Gabriele Paolini e le "baby escort": i corpi dei nostri figli in vendita?
Dalla cronaca di questi ultimi giorni apprendiamo due notizie che, a distanza di poche ore l'una dall'altra, portano alla ribalta il tema della prostituzione minorile e del suo sfruttamento.
Si tratta del giro delle cosiddette "baby escort", scoperto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, e che sembra coinvolgere anche alcuni genitori, nonchè escort "professioniste", e dell'arresto di Gabriele Paolini, il noto "disturbatore televisivo" che ha costruito una sua personale notorietà con le intrusioni durante i servizi giornalistici televisivi, per induzione alla prostituzione minorile e produzione di materiale pedo-pornografico.
Non voglio approfondire i fatti di cronaca: ne parlano giornali, TV, siti, blog e social network, e chi volesse può trovare maggiori informazioni con grande facilità.
Al di là dell'ovvia condanna per l'USO a scopo sessuale del corpo di minorenni (perchè di questo si tratta), quello che differenzia queste storie dai numerosi casi di abuso sui minori è il fatto che i minori in questione "sembrano" consenzienti.
Non mi riferisco al fatto che si siano o meno dichiarati favorevoli ai rapporti sessuali proposti, o che li abbiano potuti proporre loro. Mi riferisco ad una condizione psicologica di inconsapevolezza dei propri diritti, di difesa delle proprie prerogative personali, di rispetto per sè e per il proprio corpo.
Queste storie di ragazzini e ragazzine, a volte appartenenti a "buone famiglie", che si prostituiscono per ricariche del cellulare o per un giobbotto firmato, ci sbattono in faccia con violenza il nostro fallimento come generazione di adulti.
A quali valori stiamo educando i nostri figli? Quali messaggi trasmettiamo loro con le nostre condotte? A quali mete personali ed esistenziali li stiamo guidando? Al consumo, alla conquista del potere, al disprezzo del valore e della dignità umani? All'uso del corpo come "merce di scambio" per ottenere ciò che desideriamo, scambiandolo spesso con ciò di cui abbiamo bisogno? Al culto esasperato dell'immagine, dell'apparire, della superficie? Alle scorciatoie, alla vittoria dei furbi e furbetti?
Questa "pornografia esistenziale", lungi dall'essere tratto comune a tutta una generazione, è comunque spia e segnale di un degrado dei rapporti che, da adulti ed educatori, non possiamo più ignorare. Ed è nostro preciso dovere ricostruire dei modelli credibili e prosociali di relazione interpersonale, fondati sul riconoscimento dell'Altro come "portatore di diritti", come Essere Umano, e di Sè come suo pari; sulla distinzione tra desideri e bisogni; sull'esercizio dell'ascolto; sulla definizione di mete ed obiettivi di vita che restituiscano dignità alle persone e li sottraggano alla schiavitù dell'apparire per esistere, ed all'abbraccio dolce e velenoso di Narciso.
Una precisazione. Questo post non intende essere un post di condanna nei confronti dei genitori. Non conosco le vicende, se non da ricostruzioni giornalistiche, non so proprio nulla di loro, e non è compito di uno psicologo "giudicare moralmente", anche se, ovviamente, ho i miei principi ed i miei valori personali cui mi riferisco. Vuol essere soltanto uno spunto di riflessione, ed un grido di allarme. Perchè se è vero che esistono pedofili e sfruttatori, è anche vero che i nostri ragazzi e ragazze sono davvero troppo soli in un tempo che spesso non si cura abbastanza di loro, vittime e carnefici di sè stessi prima che degli altri.