Cyberbullismo, le conseguenze di una nuova forma di violenza

francesco.mori
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo

E in che cosa consiste fondamentalmente un modo civilizzato di comportarsi? Consiste nel ridurre la violenza. È questa la funzione principale della civilizzazione ed è questo lo scopo dei nostri tentativi di migliorare il livello di civiltà delle nostre società.” 

Karl Popper,1994

 

Il suicidio di ieri, 14/09/13, avvenuto negli USA (stato di Washington) che ha coinvolto una dodicenne, istigata alla morte dalle offese comparse sui social network, ci riporta alla mente il caso della quattordicenne Carolina Picchi, morta giovanissima gettandosi dal balcone di casa, nei pressi di Novara, all’inizio di quest’anno. La ragazza italiana si è uccisa dopo che su facebook fu postato un video in cui era oggetto di una violenza sessuale di gruppo. Da quel giorno, con forza sempre maggiore, l’opinione pubblica ha cominciato ad occuparsi di cyberbullismo. Ma che cosa è il cyber bullismo? Quali sono le dinamiche psicologiche che lo caratterizzano? Cosa spinge i ragazzi a questa pratica e quali possono essere le conseguenze per la vittima?

 

Il bullismo è un fenomeno che precede la sua definizione. Infatti, la psicologia ha iniziato ad occuparsene in tempi relativamente recenti, non prima degli inizi degli anni ’90. Con questo termine viene descritto un insieme di comportamenti ripetuti, esercitati da un singolo ma, più frequentemente, da un gruppo,  in cui qualcuno (l’aggressore) fa o dice qualcosa al fine di dominare, umiliare, o comunque esercitare una qualche forma di potere su un’altra persona (la vittima). Il contesto a cui generalmente il bullismo è associato è la scuola, mentre il bullismo in azienda si chiama Mobbing.

Tali comportamenti non avrebbero dunque a che fare con i normali conflitti o rivalità tra ragazzi, si tratterebbe piuttosto di vere e proprie prepotenze preordinate, aggressioni sistematiche, con continue violenze fisiche, verbali, morali e psicologiche, nei confronti di soggetti incapaci di difendersi. Le conseguenze di queste azioni riducono spesso la vittima ad una condizione di soggezione, di sofferenza psicologica, isolamento ed emarginazione, nei confronti di tutto il gruppo classe e, in alcuni casi, di tutta la scuola.

 

Negli ultimi anni, grazie all’ascesa dei social network, le azioni “concrete” del bullo si sono spostate dai banchi di scuola all’arena virtuale, con una frequenza sempre maggiore. Una recente ricerca (febbraio 2013), effettuata dall’organizzazione Save the children, ha evidenziato come più di due ragazzi su tre (72%) avverte il cyberbullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del proprio tempo. Per cercare di coglierne le caratteristiche ci viene in aiuto la psicologia sociale. Ciò che caratterizza il cyberbullismo è il far circolare su internet informazioni, immagini o video, spiacevoli, private e offensive. Rispetto al bullismo che avviene nella vita reale, l’uso di strumenti elettronici conferisce al cyber bullo alcune caratteristiche proprie:

In primo luogo, l’illusione dell’anonimato; infatti, anche se tutto ciò che circola on line lascia della tracce, l’assenza di una vessazione concreta deresponsabilizza apparentemente l’aggressore, che si sente più “protetto”. In ogni caso, questo peggiora la sensazione persecutoria della vittima, che può avere maggiori difficoltà nel risalire al molestatore.

In secondo luogo, c’è un indebolimento delle remore morali;  infatti l’anonimato, associato alla possibilità di presentarsi sul web come un’altra persona, rafforza nell’aggressore l’idea di essere al sicuro dalle conseguenze. Questo è lo stesso meccanismo che porta le persone allo stadio ad essere aggressive; c’è l’illusione che essendo in tanti la responsabilità delle proprie azioni sia condivisa.

Infine, c’è un’assenza dei limiti spazio temporali; infatti, mentre nel caso del bullismo scolastico, l’aggressione avviene in momenti e contesti specifici, l’onnipresenza del web rende l’attacco sempre possibile, esponendo la vittima ad una costante azione vessatoria.

 

Quanto detto ci porta a concludere che se da un lato il cyber bullo si percepisce come un individuo protetto da una maschera virtuale, invisibile e, quindi, non accusabile o scopribile, dall’altro la vittima è avvertita dal vessatore non tanto come una persona reale, bensì come un’entità semi-anonima, non dotata di emozioni e sentimenti. La “distanza sociale” percepita, causata dal web, diviene un elemento fondamentale per comprendere l’efferatezza di alcuni comportamenti; infatti, in questo caso, mancano tutti quei feedback affettivi che fanno capire al bullo che l’altro sta soffrendo.

 

Attualmente il fenomeno tende ad essere arginato con azioni punitive e repressive; le autorità si occupano dei casi più eclatanti, punendo l’aggressore. Questo non basta. Data la sempre maggiore diffusione del fenomeno, diviene fondamentale una capillare opera di prevenzione che permetta di sensibilizzare i giovani circa le terribili conseguenze delle loro azioni. Infatti , oltre ai casi di maggiore risonanza riportati dalla cronaca, in cui la vittima si è suicidata, l’essere oggetto di vessazioni reiterate danneggia chi le subisce in modo talvolta irrimediabile. Vengono intaccate la stima di sé, la percezione delle proprie competenze sociali, diminuisce il sostegno relazionale ed aumenta l’isolamento. Da un punto di vista etico e di impegno sociale, anche noi, come professionisti della salute mentale, dobbiamo impegnarci maggiormente per ridurre il fenomeno, con campagne, progetti ed interventi. Il problema è sempre lo stesso: “dove sono le risorse?”.    

 

Riferimenti

http://qn.quotidiano.net/esteri/2013/09/14/950114-usa-florida-adoelscente-suicida-cyber-bullismo.shtml

http://www.giornalettismo.com/archives/957647/lho-insultata-ma-mi-ero-scusato/

http://www.savethechildren.it/IT/Tool/Press/Single?id_press=549

Data pubblicazione: 15 settembre 2013

1 commenti

#1
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Ex utente

Questo e' Un tema molto caro che dal mio punto di vista e'in strettissima relazione con gli errori filosofici,etici,comportamentali di chi si nasconde nella Volonta`di Potenza di Nietzche.La Vittima subisce un isolamento e tutto cio'che vede il SuperUomo di turno prevede l'annientamento delle relazioni oggettuali in cui e su cui insiste la storia umana,vissuta e concreta della Vittima.Per capire come riescano queste persone a disintegrare l'Altro e a porre una domanda demenziale:Come ho fatto ad Annientarti senza agire male fisico,dobbiamo capire il funzionamento psichico che lo alimenta.Per capirlo,bisogna studiare gli Psichiatri e la Psichiatria e la sua Filosofia,altrimenti questa storia non finisce.Negli anni del primo Novecento si decise a tavolino di interpretare la caduta dei valori cristiani come un fatto assolutamente positivo proponendo attraverso il simbolico la totale disintegrazione dell'Unita'biologica umana intesa come Essere Superiore dotato di Ragione su cui insiste nn la Volonta`di Potenza ma l'amore di un Creatore.Portando la distruttivita'nell'intimo umano attraverso immagini che contengono simboli di distruzione,il Bersaglio si suicida,finisce per prendere antidepressivi,antipsicotici etc etc facendo passare che tra reale e immaginazione c'e'una sguardo di intesa.In Realta'questa filosofia e'errata perche'se mi immagino Buono e agisco del Bene,io nn ho internamente la struttura umana da assaporare ovvero che l'Altro in carne e ossa sente la mia vicinanza.L'impostazione di tutta la Psicologia e Psichiatria e'errata perche'affronta la tematica senza partecipazione umana ma attraverso l'autoannientamento per ergersi a Osservatore imparziale dell'umano.In questa ottica nn essendo umano,l'interpretazione si basa solo su cosa si vede e pone degli errori molto seri con aporie che portano a pensare seriamente ad una schizofrenia controllata delle figure di Potere.La Vittima banalmente potrebbe spegnere il computer ma il punto non e'questo ma la capacità di scollegarsi da una figura pubblica Importante in cui manca l'umano.Questo e'facilmente verificabile anche su questo sito dove nella disciplina Psichiatria on line,lo Specialista usando una specifica modalita'psicologica demolisce l'idealizzazione nel medico specialista del sofferente.Questo modello determina sottomissione in chi non sa riconoscerlo.Sappiamo tecnicamente che significa questo agito e curiosamente mediciitalia ignora le nuove direttive ovvie sulla differenziazione tra interpretazione nosografica che e'orizzontale e interpretazione sindromica che e'verticale.Ci sarebbe molto da dire sulla prossimita'distale psichica che cambia quando si interagisce con strutture che puntano bersagli ma cosa occorre capire e'che e'il nostro modello sociale in posizione Apicale ad essere errato.Le sentenze che leggiamo sono aberranti perche'sofismo non interpretazione reale del significato di umano che essendo diventato assolutamente indifferente senza l'interpretazione di una Autorità Idolo. Noi siamo passati da un modello etico cristiano che ci voleva simili a Cristo ad un modello Etico logico che ci vuole simili al Lapis Niger.Sono due esasperazioni.L'Uomo si deve collocare nel Mezzo tra le uniche due Scuole del Sapere concreto:Chiesa e Massoneria senza farsi tirare la "giacchetta"dalle due Scuole.Questa si chiama consapevolezza di saper mandare a quel paese un Bullo anche se e'il Presidente degli Stati Uniti e il Papa se mi perseguita per aver provato piacere sessuale,gioia negli acquisti,in una vacanza etc etc..La Psicologia purtroppo ignora le sue fonti o meglio gli psicologi che devono imparare e insegnare ad avere la mente a mente e a saper essere talmente in gamba da saper dominare il Dionisiaco,l'Apollineo a saper dire no al Dionisiaco e a saper accettare con moderazione i valori cristiani che poggiano sulla valorizzazione di senso della Carne Vivente su cui insiste la Distruttivita'e la Distruzione di Tutto.La Distruzione prevista Fuori nn dentro.Se ci abita,diventiamo i Mostri bulli in attesa di qualche ingenuo che proietti un ricordo umano di una Autorita'Buona e Benevola.Scoppiera'l'Altro da Noi ci accusera'e scotomizzera'trascendente e immanente inebetendoci e riducendoci cose e schiavi.Il modello narcisistico e'questo ed e'la base della nostra societa e continuo a non capire che senso abbia denunciare qualcosa che nei fatti nn interessa alle istituzioni.Fare le cose giusto per far vedere nn ha alcun significato umano.

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