Donne “sessualmente compulsive”: la ninfomania
Il termine ninfomania è un termine desueto e non utilizzato più nella letteratura clinica, soprattutto quando si trattano tematiche inerenti le fluttuazioni del desiderio sessuale, come per esempio l’ “iper-sessualità”.
Recentemente il regista Lars Trier, talento di provocazione e dissacrazione, ha intitolato il suo prossimo film “Nynphomaniac", dando un taglio chiaramente “femminile” alla disfunzione.
Ma la ninfomania, oggi, è davvero un'esclusiva del mondo femminile?
I percorsi del desiderio sessuale sono tanti e annoverarli in poche e ristrette categorie risulterebbe un compito arduo, un cammino sinuoso irto di ostacoli dove è difficile inoltrarsi.
Il “continuum del desiderio sessuale” è difficilmente catalogabile e soprattutto varia durante le diverse fasi della vita.
Tra le svariate classificazioni del desiderio ricordiamo:
Il calo del desiderio sessuale o desiderio sessuale ipoattivo ed il desiderio sessuale eccedente: quest’ultimo è caratterizzato da uno stato di eccitazione persistente e difficilmente appagabile.
Il desiderio sessuale femminile ad esempio, segue percorsi "altri" da quelli genitalici o testosteronici tipicamente maschili, si colloca infatti su un continuum che va dalla sua estinzione alla sua presenza, in funzione di svariati elementi intrapsichici e relazionali, ma certamente non correla con l’aspetto meccanico relativo alla sessualità.
Nel caso invece dell' oramai abusato "calo del desiderio sessuale", questo necessita sempre di diagnosi cliniche scrupolose ed adeguate e deve essere necessariamente contestualizzato.
Questa disfunzione sessuale, in assenza di patologie organiche o con la presenza di particolari farmacoterapie, può infatti manifestarsi con alcuni partners ed essere totalmente assente con altri, contribuendo così ad una “fluttuazione anomala” e poco prevedibile del desiderio sessuale.
Vorrei tentare di approfondire l'argomento affrontando il tema spinoso del “desiderio sessuale persistente”; questo solitamente viene poco esaminato in letteratura clinica per la sua particolare delicatezza. È un disturbo che tende a non attenuarsi, né con i rapporti sessuali, né con l' autoerotismo, ma si mantiene immodificato nel tempo, muovendo spesso le fila di comportamenti sessuali di tipo complulsivo e dipendente.
Questo disturbo è spesso accompagnato da altri comportamenti smisurati, come dipendenza da cibo, alcol, fumo, droghe e spesso anche da gioco d’azzardo.
La sexual addiction o l’iper-sessualità, assume però una diversa connotazione se viene riferita ad un uomo o ad una donna.
L’uomo vivace sessualmente, nell’immaginario collettivo, verrà simpaticamente etichettato come Don Giovanni, eterno Peter Pan o sessualmente esuberante, avvolto da un alone di vivacità e di intrigante curiosità. Una donna che soffre invece delle stesse fluttuazioni del desiderio, verrà etichettata come “ninfomane” e basta.
Vediamo di capire il perché...
Anticamente le donne non potevano avere accesso alla sfera del piacere, sfera strettamente correlata con quella della procreazione e della prosecuzione della specie, era invece permesso loro di transitare all’intimità con l’unico obiettivo di mettere al mondo dei figli.
Molte etichette diagnostiche femminili, correlano con il nome di particolari sedi anatomiche: come utero o clitoride.
Le donne, venivano spesso etichettate come " isteriche", dal termine greco “isteros”, utero, quando i loro comportamenti erano atipici, poco categorizzabili, richiedenti o chiaramente nevrotici.
Anche il termine "ninfomane", è un termine che evoca la genitalità femminile, deriva infatti dal greco “nympé”, che significa appunto clitoride, vulva( ninfa) e manìa, appunto mania, enfatizzando la correlazione tra organi sessuali e possibili patologie psico/sessuologiche.
Sono trascorsi gli anni, anzi i decenni e “terminologie correlate al genere”, abitano ancora l’immaginario collettivo ed a quanto pare la filmografia internazionale.
La sessualità ha un’ importante dimensione “relazionale”, la sua diagnosi clinica non può non tenere ben presente quest’aspetto.
Ascolto quotidianamente pazienti, uomini e donne, che lamentano una sessualità frustrante, assente, quasi obbligata, caratterizzata da una passionalità stentata e da un erotismo sopito.
Gli stessi pazienti, poi, in altre fasi della loro vita e coppia, raccontano di un erotismo che infiamma corpo e psiche in una situazione di felicità ed innamoramento.
Le fluttuazioni del desiderio sessuale, quando si tratta di desiderio sessuale ipoattivo o di iper-sessualità, non correlano affatto al genere maschile o femminile, ma alla psiche\soma\relazione del soggetto.
Dare un nome, seppur evocativo e d’effetto, ad un film o ad una disfunzione sessuale che correla esclusivamente alla dimensione femminile, è profondamente falso sia dal punto di vista umano, che scientifico.
Bibliografia:
DEUTSCH H.: La psicologia della donna, Einaudi, Torino, 1958.
KINSEY A. C. : Il comportamento sessuale della donna, Bompiani. Milano. 1955.
MASTERS W. H., JOHNSON V. E.: L 'atto sessuale nell'uomo e nelle donna, Feltrinelli, Milano, 1967.
ELLIS A.: Les nymphomanes et hypersexuelles. Buchet-Chastel, Paris, 1967
Per approfondimenti, suggerisco le seguenti letture: