Depressione, il disagio invisibile
Un mese fa la Società Italiana di Psichiatria ha stimato che in Italia vi sono 17 milioni di persone con disturbi psichici. Ansia, attacchi di panico e depressione appaiono le problematiche più diffuse nella popolazione italiana. Dalle colonne de Il Fatto Quotidiano, il presidente SIP Claudio Mencacci rivela però che solo l'8-16% di queste persone sceglie di incontrare un professionista per uscire dal proprio malessere. Di contro l'aumento degli antidepressivi è aumentato del 400% negli ultimi 10 anni come riportato dal Rapporto Osservasalute 2012.
Se 'depressione è una parola abusata', i sintomi clinici che spesso testimoniano la presenza di questa patologia sono "l'incapacità di svolgere attività che prima erano normali, il senso di colpa per non saperlo fare, paura o desiderio di morte. Ma la persona non sa il perchè. Attacchi di panico e tachicardia invece sono spesso disturbi dell'ansia associati alla depressione" (V. Andreoli).
Questi dati ci permettono di ragionare su due aspetti: lo stigma sociale/lavorativo/familiare che spesso incontra chi sta attraversando un periodo di sofferenza, chi sta vivendo un disagio cronico, chi avrebbe desiderio di chiedere un aiuto professionale; il ricorso massiccio ai farmaci come soluzione rapida ed efficace, spesso investiti di fantasie miracolose.
Per ovviare a questa situazione bisogna lavorare in una direzione ben precisa: a livello sociale, nel far comprendere alle persone che non ci si deve mai sentire sole e che ci sono molti professionisti della salute capaci di accogliere e comprendere la sofferenza vissuta in quel particolare momento di vita; a livello professionale, nel creare una continua rete di collaborazione e sostegno tra chi si occupa di sanità psico-fisica (medici e psicologi) per raggiungere l'interesse primario di questo ambito: la salute ed il benessere bio-psico-sociale dei cittadini.