Figli timidi e solitari: come comportarsi?

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Dr.ssa Sara Siniscalchi Psicologo, Psicoterapeuta

Cinque consigli se hai un bambino timido o solitario.

Molto spesso capita che i genitori si preoccupino quando il proprio bambino si dimostra timido e introverso ma la timidezza è una caratteristica di personalità che non va considerata di per sé come un problema.

Se lo sviluppo complessivo è equilibrato e se il bambino ama la solitudine senza essere asociale non c’è nulla di cui preoccuparsi.

La solitudine è una esigenza naturale in una personalità armonica e non va demonizzata.

Molte persone non capiscono la timidezza e la collegano all’avere un problema: credono che un bambino timido debba necessariamente soffrire di una scarsa immagine di sé.

Non è sempre così…molti bambini che amano la solitudine hanno un solido concetto di sé, un grande equilibrio, pace e fiducia interiori.

 

Come comportarsi con un figlio timido? Ecco 5 consigli per il genitore.

1) La prima cosa importante che un genitore può fare è ACCETTARE, COMPRENDERE e RISPETTARE la caratteristica del proprio bambino.

2) Evitare di forzare o pretendere che interagisca con qualcuno che voi desiderate.

3) Evitare di etichettarlo con aggettivi del tipo “lui è timido”.

4) Fate in modo che non si senta giudicato per questa sua caratteristica e quindi non mostrate disapprovazione per il suo modo di essere e per i suoi atteggiamenti e comportamenti.

5) Non fate confronti con altri bambini. Anche se in quel momento non c’è nessuno ad ascoltare oltre al vostro bimbo, il confronto produce sempre un senso di inadeguatezza.

 

Se osservate che ci sono particolari situazioni che lo mettono a disagio, parlate con lui successivamente per ascoltare le sue eventuali incertezze e paure, senza minimizzare ciò che vi dice, accogliendo le sue emozioni e cercando di rassicurarlo.

Forzare il bambino all’interazione o etichettarlo come “timido” produce rabbia poiché il bambino non si sente rispettato e ciò potrebbe farlo sentire inadeguato e ledere la sua autostima.

Una frase del tipo “lui è timido”, soprattutto se detta con tono di scuse, potrebbe instillare nel bambino la convinzione che in lui c’è qualcosa che non va e crederà di essere “sbagliato” non sentendosi apprezzato per quello che è.

La cosa migliore che si può fare per il proprio bambino è sicuramente apprezzarlo per “come è fatto” e rispettare le sue caratteristiche di personalità poiché ciò vuol dire aiutarlo a costruire una buona immagine di sé e di conseguenza aiutarlo anche nelle relazioni.

 

Quando la timidezza può essere considerata indice di un problema?

A volte il bambino è profondamente arrabbiato e in questo caso potrebbe sembrare timidezza quello che in realtà è un ritiro ostile nei confronti di un ambiente che gli provoca rabbia.

Altre volte il bambino, per sentirsi al sicuro, si nasconde dietro a questa etichetta evitando di mostrare parti di sé che non ama o un’immagine complessiva di sé che non gli piace, ed, in questo caso, si possono scorgere nel bambino altri atteggiamenti che destano preoccupazione e attenzione e che fanno supporre un senso di inadeguatezza presente nel bambino ed una eccessiva paura del giudizio. In questo caso potrebbe essere utile sentire il parere di uno psicologo, per approfondire il disagio e stabilire le modalità per intervenire.

Se invece il bambino a suo modo interagisce (magari poco e molto lentamente) al parco, a scuola, etc. e durante la giornata si mostra comunque gioioso e armonico sia con il movimento che con l’espressione verbale la timidezza non dovrebbe costituire motivo di preoccupazione.

Data pubblicazione: 27 giugno 2013

3 commenti

#3
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Utente 365XXX

salve, sono il papa' di una bimba di 11 anni, che quest'anno svolge la I° media. e consapevole logicamente della sua timidezza lamenta di non essere accettata dalle sue compagne di classe che spesso la emarginano e addirittura la offendono. al'inizio io e la mamma la abbiamo rassicurata dicendogli che era normale in quanto entrava in una nuova scuola dove non conosceva le alunne. ma ad oggi non è cambiato molto nei suoi rapporti personale. anzi mi preoccupa il fatto che più passa il tempo e più aumenta il suo senso di allontanamento dalle compagne. ieri sera nel raccontarci gli ultimi fatti accaduti a scuola io e mia moglie avendo perso un po' la pazienza l'abbiamo richiamata in modo fermo, chiedendogli di svegliarsi un po' e cercare di essere più presente e dinamica, visto che anche se è un alunna studiosa spesso ci fa notare che è distratta da tutto ciò che la circonda, dai discorsi che avvengono intorno a lei. cosa che ci ha fatto notare una sua professoressa la quale ci ha invitato a fare qualcosa affinché la bambina riesca a interagire in modo normale con il resto della classe.
accetto ben volentieri tutti i consigli in merito sperando di trovare il modo di aiutare mia figlia in questo passo. grazie

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