Come litigano marito e moglie? Il senso del conflitto nella coppia

francesco.mori
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo

"La differenza fra i litigi degli innamorati e gli incontri di box è che non c'è un arbitro. Nessuno ti dice quali colpi sono sotto la cintura o quando andare nei rispettivi angoli

Carrie Bradshaw, in Sex and the City

 

Molti dei lettori si rispecchieranno nel seguente esempio:
 

Laura è una donna giovane, lavoratrice e madre di un bambino; Marco, il marito, un piccolo imprenditore, orgoglioso del suo lavoro e della sua famiglia. I due tuttavia litigano spesso. L’ultimo litigio ruota attorno ad un nuovo e costoso giocattolo che Laura ha acquistato per il figlio. Il marito l’accusa di spendere troppo, per se e per il bambino. Lei ribatte che lui non bada a spese per i suoi hobby, la pesca e la motocicletta. La discussione si protrae per dieci minuti, finché Marco non sbotta dicendo: “Sei testarda e spendacciona come tua madre e così diventerà nostro figlio”. Sbatte la porta, se ne va in un'altra stanza, chiuso nel mutismo risentito.
 

Perché Laura e Marco litigano? E’ davvero per il denaro?
A mio avviso, rimanendo su ciò che è visibile, la spiegazione rischia di essere superficiale. Ciò che risulta insopportabile per Marco è non essere stato interpellato prima dell’acquisto. Il nodo dei continui conflitti tra i due non è il “denaro” bensì l’assenza di coinvolgimento reciproco nei processi decisionali di coppia.

La ricerca psicologica relazionale ha evidenziato come i coniugi non discutono soltanto intorno al contenuto del conflitto, ma soprattutto rispetto alle regole relazionali che il singolo scontro racchiude. Le componenti relazionali della discussione, sebbene all’origine degli scontri, rimangono inespresse e di conseguenza le lotte si susseguono. Tra i temi centrali dei litigi troviamo la fiducia, la qualità della comunicazione, il potere, la partecipazione reciproca ai processi decisionali, ecc.  Diviene dunque fondamentale far emergere i nodi sottostanti le discussioni al fine di evitare che il conflitto si cronicizzi, “saltando” da un argomento all’altro.

 

Un altro aspetto tipico dello scontro di coppia è l’escalation distruttiva. Nel esempio precedente si passa dal discutere di aspetti pratici (denaro e giocattoli) a veri e propri attacchi personali (in sintesi Marco ferisce Laura nei suoi legami significativi). Questo “stile” di gestione del conflitto si fonda su un innalzamento progressivo di negatività, per cui un coniuge risponde all’altro in modo un “po’ più negativo” ad ogni scambio, fino a che uno dei due non si ritira, lasciando il campo pieno di tensione e, di fatto, pronto per nuovi scontri. Avere un atteggiamento costruttivo, fondato sull’ascolto, la negoziazione, l’utilizzo della prima persona rispetto all’accusatorio “tu” (un conto è dire “sei sempre assente e distante”, un altro affermare “vorrei che parlassimo di più”) consente di utilizzare il litigio per crescere e cambiare la relazione.

 

Un’altra caratteristica comune ai litigi è l’evitamento. Anche Marco alla fine se ne va sbattendo la porta. Quando la tensione diviene insopportabile o attacchiamo la fonte del “disturbo” nel tentativo di primeggiare (appunto il litigio distruttivo) o ce ne allontaniamo (evitamento). Sfuggire alcuni argomenti “caldi” in un rapporto non è necessariamente una strategia errata. Vi è un tempo opportuno ed uno meno opportuno per affrontare argomenti critici in una coppia (da quello sessuale ai rapporti con le rispettive famiglie di origine). Dirsi tutto, sempre, in qualsiasi momento, è una modalità irrealistica di relazione e anche sottilmente violenta. Quindi evitare, a volte, può favorire il mantenimento dell’armonia. Diverso il discorso nel momento in cui l’evitamento diventa una modalità standard di uno dei coniugi, specie se conseguente ad una richiesta di aiuto da parte dell’altro. Le ricerche psicologiche, infatti, hanno dimostrato come la sequenza “richiesta-ritiro, se è una modalità stabile nelle coppie, può provocare danni alla relazione. Quello che è in discussione è l’assenza di un obiettivo comune. Un coniuge vuole affrontare, sviscerare, trattare la questione, l’altro, invece, non vuole sollevare problemi o pensa che non ve ne siano. Pare che le coppie felici usino molto poco questa modalità. Piuttosto, quando per qualche motivo non riescono ad affrontare un problema, usano modalità congiunte di evitamento.

 

Vorrei concludere questa breve panoramica sul “litigio di coppia”, sottolineando come non vi siano soluzioni “rapide” per la gestione dei conflitti. Le coppie soddisfatte del rapporto sembrano essere in grado di comunicare e agire un atteggiamento di impegno “a lungo termine” nella relazione. Questo consiste nella capacità dei partner di guardare oltre lo scontro momentaneo, evitando di reagire agli attacchi con attacchi, e di trasmettere all’altro come per la persona sia più importante il legame che il momentaneo beneficio personale. Una coppia, in definitiva, funziona nel momento in cui sa scommettere rischiando (l’esito infatti è incerto…) sull’importanza del rapporto, pensandolo come qualcosa per cui valga la pena lottare.  

Data pubblicazione: 22 settembre 2013 Ultimo aggiornamento: 10 ottobre 2013

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