La "credulità" umana
di Antonio Vita
La credulità delle “masse”
Riflessioni sul volume di Armando De Vincentiis-
Riproduzione della copertina del libro fornita dall’autore che ne consente la pubblicazione.
La credulità umana, a volte, è sconfinata. Specialmente quando i gruppi umani, più o meno estesi, formano una “massa”.
Il concetto di massa, espresso da molti sociologi, scienziati e studiosi, a partire dalla seconda metà dell’800 fino alla prima metà del secolo scorso, fu combattuto da altri con accanimento e con argomenti spesso convincenti ma non del tutto condivisibili. Ricordo, tra tanti, un libro di Hofstätter, Dinamica di gruppo – Critica della psicologia di massa, edito da Franco Angeli, saggio di ottimo peso culturale che ha molti meriti nell’aver posto, insieme con altri, le basi per lo sviluppo di quella che poi da tutti è conosciuta come “la dinamica di Gruppo”.
Da quel bel libro, che peraltro riporta anche una frase non molto generosa di Jung sull’argomento[1], ricavai la prima spiegazione del concetto di massa[2].
Compresi che i “gruppi umani” possono definirsi “massa” quando la capacità critica dei soggetti che comprendono il gruppo è piuttosto opacizzata o assente.
La massa è pertanto un insieme di soggetti umani che non possiede una propria anima, una propria essenza e quindi, anche se è un complesso molteplice e molto articolato di varie persone che la costituiscono, spesso questo insieme è preda di qualcuno, forte e imponente, che assume la veste di leader, buono o criminale, che anela a dare alla massa una sua visione, che tende altresì a spronarla, ma anche a dominarla e a guidarla secondo proprie idee e per propri fini.
Così succede a una massa di soggetti che credono a fenomeni paranormali. È pur vero che in questo caso si tratta di un insieme di soggetti che sono accomunati da una specie di pseudo filosofia che viene chiamata in termini più ampollosi come “scienza occulta”, ma esso è pur sempre una massa.
In questo caso, i membri di questo gruppo sono legati assieme da un’idea comune, più o meno chiara, da aspettative diverse ma tendenti verso uno stesso obiettivo: cercare di interpretare una serie di fenomeni senza tuttavia illuminarli con gli strumenti della ragione e dell’intelletto, ma soltanto approcciandosi ad essi con un misto di devozione basata sulla credenza arcana dell’esistenza di eventi soprannaturali e misteriosi.
Tutti quei soggetti che si raccolgono intorno a quel concetto sovra esposto, sono soggiogati dalla credenza, in certe circostanze, di solito molto fluide e cangianti, dell’esistenza di forze demoniache o diaboliche, misteriose e oscure, che dovrebbero influire sul comportamento di ognuno, anche di soggetti che non fanno parte del gruppo e che non ne condividono le idee.
Nasce in loro la cieca fede in alcuni fenomeni che sono definiti paranormali, che sono da imputare a forze sconosciute che agiscono e influenzano l’essere e il dinamico comportamento del singolo o del gruppo, una specie di forza sconosciuta che agisce in modo da portare modificazioni al normale agire del singolo o del gruppo.
Una premessa lunga ed eccessiva se si esamina appena il modo semplice e chiaro con cui l’autore del libro[3], lo psicologo Armando de Vincentiis, entra nel cuore del problema, parlando appunto di credenze da parte di un gruppo folto di persone, credenze cieche e oscure, definite così perché non vengono analizzate dalle capacità logiche. Assistiamo al fatto che molti finiscono per credere che ci siano forze oscure che causano eventi e fenomeni, spesso nefasti e catastrofici, qualche volta benefici e utili, che caratterizzano la vita di singoli o di piccoli gruppi umani.
Perché parlare di massa quando si tratta di chi crede a fenomeni occulti? Perché tutti quelli che appartengono a questo enorme gruppo di persone ritengono questi fenomeni provocati da eventi arcani e soprannaturali, non spiegabili con l’intelletto. Essi fanno lega con altri, e tutti insieme non vogliono ascoltare spiegazioni scientifiche, e se le ascoltano, le ritengono escogitate per combattere le loro fedi, le loro certezze, le loro convinzioni.
Si tratta di massa perché è costituita da soggetti che rifiutano ogni spiegazione logica e scientifica, presi tutti da una specie d’irrazionalità collettiva.
De Vincentiis riporta nel suo interessante lavoro numerosi casi esaminandoli con un sano uso della ragione e con un sereno discernimento della loro eziologia e del loro sviluppo: sono fatti che abbracciano quasi tutte le forme di superstizione e di assurdità che le scienze medico-psichiatrica e quella psicopatologica hanno da molto tempo catalogato determinandone le cause, le modalità di manifestarsi, gli eventi e i fatti che accadono nelle relative famiglie, le conclusioni sul piano del recupero o del peggioramento degli soggetti coinvolti.
De Vincentiis parla anche di sciamani e di maghi che trascinano gruppi ampi di persone. L’autore riporta anche eventi in cui si manifestano forme d’angoscia, o altre espressioni di nevrosi, scambiate per possessioni demoniache. Come quello di Michela, un'adolescente di 14 anni, la cui mente vacillva per diverse circostanze, e che, prima di essere portata da uno psichiatra, era stata fatta vedere da un mago, “operatore dell’occulto”, e in seguito da un esorcista, che non era nemmeno sacerdote.
Quello che poi esamina con cura l’autore è l’escalation dell’influenza collettiva delle suggestioni di cui la famiglia o un gruppo più ampio si alimentano giorno dopo giorno.
De Vincentiis riporta anche il caso di un ragazzo e dell’ufologia. Sono molti gli adolescenti che, estraniandosi da un mondo e da una società in cui non si riconoscono appieno, iniziano a credere di vivere vite parallele, cadendo così in situazioni di alienazione dalla vita reale, tanto da richiamare l’attenzione di tutti quelli che si occupano di psicologia e di psicopatologia, preoccupati delle conseguenze complesse e pericolose per la salute mentale dei giovani.
Profezie, fatture, esperienze di pre-morte, fantasmi in famiglia, casi di licantropia, magia, satanismo, comunicazioni con l’aldilà, insomma un’immensa “massa” di attori che svelano le proprie angosce, cercando modi alternativi per liberarsene, proiettandole in un mondo “arcano”, buio e sotterraneo, con il preciso intento o inconscio di addossarne le cause a forze demoniache e sovrannaturali.
Aggiungo un caso da me trattato, (senza voler invadere il racconto di ampia documentazione scientifica che ci propone De Vincentiis), quello di uno studente universitario molto bravo, che per essersi arreso alle profferte amorose di un suo amico e collega, più astuto e più libero di lui, aveva vissuto esperienze omosessuali dalle quali era uscito con una mole notevole di sensi di colpa e con un’angoscia mortale. Per liberarsene, invece di riconoscere nell’evento l’azione di una sua libera scelta, aveva proiettato nella figura del diavolo le tentazioni cui aveva ceduto, per allontanare da sé ogni responsabilità delle proprie azioni[4].
In definitiva, l’opera di De Vincentiis è molto importante, necessaria e opportuna perché ci conduce verso la scoperta di una gran parte della nostra società che, pur proiettata nell’era tecnologica e post-industriale, non smette di abbandonarsi a credenze arcane e superstiziose.
Purtroppo una società così intossicata non assicura né un avvenire basato sulla ragione e su una costruzione reale e concreta, né permette di credere in un futuro determinato anche dalle emozioni più veritiere e dai sentimenti migliori, lontani da credenze antiquate e desuete.
Difficile sperare che a porre le basi per un futuro progetto da realizzarsi con le forze dell’intelletto, ci si possa avvalere della vigoria e della sanità di giovani generazioni quando queste stesse vengono contaminate non soltanto dai mezzi di comunicazione messi al servizio dei peggiori mercanti di vanità e di frivolezze, ma anche esposte alla superstizione e a false credenze delle masse che rappresentano una larga parte della società contemporanea.
Gli psicologi e i medici ci provano in tutti i modi a porre rimedi opportuni, e così pure gli insegnanti, ma saremo all’altezza di combattere e di sconfiggere la “credulità umana”?
[1] “Una grossa compagnia formata da uomini veramente eccellenti, assomiglia per moralità e intelligenza ad un grosso, stupido e violento animale” diceva Jung.
[2] Gli antichi romani solevano dire “Senatori probi viri, senatus mala bestia”.
[3] Si ricorda che il libro dal titolo “PSICOPATOLOGIA DEL PARANORMALE – Indagine clinica sulle esperienze soprannaturali” è edito a cura del CICAP. Per il suo acquisto ci si può rivolgere al seguente indirizzo Web: http://www.cicap.org/new/prodotto.php?id=3856
[4] “I ruoli scartati dall’IO sono ruoli “colpevoli”, carichi di sentimenti di colpa. (Il bambino. attribuisce le sue azioni cattive al diavolo. La prostituta si distacca dal suo ruolo riprovevole).L’IO non nega il ruolo stesso che pure attua, ma nega di esserne responsabile, al fine di non provocare sentimenti di colpa e d’angoscia. Benché non sia necessariamente patogeno, questo tipo di risoluzione cozza contro il bisogno d’unità dell’IO. Renzo Canestrari e Antonio Godino “Introduzione alla psicologia generale” -
Autore: Antonio Vita - Psicoterapeuta