o il tipo che salta come una farfalla da una relazione all'altra, su alcune persone potrebbe avere un effetto decisamente negativo, e renderci in tal modo meno appetibili come materiale umano da relazione di lunga durata. Anche se lei o lui si considerasse il top dell'onestà, avendo solo relazioni monogame, si troverebbe a essere svantaggiato senza nemmeno sapere perché.

>>> Se l'essere umano non fosse egoista
>>>

A Firenze le risponderebbero: "Certo, e se la mi' nonna avesse le rote..."

L'essere umano *È* profondamente egoista in amore, anche quando non tradisce.

Dice un proverbio: l'amore è volere ciò che è nostro.

#13
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Ex utente

salve dottore,
mi sono sentita ferita dalla citazione sulle donne che non avrebbero da offrire altro che sesso se un uomo da loro vuole solo quello.
Ho avuto una storia con un uomo che si è rivelata profondamente distruttiva per me,anche a distanza di anni e mentre lui voleva solo del sesso io volevo altro,o comunque anche all'interno di una relazione che per diversi motivi non poteva essere ufficiale,avrei voluto offrire anche altro,e avrei anche voluto ricevere un minimo di calore umano.
Può darsi che io sia una donna stupida,insicura,ossessiva,immatura,dipendente,fallita ecc.,ma questo non credo autorizzi chi non è interessato a maltrattare emotivamente e psicologicamente chi invece è innamorato seppur con le sue fragilità e insicurezze.Certo ognuno deve guardarsi da sè,ma comunque non è giustificabile il comportamento di chi è lucido,razionale e non coinvolto e approfitta appunto della normale cecità e irrazionalità dell'amore.
Ad ogni modo oltre ad esprimerle il mio disaccordo per certe affermazioni che una donna come me leggendo può trovare un ulteriore elemento di sconforto e sfiducia verso se stessa,le volevo anche chiedere questo: nell'articolo c'è scritto che alcune persone venute da lei che tradivano il partner affermavano di essere felicissime in coppia.Bene poichè era il caso dell'uomo di cui ero innamorata,le chiedo allora perchè andare a distruggere un'altra persona?è sicuro che inconsciamente non ci possa essere insoddisfazione personale o di coppia in traditori che affermano ciò?non sono e non voglio fare moralismo,anche io ho tradito ma accusavo terribili sensi di colpa e premevo perchè non stessimo coi piedi in due scarpe,e non perchè sia moralmente scorretto,ma perchè mi mettevo nei panni di chi era tradito .Non è una legge cristiana ma di vita per me:se in una situazione non sai come fare,come comportarti col prossimo,fai come se quella cosa dovessero farla o non farla a te.
Insomma il grosso "equivoco" dottore che mi ha portato serie conseguenze fisiche e psichiche con cui ancora oggi faccio i conti,è stato pensare che anche dall'altra parte(come nella mia),ci fosse qualcosa che non andava nella coppia.
Ad oggi le conclusioni che io ho tratto(forse mi sbaglio,non sono medico),sono che l'uomo in questione sia fortemente disturbato e in effetti nella sua relazione ufficiale "non c'è niente che non va"...e nemmeno lui sa di essere disturbato perchè è EGOSINTONICO.
Quindi lui non soffre minimamente,non ha rimorsi,sensi di colpa,non chiede perdono,ma neanche scusa,non prova compassione,pena,dispiacere...le uniche a soffrire credo che siamo io..la sua donna e non so quali a quante altre donne.Si dico che anche la sua donna soffre dietro quella facciata di perfezione.Lei sa-non sa,vede-non vede,ma le sta bene,o finge di farsela andar bene...certo ne vale la pena forse per lei...d'altronde è la sua preferita...il trofeo da presentare in pubblico(ma neanche troppo),quella che ha le caratteristiche giuste di bellezza estrema,intelligenza,affermazione professionale,insomma una donna perfetta.Ma Lei dice che si tradisce pur continuando ad amare la propria partner,pur avendone una perfetta...e allora di fronte a questo una donna si sente profondamente disorientata e sconfitta,proprio perchè tutto ciò che poteva rendere più sopportabile e perdonabile un tradimento,viene meno.Ci si poteva sempre consolare dicendosi"forse mi ha tradita perchè in qualche modo le colpe sono in due,ho sbagliato qualcosa anche io"...invece si scopre che uomini felici con partner meravigliose tradiscono per un fatto biologico e naturale..ma come al solito la donna non ha neanche per natura gli stessi diritti...e poi ci si lamenta della società maschilista...beh io credo che se esista un dio era il primo grande maschilista...siamo nate in partenza menomate e sfortunate....e c 'è un proverbio ebraico che dice:"dio conta le lacrime delle donne".....mmmm si certo...forse le conta come si contano le pecorelle per addormentarsi.
La ringrazio e le auguro buona sera.
Gloria.

#14
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Dr. Giuseppe Santonocito

Buongiorno Gloria

Mi scuso in anticipo se le cose che le dirò le piaceranno ancor meno dell’articolo, ma avrebbe poco senso esporgliele in modo diverso, magari solo per compiacerla. In particolare, rispetto a:

>>> oltre ad esprimerle il mio disaccordo per certe affermazioni che una donna come me leggendo può trovare un ulteriore elemento di sconforto e sfiducia verso se stessa
>>>

le voglio dire che, dal mio punto di vista, ciò è positivo.

Il problema della fragilità è che fa evitare, mantiene distanti da ciò che fa male. E in tal modo contribuisce proprio ad alimentare se stessa e a mantenersi in vita. Le fragilità si superano affrontandole, non allontanandosene o nascondendosele. Il dolore che ha sentito leggendo l’articolo è molto probabilmente un dolore sano, anche se con tutta probabilità insufficiente a sospingerla verso una diversa direzione.

La sua lettera, gonfia di amarezza e dolore, merita rispetto e comprensione e credo che dovrebbe essere discussa all’interno di uno spazio più individualizzato perché possa tornarle di qualche aiuto. Sotto forma di commento in un blog, tutto ciò che può aver luogo è uno scambio di idee e vedute, in modo certo paritario, ma proprio per questo più limitatamente efficace.

Il fatto che si sia sentita ferita dai contenuti dell’articolo indica che, almeno per certi aspetti, deve essersi trovata a guardarsi in uno specchio e ciò che ha visto non le è piaciuto. Il suo però non sembra tanto un esempio calzante della donna che non ha nient’altro da offrire, oltre al sesso, ma semmai quello di una delle tante donne (purtroppo) che non hanno da offrire a se stesse abbastanza amor proprio. E per questo si raccontano che occorre darne tanto al loro oggetto d’amore, perdutamente, senza limiti, senza ritegno. L’amore, infatti, è troppo quando tentiamo di dare all’altro ciò che manca a noi stessi.

Ogni utente o paziente che a noi si rivolge ha diritto a un inquadramento e comprensione individualizzati, ma non dobbiamo dimenticare che le azioni degli esseri umani hanno la tendenza a ripetersi. Sotto questo punto di vista la sua storia non è diversa da quella di tante altre donne che diminuiscono se stesse (ma in realtà erano diminuite già da prima) nella speranza che l’uomo che hanno davanti, anche se spietatamente sincero e anche quando dichiara di non voler nient’altro oltre al sesso, possa miracolosamente cambiare e innamorarsi. Salvo sbattere alla fine sugli scogli aguzzi della realtà e vedere il proprio sogno andare in frantumi.

Le persone egoiste esistono ed esisteranno sempre. Non serve rammaricarsi per la durezza del prossimo, se noi siamo troppo morbidi. Occorre semmai, pragmaticamente, darsi da fare per diventare più resistenti. Ecco, quello che manca nelle storie di sofferenza e amore a senso unico è proprio una certa dose di realismo. Dio non le verrà in aiuto, presumo, e in ogni caso avrebbe più senso iniziare a farsi aiutare qui sulla terra. Persino chi ha fede ammette: aiutati, che il ciel t’aiuta.

Perciò, oltre a sfogare giustamente il suo dolore, dovrebbe trovare anche la forza e l’orgoglio di farsi aiutare e cambiare questa parte di lei che la fa esporre così tanto, indebitamente. Ma prima ancora, dovrebbe essere convinta di volerlo fare, dovrebbe cioè capire che l’elemento da correggere sta in lei, non nel mondo. E questo potrebbe essere il passo più difficile. Ma il miglior modo per cambiare il mondo è cambiare prima se stessi.

>>> perchè andare a distruggere un'altra persona?
>>>

La risposta è semplice e non facile da accettare: perché, come ha detto qualcuno, gli altri non sono contro di te. Sono semplicemente per se stessi.

>>> è sicuro che inconsciamente non ci possa essere insoddisfazione personale o di coppia in traditori che affermano ciò?
>>>

Sì, ne sono ragionevolmente sicuro, a meno di voler credere alle coppie tipo Mulino Bianco esenti da qualsivoglia problema, ma è ovvio che anche questo sarebbe un atteggiamento poco funzionale. Generalizzando, le persone tradiscono per motivi più biologici che psicologici.

Chi ha subito un torto di solito escogita due modi per inquadrare il malfattore: o è cattivo o è malato. È una reazione tipica anche questa. Se non è un bastardo, dev’essere malato, un sociopatico egosintonico. È difficile, per la maggior parte di noi, accettare che qualcuno ci faccia del male non come fine, ma semplicemente come mezzo per far del bene a se stesso, magari con la nostra complicità.

Per motivi analoghi starei molto attento a etichettare la moglie che sa-non sa-vede-non vede come una poveraccia. Potrebbe soffrire molto meno delle vittime del marito...

La prego di notare che il mio non è moralismo alla rovescia. Non sto dicendo che ogni donna dovrebbe fare come questa moglie, sto dicendo piuttosto che in ultima analisi tutto si riduce a ciò che uno vuole e si aspetta dalla vita. E questo non lo stabilisce la morale, lo stabilisce l’etica privata di ciascuno di noi.

Lei che cosa vuole e cosa si aspetta dalla sua vita? Sa come fare per ottenerlo?

Un saluto
Giuseppe Santonocito

#15
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Ex utente

Salve dottore,grazie per la risposta innanzitutto.
Quando dice"La risposta è semplice e non facile da accettare: perché, come ha detto qualcuno, gli altri non sono contro di te. Sono semplicemente per se stessi."questa frase racchiude il nocciolo della questione:non voglio inquadrare nessuno ma chi fa questo manca fortemente di EMPATIA verso il prossimo.Dote fondamentale per vivere bene con se stessi e gli altri.Per quanto riguarda il discorso dell'aiuto certo che mi sono fatta aiutare(ma non è che che solo chi si fa calpestare dovrebbe farsi aiutare,anzi se non ci fosse chi calpesta forse...),ed è stato proprio il mio psicoterapeuta,insieme alle migliaia di letture,di libri,forum,blog ecc.,ad aprirmi gli occhi sui disturbi di quest'uomo e sulle mie ferite dove i suoi disturbi attecchivano.Inoltre è confortante sapere che queste sono sue idee e che ci sono suoi colleghi che la pensano all'opposto....cito :
Siamo per natura promiscui (l’istinto di conservazione della specie ha come scopo la riproduzione fine a sé stessa, non ha limiti morali, non ha il problema della sovrappopolazione), diventiamo monogami per educazione: la fedeltà è un valore da realizzare, non è un istinto. In un certo senso bisogna scegliere di essere fedeli ogni giorno; le pulsioni sessuali non vanno in ferie ed è per questo che la fedeltà, a dar retta alle statistiche è poco frequentata. Fanno sorridere certe posizioni tradizionali per cui con la moglie c’è l’amore ma poca passione mentre con le altre donne c’è l’erotismo ma non c’è sentimento. In realtà ciò è segno di una personalità disturbata che divide i sentimenti dall’erotismo, dai valori. L’integrazione non è facile ma questo è il nostro compito: unire ciò che è diviso. (bassi – zamburlin)
ancora grazie e buona sera.

#16
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> chi fa questo manca fortemente di EMPATIA
>>>

Si sbaglia. Chi è abile nel manipolare deve invece possedere una grande capacità empatica. Occorre capire bene cosa muove l'altro per poterlo influenzare. Ciò è vero per il seduttore seriale, per il manager aziendale, per il bravo insegnante, per il serial killer psicopatico e... per lo psicoterapeuta.

La manipolazione può essere usata per aiutare le persone, per distruggerle o solo per aiutare se stessi. Se un terapeuta deve indurre una persona (con il suo consenso) a modificare un certo comportamento o atteggiamento, deve essere capace di influenzarla. Altrimenti il massimo che si può fare sono tanti bei discorsi.

L'empatia, come le altre abilità comunicative, è uno strumento che può essere usato a fin di bene o per compiere il male. All'uomo in cui è incappato lei non manca empatia, manca la dirittura etica per dire: "Non faccio questo, perché altrimenti farei del male a questa persona".

L'empatia è una dote indispensabile per vivere in mezzo agli altri, ma di per sé non garantisce affatto le conseguenze dell'uso che uno decide di farne.

>>> la fedeltà è un valore da realizzare, non è un istinto
>>>

Se rilegge ciò che ho scritto, vedrà che ho espresso la stessa cosa in modo diverso. E in più ho aggiunto: se uno lo desidera. Perché altrimenti diventerebbe moralismo, cosa da cui lo psicologo dovrebbe sempre astenersi per deontologia professionale.

Non condivido invece la parte restante della sua citazione, per il semplice motivo che mi sembra una posizione quasi religiosa, che pretenderebbe di curare chi non chiede aiuto senza magari riuscire a curare chi invece aiuto lo chiede disperatamente.

Se mi sbagliassi, probabilmente anche lei non si porterebbe dentro l'amarezza che sta riversando qui, pur essendo stata aiutata.

Il concetto è semplice: se uno riesce a crescere e diventare sufficientemente autosufficiente e autonomo, smette di preoccuparsi di voler cambiare il mondo, e soprattutto non presta più il fianco ai manipolatori negativi. Diversamente gli rimane dentro l'ansia e la rabbia per come il mondo invece non è.

Buona serata anche a lei

#17
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Utente 340XXX

Buonasera, mi piacerebbe conoscere il suo parere su cosa determina che un determinato individuo costituisca il perno centrale della propria vita sentimentale e sessuale e nel caso si incorra in relazioni extra, cosa determina che il soggetto "a" rimanga comunque centrale rispetto al soggetto "b" e perche' il primo debba considerarsi il tradito rispetto al secondo..... non so se sono stata chiara..
Grazie anticipate per la sua risposta

#18
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Ex utente

Grazie di nuovo dottore...ho capito...ma esistono le escort,le prostitute per quel che lei definisce puro istinto animale di riproduzione...se non c'è nulla di psicologico l'uomo può scegliersi una bellissima donna come la vuole e ottenere a letto tutto e anche di più a prezzi accessibili e soprattutto senza rogne essendo impegnato lui e l'altra persona che poi è una lagna in quanto da sempre innamorata.Per quanto riguarda il fatto che le persone pensano al loro bene e non vogliono far del male alle altre come fine,le rispondo che certo...anche hitler pensava di fare un favore all'umanità eliminando gli ebrei...anche un assasino pensa di fare bene a se,eliminando chi gli dà rogne...ha ragione riguardo l'empatia...l'ho sempre detto che i narcisisti patologici,i manipolatori relazionali,i vampiri affettivi hanno una grandissima "empatia" contrariamente a quanto si dice,capiscono cioè benissimo quali sono i sentimenti dell'altra persona(sofferenza,dolore,amore)e l'adoperano per distruggere il prossimo.
Le rinnovo i saluti,
Gloria.

#19
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Utente 340XXX

scusate, mi intromette, la dirittura etica e' appunto quello che viene a mancare a largo spettro nella nostra societa' sempre piu' incentrata sulla prevaricazione, sulla mors tua vitae mea, sull'ego, sul non principio inculcato fin da piccoli dalle stesse figure genitoriali "devi pensare a te stesso, non essere troppo generoso con gli altri", altro che patologia del singolo individuo, la societa' tutta involve , testimone ne e' l'ambiente che reagisce alle offese dell'uomo attuale aggredendolo per difendersi a sua volta... cosi' l'ometto da niente prodotto di cotanto imbastardimento umano, e' indotto, tralaltro, subdolamente, ad alimentare il suo ego assoggettando gli altri individui e nel caso di una donna, a dominarla tanto piu' che il suo amor proprio si alimenta nell'illusione di raggiungere chissa' quali edificanti traguardi dovuti alla sensazione cafona di potere gestire la mente e i sentimenti di un'altro essere umano... poco c'entra qui l'istinto, la biologia e la genetica, scusatemi, quanto la bestialita' nel suo significato piu' deleterio e distante dai veri, sani, naturali istinti umani o bestiali , che dir si voglia.... scusatemi , buonasera

#20
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Utente 333XXX

Ottima analisi dell'utente 340770 (non so se uomo o donna), concordo in pieno!!

#21
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Utente 340XXX

Sono donna, grazie grazie grazie

#22
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Dr. Giuseppe Santonocito

x Utente 340770

#17

In effetti non sono sicuro d'aver capito la domanda. Forse può provare a riformularla.

#19

Non dimentichiamoci di alcuni fatti:

1) La "nostra società" resta sempre e comunque migliore di quella ad esempio del Medio Evo. È molto facile credere che il presente costituisca TUTTA la realtà successa e che succederà a questo mondo, scordandosi del resto. È anche questa una forma di egocentrismo.

2) L'uomo è certamente un prodotto della cultura e della società, ma gli uomini non mangiano, bevono e si riproducono in quanto educati a farlo. Lo fanno per una questione biologica. Poi la cultura fa da modulatore, cioè modifica l'espressione dei bisogni naturali.

3) Non si sta parlando tanto del maschio che sfrutta la femmina, ma di infedeltà, cioè di chi è infedele. Fenomeno che statisticamente coinvolge entrambi i sessi grosso modo in egual misura.

4) >>> il suo amor proprio si alimenta nell'illusione di raggiungere chissa' quali edificanti traguardi dovuti alla sensazione cafona di potere gestire la mente e i sentimenti di un'altro essere umano
>>>

Mi perdoni, ma questa è una visione datata, inadatta e "da vittima".

Esistono certamente i narcisisti fra i seduttori seriali, ma mi risulta che siano una minoranza. Incontrarne uno non basta per affermare una regola. La maggior parte di coloro che seducono a ripetizione è mossa dalla voglia di provare piacere sessuale, non del piacere di dominare l'altro. Chi ama dominare gli altri preferisce diventare un politico, un dirigente aziendale, un militare. E per favore non dimentichiamoci, di nuovo, che esistono anche donne così.

Lasci stare i tanti richiami alla figura del narcisista e dell'egosintonicità che si trovano in rete e nei discorsi fatti alla pausa caffè, perché molti di essi sono approssimativi e inadeguati.

Come dicevo a Gloria, voler a tutti i costi ritrovare tratti patologici nel seduttore è un modo per accontentarsi, è la rivalsa del bambino impotente che dice: "Cattivo!" all'altro che gli ha dato uno schiaffo.

Ma si sta parlando comunque di infedeltà più che di seduttori seriali.

#23
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Dr. Giuseppe Santonocito

x Gloria

Infatti molti donnaioli vanno anche a prostitute, segno che il piacere sessuale gioca un ruolo primario.

Ma in ogni caso, perché spendere soldi quando si possono trovare donne disposte a farsi sfruttare gratis? Donne che anche dopo esserci cascate una volta, continuano a ricascarci. Sono le prede più facili, a costo zero. Le lagne si possono gestire molto bene scaricando la vittima di turno quando cominciano a diventare eccessive. E si passa alla prossima.

>>> anche hitler pensava di fare un favore all'umanità eliminando gli ebrei
>>>

Hitler può essere capito molto meglio se, invece di chiedersi come mai abbia fatto tanto male, ci si pone una domanda più intelligente: come mai gli altri paesi europei ne permisero - e in alcuni casi addirittura ne favorirono - l’ascesa al potere, pur essendo ormai chiaro ciò che aveva in mente?

Il che ci porta a quello che è solito sostenere Giorgio Nardone: sono le vittime a fare i carnefici, non viceversa.

Capisce perché insisto tanto sulla necessità di migliorare il proprio “sistema immunitario” invece che lamentarsi di come il mondo non è?

#24
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Utente 340XXX

Grazie dottore per il suo commento, le preciso che ho fatto riferimento alla situazione della donna assoggettata all'uomo riferendomi al caso della sig.ra Gloria, per il resto concordo che oggettivamente i rapporti tra le persone non sono una questione di genere ma riguardano l'umanita' tutta, concordo anche sul fatto che non bisogna prestare il fianco a chi e' difforme alla nostra indole e necessita', altrimenti non possiamo permetterci di fare le eterne vittime....
Pero' mi permetta di dissentire sul fatto che io attribuisca una situazione di patologia all'uomo in questione, HO AFFERMATO L'ESATTO CONTRARIO, infatti questo non e' affetto da nessun atteggiamento patologico a livello personale, semmai ho parlato di societa' e dell'individualismo che questa determina... tale concezione, calata nella psicologia di alcuni uomini (in senso di umamita', non di sesso, preciso stavolta) si traduce in superficialita' nella gestione della propria vita e nei rapporti con gli altri.... Certo, teoricamente rispetto al medioevo e le non rosee prospettive future riguardo l'evoluzione della societa' civile che promette un'appiattimento verso il basso delle coscienze, tralaltro sempre piu' manipolate, siamo collocati in un limbo dove siamo tutti piu' istruiti, "civili" ed evoluti, ma in virtu' di tali caratteristiche moderne sussiste uno scollamento con i comportamenti ed i modelli di riferimento con i quali siamo portati ad identificarci. Quindi nel valutare se viviamo in una societa' migliore o peggiore rispetto passato e futuro, bisogna vedere il punto di vista e quindi poco c'entra una visione egocentrica come da lei sostenuto.

Quindi, niente riferimenti a nevrosi dell'individuo nel caso in questione, ne ad un atteggiamento antiquato di banale vittimismo.
Ho semplicemente la mia concezione personale dei rapporti con le persone,infatti non utilizzo mai le debolezze degli altri per quanto nessuno lo obblighi a sottostare, ne' per fare sesso , ne per solleticare il mio orgoglio tenendo in pugno la mente fragile di qualcun'altro, sebbene se lo facessi, non mi riterrei narcisista o altro in senso patologico, sarei solo una che ha necessita' di alimentare il proprio ego in questo modo perche' non ha altre risorse mentali per farlo!
A questo mi riferivo, la patologia, ripeto non ce la faccio rientrare.

Le preciso che non faccio pause caffe' e non frequento quasi mai i blog.
Buona giornata e grazie ancora.

Giusi M.

#25
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Dr. Giuseppe Santonocito

x Giusi

La demarcazione fra normale e patologico non è sempre facile. Alcune condizioni sono definite patologiche in certe culture, ma altrove sarebbe più difficile farle rientrare nella stessa categoria.

Pensiamo a certe manifestazioni di culto, di presunta comunicazione con gli spiriti dei morti o anche a certe forme di integralismo, all'esaltazione del martirio ecc. In una cultura occidentale si fa presto a scambiarle per deliri. All'interno della cultura di riferimento, invece, sono normali.

>>> nel valutare se viviamo in una societa' migliore o peggiore rispetto passato e futuro, bisogna vedere il punto di vista e quindi poco c'entra una visione egocentrica come da lei sostenuto
>>>

C'entra molto, invece, perché il punto di vista dell'essere umano non è mai obiettivo. Una quota d'egocentrismo più o meno grande fa sempre capolino in ogni giudizio che ognuno di noi dà, e dal mio punto di vista evolversi come individui significa proprio perdere egocentrismo per diventare più flessibili e quindi più autonomi.

Invece, chi ha opinioni forti o un senso della morale molto radicato ricava da tale rigidità un senso di autonomia e coerenza, e quindi di illusoria sicurezza, ma in realtà le persone così sono le più prone a spezzarsi quando sono messe sotto scacco le fondamenta delle proprie convinzioni. Tant'è vero che, come scrivevo all'inizio, i moralisti spesso sono i più pronti a perdonare.

>>> rispetto al medioevo e le non rosee prospettive future riguardo l'evoluzione della societa' civile che promette un'appiattimento verso il basso delle coscienze, tralaltro sempre piu' manipolate
>>>

Se per lei la società attuale è quella che ha descritto, per un altro potrebbe essere il migliore dei mondi possibili. E non è detto si tratti di superficialità. È semplicemente un modo diverso di percepire le cose.

Guardi, per me personalmente è talmente evidente che si vive meglio oggi che nel Medio Evo. Ma se lei non è d'accordo rispetterò il suo punto di vista.

Prendo tuttavia atto che lei non frequenta pause caffè né così tanto i blog, cose che entrambe non possono che ricevere il mio plauso.

#26
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Utente 340XXX

Buonasera, la sua precisazione sulla linea di demarcazione tra cio' che e' ritenuto normale o meno a secondo delle culture mi trova assolutamente concorde tant'e', ribadisco, che mi sono rifiutata di dare del matto ad un individuo che ama fare sesso, semplicemente ho affermato che la la mia personale sensibilita' E NON LA MIA MORALE, mi porta ad evitare di coinvolgere persone che hanno aspettative differenti dalle mie . Non sono una persona con fragili fondamenta moraliste e non mi spezzo di fronte alla realta', piuttosto cerco di interpretarla o perlomeno di farmela spiegare, per questo sono stata molto attratta dal suo articolo; il concetto del perdono, di conseguenza dovrebbe essere subordinato a quanto siamo in grado o vogliamo tenerne conto di cio' che ha mosso le azioni altrui. L'egoismo fa parte dell'esistenza? Benissimo, allora insegnamolo a scuola ai nostri figli invece di inculcargli sbavose (a questo punto) argomentazioni sui principi dell'altruismo, della comprensione e del rispetto del prossimo nell'ambito della civile convivenza, se poi domani incontreranno individui cinici che se ne infischeranno dei loro sentimenti e daranno seguito ai loro fini egoistici e chiariamogli che tutto questo fa parte del corso delle cose. Mettiamo in guardia gli adolescenti dall'idea della ricerca dell'amore e dei sentimenti stabili ed appaganti, parliamogli invece dell'istinto, delle predisposizioni genetiche, delle contraddizioni umane cosi' ampiamente ben descritte nel vostro articolo.... Dovra' ammettere che si tratta di una contraddizione vistosa nonche' ipocrita e schizofrenica della versione che viene data in pasto ai soggetti in eta' evolutiva rispetto il reale quadro della natura umana.

Va bene, il punto di vista di ognuno e' sempre soggettivo anche quando parte da menti elastiche e flessibili quanto si vuole, perche' appunto un individuo e' sempre uno e singolo e' il suo pensiero, e' scontato,ovviamente, e se vogliamo appellarlo come egocentrico, non so, mi sembra solo una questione di terminologia....


Cio' che percepiamo, non lo dico io, consiste oggi come in passato e sembra che appunto, tale prerogativa non cambiera' neanche in futuro, cio' che si vuole che le masse percepiscano
e se ci si immerge totalmente in cio', le nostre capacita' di giudizio critico risultano annullate e la realta' che viviamo sara' come dice lei, quella migliore possibile....
Non e' che ho affermato che oggi si vive peggio che nel medioevo, dico semplicemente che non mi piace una societa' individualista ecc.

Comunque sia, e' un vero piacere usufruire della sua disponibilita' e degli approfondimenti interessantissimi sugli argomenti in questione.
Grazie ancora, buonasera
Giusi M.

#27
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Ex utente

" Tant'è vero che, come scrivevo all'inizio, i moralisti spesso sono i più pronti a perdonare."
Mi perdoni ma sembra quasi sia un difetto perdonare...come sembra che la parola moralisti sia un difetto...non capisco proprio mi scusi...come se fosse male avere un'etica,una morale,dei valori che si mettono al di sopra di tutto...sono sconcertata....probabilmente se almeno su questioni "vitali" le persone avessero idee universali ci sarebbe molto meno caos nel mondo,molto meno sofferenza...non sempre è bene che ci siano idee troppo diverse...se una cosa è rossa è rossa...se viene un manipolatore che riesce a farti credere sia bianca e tu credi pure d'esser pazzo,c'è qualcosa che non va e mi perdoni ancora ma mi pare che qui si voglia molto più colpevolizzare la vittima...lei ha pronta una giustificazione sempre per il manipolatore-carnefice e mai una parola buona per la vittima...ad ogni modo rispondendo sia a lei che all'utente,in questo caso,nel mio caso la persona era proprio interessata a dominarmi,piuttosto che al sesso,e le dico di più:ma magari fosse stata interessata al sesso!almeno se ne poteva ricavare un qualche piacere....solo ed esclusivamente volontà di distruggere e mortificare e questa non è una mia idea ma frutto di lungo lavoro fatto in psicoterapia...quindi invito si ad esser prudenti nel non dare giudizi o diagnosi su blog e quant'altro,ma nemmeno il contrario,ovvero voler asserire che l'unico scopo è il puro e semplice piacere sessuale e che si è incappati semplicemente in un "egoista"o "stronzo",che si riconosce quasi fin da subito e si pone dei limiti,non calcola più di tanto,ha dei rimorsi in seguito,non reitera l'errore più volte,a seguito di sofferenze prova sensi di colpa,pena,può chiedere scusa....ci sono tantissimi elementi che distinguono un semplice traditore "innocuo" da una persona patologica,e so bene che il confine è sottile e indefinito tra patologia e normalità ma so anche e credo nella psicologia e se esistono dei disturbi di personalità è bene ricordarselo...e le persone non ce l'hanno scritto in fronte...sono tra noi...li salutiamo,li incontriamo ogni giorno ma proprio perchè è così difficile decifrarli che non mi sento di colpevolizzare in alcun modo le "vittime",perchè fortunatamente credo che la maggior parte di noi sia portata a pensare bene delle persone,ad averne fiducia,ad affidarsi,a essere fiduciosi nel cambiamento,a perdonare gli umani errori,a giustificare gli altrui comportamenti in nome di una normalità(sbaglio,me ne rendo conto,rimedio,chiedo perdono).Credo che proprio perchè spesso non ci rendiamo conto,o non vogliamo ammettere che abbiamo davanti dei "mostri",che prendiamo queste grandi cantonate.
Saluti a tutti,
Gloria.

#28
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> la mia personale sensibilita' E NON LA MIA MORALE, mi porta ad evitare di coinvolgere persone che hanno aspettative differenti dalle mie
>>>

Bene, infatti tale criterio, di principio è quello giusto: è la personale sensibilità che dovrebbe portare alle scelte che ognuno fa.

Occorre però dire che la sensibilità può avere molte facce. Può essere sana, ma può anche risentire di questioni personali, che attivano la sensibilità di fronte a situazioni che non lo meriterebbero. Pensi alla persona depressa dalla lacrima facile, o a quella che sente pietà e devozione per chi la sfrutta.

>>> Non sono una persona con fragili fondamenta moraliste e non mi spezzo di fronte alla realta'
>>>

Non mi sto riferendo specificamente a lei, sono solo digressioni sul tema che faccio, per cercare di ampliare il punto di vista.

>>> il concetto del perdono, di conseguenza dovrebbe essere subordinato a quanto siamo in grado o vogliamo tenerne conto di cio' che ha mosso le azioni altrui
>>>

Dovrebbe, ha detto bene. Sta di fatto però che molte volte il perdono è un regalo che le persone fanno a se stesse, più che all'altro. È anche questa una forma sottile di autoinganno:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2394-la-volpe-e-l-uva-autoinganni-e-dissonanza-cognitiva.html

>>> L'egoismo fa parte dell'esistenza?
>>>

Sì, l'egoismo fa parte dell'esistenza, ma come l'egocentrismo e come quasi ogni altro tratto psicologico, può essere declinato al positivo o al negativo. Esiste un egoismo sano, così come un egocentrismo sano, una soglia al di sotto della quale si inizia a sconfinare nella disfunzionalità.

Pensi alla sua pelle. È un bene che sia sufficientemente sensibile, elastica, porosa, perché le permette di adattarsi meglio all'ambiente circostante. Ma deve anche essere sufficientemente spessa, resistente e impermeabile per DELIMITARE la sua persona dal resto dell'ambiente.

Egoismo ed egocentrismo sano hanno la stessa funzione.

Perciò non occorre essere manichei e insegnare ai bambini che le cose sono o tutte bianche o tutte nere, che l'egoismo è sempre un male o che è un bene l'egoismo sfrenato. Esistono anche le mezze misure.

>>> Cio' che percepiamo, non lo dico io, consiste [... in] cio' che si vuole che le masse percepiscano
>>>

È vero che i potenti hanno interesse a che le cose vengano percepite in un certo modo, ma nessuno è tenuto ad aderire. Dentro di sé, ognuno può coltivare ciò che gli pare.

Lieto di fornirle materiale da riflessione.

#30
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Dr. Giuseppe Santonocito

x Gloria

Sul perdono, in #28 ho espresso a Giusi il mio pensiero.

>>> sembra che la parola moralisti sia un difetto
>>>

Infatti la comune accezione della parola “moralista” è negativa, mentre non lo è “morale”.

Avere una morale, nel senso di insieme di regole e assiomi che danno ordine alla propria vita sociale, è una buona cosa. Non lo è invece il moralismo, perché il moralista, come il fariseo, rende fini a se stesse tali regole e le usa come clava per colpire chi la pensa diversamente. Moralista è colui che considera se stesso un giusto e ha perciò la tendenza a vedere lo sbagliato negli altri.

“Fare la morale”, espressione di uso comune, significa ergersi a giudice dei valori altrui (o della mancanza di essi) per distinguersene, per elevare se stesso e contemporaneamente sminuire l’altro.

Cosa completamente diversa è avere una *propria* morale, o etica, come piace chiamarla a me, cioè sapere di avere dei principi e servirsene per regolare le PROPRIE interazioni col resto del mondo.

>>> probabilmente se almeno su questioni "vitali" le persone avessero idee universali ci sarebbe molto meno caos nel mondo,molto meno sofferenza
>>>

Guardi, io potrei dirle che se al mondo tutti fossero come me, si starebbe meglio. Ma che effetto le farebbe? Le darebbe una buona sensazione? O le nascerebbe dentro una vocina che dice: “Ma questo chi crede di essere?”

(detto fra noi: penso davvero che se tutti al mondo fossero come me si starebbe meglio; ma forse ci annoieremmo troppo, o magari non ci sopporteremmo proprio, al punto da farci la guerra ed estinguerci nel giro di pochi anni)

>>> mi pare che qui si voglia molto più colpevolizzare la vittima...lei ha pronta una giustificazione sempre per il manipolatore-carnefice e mai una parola buona per la vittima
>>>

La vittima *merita* di essere colpevolizzata quando ha deciso di restarlo. È l’unica speranza perché si svegli e decida di cambiare. Il vittimismo è un vizio perniciosissimo: con le buone parole si alimenta e cresce. A Firenze c’è un detto che riassume bene l’essenza della morale toscana: “Male voluto non è mai troppo.”

La buona parola per la vittima si deve avere, naturalmente, quando si tratta di una vittima inconsapevole, quando c’è cascata per la prima volta, quando ancora non si è resa conto che la causa del suo male se la porta dentro. Ma se dopo l’iniziale fase di presa di coscienza, dopo che ha capito qual è il suo problema, se ancora si rifiuta di definirlo tale... beh, allora la provocazione è l’unico modo per farle sentire un po’ di sana rabbia, quella che probabilmente si è negata da sempre.

>>> Credo che proprio perchè spesso non ci rendiamo conto,o non vogliamo ammettere che abbiamo davanti dei "mostri",che prendiamo queste grandi cantonate
>>>

Sì, è proprio così, e il nocciolo spesso sta proprio nel: “non vogliamo ammetterlo”:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2394-la-volpe-e-l-uva-autoinganni-e-dissonanza-cognitiva.html

I disturbi di personalità esistono, ma non esistono solo il narcisista e lo psicopatico. Esiste anche quello dipendente. Perciò, le ripeto ancora una volta: ha più valore e più senso fortificare se stessi che lamentarsi per la cattiveria degli altri. E le dico anche che, a occhio e croce, probabilmente a lei ancora manca di fare questo passo. Altrimenti oggi starebbe parlando di quest’uomo con più distacco.

#31
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Utente 340XXX

..la sensibilita' in questione e' quella di chi decide di non interferire con quella degli altri,per il resto sono daccordo.
Sul perdono, credo che, chi perdona per comodita' inganna piuttosto l'altro che se stesso facendo passare per un'atteggiamento di clemenza la volonta', da qualsiasi motivazione parta, di rimuovere l'accaduto. Infatti credo che difficilmente il dolore provocato da un tradimento possa essere messo a tacere esercitando su di noi un autoinganno , ma se ad esempio il pensiero del distacco dall'altro ci fa soffrire maggiormente, allora non ci resta che la via del perdono.

Di certo il sano egoismo ci consente ad esempio ,di non assorbire il dolore degli altri tenendoci lontani da chi cerca in noi un sostegno che magari non siamo in grado di fornire in certi momenti della nostra esistenza gia' piena di traumi, consentendoci di tutelare la nostra psiche da ulteriori negativita', diversamente esercitiamo attivamente un comportamento con fini egoistici, mettendo il mio bisogno di fronte a quelli di un'altro, ma sono io ad ingannare l'altro per determinati obiettivi.

..non affermo che ai bambini bisogna dire che tutto e' bianco altrimenti e' nero, dico solo che e' necessario informarli maggiormente sulle dinamiche dei comportamenti umani e su come questi interferiscono nelle relazioni degli individui,oltre a come la societa' opera sull'individuo, intrecciandosi con le caratteristiche personali di ognuno. E mettiamoli in grado di essere maggiormente consapevoli dei rischi e dei tranelli che la societa' puo' comportare.

Grazie ancora, buon lavoro
Giusi M.

#32
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> credo che difficilmente il dolore provocato da un tradimento possa essere messo a tacere esercitando su di noi un autoinganno
>>>

Il dolore si può sempre superare, anche se le cicatrici rimangono. Così il dolore del tradimento non si dimentica, ma si può superare. Dipende dalla motivazione e dalla disponibilità che si ha di farlo. I vasi rotti e riaccomodati mostrano le crepe e i segni dell'incollatura, ma ad alcuni va benissimo così. Quando un oggetto si rompe c'è chi lo butta e chi preferisce riaggiustarlo.

Una qualche forma di autoinganno è sempre attiva, tuttavia, perché l'autoinganno è una costante dell'essere umano. Se ha letto l'articolo linkato sopra avrà visto che il bisogno di autoingannarsi non è solo negativo, molti autoinganni sono perfettamente funzionali e traggono conseguenze positive per sé e per gli altri.

Come lei stessa scrive:

>>> se [...] il pensiero del distacco dall'altro ci fa soffrire maggiormente, allora non ci resta che la via del perdono
>>>

è l'esempio perfetto di ciò che spesso rende possibile superare i tradimenti nella coppia: pensare al dolore peggiore, in questo caso del distacco.

Di fronte al tradimento alcuni decidono di non perdonare e di lasciare. Invece a volte persone che hanno sempre perdonato cambiano improvvisamente e smettono di farlo.

Il punto importante è che non si può stabilire una regola che valga per tutti. Ecco perché lo psicologo, che spesso si trova a dover aiutare le persone in queste situazioni, deve restare il più possibile equanime rispetto al sistema di valori e convinzioni delle persone che a lui si rivolgono. Non facendolo, rischierebbe di forzare l'esito dell'intervento verso una direzione magari moralmente accettabile per lui, ma non necessariamente per l'altra persona.

Concordo su quanto scrive a proposito dei bambini e del modo in cui andrebbero preparati a vivere. A questo proposito lo psicologo è chiamato talvolta a rivestire proprio quel ruolo di figura guida che è venuto a mancare all'adulto durante la fase infantile. È un compito difficile e delicato, purtroppo non adatto a tutti, lo riconosco.


#33
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Utente 340XXX

L'ultimo argomento, mi sembra riguardare un punto centrale e fondamentale nella vita di un uomo. Grazie per avermi confermato la sensazione che nella nostra realta', non e' resa la multifattotorialita' della quale si compone e quasi tutto viaggia a senso unico.
Grazie per la disponibilita' , dottore, continuero' a leggerla.
Giusi M.

#35
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Buongiorno....avevo capito tutto finchè non mi mette il link della volpe e l'uva sugli autoinganni.....se ho capito bene vorrebbe significare che poichè non valgo nulla e ho un problema mi sono creata l'alibi che la persona sia disturbata?
Io riconosco benissimo che ho un problema,altrimenti non sarei in psicoterapia,ma ho appunto detto che non volevo vedere la reale natura di quest'uomo probabilmente,o davvero non la vedevo...non ho detto che poichè lui mi ha rifiutata perchè sono stupida o incapace o altro,io poi mi sono voluta convincere che semmai è lui un uomo che non vale niente.Anzi!Fino a poco tempo fa mi colpevolizzavo e mi disistimavo...ora che sto imparando a volermi bene,lei mi vorrebbe dire che è tutto un autoinganno per sentirmi meno stupida?Mi perdoni se ho frainteso,ma dall'articolo mi sembrava di aver capito questo.
Buona domenica.

#36
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ah dimenticavo dottore...lei ha parlato di dipendenza...beh io me la ero autodiagnosticata,ma il mio terapeuta dice che non ho questo disturbo di personalità...mi creda io non avevo problemi ad ammetterlo,ma il medico è lui certo...mi ha detto solo che soffro di un disturbo dell'umore,la distimia....so che non può nè deve fare diagnosi on-line ma è chiaro che sentire un altro parere(come quando si ha un male fisico e si sente più di un medico),mi interesserebbe....ora anche se lei non può rispondermi....ha detto la parola dipendenza.....e non credo così a caso...."I disturbi di personalità esistono, ma non esistono solo il narcisista e lo psicopatico. Esiste anche quello dipendente. "
Ancora grazie e buona giornata,
Gloria.

#37
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> non ho detto che poichè lui mi ha rifiutata perchè sono stupida o incapace o altro,io poi mi sono voluta convincere che semmai è lui un uomo che non vale niente.Anzi!
>>>

Infatti appare proprio il contrario: che lei sta avendo difficoltà a convincersi che storie con uomini così, non conviene averne.

>>> il mio terapeuta dice che non ho questo disturbo di personalità
>>>

Nemmeno io glielo posso dire, perché non la conosco. Il messaggio era: concentriamoci di più sul migliorare noi stessi invece che lamentarsi della cattiveria degli altri.

#38
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Utente 340XXX

Buongiorno dottore, sono di nuovo Giusi, vorrei introdurre un'altro argomento che mi sta facendo penare parecchio in questo periodo. Ho due figli, di cui uno di 7 anni al quale e ' stata fatta a tre anni una diagnosi che lo ha fatto rientrare nello spettro autistico.
Con il padre dei bambini, insieme da tredici anni, ho sempre avuto un rapporto conflittuale e competitivo.
Lui non accetta le critiche, ha avuto nel tempo reazioni aggressive ed atteggiamenti minacciosi, soprattutto dopo la scoperta dei problemi del bambino, scarsa empatia, rigidita’ nei comportamenti anche se non di pensiero.
Abbiamo gia’ avuto un periodo di distacco di alcuni mesi, e per quanto riguarda l’intimita’, dopo i bambini, non e’ quasi piu’ esistita. Lui ha attribuito questo fatto alla nostra situazione di crisi costante, anche se a me sembra strano evitare in assoluto i contatti fisici con l’altro, anche perche’ non e’ subentrata una mancanza di attrazione fisica…..
Adesso accade che lui mi scarica continuamente addosso delle enormi responsabilita’ per la situazione (non mi hai mai sostenuto, sei una tortura continua, non mi comprendi, hai fatto o non hai fatto quest’altro ecc). e si fissa su alcune affermazioni fatte in ambito di litigi e di mie azioni che non hanno, a mia avviso una centralita’ nella vicenda.
Quando parla con gli altri di me, fa trapelare questo enorme astio e dal mio punto di vista, mistifica sempre la realta’…
A mia volta gli attribuisco l’incapacita’ di comunicare e di approfondimento dei miei motivi di disagio passati e presenti.
Comunque lui ha prenotato presso un consultorio ai fini di usufruire di una consulenza per la coppia dove ci recheremo a partire da meta’ aprile.
Contestualmente da qualche mese ha coltivato un’amicizia con donna separata,con figli grandi, lei 50 anni, lui 42, io 6 anni piu’ di lui, dall’aspetto non esattamente gradevole ma lui sostiene e percarita’ gli do ragione, che l’aspetto fisico non e’ importante, intellettivamente dotata ma” non tutta giusta di testa” nel senso che non ha un grande equilibrio. Dopo che una notte si reca a casa sua, gli faccio capire che ho capito, subito mollano, mi chiama lei e si scusa, seguono atteggiamenti di sensi di colpa da parte di lui, poi mi accorgo che continuano a sentirsi, chiamo io lei per avere spiegazioni e mi manda al diavolo….. La donna abbiamo avuto modo di conoscerla presso il locale che abbiamo aperto insieme io ed il mio compagno nell’estate 2013, lui e’ musicista e nel locale si beve e si suona, lei con altri amici frequenta assiduamente il posto, quindi a conclusione del suo atto di scuse mi prega di poter continuare a frequentare il luogo, le chiedo piu’ discrezione ma cosi’ non e’ stato, una sera mi incavolo e metto in atto delle proteste… insomma passo dopo passo tensione dopo tensione, mi ritrovo a non lavorare piu’ nel locale che avevo tirato su insieme al mio compagno mentre questa tizia va li tutte le sere…. Ultimamente, mentre da una parte lui continua a gettarmi addosso rancore e tendiamo a fare i separati in casa, mi accorgo che oltre che a vedersi al locale, nelle sere di chiusura (3 giorni su 7), la sera le telefona sempre e capisco anche che si sentono spesso durante il giorno, non so se si vedono anche…. Fino all’altro giorno che trovo sul suo telefono questi messaggi : lui: vado a casa, ho lasciato i bambini con la baby sitter 8quella sea li teneva lui nella sua camera da letto per via dei turni stabiliti) , e’ stato bello vederti piccola…. Lei: ok, non ho il diritto di pretendere… lui: i bambini si sono svegliati, ti chiamo dopo, questo alle 3, di mattina circa….
Dunque, ogni qualvolta ho cercato di farmi dire come stanno le cose, ha negato negato negato l’esistenza di una relazione, affermando che si tratta solo di amicizia anche di fronte agli sms…nega pure che l’esistenza di un telefono nuovo che ho notato una sera che l’ho scoperto a parlare con lei, magari per non rendere visibili le sue chiamate sul telefono ufficiale, al solito….mi sono sognata tutto io, accusandomi che non capisco la natura di certi rapporti…. Ieri parlando con un amico comune per chiedergli se aveva idea di cosa stesse accadendo, lui ha tirato la conclusione che si tratta di un’amicizia un po’ particolare… di dipendenza psicologica ho aggiunto io, se e’ vero che non vi siano altre implicazioni, vista la necessita’ del mio compagno di sentirsi confortato da qualcuno che lo sostenga e non lo contraddica,da una donna che si comporti da geisha pur di accaparrarsi l’uomo e che non metta iln dubbio la versione che lui da delle cose, infatti l’unica cosa che mi ha ammesso e’ che con lei riesce ad esprimersi ed a trarre quel relax come mai e’ riuscito a fare con me… Certo, io critico e faccio presente e dal suo punto di vista manco di riconoscenza per cose che non esiste, secondo me, che lui debba sottolineare …
Di questa donna io penso che ha una carente tenuta emotiva, derivante dalle sue vicissitudini, che le consenta di mantenere alto lo spessore morale tanto da farle comprendere che doveva tenersi lontana da una situazione gia’ complicata, dove esiste anche un bambino molto difficile da gestire e che comporta enormi sofferenze ma… si e’ gia’ parlato tanto di certi profili psicologici e di certo la prima persona alla quale mi rivolgo e’ lui, del quale penso che abbia qualche disturbo di personalita’ a prescindere da questa vicenda, a parte la sensazione della bugia cronica, bensi’ riferendomi alle caratteristiche che ho descritto all’inizio.
Non capisco bene la situazione, visto che, ripeto, nel contempo lui si e’ rivolto ad un consultorio. Potrebbe voler dire che vuole essere aiutato a gestire una separazione anche in funzione dei bambini, piuttosto che una risoluzione? Un paio di volte pero’ mi ha detto che mi vuole bene, che a me ci tiene e che sono pur sempre la madre dei suoi figli…. Boh?
Scusi la lunghezza ma ho stretto al massimo, come puo’ immaginare…. Puo’ dirmi gentilmente cosa ne pensa?
Grazie sempre, Giusi M.

#39
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grazie dottore...ci ho messo un pò a "capire" e mi scusi le troppe domande....Il messaggio era: concentriamoci di più sul migliorare noi stessi invece che lamentarsi della cattiveria degli altri....
è quello che vorrei fare adesso con mia figlia,ci sto provando...ma è così difficile mettere in guardia e allo stesso tempo farla comunque essere una persona fiduciosa nel prossimo....o si rischia di essere troppo ingenui e creduloni,o di essere sospettosi,cinici e diffidenti...insomma quanto è dura!

#40
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Dr. Giuseppe Santonocito

Buongiorno Giusi

>>> Con il padre dei bambini
>>>

Esordire presentando il proprio compagno come “il padre dei bambini” rende bene l’idea del clima in essere fra voi due, o per essere più precisi, del suo atteggiamento verso di lui. Avrebbe potuto dire “il mio compagno”, come in effetti fa più avanti, e “i nostri bambini”. Invece, mancando l’indice referenziale diventano semplicemente “i bambini”, non si sa bene di chi.

La prego di prendere ciò che segue come ipotesi, dato che non vi conosco e potrei quindi sbagliarmi. Però sembra che dopo la nascita dei vostri figli e la diagnosi di autismo del piccolo, si sia innescata fra voi due una specie di lotta sorda di scaricamento di responsabilità, il cui senso tacito è: “è colpa tua”. Se poi il vostro rapporto è sempre stato conflittuale, direi che lo sbocco più naturale in un periodo di difficoltà è proprio la tentazione di individuare nell’altro la causa di tutto ciò che non va.

>>> per quanto riguarda l’intimita’, dopo i bambini, non e’ quasi piu’ esistita
>>>

>>> non e’ subentrata una mancanza di attrazione fisica
>>>

Da parte di chi? Di entrambi o solo uno di due? Queste due frasi mi sembrano in contraddizione, mi aiuti a capire.

>>> Potrebbe voler dire che vuole essere aiutato a gestire una separazione anche in funzione dei bambini, piuttosto che una risoluzione? Un paio di volte pero’ mi ha detto che mi vuole bene, che a me ci tiene e che sono pur sempre la madre dei suoi figli
>>>

Potrebbe. Ma se anche fosse, dirle che le vuole bene e ricordarle che è pur sempre la madre dei suoi figli sarebbe perfettamente normale. Lasciare un’altra persona con cui si sono condivisi pezzi importanti di vita non è mai indolore. Avete anche tirato su insieme un locale, deve esservi costato sudore e sacrifici. Il sudore e i sacrifici condivisi legano le persone.

Ma non è detto. Può darsi che - magari senza esserne troppo cosciente - lui non voglia lasciarla e che desideri fare un estremo tentativo per rimettere insieme i pezzi.

Molte, moltissime coppie si autodistruggono a causa di una comunicazione disfunzionale e colpevolizzante, passando per tutte le fasi classiche: conflitto, litigio, distacco, avvicinamento di altre persone e via dicendo. E l’incomprensione aumenta. La “amica” che si sarebbe fatto potrebbe essere davvero un tentativo disperato di sentirsi più accolto, di trovare da qualche parte un clima più tranquillo. Perché litigare continuamente è un modo ottimo per spingersi nelle braccia di qualcun altro.

Quando c’è conflittualità, la tendenza è vedere i lati peggiori dell’altro e quindi è naturale che si senta la necessità della distanza. Viceversa, la buona notizia è che quando si decide da AMBO le parti di smettere di litigare, come per miracolo si iniziano a riscoprire le cose dell’altro che ci erano piaciute fin dall’inizio.

Perciò direi che non tutto è perduto. Se avete programmato un consulto di coppia, è un’ottima cosa, potrebbe essere l’aiuto decisivo di cui mancate.

Nel frattempo suggerisco a ENTRAMBI di leggere “Correggimi se sbaglio”, di Giorgio Nardone, è un piccolo libro che si legge in poco tempo ed è adattissimo a coppie come la vostra.

#41
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Dr. Giuseppe Santonocito

Buongiorno Gloria

Non occorre che si scusi, le domande vanno sempre bene se le risposte servono a soddisfarle.

>>> è quello che vorrei fare adesso con mia figlia
>>>

Mi perdoni, ma se intende dire che sta tentando di evitare che sua figlia caschi nei suoi stessi errori, le direi che potrebbe far di meglio.

Questo lo fanno gli psicologi che vogliono curare gli altri senza esser prima riusciti a curare se stessi, o gli pneumologi che fumano.

Ma se lei stessa non è ancora uscita dalla trappola mentale che stavamo discutendo, rischia di non essere abbastanza convincente verso sua figlia. C'è la probabilità che possa passarle solo un messaggio riduttivo, del tipo: "Sai, io non ci sono riuscita, ma almeno tu..."

Cercare di evitare ai figli i propri errori è un gioco perverso che non funziona quasi mai. Si impara molto più dagli esempi che dai discorsi e anche i figli capiscono benissimo la differenza fra quando il genitore sta dando un esempio convincente e quando ci sta solo provando.

Perciò la fatica che sente quando afferma "ci sto provando... ma è così difficile [...] insomma quanto è dura!" è molto probabilmente lo stridore di chi sta tentando di insegnare qualcosa che lui per primo non ha capito. Non si può dare ciò che non si ha.

#42
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sono d'accordo dottore,ed è per questo che sto cercando di lavorare su me stessa,lo ritenevo sottinteso quando ho parlato di mia figlia...un pò più in generale però mi chiedo....e se questa cosa di amarmi non la sapessi o riuscissi proprio a fare,perchè non posso invece amare gli altri più di me stessa?voglio dire è come se le dicessi:dottore so truccare le altre donne ma io a truccarmi proprio non riesco....è così assurda l'idea?se magari cominciassi a dedicarmi un pò più agli altri senza sempre pensare che io non sono contenta di me stessa non potrei farlo?magari mi sentirei almeno utile per gli altri...lei dice "Questo lo fanno gli psicologi che vogliono curare gli altri senza esser prima riusciti a curare se stessi, o gli pneumologi che fumano."..però non è detto che uno pneumologo che fuma non sia un bravo dottore,e lo dico perchè ne conosco proprio uno!

#43
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> e se questa cosa di amarmi non la sapessi o riuscissi proprio a fare,perchè non posso invece amare gli altri più di me stessa?
>>>

Certo, potrebbe essere un suo limite. Ma i limiti non si possono conoscere se non mettendoli alla prova, sfidandoli.

Lei lo sta facendo? Dal suo terapeuta sta ricevendo istruzioni precise su cosa fare per comportarsi in modo diverso? Perché parlare solamente, qui o in terapia, non basta. Occorre - perlomeno da un punto di vista strategico - sperimentare nuovi modi di comportarsi per imparare a SENTIRE le cose in modo diverso. Altrimenti, se manca la componente attiva può essere molto difficile cambiare davvero. Il modo più veloce di cambiare è iniziare dall'esterno, non dall'interno.

>>> è come se le dicessi:dottore so truccare le altre donne ma io a truccarmi proprio non riesco
>>>

Infatti per truccare se stessa ha bisogno di uno specchio, altrimenti combinerà solo un pasticcio. Il terapeuta dovrebbe avere anche la funzione di specchio, ma non solo, dovrebbe avere il ruolo di motivatore, di istruttore, di guida, di sfida quando occorre. E infine di agente persuasivo per spingere la persona ad agire in modo diverso.

Che tipo di terapia sta facendo?

#44
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Utente 340XXX

Perfetto dottore, grazie!
Le specifico, circa la sua interpretazione dell'attribuzione reciproca della colpa per i problemi del bambino, ebbene, noi siamo di quelli convinti circa i danni provocati dai vaccini, lui aveva avanzato dei dubbi sull'opportunita' di somministrarli ai bambini, ed io purtroppo ho reputato diversamente, risultato: autismo progressivo manifestatosi dopo i 24 mesi.... cio' ha comportato che durante ogni litigio, una volta si e una no, uscisse fuori la tanto odiosa recriminazione.... immagini i miei sensi di colpa.. lei potra' essere tra quelli che non sono convinti delle potenziali conseguenze dei vaccini somministrati a pochissimi mesi e sugli effetti di questi sul sistema immnutitario di questi bambini, pero' dovra' essere daccordo con me sul fatto che se non li avessimo fatti ed il problema si sarebbe maifestato comunque, perlomeno mi sarei evitata questo eterno dilemma che non e' poco, diversamente la possibilita' che mio figlio contraesse varicelle e morbilli sarebbe stata quaasi nulla come e' accaduto ai figli degli amici che non hanno vaccinato.... scusi se sono andata fuori tema ma
questo e' un aspetto che mi tormenta molto....

Sull'intimita' mancata: non e' un problema di mancanza di attrazione da parte di entrambi, almeno per quel che mi riguarda lo so bene, lui invece sostiene che le tensioni lo bloccano... lui preferiva stare con i bambini la sera e farli addormentare quando lo dicevano loro tanto in asilo andavano tardi... io chiedevo del tempo per stare insieme la sera ma lui desiderava stare sempre con i suoi figli che finivano per coricarsi non prima di mezzanotte.... Lei dira' che era un modo per evitare altro... certo, pero' mi sembrava proprio appagato dalla presenza dei suoi figli, non so... certo anche qui potrebbe rientrare il problema di mio figlio anche se la diagnosi e' stata fatta a tre anni e mezzo... ma che dubbi prima, ora ricordo, che ansia....
Avrei altro da dire ma magari un'altra volta, la fatica mentale a descrivere il tutto e' tanta..
Grazie dottore.

#45
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Ex utente

Buongiorno dottore,
io faccio terapia sistemico-relazionale da tre anni e precedentemente ho praticato quella cognitivo-comportamentale senza però avere risultati.Con l'attuale terapia il passo che ho fatto in avanti è stato capire(ci ho messo un pò),cosa è che mi porta a comportarmi e pensare in un certo modo,per dirla in breve,ho acquisito consapevolezza.Questo però non mi impedisce di continuare a soffrire perchè non riesco a fare quel salto,quel passo in più per cambiare le cose.Ora io mi chiedo se ci vuole altro tempo,se invece il problema sono io,o il mio terapeuta,o entrambi.Il mio psicoterapeuta è uomo,e all'inizio io ero titubante,in quanto con gli uomini ho dei problemi(fugura paterna),ma è stata proprio una sfida con me stessa e col tempo mi sono affidata a lui completamente,nonostante lui sia una persona che non sta lì a coccolarmi,insomma è anche duro quando serve,ma in questo lo era anche la mia terapeuta precedente che era invece donna.
Insomma non so se darmi e darci ancora del tempo,o se invece dopo tre anni già dovrei essere "guarita".Lei si sente di darmi qualche consiglio in merito?
Grazie ancora,
Gloria.

#46
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Utente 333XXX

Buongiorno Dottore,
finora si è parlato anche di donne che davanti alla chiara affermazione da parte dell'uomo “voglio solo sesso”, si illudono e sperano in qualcosa di più, per motivi di vario genere.

Ora vorrei parlare di un'altra situazione che presenta le seguenti caratteristiche:
- Interessa persone adulte (anche ragazzi, ma non ragazzini), che ancora non intendono “mettere su famiglia/sposarsi ecc..”
- In cui l'uomo, riallacciandomi in parte all'articolo, è uno di quelli “biologicamente predisposti” al tradimento. E che ne è consapevole, (dato che ognuno ha relazioni precedenti, e impara a conoscere se stesso e i propri bisogni. - Ammettiamo per un attimo, che non siano cambiati, in questo caso) ma che preferisce “ingannare” la partner omettendo questa sua predilezione alla “varietà”, piuttosto che a una relazione monogama. Facendole credere il contrario.
- Dall'altra parte, la donna inizia la relazione esprimendo chiaramente la sua indole, ovvero la non predisposizione a storie di solo sesso, perchè la propria sensibilità le fa prediligere l'esclusività in un rapporto.
- La relazione è recente (in quelle di lunga durata ci si conosce di più e in casi di convivenze o matrimoni, è più facile accorgersi dei tradimenti reiterati), quindi la fiducia è ancora basata su “sensazioni”, mentre pian piano si impara a conoscersi.

A un certo punto della relazione, una volta approfondita la conoscenza dell'altro, la donna si rende conto che la persona che ha di fronte non rispecchia la propria visione di una relazione (esclusiva) e agirà di conseguenza, secondo la propria personale sensibilità.

Ora, la “vittima” (in questo caso di un inganno) impara a “rafforzare il proprio sistema immunitario, invece che lamentarsi di come il mondo non è”. E quindi volta pagina, non facendone un dramma, pur sentendosi tradita per aver dato fiducia a una persona che non ha messo la chiarezza al centro della relazione, quando già sapeva di non volere “una relazione seria”.

La domanda è: solo la “vittima” deve fare un lavoro interiore, volto a rafforzare il proprio sistema immunitario, per evitare di dare troppo peso alle fregature della vita (prendendo poi le proprie decisioni in modo consapevole, secondo la propria sensibilità)?

In questo caso, un uomo/ragazzo che non sa mai essere chiaro sul “voglio solo sesso, perchè non sono in grado di sostenere/non mi interessa una relazione esclusiva (non dico “seria” perchè oggigiorno pare che faccia paura), ma illude e lascia che la donna se ne accorga da sola (magari succede in poco tempo e il male è minore)...... non è il caso che lavori su se stesso e impari, da un lato a continuare ad essere fedele ai suoi bisogni (relazione non seria), ma anche corretto nei confronti della/e interessate? Non le sembra che sarebbe un comportamento più maturo? Rispettoso delle aspettative proprie e degli altri? Oppure finchè si fanno le cose che ci si sente di fare, va tutto bene, e il rispetto per gli altri può essere calpestato, in nome del proprio sentire? Perchè molte persone ritengono che il problema non esista, se non lo si ritiene tale. Ma se uno si “autoinganna” a non ritenere un problema la menzogna e la mancanza di chiarezza e responsabilità?

La ringrazio per l'attenzione.

#47
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Dr. Giuseppe Santonocito

Giusi,

Su vaccini e autismo credo che già immagini come la penso: da un punto di vista rigorosamente scientifico non è mai stata provata una correlazione:

http://www.iss.it/pres/?lang=1&id=1409&tipo=6

Quella della presunta relazione fra vaccini e autismo, per me, non è nient’altro che l’ennesima teoria complottista che cerca un cattivo da accusare e trasformare in capro espiatorio.

Perciò se il motivo del contendere fra lei e suo marito consistesse in questo, le direi che potrebbe bastere informarvi meglio, parlandone, per risolvere la questione. Sarebbe facile se dipendesse solo da questo.

Ma non credo che dipenda da questo. La malattia di vostro figlio - e lo dico con tutto il rispetto del caso che si deve avere - credo che sia solo uno dei tanti pretesti, forse il più consistente, che come coppia avete escogitato per poter litigare. Probabilmente eravate già predisposti allo scontro e la malattia ha avuto solo il ruolo di catalizzatore, per giustificare il confronto:

>>> Con il padre dei bambini, insieme da tredici anni, ho sempre avuto un rapporto conflittuale e competitivo.
>>>

Sulla seconda parte della replica le rispondo che è perfettamente normale che l’intimità e la voglia di stare insieme si diradi, quando c’è conflitto. “Normale”, non sano.

I problemi familiari importanti possono avere due esiti: o allontano la coppia oppure la compattano. La prima delle due accade con più facilità quando i due hanno conti in sospeso con se stessi o con qualcosa che si portano dentro da tanto tempo, credendo di poter scaricare tutto addosso all’altro.

Fareste bene a cercare l’aiuto di un bravo psicoterapeuta di coppia.

#48
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Dr. Giuseppe Santonocito

Gloria,

>>> Con l'attuale terapia il passo che ho fatto in avanti è stato capire(ci ho messo un pò),cosa è che mi porta a comportarmi e pensare in un certo modo,per dirla in breve,ho acquisito consapevolezza
>>>

Questa situazione ci è riferita molto frequentemente dalle persone: “Ho capito tutto del mio problema, però sto ancora male.”

Da un punto di vista strategico la risposta è che molte volte nella terapia occorre quel pizzico di direttività in più, da parte del terapeuta, che consiste nel prendersi la responsabilità di dire chiaramente al paziente cosa fare o non fare per superare il proprio problema. Invece alcune forme di terapia specie più tradizionale non danno suggerimenti diretti, ma attendono che il paziente arrivi da sé a “capire”, sulla premessa che ciò dovrebbe bastare ad avviare un processo di cambiamento. In tal modo però i tempi si allungano, e non è affatto detto che capire significhi iniziare a cambiare. Anzi, di solito non è sufficiente. Tuttavia ogni terapeuta ha un suo modus operandi relativamente indipendente dall’orientamento teorico di appartenenza.

Lei ha mai ricevuto indicazioni comportamentali chiare, oppure il focus della terapia è consistito solo nel capire?

#49
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Dr. Giuseppe Santonocito

All'utente 333148:

>>> non è il caso che lavori su se stesso e impari, da un lato a continuare ad essere fedele ai suoi bisogni (relazione non seria), ma anche corretto nei confronti della/e interessate? Non le sembra che sarebbe un comportamento più maturo? Rispettoso delle aspettative proprie e degli altri?
>>>

Le offro la mia risposta in due versioni: quella ingenua e quella realista.

Quella ingenua le direbbe: assolutamente sì! Non è corretto mentire. Un uomo che senta forte in sé il bisogno di varietà sessuale e sentimentale farebbe bene a dirlo subito, per non ingannare le sue potenziali vittime. Che diavolo.

D’altra parte, realismo vuole che non serve a molto rammaricarsi se “la nonna non ha le ruote”, come dice quel beffardo proverbio che citavo sopra. Il mondo è quello che è. Non si possono costringere le persone a “curarsi”, obbligandole a internarsi per dongiovannismo patologico. Ingannare le persone per amore non è reato ed esisterà sempre il bugiardo che mentirà, su questo e su molto altro. Le persone mentono.

E ripeto: anche le donne, non solo gli uomini.

Perciò, proprio come contro il virus del raffreddore, è sempre molto meglio prevenire fortificandosi piuttosto che aspettare che la minaccia si riduca.

#50
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Utente 340XXX

Grazie Dottore,
conosco le argomentazioni del link da lei inserito. Dottore, su questo argomento purtroppo sono di opinione diametralmente opposta alla sua e mi piacerebbe che lei avesse occasione di conversare ad esempio con il dr. Maurizio Proietti, lasciando da parte "il solito" Montinari. Ma lasciamo stare, naturalmente da lei cerco delle risposte che hanno a che fare con la sua professione e le sue capacita' di analisi che ritengo di notevole livello.
Ha ragione, nell'affermare che ci allontaniamo perche' ci sono
"conti in sospeso con se stessi o con qualcosa che ci si porta dentro da tanto tempo, credendo di poter scaricare tutto addosso all’altro". Il punto e' che ritengo che il mio compagno abbia qualche problema legato ai disturbi di personalita', infatti questo e' stato il movente che mi ha fatto decidere di chiedere il suo parere sulla mia situazione; da sempre i suoi comportamenti, ad esempio, mi sembrano coincidere con la seguente descrizione di disturbo della personalita' tratto da un articolo "....vivere sereni con un borderline è pressochè impossibile: il partner dovrebbe essere a disposizione sempre, non criticarlo mai e sottostare a regole rigide e inaccettabili. In poche parole dovrebbe imparare a "camminare sulle uova". Manifestano infatti scarsa empatia, non considerando che l'altro può avere come loro dei bisogni o dei problemi.
E' possibile uscire da tale relazione malata solo prendendo consapevolezza da parte sia del bordeline che di chi lo subisce che nella loro relazione è presente un ‘terzo' che è la patologia descritta. Dopo tale consapevolezza è possibile intraprendere una terapia individuale e/o di coppia".

Non ritengo che lui coincida in tutto e per tutto con un disturbo di tipo borderline, ma ritrovo delle caratteristiche coincidenti con tale disturbo. Aggiungo che il mio compagno ha dato luogo nel tempo a parecchie minfestazioni di coercizione e aggressivita', diventando minaccioso anche fisicamente (qualche volta ha usato anche le mani).

Ha manifestato anche in occasione di passaggi personali molto dolorosi e complicati, una totale mancanza di supporto affettivo ed emotivo, privilegiando il suo stato d'animo rancoroso nei miei confronti anche in quei frangenti, a parte brevi periodi di maggiore apertura.
Diversamente, riesce a rivolgere gesti molto generosi ma in situazioni contingenti, materiali e caratterizzate da una certa manierosita'. E' molto acuto, intelligente, colto e socialmente apprezzato, tranne che non ritenga di aver subito un torto gravissimo, dunque, dal bianco si passa al nero senza considerazione per alcuna sfumatura, e li il suo atteggiamento diventa aggressivo, accusatorio, vendicativo e punitivo cosi' come si si pone, anche attualmente, nei miei confronti.
Io ho un carattere molto generoso e sensibile ma non riesco ad essere succube, anche se divento affettivamente dipendente e non riesco a concepire la rottura della famiglia. Di fronte alla rigidezza e quella che ritengo mancanza di rispetto ed incapacita' di rapportarsi alla pari, mi irrigidisco moltissimo anch'io e tendo a sviluppare severita' e pedanteria che riconosco divenire molesta in alcune occasioni, peggiorando lo stato delle cose.
Cosa ne pensa? Sicuramente la terapia e' necessaria come dice lei, ma vorrei sapere se secondo lei si possono ravvisare delle caratteristiche , dicamo cosi', particolari del mio compagno, anche se non posso fornire tuti i particolari in questa sede ulteriormente, come sarebbe necessario.

Di certo il problema del bambino si inserisce in un contesto gia' complicato e tende come lei ha ben compreso, a rafforzare il conflitto.
Grazie ancora
Giusi M.








#51
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Dr. Giuseppe Santonocito

Per fortuna la scienza non è questione di opinioni, altrimenti tutto ciò che la scienza ha potuto fare per l'umanità non sarebbe mai esistito.

La scienza moderna si basa sul calcolo probabilistico, per cui se un fenomeno si verifica molto raramente o senza che sia possibile individuarne cause precise, oltre il ragionevole dubbio, lo si deve considerare casuale.

Cercare schemi e correlazioni dove non ce ne sono è profondamente connaturato nell'animo umano, che altrimenti non saprebbe come fare a capire ciò che gli succede. Molte volte il meccanismo funziona, ma non sempre. E quando ci si sente sotto attacco, per qualsiasi motivo, reale o immaginario, la tentazione di individuare un colpevole è molto forte.

Questo non vuol dire che la scienza sia infallibile. Tutt'altro. Le istanze scientifiche sono soggette a essere riviste continuamente, ma il METODO, quando applicato CORRETTAMENTE, è unico e invariabile ed è una delle poche attività che permette all'uomo di estendere il controllo sull'ambiente molto oltre ciò che sarebbe possibile basandosi solo sull'intuito, la fede o le emozioni. Poi ci sono gli "scienziati" che la scienza la interpretano a modo proprio, ma si tratta di fenomeni marginali e da guardare in generale con sospetto. Il metodo scientifico corretto è uno solo.

Proviamo a pensare cosa succederebbe se di colpo smettessimo di vaccinare tutti i bambini: regrediremmo di colpo di qualche secolo.

Comunque, anche se il complottismo ha radici psicologiche abbastanza ben individuabili, sono d'accordo con lei che non sarebbe questa la sede per discuterne - andremmo fuori tema, non per altro.

Non posso soddisfare la sua tentazione di sapere se suo marito abbia o meno un disturbo di personalità. Non basterebbero tutte le descrizioni che lei potesse farmene, perché a distanza le diagnosi non si fanno.

Quando dice:

>>> non riesco ad essere succube, anche se divento affettivamente dipendente e non riesco a concepire la rottura della famiglia
>>>

le domando: ma quindi in pratica lei è succube o no? Se suo marito davvero avesse un disturbo di personalità, lei cosa avrebbe? Sta evitando di rompere una famiglia sana?

Perdoni l'invasività delle domande, ma credo che anche lei, come l'altra nostra utente, in qualche modo si stia raccontando che il colpevole stia altrove.

#52
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Utente 340XXX

Va bene dottore, lasciamo perdere la discussione sulla correlazione vaccini-autismo ecc., convengo che non e' questa la sede di discussione piu' idonea e rispetto la sua valutazione sull'argomento.

Tornando a noi, quando affermo di non essere succube, intendo che non riesco ad accettare e cercare accomodamenti rispetto le intemperanze e le rigidita' del mio compagno. Di contro, non credo ci sia nulla di distorto nel voler cercare una soluzione che ad esempio potrebbero fornire consulti psicologici e terapia di coppia per non rompere un nucleo familiare dove sono presenti due bambini che ci tengono a mamma e papa' e che soffrirebbero ulteriormente per una separazione di questi, uno a causa della patologia discussa, l'altra perche' dovrebbe aggiungere sofferenza a quella che gia' gli procura la situazione del fratello, fermo restando che e' ovvio che tutti i bambini patiscono in tali frangenti. La dipendenza affettiva a cui mi riferisco e' quella appunto, verso l'amore per il proprio nucleo familiare, e se si e' in presenza di problematiche che andrebbero comunque risolte a livello personale, a prescindere dalla coppia, credo che valga la pena fare il tentativo di cercare i supporti piu' adeguati per superare tali ostacoli.
Comunque , dottore, mi dica, lei quante famiglie sane conosce. Forse la differenza sta tra chi ha il coraggio di affrontare il disagio degli inevitabili conflitti e chi preferisce rimuovere, adattarsi anche a costo di furiosi scontri anche quotidiani, invece che di ricercare i veri moventi della situazione di conflitto e portarli all'esterno della coppia.

Non credo di essere "malata" per tutto cio'.

Comunque grazie sempre
Giusi M.

#53
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Utente 333XXX

<Perciò, proprio come contro il virus del raffreddore, è sempre molto meglio prevenire fortificandosi piuttosto che aspettare che la minaccia si riduca.>

Il punto però è proprio quel "prevenire", che in realtà non è possibile. La consapevolezza che là fuori sia pieno di persone che mentono, non ci da i mezzi per prevenire.
Fortificarsi, a questo punto significa solo dare meno peso alle cose, una volta successe, ovvero voltare pagina quando ci si è resi conto di chi si ha a fianco. Ma per rendersene conto occorre tempo. E più tempo passa, più ci si sentirà feriti, quando la storia finirà. E quando si realizza di essere stati insieme a una persona che credevamo essere onesta e sincera, allora il fortificarsi significa solo "diventare più duri", ma non in senso positivo. Significa aspettarsi sempre ilpeggio, o non avere aspettative, stare sempre sull'attenti, fidarsi poco delle persone, lasciarsi poco andare. E non sono bei presupposti per far nascere un rapporto.

Venire presi in giro, venire a contatto che gente che mente (che non è un reato, ma una persona intelligente, dovrebbe considerarlo un reato etico dal punto di vista etico)ti fa dire, alla fine della storia: che storia era? Niente, una menzogna. Non c'è niente di peggio che aver amato una persona che non si rivela quella che credevamo essere. Come si fa a basare una relazione sulla menzogna? Che significato ha una relazione, per questi "dongiovanni patologici"? Come si fa a dire che non fanno del male? Loro non andranno mai in terapia, perchè appunto, non è una malattia. Ma le vittime ci finiscono eccome.
E per essere forti cosa dovremmo pensare? Che forse è meglio "fregare, che essere fregati"? Vede, lei dice alle vittime di rafforzarsi, ma per i carnefici non ha nessun consiglio. Loro "non devono cambiare, non sono mica malati". E invece secono me sì, lo sono. Mi sembra che bisognerebbe insegnare fin da piccoli come si sta al mondo. E tra i valori c'è anche l'onestà verso se stessi e gli altri. Ma se nessuno la insegna più, a partire dai genitori, non dagli psicologi, nessuno la imparerà.

Il fatto è che queste persone, se col tempo noi dobbiamo imparare ad evitarle, loro imparano a migliroare le loro tecniche di menzogna, per raggiungere i loro obiettivi. E' una lotta dove forse, effettivamente vince chi fugge.

#54
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> non credo ci sia nulla di distorto nel voler cercare una soluzione che ad esempio potrebbero fornire consulti psicologici e terapia di coppia per non rompere un nucleo familiare dove sono presenti due bambini che ci tengono a mamma e papa
>>>

Infatti è esattamente ciò che le ho suggerito. Non cercando invece un aiuto professionale, state facendo crescere i vostri figli in un ambiente malsano, che non deve per forza essere così. Così quando saranno adulti, lei e suo marito avrete un bel motivo in più per rinfacciarvi colpe. È questo ciò che desidera dalla vita?

>>> mi dica, lei quante famiglie sane conosce
>>>

Il punto non è questo. Allora se ragioniamo così, essendo tutti mortali, non ci sarebbe bisogno di prendersi la briga di migliorare, curarsi, mangiare bene ecc. Tanto, prima o poi tutti moriamo.

Il punto è: preferisce che i vostri figli crescano in un ambiente emotivo malsano o preferisce cercare di rendere la loro vita il meno problematica possibile?

#55
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> Il punto però è proprio quel "prevenire", che in realtà non è possibile. La consapevolezza che là fuori sia pieno di persone che mentono, non ci da i mezzi per prevenire.
>>>

È impossibile per chi, mi scusi?

>>> allora il fortificarsi significa solo "diventare più duri
>>

Fortificarsi significa diventare meno FRAGILI, non meno SENSIBILI. Si può benissimo essere l'una cosa senza l'altra, ma il fatto è che molte persone si affezionano alla propria fragilità, confondendola con la sensibilità, e credono che non esista altro modo di essere all'infuori di quello. Perché restando fragili si sentono più buoni e quindi migliori.

Ma è un LORO limite, non della cattiveria del mondo. Mi perdoni sempre per la schiettezza. Un limite che peraltro si può benissimo superare, ma solo dopo che si è smesso di attribuire a una certa spontaneità malata un valore che non ha.

>>> lei dice alle vittime di rafforzarsi, ma per i carnefici non ha nessun consiglio
>>>

Scusi, ma gli psicologi non sono legislatori, giudici o poliziotti, lo tenga presente. Lo psicologo può SOLO aiutare chi chiede aiuto, non chi non vuole essere aiutato.

Lei dice che il compito di educare spetterebbe ai genitori e non agli psicologi, e così facendo sta anche contraddicendo se stessa, quanto ha appena detto.

Se invece guardiamo alla vita con realismo, vediamo molte persone che per un motivo o per altro non hanno ricevuto dai genitori quanto avrebbero potuto ricevere, e in tal caso lo psicologo è talvolta chiamato a svolgere il ruolo di chi aiuta a recuperare il tempo perduto.

Ma solo e soltanto per chi ha bisogno di aiuto e lo chiede, non per chi non lo chiede.

>>> Non credo di essere "malata" per tutto cio'.
>>>

Benissimo, quindi eviti di etichettare come malato altri che, proprio come lei, non credono di esserlo.

#56
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Utente 333XXX

<Se invece guardiamo alla vita con realismo, vediamo molte persone che per un motivo o per altro non hanno ricevuto dai genitori quanto avrebbero potuto ricevere, e in tal caso lo psicologo è talvolta chiamato a svolgere il ruolo di chi aiuta a recuperare il tempo perduto. >

Ecco, coloro a cui non è stato insegnato il rispetto per gli altri, il senso di responsabilità delle proprie azioni, il valore dell'onesta e della sincerità ecc... avrebbero bisogno d'aiuto. Ma non ne sentono il bisogno, perchè si sentono dalla parte del giusto, ergo non lo chiedono. Questo significa che non fanno del male a nessuno? Beh, non mi pare...
Anche i drogati spesso non sentono di dover chiedere aiuto, ma si autodistruggono... (Almeno loro però rovinano solo se stessi, e non giocano con la sensibilità delle altre persone).
Per questo dico che il compito spetterebbe ai genitori, perchè loro “arrivano prima” e possono “prevenire” invece che curare. Educare un individuo secondo certi principi e valori, che se non acquisisce, non sentirà mai più il bisogno di imparare (perchè non sentendosi in errore, non chiede aiuto. Ma ripeto, il fatto che non si senta in errore, non significa che non lo sia. Che poi non stia allo psicologo aiutarli, a questo punto, è vero. Ed è questo il guaio. Restano persone “cresciute male e senza valori”)

<È impossibile per chi, mi scusi?>

Allora diciamo che è molto difficile. Per il semplice fatto che per conoscere chi si ha di fronte bisogna passarci del tempo, e solo dopo un certo periodo di relazione, si (crede di) conosce(re) il partner. Quindi spesso, prima si è vittime dell'inganno e della menzogna. Poi ce ne si rende conto e si agisce di conseguenza. E la speranza (almeno quella) è che alla prossima andrà meglio, perchè se si parte pensando “son tutti così”, è finita... Voglio convincermi, o illudermi, che non sia pieno solo di gente che mente.

#57
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Utente 340XXX

Da Giusi: Ma dottore..! Concordo, appunto..!!! Non ho detto che il mio compagno e' malato in senso assoluto, semmai affermo che e' costituisce l'elemento piu' rigido nel nostro menage, ma poi mi scusi, a una persona che le muore la madre e quasi una sorella piu' o meno contestualmente (a me) e lui ritiene di doversi CONTINUARE vendicare e "punire" PERCHE' NON SI E' ACCETTATO E SI CONTINUA A NON ACCETARE DI PRENDERE LA FORMA allontanandoti da casa in questi pesanti frangenti e tante altre belle cose che non sto a raccontare in questa occasione, bene, allora se tutto e' giustificabile e tollerabile, di che stiamo a parlare, prendiamoci le cose come sono, non sospettiamo qualche anomalia, prendiamo pure in considerazione che sono IO a costituire un mostro tale da suscitare determinate reazioni, anche come in quell'occasione che, per aver dimostrato avversione verso il comportamento della madre, la parete della stanza si e' tinteggiata di sfumature di rosso.... che altro le debbo dire dottore?
Dica cio' che vuole a questo punto, credo che effettivamente sia il caso di discutere con una persona in carne ed ossa di fronte e con una certa regolarita'...
Grazie di tutto e buon proseguimento
Giusi M.

#58
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Dr. Giuseppe Santonocito

Spero si renda conto della modalità "sarebbe bello se" in cui continua a mostrare di essere immersa.

Il mondo reale non è mai quello che ciascuno di noi vorrebbe. Prima ci mettiamo in testa questo fatto, prima si smette di soffrire.

A tutti è capitato ricevere delusioni in amore. E allora? Non è indispensabile, non è necessario flagellarsi o chiamare "malati" gli altri (negando però di esserlo noi stessi) per questo.

Anche perché, tenga presente che il dolore per le delusioni amorose è naturale e di norma dopo un certo periodo lo si supera. Invece, se dopo un paio di anni al massimo una persona ancora soffre e si lamenta ancora per un amore andato male, si tratta di patologia. E a quel punto sta alla persona decidere di uscirne o contentarsi di continuare a sottolineare all'infinito quanto quello lì (o quella lì) è stato bastardo.

>>> Voglio convincermi, o illudermi, che non sia pieno solo di gente che mente.
>>>

E fa benissimo, questo infatti è anche il mio consiglio. Ma oltre a questo farebbe bene a mettere in conto che invece molta, moltissima gente mente. Se non lo fa, rischia di vivere peggio di quanto potrebbe, accontentandosi solo della convinzione di essere una persona migliore.

#60
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> Dica cio' che vuole a questo punto, credo che effettivamente sia il caso di discutere con una persona in carne ed ossa di fronte e con una certa regolarita'
>>>

Era quello che infatti ero convinto di starle suggerendo, ma si vede che l'età mi sta giocando brutti scherzi ;)

#61
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Utente 333XXX

<E fa benissimo, questo infatti è anche il mio consiglio. Ma oltre a questo farebbe bene a mettere in conto che invece molta, moltissima gente mente. Se non lo fa, rischia di vivere peggio di quanto potrebbe>

Dunque, per un momento non parliamo di donne fragili, che soffrono ancora dopo anni, perchè non è questo il punto, per me.

Io parlo di donne che hanno avuto una relazione, sono state vittime di menzogne perchè hanno avuto a che fare con “dongiovanni” che mentono. Per accorgersi di chi avevano di fronte, hanno avuto bisogno di tempo (non necessariamente di anni, eh!) ma il giusto necessario per venirne a conoscenza. Hanno preso atto, chiuso la storia (perchè secondo la loro sensibilità era giusto fare così) e sono andate avanti. Ma il punto arriva adesso:
non sono donne fragili, e al contempo non hanno perso la loro sensibilità, ovvero sperano ancora che le cose possano andare bene. Non vedono “tutto nero”. Come si può vivere meglio pensando che moltissima gente mente, mi scusi? In cosa ci aiuta questa consapevolezza? Ed è davvero così? Allora dovremmo rassegnarci ad avere a che fare 9 volte su 10 con bugiardi? Di nuovo, se fosse così, complimenti ai genitori che crescono gli adulti di domani. E che futuro potremmo immaginarci? A 70 anni, anziani, una famiglia allora non ce la potremo mai avere, se non con un bugiardo patologico?

<Accontentandosi solo della convinzione di essere una persona migliore. >
Ripeto, parlando di donne non fragili, non bisognose necessariamente dell'amore di qualcuno, se io quando comincio una storia, mi mostro per quello che sono veramente e metto le cose in chiaro: voglio esclusività nel rapporto. E l'altra persona invece mente, e a questo punto “non si dimostra effettivamente per quella che è”. Perchè non dovrei considerarmi una persona migliore? Io non faccio torto a nessuno. L'altro invece lo fa a me, perchè con la menzogna ferisce la base del nostro rapporto, ovvero la fiducia. E solo di conseguenza, ferisce me.
Sembra che stiamo qui a dire che essere dongiovanni e di conseguenza bugiardi patologici, scherzando con il cuore e i sentimenti degli altri, sia sano e giusto... Che succeda è un conto, che diciamo che è giusto che succeda, è un altro.

#62
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Utente 570XXX

"Su vaccini e autismo credo che già immagini come la penso: da un punto di vista rigorosamente scientifico non è mai stata provata una correlazione:

http://www.iss.it/pres/?lang=1&id=1409&tipo=6

Quella della presunta relazione fra vaccini e autismo, per me, non è nient’altro che l’ennesima teoria complottista che cerca un cattivo da accusare e trasformare in capro espiatorio."

Innanzitutto, parlare di "Autismo" o meglio di "Autismi" come sarebbe più corretto scrivere partendo da un approccio meramente neuropsichiatrico vuol dire non avere la benchè minima idea di che cosa si stia parlando!
Trascurare la componente ORGANICA relativa ad un DANNO NEUROLOGICO-IMMUNITARIO e GASTROINTESTINALE oramai considerate assolutamente preponderanti da tutti gli studi SERI sull'argomento vuol dire negare 20 anni di studi.
1) non solo non esiste un gene dell'autismo ma le statistiche relative alla componente cd "genetica" (come dimostrano gli stessi numeri) sono indicate così, a caso, più a titolo di opinione che in base a veri studi scientifici certi che, vale la pena ricordarlo, su tale correlazione sono INESISTENTI! E non potrebbe essere altrimenti.
2) A comprovare che l'autismo possa essere scatenato dalle vaccinazioni non c'era il solo studio di Wakefield del 1998 (la vicenda è ancora in itinere e consiglierei maggiore prudenza) ma ve ne sono stati molteplici anche successivamente. D'altra parte l'esistenza di danni neurologici da vaccino è conosciuta dagli anni '60, indicata in testi universitari, pediatrici, di medicina legale, medicina legale militare, indicata dalle CMO, dalle tabelle dei Vaccine Adverse Events Reporting System (VAERS) statunitensi, da recenti studi commissionati addirittura dai Centers for Desease Control and Prevention (CDC) sempre statunitensi, riconosciuti dalla cd Vaccine Court statunitense come da tribunali italiani etc. ed infine riportato nel foglietto illustrativo del vaccino DTaP Tripedia di Sanofi Pasteur dove, tra gli altri possibili effetti collaterali; la casa farmaceutica indica SIDS ed AUTISM. Se poi volete continuare a negarli, fate voi ma evitate di disinformare la gente.
Prima di fare affermazioni su argomenti così complessi si dovrebbe studiare molto per evitare di dire sciocchezze!
In conclusione, scrivo ciò in qualità di spettatrice di tale forum ma soprattutto in veste di madre di un bimbo che, nato e cresciuto sano, all'età di un anno e mezzo, dopo aver già dato in precedenza segni di reazioni avverse alle vaccinazioni non comprese dai pediatri, venti giorni dopo la vaccinazione Mpr più varivax ha avuto una regressione cognitivo-comportamentale con perdita della parola e delle abilità precedentemente acquisite a causa di un'encefalopatia post-vaccinale diventando quindi autistico.
Giulia

#63
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Dr. Giuseppe Santonocito

Utente 333148,

>>> Come si può vivere meglio pensando che moltissima gente mente, mi scusi?
>>>

Lo si può fare abbastanza bene, tenendo i piedi ben piantati per terra. E il fatto stesso che lei, per sua stessa ammissione, non riesca a convivere con tale realtà, per me è segnale di una fragilità. Poi possiamo chiamarla come vogliamo.

>>> Allora dovremmo rassegnarci ad avere a che fare 9 volte su 10 con bugiardi?
>>>

No, questi sono numeri che *lei* sta proponendo. "Moltissima gente" può anche voler dire 1 persona su 2.

Lo vede qual è la sua rigidità? Non riesce a discorrere sulle mezze misure. Per lei il mondo è bianco o nero. Le persone non mentono SEMPRE in ogni momento, perciò non è esatto dire che la maggior parte di loro mente, io comunque non l'ho detto. Si può mentire a volte, a volte no, mentire su argomenti che per noi sono triviali e per l'altro importanti. La bugia bianca di una persona può essere l'insulto di un'altra.

>>> Una famiglia allora non ce la potremo mai avere, se non con un bugiardo patologico?
>>>

Intanto una famiglia uno può sempre provare a farsela, anche con una persona imperfetta, cercando di sceglierne una abbastanza adatta a noi. Poi c'è la possibilità che strada facendo, insieme, si impari a crescere e a migliorarsi, magari anche a mentire di meno. Restando da soli invece può essere più difficile. La famiglia può essere l'inferno, ma può anche essere un'occasione irripetibile per migliorarsi. Lei ce l'ha una famiglia?

>>> se io quando comincio una storia, mi mostro per quello che sono veramente e metto le cose in chiaro: voglio esclusività nel rapporto
>>>

In questo ha tutta la mia approvazione. Ma nemmeno questa basta per assicurarle che l'altro non la tradirà mai.

>>> Perchè non dovrei considerarmi una persona migliore
>>>

Perché io non le ho detto di non considerarsi una persona migliore. Se rilegge quanto ho scritto l'ho invitata piuttosto a non "accontentarsi SOLO della convinzione di essere una persona migliore". C'è una notevole differenza.

#64
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Dr. Giuseppe Santonocito

Utente 57021,

Nella mia replica credo di essere stato sufficientemente prudente e di essermi espresso in termini generali.

Poi ho aggiunto "la mia opinione è", intendendo dire che lei può scommettere qualunque cosa sul fatto che io i miei figli li ho fatti vaccinare tutti e per tutto.

>>> (la vicenda è ancora in itinere e consiglierei maggiore prudenza)
>>>

Proprio perché la vicenda è "in itinere" (leggi: non esistono prove certe sull'influenza dei vaccini sull'autismo), consiglio io a lei maggior prudenza nell'esprimersi.

Quando lei o altri riusciranno a portare prove certe, allora ne riparleremo. Fino ad allora considero bandito il tema "autismo e vaccini" da questo blogpost, perché sarebbe solo un pretesto per discutere in modo improduttivo. L'altra utente, intelligentemente, lo ha capito.

Concludo dicendole, con tutto il rispetto che si deve avere per lei e per suo figlio, che la frase "diventando QUINDI autistico" dà per scontato che sia stata l'ultima vaccinazione a CAUSARE l'autismo, ma questo non è dimostrato. Non bastano le avvisaglie delle precedenti vaccinazioni per affermare rapporti causali. Tutto ciò che si può dire è che l'esordio della malattia di suo figlio è stato CONSEQUENZIALE all'ultima vaccinazione, cosa di per sé insufficiente per parlare di determinismo.

#65
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Utente 570XXX

Io le prove certe per mio figlio c'è le ho, purtroppo per il ministero della salute, e fortunatamente per mio figlio, che ha potuto contare su analisi fatte presso i migliori laboratori in europa e America. Purtroppo fino a quando le famiglie si fermeranno di fronte alle affermazioni della "medicina ufficiale" secondo la quale certi sintomi portano alla fantastica etichetta "autismo" , allora dovranno rassegnarsi a vita....basterebbe approfondire le problematiche di salute di questi bambini e se ne scoprirebbero delle belle a livelli immunitario e biologico. Io le prove certe le ho fornite al nostro avvocato, al medico legale, al ctu, etc etc. Se la cosa dovesse interessarle le fornirò nel prossimo futuro la sentenza di condanna del ministero della salute al risarcimento dei danni da vaccinazione nel caso singolo di MIO figlio. Un invito provi a documentarsi sui sintomi delll'encefalite post vaccini a e della neuroborreliosi (se ha un minimo di curiosità ne potrebbe rimanere sorpreso), si spogli dei preconcetti e dei muri che la scienza ufficiale ha costruito intorno a certe patologie, delle quali, le ricordo, ancora ufficialmente non si conosce la causa, quindi conseguenza vuole che non si può escludere nulla......per completare le ricordo che un certo personaggio fu considerato eretico nel tentativo di dimostrare che la terra gira intorno al sole.......e non il contrario!

#66
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Ex utente

ehm scusate...per rispondere all'utente 333148....leggo e sento sempre più spesso di ricerche americane,di sondaggi e statistiche per cui il maschio non ritiene vero un tradimento fatto solo col corpo,ovvero che si può amare la propria donna ma tradirla...che il giuramento davanti a dio di essere per sempre fedele vale per quanto riguarda il cuore e la testa...il corpo non c'entra,è scisso...in quel momento la propria anima va a farsi una passeggiata altrove...anzi...anzi...anzi questi stessi uomini affermano che sono le donne ad essere le vere stronze e bastarde perchè loro ci mettono il cuore e finiscono per innamorarsi quando tradiscono....capite signori e signori???bisognerebbe allora rivedere la formula matrimoniale e non solo...anche per chi non crede in dio,ma semplicemente come essere umano superiore agli animali in quanto dotato di coscienza dovrebbe avvertire un senso di colpa,rimorso...e invece no,non c'è colpa quando a tradire è il corpo scisso dalla mente(dissociati?schizofrenici?doppie personalità?borderline?)...ma no,non bisogna etichettare e giudicare,chiaro?MA ATTENZIONE PERCHè INVECE QUESTE FRAGILI E MALATE DIPENDENTI DONNUCOLE PIAGNUCOLONE LE DOBBIAMO CONDANNARE,COLPEVOLIZZARE PER POI FORTIFICARLE E SPRONARLE CONTRO IL NEMICO SANO,COERENTE E SINCERO CHE IN MODO RISPETTOSO E CORRETTO TRADISCE.....E QUI IN FINALE MI RIVOLGO AL DOTTORE.....ATTENZIONE PERCHè CHI LEGGE,SE C'è QUALCHE DONNA FRAGILE DI CRISTALLO CHE STA LEGGENDO E NON è ADEGUATAMENTE SUPPORTATA AL DI FUORI POTREBBE ROMPERSI IN MILLE PEZZETTINI...BUONASERA A TUTTI,
GLORIA.

#67
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> intorno a certe patologie, delle quali, le ricordo, ancora ufficialmente non si conosce la causa, quindi conseguenza vuole che non si può escludere nulla
>>>

Esatto, e di ciò di cui non si conosce la causa non si può - sempre di conseguenza - nemmeno affermare la causalità. L'invito alla prudenza vale in entrambi i sensi.

Per questo dubito della possibilità di far valere a fini legali l'affermazione di causalità di qualcosa di cui non è ancora stata accertata la causalità. Però in Italia tutto è possibile, non si sa mai.

#68
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Utente 340XXX

Intervengo soltanto per segnalare che il 2 aprile e' stata istituita la giornata mondiale per l'autismo, in moltissime citta' italiane si svolgeranno differenti iniziative. Attualmente, ad esempio, in America nasce un bambino che sviluppa la patologia autistica ogni 88 bambini.
Grazie, saluti.
Giusi M.
Giusi M.

#70
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Utente 382XXX

Discussione molto interessante, che rinforza la mia idea che il problema non sia tanto il tradimento, quanto la sua "appercezione". Saggiamente il filosofo diceva che "la cosa non appercepita non esiste". Quindi l' importante sarà che i traditori non facciano "appercepire" le proprie infedeltà al partner. E tutti vivranno felici e contenti.
I miei omaggi per l' intelligenza e la pacatezza delle argomentazioni del Dr. Santonocito.

#71
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Dr. Giuseppe Santonocito

Sarò anche intelligente, ma non sono così sicuro di aver capito il senso di quanto scrive.

Se volesse precisare, grazie.

#72
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Utente 382XXX

Gentilissimo dottore, nel riaffermare la mia stima per quanto da lei scritto, diciamo che sono un seguace del principio "quieta non movere", e penso che il male maggiore in una coppia lo fa non tanto il tradimento, quanto la consapevolezza di esso, ricercata tramite dannose investigazioni o peggio ancora confessando l' infedeltà perpetrata. Meglio non voler sapere.
Saluti

#73
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Dr. Giuseppe Santonocito

Ok, adesso è più chiaro.

Tuttavia, vale la pena notare che non sono un sostenitore del tradimento, sia detto non tanto come chiarimento per lei, ma per chiunque possa trovarsi a leggere quest'articolo.

Comprendere qualcosa e cercare di spiegarlo non significa giustificarlo. È vero però che, in un'ottica di limitazione del danno già avvenuto, a volte non sapere può essere meglio che sapere. Molte persone tradiscono e poi si pentono e pensano che confessando tutto al partner riaggiusteranno le cose. Invece, spesso si finisce per peggiorarle.

Si veda anche il mio video:
https://www.facebook.com/saicomefarlo/videos/780323405416498

Lieto che l'articolo le sia piaciuto
Saluti

#74
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Utente 333XXX

il concetto "e che poi si pente" non credo che sia stato affatto afferrato dall'utente 382635 , il quale più che comprende mi sembra a tutti gli effetti giustificare un atto. La cosa più grave non è il giustificarlo "in sè" ma in giustificalo "per il bene dell'altro"... Chi è lei per dire di essere in grado di dire cos'è bene per la sua compagna? Mettiamola così: se in un rapporio io cerco trasparenza e soprattutto fiducia, un tradimento viene meno in primis a questi due principi. A questo punto, come posso fidarmi di una persona che allegramente mi mente, finge di essere altro da sè (un traditore, magari di quelli "genetici") e per giunta "per il mio bene", se il mio bene è stare con una persona, per l'appunto, trasparente e di cui avere fiducia (su questo e ogni altro aspetto della vista di coppia)?
Non disturbatevi a rispondere, perchè mi auguro, e credo prorio che sarà così, che persone come queste non incontrerò nel mio cammino, almeno non in un rapporto di coppia. Se c'è coppia, la trasparenza è un male necessario, chi non è disposto a pagare questo dazio non si merita un rapporto monogamo (e manco lo vuole in realtà, ma per comodità allora sì). Chi ritiene di poter dire "non lo dico al mio partner per il suo bene" pecca estremamente di egoismo e superbia.

#75
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Utente 333XXX

Vorrei aggiungere, se non è chiaro il messaggio: che lei Sig. utente 382635 non è un "seguace del quieta non movere" ma del tradimento reiterato e della cornificazione, nonchè nella poligamia, che diviene monogamia quand'è ora di avere la mogliettina che stira e fa da mangiare. Non crede che invece del "quieta non movere" dovrebbe smettere di prendere ingiro le sue partner (psudo) fisse e cominciare a vivere da "seguace del sesso libero, senza legami"? non crede che sarebbe più in linea con la sua persona, e allora sì, non dovrebbe nemmeno preoccuparsi del "muovere" alcunchè. Lo faccia per lei stesso.

#76
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Utente 382XXX

Confermo, per me l' importante è non sapere.
Il guaio è che voi moralisti, utente 333148, è che guardate il mondo col filtro "di come dovrebbe essere" e non , realisticamente, di come è. Siamo esseri umani, fatti di carne e sangue e non santi. Se un rapporto va bene per tanti aspetti, perchè terminarlo per qualche banale questione di sesso? E badi bene, moglie o marito fa lo stesso. Dia retta a me, chiuda un occhio o anche tutti e due, cara seguace del principio "fiat justitia, et pereat mundus". Vivrà meglio.

#77
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Utente 333XXX

Ma con quale suerbia continua ad affermare "di come dovrebbe essere e non di come REALISTICAMENTE è" ma che cosa ne sa LEI di com'è il mondo?
IO sarò anche moralista (non la prendo come un'offesa quale la sua vuole essere), ma LEI rappresenta un MICROCOSMO, non affatto, e per fortuna, il mondo qual è. E se spera che siano tutti come lei per non sentirsi diverso, beh cominci a classificarsi tra i traditori seriali egoisto che per il PROPRIO bene tacciono per non cambiare le cose. Lei parla di tradimenti reiterati, non della scappatella che in 40 anni di matrimonio ci può stare, perchè siamo fatti di carne. L'ha detto a sua moglie che lei non crede nella monogamia e si scopa le altre? Scusi eh ma sua moglie allora sarebbe una moralista... se invece non è una moralista, glielo dica, lo sapete entrambi e nessuno deve preoccuparsi del "non movere". Perchè non lo fa? Perchè ha paura che sua moglie la pianti a stirarsi le camicie.
Se così non fosse, spero che anche sua moglie si diverta in sua assenza. Sapete solo tirare in ballo la chiesa o il moralismo. Siete un microcosmo e chi ha cervello se ne accorge che siete dei traditori. Il sesso si può benissimo fare con la propria compagna, nessuno le dice di essere asessuato. Essere fatti di carne non significa un accidenti. Lei ha anche un cervello, se sapesse che a sua moglie darebbe fastidio, lei 1) affermerebbe a sua moglie: siamo fatti di carne, tesoro, non fare la moralista... ed è disposto a subire le conseguenze, nel rispetto reciproco e senza l'egoismo di pensare cosa sia il bene per SUA moglie (quando lo è palesemente per se stesso) 2) se a sua moglie non sta bene, le a questo punto è consapevole di non fare a lei cosa gradita (come invece credeva). A questo punto, se la amo, non la vuole ferire... Ma in quanto lei profondamente egoista, la ferirà perchè non sa nemmeno cosa significa il suo gesto e quanto male può fare alla donna che ha accanto. Ma sa che le dico, lei una moralista non la troverà mai tra la sua strada, nemmeno se parla in latino. Ed è un bene più per la donna, che per lei. Rinnovo l'invito, se ha le palle, lo dica a sua moglie, magari le presenta il negrone che le fa compagnia quando lei non ce la fa!!

#78
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Utente 353XXX

SINTETIZZANDO: LE PERSONE INFEDELI HANNO UN GENE PREDISPONENTE E ANCHE SE SI PONGONO I SENS DI COLPA A CAUSA DELLA LORO NATURA NON POSSONO FARNE A MENO. POTREBBE ESSERE COSI? AMO LA SINTESI.....CHE DICE QUALCOSA

#79
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Utente 382XXX

eheheh, utente 333148, che ridere. Mia moglie mi presenterebbe il negrone... vedo solo ora il suo commento. Lei crede di farmi dispiacere? Se così fosse, sarei felice per mia moglie. Purtroppo mia moglie, come penso anche lei, rientra fra quelle donne non molto interessate al sesso, quindi sarebbe una grande sorpresa... certo, mai dire mai, ma non credo proprio...comunque auguri a lei e a tutte le persone romantiche, di vivere romantici, trasparenti, e casti connubi.

#80
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Dr. Giuseppe Santonocito

Utente 353495,
Sintesi e generalizzazioni sono importanti, poiché permettono di semplificare. Ma la realtà delle cose non sempre è così semplice quanto si vorrebbe. I geni hanno il loro peso, notevole, ma l'uomo è una combinazioni di geni e ambiente. Le altre specie animali sono più rigide e istintuali rispetto a noi, l'essere umano è capace di rimandare o negarsi ciò che desidera, se lo vuole.

#81
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Utente 484XXX

33 anni di matrimonio, una copia di amici di 30 anni. Scopro che mio marito da 6 mesi ha una relazione con lei, un tradimento emotivo. Non riesco a perdonare, nessuno di tutti due. Una sofferenza che mi distrugge, depressione totale . Non vedo via d'uscita.

#82
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Dr. Giuseppe Santonocito

Mi rendo conto. Venire a sapere di essere stati traditi può essere distruttivo e minare, spesso in modo irrimediabile, la fiducia con il proprio partner oltre che nel suo caso anche con "l'amica".

Se la cosa è recente aspetti a prendere decisioni importanti. Lasci passare qualche settimana o mese e si ascolti, veda se e come cambia la sua reazione alla delusione che ha sofferto. Le decisioni prese in base alle emozioni troppo forti possono non essere le più opportune.

Poi cerchi un aiuto professionale se sente di non riuscire a far fronte da sola all'evento.

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