Obiettivi irrealistici e infelicità: il circolo vizioso del depresso
Le persone depresse presentano alcune peculiarità dal punto di vista cognitivo rispetto chi non è depresso: una di queste è l’incapacità di porsi degli obiettivi ben precisi e motivati, con il risultato di aspirare a cambiamenti vaghi e assoluti che, non potendosi realizzare, incrementano l’infelicità.
Un team di ricercatori dell’Università di Liverpool è arrivato a questa conclusione confrontando le aspirazioni di un gruppo di depressi con quelle di un gruppo di persone sane, dopo aver chiesto a entrambi di stilare un elenco di obiettivi personali a breve, medio e lungo termine.
Non c’è stata alcuna differenza nel numero di obiettivi mediamente indicati dai due gruppi, ma è emersa una profonda diversità nella loro formulazione: i depressi hanno elencato obiettivi vaghi, generali, molto astratti, mentre i non depressi si sono concentrati su scopi più precisi e concreti.
L’esempio citato dai ricercatori è questo:
“voglio essere felice” = obiettivo astratto, generale e generico
“voglio migliorare la mia performance sportiva nella maratona” = obiettivo preciso, concreto, circoscritto
La tendenza a generalizzare è tipica dei depressi, che spesso vedono TUTTO nero, TUTTI felici tranne loro e così via, e questo studio ha permesso di determinare che tale generalizzazione investe anche il campo delle aspirazioni producendo esiti negativi: più un obiettivo è generico, meno è raggiungibile, e il fallimento che ne consegue alimenta il sentimento di tristezza e demoralizzazione che già affligge chi soffre di depressione.
La mancanza di un focus specifico conduce inoltre ad una carenza motivazionale proprio perché non è chiaro quali energie e in quale direzione la persona dovrebbe mobilitare per raggiungere l’obiettivo, che non è chiaramente identificato.
Dire “voglio essere felice”, oltre ad essere un obiettivo ampio e astratto, può infatti significare molte cose differenti a seconda del soggetto che pronuncia la frase e deve essere scomposto nei vari significati che riveste per la singola persona perché questi obiettivi parziali o intermedi siano visualizzabili, perché una persona li possa immaginare realizzati e possa di conseguenza orientare i propri sforzi in una direzione ben precisa.
La conclusione dei ricercatori è che questo risultato è utile nella pratica clinica per orientare gli interventi di supporto e di psicoterapia dei soggetti depressi:
“Aiutare le persone depresse a porsi obiettivi specifici e a formulare ragioni specifiche per il raggiungimento di questi obiettivi può accrescere le loro possibilità di realizzarli, il che può spezzare il ciclo di pensieri negativi che è associato alla depressione”.
La conoscenza di questo meccanismo può inoltre essere d'aiuto a chi è depresso e cerca qualche consiglio utile a migliorare la propria condizione. Essere a conoscenza della tendenza a generalizzare tipica del depresso e sforzarsi di formulare in altro modo i proprio obiettivi può essere un esercizio molto utile e contribuire sia nel breve che nel medio termine a limitare i pensieri negativi e a mobilitare le energie psichiche in una direzione più produttiva e potenzialmente soddisfacente.
Fonte: "People with depression tend to pursue generalised goals"