Essere ricchi rende cattivi?

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta

Pensiamo per un attimo a una partita di Monopoli, dove però non conti alcuna combinazione di abilità, talento e fortuna, perché tali fattori sono stati resi irrilevanti: il gioco è stato truccato a nostro favore. Abbiamo più soldi, più opportunità di muovere il segnalino sul tabellone e accesso a più risorse. E mentre pensiamo a una partita siffatta, chiediamoci come anche sapere di essere il giocatore avvantaggiato possa cambiare il modo in cui pensiamo a noi stessi e agli altri giocatori.

Come sono bravo!

Paul Piff, psicologo ricercatore a Berkeley, ha condotto esattamente questo esperimento. Insieme alla sua equipe ha reclutato più di un centinaio di coppie di giocatori che non si conoscevano, lanciando apertamente una moneta per decidere chi dei due, nella partita, avrebbe fatto la parte del ricco. Tali soggetti ricevevano il doppio dei soldi, ottenevano un bonus doppio passando per il “Via!” ed erano favoriti perché potevano muoversi molto di più sul tabellone.

I ricercatori hanno osservato ciò che succedeva attraverso telecamere nascoste per un periodo di quindici minuti. Alcune differenze di comportamento impressionanti sono emerse fra i giocatori:

1) Il giocatore ricco iniziava a muovere il segnalino in modo molto più rumoroso, sbattendolo su ogni casella mentre procedeva.

2) Emissione di comportamenti di forza e celebrazione da parte dei ricchi, come alzare le braccia in segno di vittoria, gridare “Wow!” e simili.

3) Una ciotola piena di salatini era stata lasciata dagli sperimentatori su un lato del tavolo, contando quanti ne consumava ogni giocatore. All’inizio entrambi, ricco e povero, si chiedevano a cosa servissero, ipotizzando che potesse trattarsi di un trucco, sapendo di far parte di un esperimento psicologico. Ma poco dopo, lo sbilanciamento di potere si manifestava e il giocatore ricco iniziava a mangiare più salatini di quello povero.

4) Mentre il gioco procedeva, uno degli schemi più impressionanti che i ricercatori hanno visto emergere è che il giocatore ricco diventava più rude nei confronti dell’altro. Sempre meno toccato dalla difficile situazione in cui si trovava l’avversario, ostentando sempre più il proprio successo materiale, più desideroso di dimostrare quanto se la stesse cavando bene.

Tuttavia, ciò che ha colpito di più i ricercatori è stato il colloquio avuto con i partecipanti dopo i 15 minuti di gioco, in cui è stato chiesto loro di parlare dell’esperienza.

I giocatori ricchi, praticamente senza eccezioni, hanno iniziato a spiegare il modo in cui erano riusciti a vincere (inevitabilmente, dato che il gioco era truccato a loro favore, e loro lo sapevano). Hanno spiegato le mosse che avevano fatto per riuscire a conquistare tutte quelle proprietà e a guadagnare così tanto denaro, dimenticando sempre più che tale posizione privilegiata era stata determinata dal semplice lancio di una moneta.

“È stato incredibile” dice Piff “vedere come riusciamo a giustificare a posteriori il privilegio.”

“Queste partite di Monopoli possono essere viste come metafore delle società” aggiunge il ricercatore “dove solo alcune persone possiedono molta ricchezza e un alto status, mentre la maggioranza non ha né l’una né l’altro.”

L’equipe di Piff ha studiato questi fenomeni per sette anni, passando in rassegna dozzine di studi condotti su migliaia di soggetti. Il risultato costante è l’osservazione che via via che la ricchezza aumenta, i sentimenti di compassione ed empatia diminuiscono. La sensazione di aver diritto al proprio status, di meritarlo, e l’ideologia del proprio interesse, aumentano.

I ricercatori hanno visto che proprio le persone ricche sono le più convinte che essere avidi sia un bene e che la ricerca del proprio interesse sia giusta e moralmente fondata.

Aiuto disinteressato

Nell’ambito della stessa linea d’indagine, è stato studiato se è più probabile che un aiuto disinteressato possa essere fornito da un ricco o da un povero.

Ad esempio, sono state fatte incontrare in laboratorio coppie di sconosciuti, di cui una realmente ricca e una povera, e distribuiti 10 dollari a testa. Lo sperimentatore diceva ai due che potevano decidere di tenerli per sé oppure darne una parte all’altra persona sconosciuta, se lo desiderassero.

Le persone che guadagnavano meno di circa 20.000 dollari l’anno hanno dato all’altro il 44% in più di soldi rispetto a coloro che guadagnavano 150.000 dollari l’anno.

Ricchezza e onestà

Piff ha condotto giochi per cercare di capire chi aveva più probabilità di barare, fra ricchi e poveri.

In un gioco a dadi computerizzato, truccato in modo che il punteggio non potesse superare una certa soglia, ma in cui i partecipanti avevano la possibilità di barare, è risultato che le persone più ricche erano le più disponibili a barare, pur di assicurarsi una vincita di 15 dollari.

In un altro esperimento è stata misurata la disponibilità dei partecipanti a prelevare caramelle da un contenitore, presentato come esplicitamente riservato a dei bambini. “Queste caramelle sono per i bambini che stanno partecipando a un esperimento, nell’altra stanza”. Anche qui, i partecipanti ricchi hanno prelevato il doppio di caramelle rispetto ai poveri.

Persino la relazione fra guida di automobili e livello sociale è stata analizzata. Uno sperimentatore ha attraversato le strisce pedonali di un incrocio, contando il numero delle volte in cui le macchine che sopraggiungevano si fermavano per lasciarlo passare. Le utilitarie si fermavano pressoché sempre, mentre il 50% di SUV, macchine di grossa cilindrata e persino autobus non si fermavano. Risultato: più aumentava la cilindrata del mezzo, più aumentava la tendenza a infrangere la legge.

Tendenza a mentire nelle negoziazioni, ad appoggiare comportamenti non etici come rubare soldi da un registratore di cassa, prendere bustarelle, mentire ai clienti, anche queste sono situazioni nelle quali l’equipe di Piff ha rilevato la stessa correlazione.

Ricchi sempre più ricchi, poveri ancora più poveri

Lo psicologo però afferma: “Non voglio sostenere che le persone ricche siano le più disoneste, assolutamente. Ciascuno di noi si trova ogni giorno in conflitto fra motivazioni contrastanti, per decidere quando anteporre il proprio interesse a quello delle altre persone. Ciò è comprensibile dal punto di vista delle società occidentali, del cosiddetto sogno americano, dove in teoria ognuno ha le stesse opportunità di successo nel migliorare le proprie condizioni di vita, lavorando duro e applicandosi. Una parte di tale assunto implica che si debbano, almeno in parte, mettere i propri interessi prima di quelli degli altri attorno a noi. Ciò nondimeno, i risultati dei nostri studi mostrano che più si è ricchi, più tendiamo ad adottare un punto di vista del successo personale dove ciò che abbiamo ottenuto va a detrimento degli altri. Ma dato che negli ultimi 20 anni la forbice fra chi ha molto e chi ha poco è andata aumentando costantemente, con la maggior parte della ricchezza sempre più concentrata nelle mani di sempre meno persone, ciò significa che quel sogno sta diventando sempre meno realizzabile per la maggior parte di noi”.

Contromisure possibili?

L’equipe del Dr. Piff ha verificato, tuttavia, che semplici accorgimenti, come ricordare alle persone che non siamo soli e che anche le persone attorno a noi hanno dei bisogni, ha un effetto immediato nel riequilibrare le reazioni e il comportamento delle persone.

Ad esempio, la semplice visione di un filmato di 46 secondi sulle condizioni disagiate dei bambini nel mondo è stata sufficiente ad annullare le differenze di comportamento fra ricchi e poveri.

Almeno in laboratorio...

Fonte: Machines Like Us, 2013. Does money make you mean?

Data pubblicazione: 22 dicembre 2013 Ultimo aggiornamento: 29 dicembre 2013

21 commenti

#1
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Psicoterapeuta

lei è ricco?

#2
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Ex utente

Molto interessante. E' una conferma di ciò che vediamo tutti i giorni. Non è il caso specifico dell'esperimento, ma i ricchi in genere sono ricchi perchè sono più aggressivi. Fa parte dell'evoluzione. I ricchi sono dei vincenti evolutivi, perchè hanno più probabilità di sopravvivere e riprodursi. Non è un caso che siano anche i meno generosi. Inoltre l'esperimento mostra come diventare ricchi comporti un incremento dell'aggressività, perchè questa permette di difendersi da chi vuole minacciare la propria ricchezza. E poi si dimostra anche che chi diventa ricco tende a sovrastimare le proprie abilità e capacità, anche quando sa che è diventato ricco col trucco. Paradigmatico.

#3
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Dr. Giuseppe Santonocito

Tutto vero, ma occorre tener presente, come sempre avviene quando si studia il lato psicologico delle cose, che dei cambiamenti sono possibili.

L'essere umano è un animale, quindi soggetto alle dure e insensibili leggi dell'evoluzione, ma possiede una capacità di riflessione che può fare la differenza. Per questo l'autore di quegli studi si affretta a precisare che "per default" le cose vanno in questo modo, ma ci sono contromisure possibili. Nell'ultima parte del video di presentazione (soltanto in inglese, purtroppo) Piff spiega bene questo concetto, qui ho dovuto riassumere per brevità.

D'altra parte è anche vero che in laboratorio può essere più facili restare impietositi... se non altro per non far brutta figura di fronte agli sperimentatori!

#4
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Il cambiamento è possibile, ma è qualcosa che implica sforzo e spesso il comportamento "cambiato" è una seconda risposta. Nel senso che la prima, più genuina, è quella legata al nostro essere "animali". Cioè è naturale essere meschini (mean) perchè così l'evoluzione ci ha permesso di sopravvivere come specie. E' meno naturale essere comprensivi, empatici, solidali, onesti, generosi ecc.. Me ne accorgo tutti i giorni anche su me stesso: quando qualcuno mi chiede l'elemosina la mia prima reazione è negarla. Solo dopo rifletto e penso: ok, guarda questa persona, ha bisogno di aiuto; è vestita male, soffre la fame, come puoi essere così egosita? La cosa buffa è che a scuola ci insegnano una visione idealizzata della specie umana, che è l'esatto opposto di come è in realtà.

#5
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> Il cambiamento è possibile, ma è qualcosa che implica sforzo e spesso il comportamento "cambiato" è una seconda risposta.
>>>

Questa è un'affermazione tranciante, che potrebbe però essere confutata dati alla mano in un'infinità di modi.

C'è del vero in quanto dice, l'uomo è certamente radicato nella natura, ma ha anche una grandissima possibilità di adattamento. Al punto che, come terapeuti, assistiamo a mutamenti a volte spettacolari nel modo delle persone di rapportarsi alla "realtà".

La personalità è composta da una parte temperamentale e una caratteriale, ossia entrambi i fattori innato e acquisito contribuiscono.

Così come esistono cani più aggressivi e cani più remissivi, e proprio come ogni cane, in modo relativamente indipendente dalla predisposizione innata, tende a diventare simile al padrone che lo ha educato (QUANDO lo ha educato, perché troppe persone, dal mio punto di vista, prendono cani e altri animali senza la dovuta disposizione a insegnar loro a convivere con l'ambiente in cui si trovano), allo stesso modo anche le predisposizioni temperamentali delle persone possono essere mitigate e cambiate, se necessario. Con la dovuta motivazione da parte dell'interessato, ovviamente.

Oltretutto sta trascurando - o forse rifiutandosi di riconoscere - una cosa fondamentale: che le risposte acquisite, le seconde risposte, come le ha chiamate lei, possono divenire più autentiche delle prime.

Ogni spontaneità non è altro che l'ultimo degli apprendimenti divenuto abitudine.

Discorso a parte meriterebbe l'egoismo. L'accezione che comunemente se ne dà è negativa, ma invece può essere dimostrato, anche qui dati alla mano, che un egoismo "flessibile" e che tiene conto dei bisogni degli altri, è positivo sia per l'individuo che per il gruppo.

#6
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Dr.ssa Franca Scapellato

E' uno studio molto interessante, però non so se sarebbe applicabile in una cultura europea e impregnata di cattolicesimo come la nostra. Negli USA prevale l'etica protestante, e non importa se si è credenti/praticanti o meno: se hai successo Dio è dalla tua parte, e viceversa.

#7
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Dr. Giuseppe Santonocito

Ciao Franca

Probabilmente la differenza si rivelerebbe simile a quella fra l'espressione delle emozioni fra occidentali e giapponesi: entrambi le riconoscono e le sentono allo stesso modo, ma i giapponesi le esprimono in modo meno evidente.

Analogamente, se ripetessero l'esperimento del Monopoli in Italia il giocatore vincente gongolerebbe lo stesso dentro di sé, ma magari lo darebbe meno a vedere! Forse direbbe al perdente: "Permesso, grazie, scusi" ;)

Invece per quanto riguarda le auto sarebbe più semplice: qui non si fermerebbe nessuno, né SUV né utilitarie!

#8
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Dr.ssa Franca Scapellato

Non sono d'accordo: da noi oltre all'ipocrisia culturale c'è attualmente un'aggressività manifesta nei confronti di chi ha di più, connotato come evasore, mafioso, ladro ecc, quindi secondo me le "cavie" italiane con meno soldi sarebbero state meno rassegnate. Il recente black out a Cortina ha fatto gongolare tanti, perché sono stati puniti i "ricchi" (che invece sono scappati in massa, provocando una bella perdita a chi vive di turismo). Di anziani e bambini dei paesi vicini al buio e al freddo, senz'acqua e senza luce, della roba da mangiare buttata ecc non importa a nessuno, purché i ricchi soffrano... no, secondo me l'esperimento in Italia avrebbe risultati differenti.

#9
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Dr. Giuseppe Santonocito

L'aggressività manifesta verso chi ha qualcosa la vedo anch'io, ma in questo momento, se devo dire la verità, soprattutto da parte delle istituzioni.

Siamo tutti trattati come evasori, ladri ecc. Come italiano di fronte allo Stato sei colpevole fino a prova contraria. Non sulla carta, ma nei fatti. Se hai una prima casa sei un possidente birichino e quindi ci devi pagare sopra un fracco di tasse.

Siamo all'assurdo che un cosiddetto evasore totale, in questo paese, dato che è comunque costretto a pagare le imposte indirette, come l'Iva sui prodotti ecc., alla fine paga sempre più tasse che in altri paesi.

A parte questo (scusa lo sfogo) credo di capire ciò che dici e lo condivido. La cultura protestante è molto diversa dalla nostra, certo; dio favorisce i ricchi e punisce i poveri. Ma bisogna anche considerare che l'esperimento del Monopoli, se è a quello che ti riferisci, è stato fatto in laboratorio.

Pensa all'effetto autorevole dello sperimentatore (dio) che arbitrariamente (lancio di una moneta) stabilisce fin dall'inizio che uno dei due sarà ricco e l'altro povero. Non pensi che un setting di questo tipo possa essere in grado di indurre un certa compiacenza nel ricco e rassegnazione nel povero?

Teniamo conto che l'esperimento psicologico in laboratorio può dare risultati diversi dallo stesso esperimento condotto in modo etnografico/antropologico.

#10
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Dr.ssa Franca Scapellato

Condivido pienamente, per quanto riguarda l'atteggiamento rapace dello Stato, in più purtroppo c'è la "sindrome dei polli di Renzo (Tramaglino)", come la chiamo io: sento commenti assurdi contro i commercianti, c'è gente che esulta perché in piazza i bar "dei ricchi" sono falliti, ci becchiamo tra noi.
Per quanto riguarda l'esperimento, concordo sul fatto che in laboratorio è un'altra cosa.
Però gli anglosassoni sono quelli che a scuola non copiano, perché sarebbe una vergogna, da noi si gira col bollo auto taroccato e si mangiano le cozze crude a rischio colera, perché dell'autorità non ci si fida, è un altro pianeta, nel bene e nel male.

#11
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Il commento della d.ssa Scapellato secondo me conferma l'analisi del dott. Santonocito. Il fatto che in Italia il ricco venga invidiato e odiato non fa altro che ribadire l'aggressività dell'essere umano qundo si tratta di conquistare i beni materiali necessari alla sopravvivenza e alla riproduzione. Chi invidia il ricco vorrebbe essere al suo posto. La rabbia sociale verso i commercianti e in generale le partite IVA deriva dal fatto che molti che pagano le tasse perchè sono costretti e invidiano chi può evadere almeno un po'. D'altra parte se si chiedesse agli evasori se si sentono in colpa, la risposta sarebbe no, perchè, proprio come mostra l'esperimento, chi si arrichisce ritiene di farlo grazie alla proprie capacità e certo non perchè evade (anche se in parte è proprio grazie a quello).
Inoltre è vero che in Italia c'è una cultura cattolica che tende ad essere più egualitaria e, almeno a parole, meno favorevole alla ricchezza, ma questa caratteristica si sta perdendo anche perchè il capitalismo è competizione e aggressità ovunque. Tant'è vero che l'Italia è uno dei paesi dove è più alta la disuguaglianza dei redditi, con un'elevata differenza tra ricchi e poveri e una ripartizione squilibrata della ricchezza, al livello degli USA. E' il paese europeo con le differenze sociali più marcate. Come si spiega tutto ciò con il fatto di essere cattolici? Non è che forse a parole siamo cattolici, ma nei fatti siamo molto aggressivi nel voler conquistare, con ogni mezzo, la ricchezza?

#12
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Mi corrego, l'Italia è il secondo paese in Europa per disparità nella distribuzione dei redditi. Il primo è la Gran Bretagna, ma non cambia la sostanza di ciò che volevo dire.

#13
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> è un altro pianeta, nel bene e nel male
>>>

Concordo, è proprio questa considerazione che mi ha fatto scrivere altrove che dovremmo decidere una buona volta se vogliamo essere davvero europei o no.

Se decidiamo per il sì, dobbiamo diventarlo davvero. Perché fare finta di voler essere europei restando in realtà italiani, ci sta costando troppo.

#14
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Dr. Giuseppe Santonocito

Utente 304127,

Sì, e io credo che la rabbia (invidia) sociale, che da noi è sempre esistita, stia aumentando perché chi ha sempre avuto poco ora si vede sottrarre dallo Stato anche quel poco che ha.

Ma la cosa curiosa da spiegare è: come mai, invece di prendersela con chi glieli toglie, la gente se la prende con chi ce li ha (l'esultare in piazza per la chiusura dei bar dei "ricchi", come riporta la D.ssa Scapellato)?

Non sarà perché l'italiano medio, pur non fidandosi dell'autorità, in realtà ne conserva un timore reverenziale, sentendosi più suddito che cittadino? Che identifichi, in un certo senso, lo Stato con dio? E che quindi dirotti la sua rabbia su un obiettivo meno "sacro" e più a portata di mano?

#15
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Dott. Santonocito, ha ragione nel dire che c'è troppo accanimento verso chi sta bene e ha i soldi. Secondo me, però, uno dei motivi per cui c'è tanto astio verso i ricchi è che spesso in Italia la ricchezza è ottenuta con comportamenti illeciti. Negli ultimi 15 anni c'è una categoria di cittadini, salariati e stipendiati, che ha subito continue vessazioni. La prima, vera, truffa ai loro danni è avvenuta nel 2002, quando i commercianti (anche i bar dei ricchi) hanno speculato selvaggiamente sul cambio euro/lira e si può dire che, da allora, il ceto medio ha iniziato la sua crisi. In secondo luogo le cifre dell'evasione: 150 miliardi di euro all'anno di mancate entrate che costringono lo Stato a tassare sempre i soliti noti (lavoro dipendente). Ecco, il cittadino sa bene che molti ricchi (ora in difficoltà) per anni non hanno rilasciato scontrino o ricevuta e adesso non hanno molta compassione per loro. Lo Stato è pure colpevole, ma è un'entità astratta, mal gestita e sperperona, che i cittadini tuttavia non individuano con facilità. Il bar sottocasa è più facile da prendere di mira (a volte non proprio a torto).

#16
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Dr. Giuseppe Santonocito

>>> Lo Stato è pure colpevole, ma è un'entità astratta, mal gestita e sperperona, che i cittadini tuttavia non individuano con facilità. Il bar sottocasa è più facile da prendere di mira (a volte non proprio a torto).
>>>

La penso anch'io così, ma secondo me è più un commento sulla miopia che impedisce di vedere chi prende soldi a chi, non sulla dirittura morale dei ricchi (a proposito: esistono ricchi onesti e poveri disonesti, non dimentichiamolo).

Il discorso che va per la maggiore oggi è: "Se tutti pagassero le tasse, tutti ne pagherebbero di meno", ma secondo me è una ipersemplificazione che non rende pienamente conto di come stanno le cose e alla quale si può sempre contrapporre una tesi di segno opposto: "Chi non ruba non è onesto, ha solo paura di essere beccato", come sostengono criminologi e real-pessimisti in genere.

E così si ritornerebbe al concetto di avidità atavica che tanto le sta caro...

#17
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Utente 462XXX

lo studio evidenzia obbiettivamente i contenuti relative alle disuguaglianze di comportamento tra ricchi e poveri, dove "in soldoni", i primi risultano strafottenti, presuntuosi e capaci di appiccicarsi una medaglia al petto anche quando la sorte accidentale della monetina gli ha portato semplice fortuna. Mi sarebbe comunque piaciuto vedere, in giorni differenti, il comportamento degli stessi dall'altro lato del tavolo. Mentre i commenti seguenti secondo me mancano di una certa focalizzazione....Secondo la classifica dei super ricchi di Forbes, i miliardari del pianeta sono raddoppiati: erano 793 nel 2009 oggi sono 1645. E non solo. Tra il 2013 e il 2014, le 85 persone più ricche al mondo hanno aumentato la loro ricchezza di 668 milioni di dollari al giorno, quasi mezzo milione di dollari al minuto, questi sono gli ultimi dati, nel tempo a dietro (almeno l'ultimo secolo) le cose erano uguali in termini di disparità, ovvero c'è sempre stata una crescente ricchezza in quelli che erano già ricchi e un aumento di persone povere nella popolazione mondiale, bene in tutto questo leggo commenti prodotti da menti scientifiche (laureate in medicina) come ad esempio la dottoressa ...... riassumendo terra terra dice che i poveri sbagliano a prendersela con i ricchi, così additando per primi i poveri, citando storie come quella del black out di Cortina, Ps. c'erano tante altre località del Cadore, più piccole, meno note, ugualmente travolte dalla neve e dai disagi e nessuno ne ha parlato per giunta i soccorsi sono arrivati ultimi in quelle località, cerchiamo di fare le persone serie..... Si dice che i poveri nutrono sentimenti negativi verso i ricchi e poi loro stessi in periodi così delicati, dove molti Italiani dormono in macchina, si fanno intervistare in tv alla guida di macchinoni cercando quanto più di ostentare la loro ricchezza, vedi fenomeni dei nostri tempi che si gongolano facendo i def...enti nel web bevendo champagne e mangiando caviale .....però ai poveri, già provati dalla propria condizione sociale, gli si dice semplicemente che per primi devono essere loro a muoversi rivolgendosi allo stato, affinchè si creino leggi adatte a ridurre disuguaglianza o dicendogli frasi eticamente corrette, mentre gli stessi ricchi che parlano così bene, intanto con le mani raccolgono miglioni di euro.

Finchè i ricchi non si uniranno ai poveri non si risolverà il problema, vedendo l'esperimento e i commenti ad esso associati si capisce chiaramente che i ricchi ragioneranno da ricchi volendo una chiara distinzione dai poveri e niente cambierà se non in peggio per chi ha lanciato la monetina e gli è uscito croce.

#18
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Utente 462XXX

PS. in ordine generale non sono i poveri ad avere un odio innato verso i ricchi, più semplicemente sono i ricchi ad essere persone generalmente più odiabili proprio per quello che è emerso scientificamente nell'esperimento, per citare qualcosa: nell'esperimento quello con il "macchinone", si ferma in prossimità delle strisce pedonali il 50% in meno rispetto al povero proprietario di "utilitarie", il ricco che per l'appunto sa di esserlo, dimostra maggiormente comportamenti di celebrazione della propria forza, già solo questo, persino in un gruppo di amici, alla lunga può dar fastidio (eeeh che bella cosa l'umiltà, sopratutto quella che ritroviamo molto raramente in alcuni ricchi) ....ancora nell'osservazione numero 4 si evince che il ricco diventa più rude nei confronti di quello in difficoltà, il che è ancora una dimostrazione della propria forza, proprio come avviene oggi per i "i ricchi fenomeni mediatici" che si comportano come cani che urinano per marcare il territorio o i gorilla che si battono il petto, la tigre che ruggisce per far vedere la sua forza ecc (qualcuno disse che l'uomo è poco più di un animale, ricchi e poveri,concordo ) i ricchi barano di più, sono meno generosi ecc ecc tutti questi comportamenti sono emersi nell'esperimento ma i comuni mortali li percepivano già. Sono atteggiamenti in grado di mettere in cattiva luce qualsiasi persona al mondo e visto che i ricchi lo fanno maggiormente sono loro stessi a rendersi più odiabili e non si faccia passare tra le righe, che i poveri odiano quasi "ereditariamente" i ricchi.

#19
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Dr. Giuseppe Santonocito

Non sono sicuro di aver capito il nocciolo del suo ragionamento, ma ho l'impressione che non abbia colto il senso dell'esperimento.

Esse odiosi è certo una possibilità, ma odiare non è né ereditario né ineluttabile, è una scelta. Scelta che tuttavia può essere indotta dallo status socioeconomico.

I partecipanti alle prove erano persone comuni, prese a caso. Lo status di ricco o povero era creato artificialmente dagli sperimentatori. Quindi non è che i ricchi siano geneticamente odiosi o spocchiosi, così come i poveri non odiano ereditariamente: entrambe le condizioni possono essere indotte dalle circostanze.

Le implicazioni politiche che sovrappone al suo commento possono essere condivise o respinte, ma non riguardano esattamente ciò che volevano mostrare gli sperimentatori.

Glielo dico da povero a cui piacerebbe essere ricco ma che non per questo odia chi lo è già.

#20
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Utente 462XXX

Il titolo della sua pagina è : "essere ricchi rende cattivi?"

forse io, non ho capito il nocciolo del suo ragionamento, ma l'esperimento non è opinabile.

Gli esperimenti mostrano due tipi di individui, alcuni in situazione simulata di potere economico(ricchi) , altri in situazione opposta (poveri)

I dati dell'esperimento non danno adito a "ragionamenti politicamente opinabili" ma dimostrano che chi si trova in situazione di potere economico ha un certo tipo di atteggiamento che è opposto a chi si trova in povertà.

i primi dimostrano atteggiamenti come esempio :

1) Il giocatore ricco iniziava a muovere il segnalino in modo molto più rumoroso, sbattendolo su ogni casella mentre procedeva.

2) Emissione di comportamenti di forza e celebrazione da parte dei ricchi, come alzare le braccia in segno di vittoria, gridare “Wow!” e simili.

4) Mentre il gioco procedeva, uno degli schemi più impressionanti che i ricercatori hanno visto emergere è che il giocatore ricco diventava più rude nei confronti dell’altro.


ecc ecc

questo non lascia adito a opinioni....

la simulazione prova che:
chi è in situazione di potere (ricco) ha quegli atteggiamenti "un pò sbruffoni" di cui sopra, che, aggiungo io, in una comunità possono essere percepiti come "irritanti".(soprattutto in momenti delicati come quelli che stiamo vivendo oggi)

Nei commenti sopra avete scritto di come i poveri se la prendevano con i ricchi, odiandoli .... cit. "da noi oltre all'ipocrisia culturale c'è attualmente un'aggressività manifesta nei confronti di chi ha di più" .....ancora...... "non importa a nessuno, purché i ricchi soffrano"......ancora .... "L'aggressività manifesta verso chi ha qualcosa la vedo anch'io" ecc ecc .......

senza però prendere in considerazione i motivi per i quali si arriva a quella situazione, in questo caso i risultati dell'esperimento, almeno in buona parte, lo spiegano bene, poi ovviamente ci sono altre considerazioni sociali che possono spiegare i sentimenti che generalmente hanno i poveri verso i ricchi, ma qui si parla dei risultati inequivocabili dell'esperimento riportato sopra.

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