Il bisogno di “forti” emozioni. Pornografia emotiva e rischio
“Si crede di inseguire la felicità; non si inseguono che le emozioni”
Jean Josipovici 1989
23 settembre, un auto guidata da un minorenne nei pressi di Roma investe un'altra vettura, gravi entrambi i conducenti. 22 settembre, un mezzo con a bordo 5 giovani, sfrecciando ad alta velocità, si schianta contro un ostacolo a Milano, due i feriti gravi. Queste sono notizie non-notizie. Purtroppo il bollettino di ragazzi (e non) che, infrangendo il codice della strada, provoca danni a se e agli altri è quotidiano. E’ una questione di adrenalina? Di bisogno di forti emozioni? Da dove origina questa necessità? Proviamo a specificare meglio.
La preferenza di alcuni individui per le emozioni forti non è certo un fenomeno nuovo. Già quaranta anni fa Zackerman descrisse i “cacciatori di sensazioni” (sensation seekers), caratterizzati da un incessante bisogno di forti eccitazioni, di provare esperienze esaltanti sempre nuove e diverse, dal rifiuto della monotonia e della routine quotidiana. Per poter raggiungere il loro obiettivo, non esitano ad assumere rischi personali e sociali, che affrontano con impulsività e scarso controllo. Seconde l’autore, questo tipo di comportamento è biologicamente determinato. Sarebbe il genoma umano a rendere le persone bisognose di emozioni. Sebbene affascinate, l’ipotesi di Zackerman, non può spiegare da sola l’incredibile impennata di situazioni a rischio che quotidianamente le cronache ci riportano. La necessità del pericolo, dell’azzardo, è attualmente un fenomeno sociale.
Riteniamo che in particolare i mezzi di comunicazione abbiano contribuito ad innalzare l’”asticella” delle emozioni, che sono diventate l’amo per catturare gli spettatori/consumatori. Ogni giorno scene di “pornografia emotiva” entrano nelle case attraverso talk show, tribune elettorali, salotti televisivi. Come nel caso della pornografia sessuale, gli affetti sono amplificati, “sbattuti” in primo piano a favore di telespettatori affamati di lacrime, amore, rabbia ed esaltazione. Il risultato è che quello che appariva eccitante ieri oggi è noioso. Tutto ciò che non è degno di emozione non può essere vissuto con soddisfazione. Ad adeguarsi a questo tipo di cultura sono soprattutto gli adolescenti, in cui l'urgenza di provare intense sensazioni rappresenta il “marchio di fabbrica” della fase evolutiva. Il bisogno di comprendere se stessi, la necessità di costruire la propria identità, spesso porta i giovani alla ricerca di situazioni pericolose, in cui possono sperimentarsi.
Tuttavia, l’esigenza di adrenalina attualmente accomuna persone di tutte le età: uomini maturi si lanciano in sport acrobatici come il deltaplano o il bangi jumping, altri ignorano qualsiasi divieto, utilizzando la statale come un autodromo. Anche il crescente utilizzo di sostanze psicoattive eccitanti, cocaina ed anfetamina in primis, rappresentano un mezzo artificiale per provare emozioni nuove. Essere fuori dall’ordinario è diventata la nuova moda. Una vera e propria trappola per l’identità.
Infatti, questo modo generalizzato di vivere gli affetti pone, su un piano psicologico, numerosi problemi, simili a quelli provocati da una tossicodipendenza. Ogni obiettivo raggiunto da rapidamente assuefazione, trasformandosi celermente in noiosa routine. La persona, per essere appagata, è costretta a ricercare continuamente nuove esperienze, possibilmente più eccitanti delle precedenti. Uno scopo come questo, nel lungo periodo, diventa irraggiungibile, aprendo la strada a tendenze depressive che si alternano a momenti di esaltazione. Come gli psicologi cognitivi hanno evidenziato, la depressione è soprattutto connessa al modo in cui le persone interpretano gli eventi. Per questo le strategie per una vita equilibrata implicano la necessità di valorizzare il raggiungimento delle mete prefissate, senza ricercarne immediatamente di nuove.
Ance sul piano delle relazioni, la nuova ideologia sociale della ricerca emozionale produce conseguenze negative. Soprattutto all’interno della coppia, dove il “faticoso vivere insieme” è sostituito dalla necessità di provare continuamente l’ebbrezza dell’innamoramento, contribuendo alla costruzione di rapporti sempre più inconsistenti, deboli. Allo stesso modo ne risulta danneggiato il rapporto con i figli, ora che pure le persone adulte sono state contagiate da questo stile di vita. Infatti non solo i bambini ma anche gli adolescenti hanno bisogno di sicurezza e stabilità, soprattutto negli affetti; padri e madri alla continua ricerca di stimoli anche nei figli non sono in grado di offrirne. Come i figli non chiedono ai genitori di sorprenderli ogni momento, anche la famiglia non può pretendere che il bambino mostri quotidianamente chissà quale prodezza. Attendiamo, un po’ rassegnati, nuove notizie dalla cronaca.
Fonti
http://www.romatoday.it/cronaca/incidente-stradale/via-salaria-23-settembre-2013.html