Tirare i remi in barca salva i reni?

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo

Il rene è un organo che lavora in continuazione e sicuramente lavora anche molto. In 24 ore i reni producono circa 180 lt di filtrato a livello dei glomeruli dei quali ne riassorbono circa 178,5, producendo infine soltanto più o meno 1,5 lt di urina. Di notte il rene non sembra godere di uno stato di relativo riposo come altri organi. Il rene è circondato da una spessa capsula adiposa che ha funzioni di sostegno e di protezione. Ipotizzo tuttavia che questo cospicuo rivestimento di grasso possa servire anche alle esigenze energetiche del rene che probabilmente sono molto elevate.

C’è probabilmente una relazione tra dispendio di energie e funzionalità renale. Al riguardo la Medicina Tradizionale Cinese ritiene che alla nascita ci venga trasmesso con meccanismi ereditari un “quantum” di energia che dovrebbe garantirci un “tot” di anni di vita, variabile da individuo a individuo, e che questa energia sia in stretta relazione logistica con i reni e la loggia renale. Né è da dimenticare che in varie malattie renali venga prescritto dai medici il riposo, a volte molto rigoroso.

Due ricerche effettuate dalla Glaxo-Wellcome S.p.A. Italia nel 1994 con il Test sulla Qualità di Vita SF-36 e da me ripetute nel periodo 2004-2005, appaiono avvalorare questa ipotesi. Le ricerche della Glaxo sono riportate nel Manuale del Test.

Il test SF-36 è un questionario che valuta la percezione soggettiva dell’individuo riguardo il proprio stato di salute, intesa nelle sue accezioni fisico - psichica - sociale. Ai fini che ci interessano prenderò in esame soprattutto 3 delle 8 scale del test che misurano vari parametri e precisamente le scale denominate AF (Attività Fisica), RF (Ruolo e salute Fisica) e VT (Vitalità).

Riporto di seguito il significato dei Concetti e dei Punteggi (Alto e Basso) delle suddette scale:

Attività fisica (AF)    Punteggio Alto: Esercita tutti i tipi di attività, comprese le più impegnative senza alcuna limitazione dovuta alla salute   Punteggio Basso: Estremamente limitato nell'esercizio di tutte le attività fisiche, compreso il fare il bagno o il vestirsi, a causa della salute

Ruolo e salute fisica (RF)  Punteggio Alto: Nessun problema con il lavoro o con altre attività quotidiane a causa della salute fisica.  Punteggio Basso : Problemi con il lavoro e con altre attività quotidiane a causa della salute fisica


Vitalità (VT)  Punteggio Alto: Si sente sempre brillante e pieno di energia   Punteggio Basso: Si sente sempre stanco e sfinito

La Glaxo ha effettuato nel 1994 uno studio su 87 pazienti in dialisi ospedaliera confrontando i valori ottenuti all’SF-36 con quelli della Popolazione generale. Tutte le 8 scale del Test presentano nei dializzati valori significativamente inferiori a quelli della Popolaz. Gen..
Precedute solo dalla scala SG che valuta lo Stato di salute in generale, le scale AF e RF presentano i maggiori scostamenti dai corrispondenti valori della Popolazione (valori di z rispettivamente di -10,41 e -9,48). Volendo fare una graduatoria delle scale in merito ai  loro scostamenti dalla Pop. Gen., la scala VT occupa la sesta posizione (z= -5,13). I valori “z” indicano quanto le medie del campione si discostino da quelle della Pop. Gen.. Appare già quindi in questa ricerca, considerando i vari valori di “z”, una certa incongruenza tra percezione soggettiva delle proprie energie e effettiva capacità di svolgere attività fisiche che richiedono dispendio di energia.

Questa incongruenza tra le scale VT, AF e RF appare molto più evidente in una ricerca successiva della Glaxo, sempre del 1994, su un campione di 90 soggetti che avevano ricevuto un trapianto. In questo caso, le scale AF e RF sono sempre statisticamente e significativamente minori rispetto a quelle della Pop. Gen, anche se in misura minore rispetto allo studio precedente (z rispettivamente di
-6,66 e -4,31), ma la scala VT risulta invece addirittura significativamente superiore a quella della Pop. Gen (z= +3,63). Il valore di Vt in questo secondo studio risulta anche il maggiore in assoluto rispetto a misure della stessa scala rilevate negli altri 16 studi riportati nel Manuale del Test ed effettuati su diverse patologie.

I dati delle due ricerche della Glaxo sono stati sostanzialmente confermati da due mie ricerche successive condotte nel periodo 2004-2005, anche se gli scostamenti dalla Pop. Gen. risultano in media minori. 
In una mia ricerca su 41 soggetti in dialisi ospedaliera le scale AF e RF sono quelle che presentano, dopo la scala SG, i maggiori scostamenti dalla Pop. Gen., ma stavolta sono immediatamente seguite dalla scala VT.

In un mio studio su 64 soggetti con trapianto i valori di AF e RF risultano sempre significativamente inferiori a quelli della Pop. Gen (valori “z” rispettivamente di -2,86 e -7,99), ma il valore della scala VT coincide praticamente con quello della Pop. Gen. Permane e si evidenzia più o meno nei vari studi un’incongruenza tra le scale VT e le scale AF e RF.

Nel mio studio sui soggetti in dialisi ho effettuato anche 16 colloqui clinici con altrettanti pazienti. Da questi colloqui è emersa con molta frequenza una modalità di porsi dei pazienti nei rapporti sociali che potrei definire “molto generosa”. Essi hanno spesso riferito di essere stati grandi lavoratori, di aver speso una notevole mole di energie nel lavoro, per la società e/o per la famiglia; in definitiva hanno frequentemente fornito un ritratto di se stessi come persone che hanno “dato” molto e che spesso non hanno ricevuto un pari contraccambio in termini di denaro, assistenza, gratitudine ecc..

Tali dati emersi dai colloqui ben si accordano con i punteggi, osservati nei vari studi, della scala VT che risultano relativamente e piuttosto incongruentemente elevati. Essi si accordano anche con i punteggi di un’altra scala del test, finora non menzionata, la scala AS che misura le Attività Sociali. La scala AS, nei vari studi di cui si è parlato, ha un andamento simile a quello della scala VT.

E’ pertanto possibile ipotizzare che i soggetti che sono andati incontro a insufficienza renale abbiano un’alterata percezione per eccesso delle proprie energie, che abbiano investito in attività fisiche e psichiche più energie di quante il loro organismo era effettivamente in grado di spendere restando in equilibrio e che molte di queste energie siano state spese in attività a favore del prossimo e della società (attività sociali). Caratteristiche di personalità quali eccessiva generosità e altruismo costituirebbero pertanto un fattore di rischio per la salute dei reni.
“In medio stat virtus” e la prevenzione dell’insufficienza renale comincia presumibilmente anche e forse soprattutto dalla psiche.

Tabelle e grafici dei vari studi sono disponibili sul Manuale del Test SF-36 e al link http://www.cisp.info/697.mht, in un altro mio articolo più esteso nei contenuti, ma più complesso nell’esposizione.

BIBLIOGRAFIA

G. Apolone, P. Mosconi, J.E. Ware Jr, Questionario sullo stato di salute SF-36. Guerrini e Associati, Verona 1997

V. Sciubba, Qualità di vita e caratteristiche di personalità in soggetti in dialisi e con trapianto renale. Due studi osservazionali. Rivista telematica semestrale di Psicologia e Psicoterapia CISP n. 17//2011

Data pubblicazione: 27 luglio 2013 Ultimo aggiornamento: 02 novembre 2016

51 commenti

#1
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Utente 311XXX

Articolo gradevole, istruttivo e molto interessante.

#3
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Dr.ssa Paola Dei

Mi trovo in perfetto accordo con la collega Massaro. Articolo davvero interessante.
I maestri sostengono che il tesoro spirituale più grande è una scoperta "solitaria", e quando si lavora con malattie di ogni genere accade che ci si debba confrontare da soli con il dolore, ma grazie a Dio la faccia umana del nostro lavoro emerge in tutta la sua profondità e va molto al di là delle "banalità" quotidiane.

#5
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Dr. Giampiero Griselli

E’ pertanto possibile ipotizzare che i soggetti che sono andati incontro a insufficienza renale abbiano un’alterata percezione per eccesso delle proprie energie, che abbiano investito in attività fisiche e psichiche più energie di quante il loro organismo era effettivamente in grado di spendere restando in equilibrio e che molte di queste energie siano state spese in attività a favore del prossimo e della società (attività sociali). Caratteristiche di personalità quali eccessiva generosità e altruismo costituirebbero pertanto un fattore di rischio per la salute dei reni.
“In medio stat virtus” e la prevenzione dell’insufficienza renale comincia presumibilmente anche e forse soprattutto dalla psiche.
Generosità ed altruismo danneggiano i reni.
ACC....E io che ho dato l'euro al lavavetri ieri.....Mai più!!!!!:-))))

#6
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Dr. Francesco Quatraro

A beneficio del lettore
dissento dai paradossali contenuti dell'articolo,
visto che la sua lettura indurrebbe la conclusione ironicamente riportata dal collega Griselli:
"Generosità ed altruismo danneggiano i reni."

I FATTORI DI RISCHIO riconosciuti per malattie renali sono:
età avanzata, ipertensione arteriosa, diabete, sovrappeso, obesità, dislipidemia e fumo di sigaretta.

Tanto devo ai nostri lettori in SCIENZA e COSCIENZA

#7
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Dr. Giampiero Griselli

Obbiettivamente in bibliografia un questionario sulla salute del 1997 e uno studio osservazionale ,non index ,lasciano supporre che sia una conclusione della stessa autrice.Che non fa parte della categoria dei medici ,ma degli psicologi.
Nessun problema ,ma il fatto che la generosità danneggi i reni proprio è difficile da digerire :-)

#8
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Dr. Francesco Quatraro

... girovagando quà e là nel web:

un numero crescente di studi mostra come i gesti di GENEROSITA' ED ALTRUISMO influenzino il nostro BENESSERE. Gregory Berns, professore di psichiatria alla Emory University di Atlanta, ha scoperto, utilizzando tecniche di imaging cerebrale, che quando le persone mettono in atto comportamenti altruistici, nel loro cervello aumenta il flusso di sangue proprio nelle aree che vengono attivate dalla vista di cose piacevoli. Secondo un altro studio americano, apparso sulla rivista Nature Neuroscience, ci sarebbe addirittura una precisa regione del cervello, nell’emisfero destro, collegata al comportamento altruistico, che risponde in modo più attivo nelle persone benevole verso gli altri.

INOLTRE (visti i miei 187 cm. ... di altezza) SI LEGGE CHE
Essere posizionati fisicamente più in alto degli altri aiuta a sentirsi più generosi ed empatici: è quanto emerge da uno studio pubblicato su New Scientist da un gruppo di ricercatori dell'University of North Carolina (Usa) guidati da Lawrence Sanna secondo cui salire o stare più in alto degli altri - in cima a una scala mobile, al terzo piano piuttosto che al secondo - spinge a essere maggiormente compassionevoli.
I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti originali che hanno portato tutti nella stessa direzione: essere in alto rende più generosi.

PERTANTO SIATE GENEROSI ED ALTRUISTI ... NON PUO' CHE FARE BENE ALL'ANIMA ED AL CORPO!!!

#9
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Dr.ssa Valentina Sciubba

Scusate, nessun medico dice che in caso di malattie renali, molto spesso si prescrive un riposo più che rigoroso?
Mi sembra ci sia una superficiale lettura di ciò che ho scritto: non ho detto che essere generosi sia dannoso, ma l'esserlo eccessivamente. L'eccesso è sempre dannoso come dice anche la saggezza popolare. L'amore è anche amore di sé stessi, è uno scambio finalizzato al benessere di tutti, quando è malato, squilibrato, quando guarda al benessere altrui a detrimento del proprio (e questa valutazione può essere complessa e spetta molto più allo psicologo che al medico) comporta sicuramente più danni che utile.
Non possiamo scindere ciò che è unito e cioè mente e corpo.
Il test ha 11 item, ma ciascun item può avere vari gradi di risposta. Non è stato dato nessun test di personalità, ma è indubbia l'anomala elevazione delle scale segnalate sia nel mio studio che in quelli del manuale del test, studi statistici, non opinioni personali, e ciò deve pur avere un significato, soprattutto se si confronta con la prima frase di questa mia replica.
Volete dare un'altra lettura dei test? Gradirei se si rispondesse alla prima domanda di questa mia replica da parte di un nefrologo.

#13
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Dr. Alessandro Scuotto

Dott.ssa Sciubba,
mi permetto di rilevare nello scritto alcune imprecisioni di ordine medico (alcune di anatomia e fisiologia classica e qualcuna di medicina tradizionale cinese) suscettibili di miglioramento e che meritano qualche chiarimento.
1) Il grasso perirenale non può assolvere direttamente alle esigenze energetiche del rene, sarebbe una ipotesi biochimica piuttosto azzardata; è verosimile che il grasso bruno della zona, in virtù dell'attività di termogenesi, abbia un ruolo protettivo per la vascolarizzazione dell'organo.
2) La Medicina Tradizionale Cinese utilizza la terminologia anatomica in maniera simbolica, comprensibile per lo più dallo studio degli ideogrammi di riferimento (carne, schiavo, mano che dà l'ordine). Quindi il Rene in MTC - come gli altri organi che danno il nome ai meridiani - non è un riferimento esclusivo al rene, bensì esprime una funzione - nell'ottica del vitalismo del pensiero cinese - che ha relazione con l'elemento Acqua e con il principio vitale e di conservazione dell'energia. Si tratta di un argomento piuttosto complesso che è difficile "tradurre" in poche parole nella versione scientifica occidentale, ci sono molte pagine di libri dedicate all'argomento. Basti soltanto riflettere sulla metodologia "sintetica" che caratterizza il pensiero cinese, piuttosto distante da quella "analitica", caratteristica della filosofia occidentale di matrice greca. Per esempio una affermazione del tipo "la loggia renale ha a che fare con i testicoli" sarebbe profondamente inesatta (a meno che non ci si riferisca all'embriologia) e assolutamente fuorviante nel contesto scientifico occidentale, eppure ha un senso in MTC.
3) La prescrizione del riposo fisico da parte del medico è molto più estesa della sola considerazione sulle malattie renali, infatti - lasciando da parte le patologie muscolo-scheletriche, per le quali tale prescrizione mi sembra intuitiva - è consueta in tutte le patologie ad attività infiammatoria piuttosto elevata (per esempio l'epatite acuta) con l'obiettivo di ridurre globalmente l'impegno metabolico dell'organismo e sovraccaricare una funzione deficitaria.
4) Una nota di carattere semantico: l'eccesso di generosità si dice prodigalità. E' difficile infatti concepire una valutazione negativa o di pericolo per un sentimento positivo anche se così abbondante da risultare "eccessivo".

#14
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Dr. Alessandro Scuotto

errata/corrige
ridurre globalmente l'impegno metabolico dell'organismo e sovraccaricare una funzione deficitaria.
ridurre globalmente l'impegno metabolico dell'organismo ed evitare di sovraccaricare una funzione deficitaria.

#15
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Dr.ssa Valentina Sciubba

Gentile dr. Scuotto,
la ringrazio della sua risposta.
riflettendo anche io credo che il grasso perirenale dovrebbe avere la funzione di mantenere la temperatura dell'organo costante (se non erro il grasso bruno ha una funzione termogenica in risposta al freddo), il che comunque rimanda alla necessità che il rene funzioni in modo ottimale e continuativo.
Vedo che conferma un nesso tra rene e principio vitale e di conservazione dell'energia.

La prodigalità è in relazione allo spendere e al donare denaro o beni, mentre il concetto di "eccesso di generosità" è più centrato sul dispendio di energie. Si può essere troppo generosi regalando (troppo) il proprio lavoro, tempo, dedizione, ecc., tutte evenienze che comunque comportano un dispendio di energie.
La mia ipotesi è che i malati siano spesso andati "in rosso" in una figurata bilancia tra assunzione/mantenimento e dispendio di energia. E' anche ovvio che il dispendio di energie per eccesso di generosità ha un "ritorno" analogo per l'individuo incerto poiché si spende per gli altri e non per se stessi.
Con ciò ribadisco che è lungi da me parlare a sfavore della generosità, ma ogni eccesso è dannoso. Il termine usato forse non è del tutto appropriato, ma in tal caso si dovrebbe anche criticare l'uso di locuzioni come troppo buono, troppo paziente ecc.

#16
Foto profilo Dr. Francesco Quatraro
Dr. Francesco Quatraro

<<nessun medico dice che in caso di malattie renali, molto spesso si prescrive un riposo più che rigoroso?>>
<<non ho detto che essere generosi sia dannoso, ma l'esserlo eccessivamente>>.

Dr.ssa Sciubba,
eviterò accuratamente di approfondire le gravi malattie renali come anche quelle epatiche, come anche quelle cardiache, etc., nelle quali, tutte, si prescrive un riposo rigoroso!
Se interrogherà pazienti affetti da tali altre malattie, probabilmente troverà altra gente generosa o dichiaratasi tale!
Inoltre non so con quale metro è possibile misurare l'essere "eccessivamente" generoso, al fine di contenersi e, secondo le sue personali conclusioni, fermarsi per salvaguardare i propri reni, fegato, cuore, etc. a causa di un "eccessivo dispendio di energie".
Dire che gli eccessi (di velocità, di ira, di etc. etc.) siano dannosi è una generica regola di vita!
... evitiamo di farne una conclusione scientifica o presunta tale, riguardo ai reni!
Tenga in debito conto del distorcente, a mio avviso, messaggio sociale (o antisociale?).

Il benessere psicologico che spesso deriva dal sentirsi felici perchè altruisti, come sa, ha effetti positivi sul sistema immunitario.

Cari lettori, ribadisco
PERTANTO SIATE GENEROSI ED ALTRUISTI ... NON PUO' CHE FARE BENE ALL'ANIMA ED AL CORPO

#17
Foto profilo Dr. Giampiero Griselli
Dr. Giampiero Griselli

Come e' già stato detto , la generosità viene considerato uno dei sentimenti piu'positivi , e' amore verso il prossimo, e'altruismo. E' donare.
Si puo'misurare il flusso di generosità e di amore verso il prossimo e , piu'che altro,si può regolare?
Si può mandare questo messaggio:non siate troppo generosi, perché rovinerete i vostri reni , che non sono strutturati per funzionare in persone troppo altruistiche?
Ribaltando il discorso dovremmo chiederci se uno stile di vita gretto e avaro preserva i reni!
Ma questo va oltre la mia comprensione , purtroppo....

#18
Foto profilo Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

--Si può mandare questo messaggio:non siate troppo generosi, perché rovinerete i vostri reni , che non sono strutturati per funzionare in persone troppo altruistiche?--
A mio avviso NO!
Si tratta di un messaggio fuorviante che, pur con le buone intenzioni di chi lo trasmette, esita in una sollecitazione ad un comportamento sgradevole con l'implicita erronea contropartita di un migliore stato di salute.

#19
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Gentile dottoressa Sciubba,
Lei ha scritto: <Il rene è un organo che lavora in continuazione e sicuramente lavora anche molto. In 24 ore i reni producono circa 180 lt di filtrato a livello dei glomeruli dei quali ne riassorbono circa 178,5 , producendo infine soltanto più o meno 1,5 lt di urina. Di notte il rene non sembra godere di uno stato di relativo riposo come altri organi >.

Credo che il cuore che batte incessantemente, "lavori" anche moltissimo, come i polmoni, il cervello, le gonadi, l'intestino ecc..
Quali di questi "riposano" e in che modo?

Quindi perchè solo i reni dovrebbero essere l ' <organo bersaglio> della generosità?
Ci sono, secondo Lei, anche organi bersaglio dell'acredine, della malvagità, dell'avarizia?
E se si, perché?

La ringrazio!

#20
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Il copia-incolla non funziona.

Lei ha scritto che il rene è un organo che lavora in continuazione e che di notte non sembra godere di uno stato di relativo riposo come gli altri organi.

Segue quindi: Credo che il cuore.....

#21
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Quindi perchè i reni dovrebbero essere l'organo bersaglio della generosità?

(Non si comprende perchè i simboli come virgolette e similari non vengano riconosciuti)

#22
Foto profilo Dr. Giampiero Griselli
Dr. Giampiero Griselli

In definitiva .Se da una ricerca arriva un risultato paradossale, dovremmo fare come quando , da alunni, le equazioni matematiche non tornavano.
Cioè trovare lo sbaglio a monte.
Questo in generale.
Non vorrei vedere ,un domani ,prescrivere ai PZ ".....e mi raccomando, mai mai la carità al mendicante....lei ha i reni gia' messi male , si deve riguardare"":-)

#23
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Dr. Giovanni Migliaccio

Chiedo scusa per le aggiunte e correzioni, ma ora, qui, la mia replica al #19 compare corretta e completa, mentre nella medesima pagina, ma con altra veste grafica, si verificano quegli errori.

#24
Foto profilo Dr.ssa Valentina Sciubba
Dr.ssa Valentina Sciubba

Caro dr. Migliaccio,
non credo si possa dire che il cuore di notte affronta gli stessi stress lavorativi di una giornata di lavoro, tanto più se di lavoro pesante o sbaglio? Lo stesso può dirsi per i polmoni o il cervello o i muscoli
Lo stomaco e i visceri poi hanno dei momenti di relativo riposo in relazione all'attività digestiva. Non enumero tutti gli organi ma si dovrebbe a questo punto valutare il dispendio di energia di ciascuno di essi: certamente un'ovaia non consumerà quanto un rene.

Quanto al fatto se altri organi siano bersaglio di altre emozioni o problematiche mi sembra probabile, anche se la complessità della mente umana non si presta a semplificazioni; pensi soltanto alla funzione che la vescica ha in molti animali, funzione di marcatura del territorio; perchè mai l'uomo dovrebbe essere del tutto incontaminato da questo retaggio? Mi sembra molto probabile che qualcosa resti di questa funzione anche nella razza umana, ma ovviamente potrà essere anche simbolico e quindi più difficilmente riconoscibile; è comunque indubbio che la vescica risenta molto di fattori emotivi.
Chiedo ai colleghi medici gentilmente di risparmiare battute su quest'altra ipotesi perchè davvero andremmo in barzelletta.

Vedo che gli altri colleghi medici continuano a non capire, ma visto che sono così accaniti vorrei che dessero una spiegazione del perchè la scala VT del test risulta nei nefropatici stranamente elevata (addirittura superiore alla popolazione generale in uno degli studi), quando logica vorrebbe che avesse invece un valore basso.
Sarebbe anche bene che non si lanciassero a parlare di costrutti psicologici, della possibilità di cambiare ecc. non essendo psicologi. (E' ovvio tra l'altro che esiste la possibilità di cambiare, altrimenti a cosa servirebbe la psicoterapia?)

Quanto ai colloqui essi sono uno strumento diagnostico in psicologia e importante anche in medicina; o gli psichiatri fanno diagnosi di schizofrenia in base alle analisi di laboratorio?

#25
Foto profilo Dr. Francesco Quatraro
Dr. Francesco Quatraro

<<gli psichiatri fanno diagnosi di schizofrenia in base alle analisi di laboratorio?>>
giusto ... proprio no!

... per l'identico motivo i nefrologi non fanno diagnosi di nefropatia in base alle caratteristiche di personalità quali eccessiva generosità e altruismo!!

... per l'identico motivo lo psicologo non è coinvolto, e non deve coinvolgersi, per evidente mancanza di adeguata competenza, nella valutazione di danni organici!!

torno a ribadire per i lettori ...
I FATTORI DI RISCHIO riconosciuti per malattie renali sono:
età avanzata, ipertensione arteriosa, diabete, sovrappeso, obesità, dislipidemia e fumo di sigaretta.

#26
Foto profilo Dr. Stefano Garbolino
Dr. Stefano Garbolino

<Vedo che gli altri colleghi medici continuano a non capire, ma visto che sono così accaniti vorrei che dessero una spiegazione del perchè la scala VT del test risulta nei nefropatici stranamente elevata (addirittura superiore alla popolazione generale in uno degli studi), quando logica vorrebbe che avesse invece un valore basso>

La logica non rispecchia per nulla la statistica: per esempio, la metodologia applicata potrebbe essere semplicemente inadeguata e dare falsi positivi.

Ripeto: per asserire certe affermazioni occorre una VALIDAZIONE EPIDEMIOLOGICAMENTE corretta. Che qui non si evince...

#27
Foto profilo Dr.ssa Chiara Lestuzzi
Dr.ssa Chiara Lestuzzi

"Di notte il rene non sembra godere di uno stato di relativo riposo come altri organi. Il rene è circondato da una spessa capsula adiposa che ha funzioni di sostegno e di protezione. Ipotizzo tuttavia che questo cospicuo rivestimento di grasso possa servire anche alle esigenze energetiche del rene che probabilmente sono molto elevate"
Non mi pare che le esigenze energetiche del rene siano molto elevate, considerando che ha un' azione di filtro, con molti scambi che avvengono passivamente per osmosi. Né che sia un organo particolarmente attivo. Che cosa dovremmo dire allora del cuore, che anche di notte pompa 300-400 litri di sangue all' ora a una pressione di >90 mmHg (parlando di una persona sana con frequenza cardiaca normale e con pressione arteriosa bassa).

"In un mio studio su 64 soggetti con trapianto i valori di AF e RF risultano sempre significativamente inferiori a quelli della Pop. Gen (valori “z” rispettivamente di -2,86 e -7,99), ma il valore della scala VT coincide praticamente con quello della Pop. Gen. Permane e si evidenzia più o meno nei vari studi un’incongruenza tra le scale VT e le scale AF e RF."
Un' ipotesi che può spiegare questo fatto è che i pazienti trapiantati (di rene? o di altri organi?) passano da una vita di schiavitù (se trapiantati di rene, dall' obbligo di andare 3 volte alla settimana per diverse ore in ospedale, senza poter programmare le vacanze se non trovando un posto dialisi) con notevoli limitazioni lavorative e nella vita quotidiana, con norme dietetiche rigide a una di libertà. Forse questo semplice passaggio -dopo anni di sacrifici- a una quasi normalità giustifica una sensazione soggettiva di benessere sproporzionata alle reali capacità. Inoltre sarebbe interessante confrontare queste scale negli stessi pazienti prima del trapianto (quando erano in dialisi) e dopo.

"Nel mio studio sui soggetti in dialisi ho effettuato anche 16 colloqui clinici con altrettanti pazienti. Da questi colloqui è emersa con molta frequenza una modalità di porsi dei pazienti nei rapporti sociali che potrei definire “molto generosa”. Essi hanno spesso riferito di essere stati grandi lavoratori, di aver speso una notevole mole di energie nel lavoro, per la società e/o per la famiglia; in definitiva hanno frequentemente fornito un ritratto di se stessi come persone che hanno “dato” molto e che spesso non hanno ricevuto un pari contraccambio in termini di denaro, assistenza, gratitudine ecc.." In questo caso manca un gruppo di controllo. Ha provato a fare gli stessi controlli in pazienti con diverse patologie o magari in un gruppo di donatori di sangue?

#28
Foto profilo Dr. Giampiero Griselli
Dr. Giampiero Griselli

Si tratta di uno studio osservazionale su una casistica limitata. Certamente non si pretende uno studio in doppio cieco, ma certamente va dimensionato adeguatamente.
Detto ciò personalmente , sulla base della esperienza clinica, penso che i fattori di nefrodanneggiamento siano ben altri , come riportato opportunamente dal dott.Quatraro, e che l'altruismo non sia tra questi.
Certamente non possiamo distogliere la psicologa Dott,saSciubba dal cercare di introdurre la ingenerosità e grettezza d'animo tra le terapie psicologiche consigliate nei nefropatici.
Di più non saprei cosa dire.

#29
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Dr. Giovanni Migliaccio

Carissima dr.ssa Sciubba,
La ringrazio delle informazioni sulla fisiologia cardiaca, polmonare, dell'encefalo e degli altri organi che io non conoscevo. Pensavo non ci fosse differenza tra un corpo vivente e un cadavere e non sapevo che ciò che differenzia le due condizioni è la psiche....quando funziona!
La dottoressa Lestuzzi Le ha risposto da competente quale è. Ora io aspetto che mi faccia capire quando e come un organo è a riposo. Ne scelga uno!

E, scusi la mia poca competenza sulle funzioni cerebrali, ma non riesco a comprendere la funzione della vescica come mezzo per marcare il territorio e come si manifesta nell'uomo.

La ringrazio!

#30
Foto profilo Dr. Stefano Garbolino
Dr. Stefano Garbolino

Per inciso, visto che viene citato anche il "cervello":

si è a conoscenza dei dati a favore di una enorme attività cerebrale proprio A RIPOSO.

Non mi riferisco solamente alle diverse fasi REM e NonREM del sonno ma anche, e soprattutto, al sistema Cerebrale Default, che è la base teorica per esempio della Teoria della Memoria Costruttiva.

Occorre molta prudenza nel sostenere alcune tesi...
Ed occorrono DATI piuttosto SIGNIFICATIVI, e non interpretazioni...

#31
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Dr.ssa Valentina Sciubba

Gentile dr.ssa Lestuzzi
presumo, non sono un medico, che il lavoro maggiore sia riassorbire 178,5 lt di liquido nelle 24 ore, il triplo del peso di una persona di 60 kg.
Non so quale specialista possa dirci l'effettivo consumo di energia del rene, anche lei usa la locuzione "mi pare" e quindi forse sarebbe bene che qualcuno più sicuro della materia ci illuminasse.

La sua ipotesi sulla percezione alterata di benessere dei pazienti a motivo del trapianto, si scontra comunque con una tendenza all'incongruenza tra le scale AF, RF e la scala VT esistente giù nei pazienti dializzati, oltre ad essere obiettivamente incongruente. La sua affermazione potrebbe essere valida solo se una tale incongruenza si riscontrasse in altre popolazioni, come ad esempio i trapiantati cardiaci.

Mi spiace che lei possa pensare che la mia attività clinica possa essere stata limitata finora ai pazienti in dialisi; non crede che abbia una sufficiente e anzi prevalente esperienza con pazienti con disturbi d'ansia, depressivi, psicotici ecc?
Ho fatto anche una ricerca e pubblicato relativo studio su pazienti affetti da psoriasi e le assicuro che essi hanno tutt'altre caratteristiche di personalità, tra l'altro confermate anche da un test che in quel caso fu l'MMPI2.

Per gli altri colleghi: vorrei che spiegaste a cosa serve il sonno.

Successivamente penso poi che questa penosa discussione possa essere interrotta

#32
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Dr. Alessandro Scuotto

Gentile dottoressa Sciubba,
non c'è bisogno di uno specialista per sapere l'effettivo consumo di energia degli organi, è sufficiente il capitolo dedicato al metabolismo di un libro di fisiologia; ma se desidera assolutamente una etichetta di competenza, penso dirle che il gastroenterologo con equipollenza in scienza dell'alimentazione ha qualche titolo per dire qualcosa sull'argomento.
Bene. Il consumo di energia in condizioni basali, espresso in Kcal, degli organi principali in un soggetto in buona salute del peso di 70 kg,è il seguente:
Cuore 117Kcal,
Reni 180 Kcal,
Muscoli 310 kcal,
Cervello 325 kcal,
Fegato 470 Kcal.
In dettaglio i reni consumano il 10% circa del fabbisogno calorico (1750 Kcal) del metabolismo basale, il cervello il 19%, il fegato più del 25%.
Posso venire incontro alla sua tesi con la considerazione che i reni pesano complessivamente 300 grammi, mentre il cervello pesa poco meno di un chilo e mezzo e il fegato poco più; quindi per unità di peso il rene utilizzerebbe un quantitativo energetico superiore. In pratica potremmo dire che la singola cellula renale consuma di più di un neurone.
Sinceramente è un discorso che, sia sul piano organico, sia su quello psicologico, non giustifica le conclusioni sul "dare" e sulla "generosità". Questo tema ha maggiore attinenza con interpretazioni antropologiche, quindi eviterei le forzature e le polemiche.
Grazie per l'attenzione.

#33
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Dr. Giovanni Migliaccio

Gentile dottoressa Sciubba,
Perché dormiamo ancora non lo sa nessuno, mentre sappiamo cosa succede durante il sonno, ma non sappiamo perché è necessario dormire, perché, cioè, le attività che si svolgono nel sonno non possano svolgersi anche nella veglia.
Il termine fisiologia significa studio delle funzioni, del funzionamento di organi e apparati, quindi di organi che non sono certo statici o a riposo.
La fisiologia del sonno e della veglia è molto complessa, ma cercherò di delineare alcuni punti (molto in sintesi) per farLe comprendere che il sonno non serve per “la pausa di lavoro” degli organi.
Il sonno e la veglia sono delle funzioni differenti, ma correlate dal sistema nervoso centrale, attribuibili a complessi sistemi operativi che producono stati elettrobiologici e comportamentali in continua trasformazione e aggiustamento e che costituiscono un apparato di organizzazione, esecuzione e regolazione del ciclo sonno-veglia.
In questi sistemi hanno parte attiva strutture come l’ipotalamo, il complesso bulbopontomesencefalico,il diencefalo e la corteccia.
Sempre molto sinteticamente sappiamo che durante la fase REM,i neuroni corticali vanno incontro ad aumento di eccitabilità, ovvero aumento dell’attività piramidale, aumento della scarica neuronale della corteccia visiva e piramidale ed altri fenomeni definiti <ascendenti> che, per brevità, Le risparmio.
Vi sono anche fenomeni <discendenti > del sonno REM che sono:
Le modificazioni del tono posturale, modificazioni del sistema nervoso autonomo, modificazione cardio-circolatorie.
Per esempio l’attività cardiaca e la pressione arteriosa sistemica mostrano una variabilità durante il sonno REM, con cadute e aumenti pressori in rapporto anche con gli stati emotivi connessi all’attività onirica.
Gli organi genitali vanno incontro a modificazioni, ovvero erezione nell’uomo e turgore dei genitali femminili per una aumentata attività parasimpatica.
Il respiro, nel sonno REM diventa aritmico e superficiale con aumento di pCO2 e riduzione di pH e pO2
Chemiocettori controllano in via riflessa l’attività respiratoria.
La termoregolazione nel sonno è discontinua e molte risposte termoregolatorie sono depresse o abolite, in relazione al tono simpatico che si ha in questa fase del sonno.

E’ una ipotesi che il sonno rientra nella categoria degli istinti, per cui essa ipotesi conferisce all’attività mentale, presente nelle varie fasi del sonno, un particolare significato.
Studi di psicologia sperimentale hanno dimostrato che, all’addormentamento, corrispondono esperienze somoestesiche, visive ed acustiche a carattere allucinatorio che possono rendere l’attività mentale, in questa fase, simile a veri e propri sogni. Sarebbero una risposta del cervello alla deprivazione sensoriale legata alla riduzione dell’input e alla inibizione centrifuga delle vie sensoriali.


Per quanto riguarda le funzioni del sonno e dei sogni, dal punto di vista neurobiologico si pensa che il sonno non-REM e il sonno REM abbiano alcune funzioni ovvero quella metabolica, la funzione di stimolo endogeno per la sinaptogenesi, l’incremento della sintesi proteica ecc.
Infine dal punto di vista psicologico si possono riconoscere al sonno e al sogno queste funzioni.
a) Una funzione di trasferimento dei ricordi dal “deposito” a breve termine a quello a lungo termine
b) Una funzione generale di scarica delle pulsioni istintuali, legate alla loro soddisfazione allucinatoria
c) Una funzione complessa di comunicazione, rappresentazione ed elaborazione delle emozioni, connesse con le pulsioni, tesa a favorire l’adattamento alla vita da svegli e l’organizzazione del pensiero cosciente.
Molte delle funzioni (qui solo appena accennate) e dei meccanismi durante il sonno, possono far si che esso sia considerato una funzione indispensabile per l’economia dell’organismo e della mente, ma durante il suo svolgersi, organi ed apparati sono più svegli che mai!
(Testo consultato: Mauro Mancia, Fisiologia del Sistema Nervoso)

Un caro saluto

#34
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Dr.ssa Valentina Sciubba

Dr.Scuotto
la ringrazio per l'illuminante intervento. Se la cellula renale per funzionare ha più bisogno di energia di qualunque altra cellula del corpo, mi sembra probabile e logico che sia anche la più vulnerabile a carenze di essa.

Vorrei precisare per il dr. Migliaccio che altri organi come ad es quelli sessuali sono connessi all'attività cognitiva ed emotiva; lo stesso vale per la vescica negli animali, quando è usata per la marcatura del territorio. Pensieri ed emozioni influiscono sulla funzionalità di vari organi.

#35
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Dr.ssa Valentina Sciubba

Dr.Migliaccio ha dimenticato di dire però che il sonno REM costituisce solo il 25% del sonno e che se non erro nelle altre fasi l'attività cerebrale rallenta.
Cordiali saluti

#37
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Dr. Alessandro Scuotto

Gentile dottoressa Sciubba,
no, non è probabile e neanche logico; la cellula più vulnerabile alle carenze di energia è il neurone che ha caratteristiche di esclusività metabolica: consuma esclusivamente glucosio come substrato ed è sensibilissimo a minime variazioni di pressione parziale di ossigeno.
Il consumo di energia in termini quantitativi è assolutamente di secondaria importanza. Il rene va in sofferenza funzionale se il flusso di sangue si riduce perché il meccanismo di filtrazione (un'inezia energetica rispetto al riassorbimento tubulare) è compromesso.

Ripeto in una forma diversa ciò che ho cercato di scrivere prima.
Il modello interpretativo su base simbolica, anche corroborato dalla medicina tradizionale (cinese, indiana o popolare europea), è affascinante, ma l'aspetto antropologico non ci autorizza a trarre forzatamente delle conclusioni sul piano fisiopatologico.
L'affermazione "la prevenzione dell’insufficienza renale comincia presumibilmente anche e forse soprattutto dalla psiche" risulta decisamente azzardata se posta nei termini del post di esordio del blog; potrebbe risultare più ragionevole se tracciamo una relazione tra stress psichico - fisiopatologia cardiocircolatoria - flusso renale per quel che riguarda l'insufficienza funzionale renale, e una relazione stress psichico - neuroendocrinologia - sistema immunitario per l'insufficienza renale organica.

Se desidera davvero gettare un ponte solido in questo sito tra psicologi e medici (e voglio crederlo), ci parli delle sue ricerche, dei risultati dei test psicologici e delle correlazioni statistiche di questi con le condizioni organiche dei pazienti, ma lasci da parte le ipotesi personali sulle quali, magari, potrà scrivere e pubblicare un interessante saggio; qui però siamo su un sito divulgativo e dovremmo preoccuparci di non far arrivare all'utenza generale dei messaggi ambigui o addirittura fuorvianti.
La ringrazio ancora.

#39
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Dr. Giovanni Migliaccio

Gentile dottoressa,
La pregherei di spostare il mio ultimo commento (38) visibile a tutti, perché per errore l'ho inviato nello spazio visibile solo ai professionisti e, chissà perché, non posso modificarlo.

Grazie

#40
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Dr. Giovanni Migliaccio

Dottoressa Sciubba,
la fisiologia del sonno è molto complessa. Non si può in questa sede trattarla adeguatamente.
Ho cercato di spiegare che durante il sonno non c'è alcun organo che "si riposa" cercando anche di dare una risposta (ovviamente non esaustiva) alla Sua domanda, ovvero a cosa serve il sonno, presumendo che con ciò Lei volesse intendere che il sonno serve a far riposare gli organi.
Come Le avevo preannunciato sopra, nessuno sa perché dormiamo e perché ciò che succede nel sonno non avesse potuto verificarsi anche da svegli.

Una ipotesi: quando il Padreterno creò l'uomo gli diede il sonno al fine di impedire li suo sfruttamento sociale con una attività lavorativa di 24/24 h. :-)

#43
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Dr.ssa Valentina Sciubba

Dr. Scuotto,
il metabolismo del cervello e del rene è molto diverso. Il cervello ha pochi depositi di glucosio, per cui alla carenza di esso nel sangue va in sofferenza e questa produce una sintomatologia evidente. Ho letto che nella corticale renale il meccanismo prevalente di produzione dell'energia è la beta ossidazione che utilizza gli acidi grassi e che l'ac. palmitico rende ragione del 60-80 % dell'intera energia prodotta dai reni.
Mi sembra possibile che la sofferenza renale rimanga molto più silente rispetto a quella cerebrale e mi domando se non sia questo silenzio a non far sospettare una massima vulnerabilità del rene alla carenza di energia.

Mi sembra di aver parlato in massima parte di scale di test e di concordanza di esse con i colloqui in una categoria di pazienti particolare.
Il titolo dell'articolo rimanda ad una ipotesi che ovviamente sarebbe bene approfondire, ma preferirei un pigro o un egoista in più (sebbene l'articolo non vuole in nessun modo favorire questi comportamenti e ritengo che solo una lettura errata possa favorirli) piuttosto che un insufficiente renale in più.
Sarebbe interessante chiedere ai lettori come hanno interpretato l'articolo.

#45
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Dr. Alessandro Scuotto

Dottoressa Sciubba,
sì, il metabolismo del neurone ha caratteristiche diverse da quelle delle cellule del parenchima renale.
Penso di aver inteso, dalla sua replica, che lei accomuni nel termine "energia" concetti piuttosto differenti quali riserva metabolica e riserva funzionale. Probabilmente è per questo che non ci si intende bene.
In ogni caso, il titolo dell'articolo non rimanda a una ipotesi, ma a una congettura. Per la prima occorre disporre un concatenamento logico che aderisca al principio di realtà, per ottenere la seconda è sufficiente dirigere la fantasia.

#48
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Dr. Alessandro Scuotto

In un tentativo di lavoro scientifico, se i metodi sono corretti, i risultati non possono essere prodotto di fantasia; le conclusioni sì!

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