Le nuove regole della fedeltà
La coppia oggi non gode affatto di buona salute, soprattutto nella sua dimensione coniugale dove l’instabilità ha un tasso molto elevato e dove i tradimenti e le seconde unioni, soprattutto negli ultimi anni, sono aumentate in modo esponenziale.
“Tradimento”, termine che deriva dal latino tradere, ossia “Dare, Affidare”, in senso più generale, indica il venir meno nella fede data.
Un fenomeno purtroppo presente nella vita di moltissime coppie in varie forme, a volte transitorio, altre volte stabile, organizzato, saltuario, più o meno condiviso, quasi sempre però appare fulgido e lussureggiante e si interpone silenzioso tra gli spazi vuoti di una coppia.
Quali sono le motivazioni che sottendono queste “scelta di non fedeltà”?
I tradimenti, rappresentano sempre il primo campanello di allarme di un possibile disagio relazionale e molto spesso siglano l’inizio di un processo separativo. Silenzi protratti, scarsa attenzione al mondo dell’altro, pensieri e desideri incentrati solo su se stessi, atteggiamenti aggressivi, ambivalenti, poche emozioni che ogni giorno sempre di più inesorabilmente affogano nel silenzio dei pensieri e della passione fino a cadere nel buio totale dei sensi, preparando così il terreno a future bufere matrimoniali.
La routine, la noia, l’abitudine, sono tutti elementi che lentamente e costantemente si sostituiscono alla “comunicazione emotiva”, al sorriso, al desiderio, al tendere verso l’altro con lo scopo di mantenere quell’indispensabile percorso di cura e manutenzione che esige un sano rapporto d’amore. I partners, invisibili all’interno del legame, cercano altrove elementi vivifici, i successivi tentativi di seduzione che ne susseguono sono poi una maldestra strategia tesa a dimostrare, soprattutto a se stessi, se si è ancora capaci di conquistare, interessare, piacere, sedurre, e ancora di più: saper amare.
Il tradimento oggi, sembra quasi autorizzato dalle dinamiche della società in cui viviamo, tutto è lecito, consentito, fattibile, sembra quasi una logica conseguenza al matrimonio.
Ricevo frequenti e-mail di donne\uomini sconfortati e devastati dalla scoperta del tradimento dei loro partners, mi chiedono spesso, quando si può parlare di “vero tradimento”, se vi sono caratteristiche universalmente riconosciute per essere certi che si tratti di “tradimento”.
Qual è il vero tradimento?
Quando si insinua il desiderio dell’altro\a o quando si transita alla fisicità?
La famigerata scappatella, differisce dalla relazione “altra”?
Virtuale, reale, con il cuore, con la testa…?
Che caratteristiche hanno gli “amori infedeli” ed a quali bisogni assolvono?
E’ difficile stabilire quando si può parlare realmente di tradimento, credo invece che l’attenzione dovrebbe essere spostata sul “perché” si tradisce, sulle sue inconsce motivazioni e su come evitare che questo possa accadere.
Il prof. Aldo Carotenuto, mio docente e guida formativa, nel suo scritto “Amare, tradire”, in maniera chiaramente provocatoria, sostiene che l’infedeltà ci riconsegna a noi stessi e che spesso il tradimento di maggiore rilievo è quello nei confronti del proprio sentire e volere.
Capita spesso di vedere coppie che hanno smesso di amarsi senza accorgersene, talvolta sedute ad un ristorante o in casa, in camera, a cuori separati che non si guardano più, non parlano, non si toccano, non hanno più niente da dirsi e da darsi, ma rimangono insieme nell’oblio più totale.
In questi casi l’uno ama l’altro o ama la rassicurante relazione familiare?
I disinvestimenti emozionali devono destare preoccupazione e possono rappresentare il primo semaforo rosso davanti al quale la coppia dovrebbe fermarsi a riflettere, soprattutto se non sussistono cause oggettive quali stress, malattie, lutti, disagi famigliari...
La conseguenza naturale sarebbe quella di dover vivere sotto lo stesso tetto, ma con il cuore e la mente altrove.
Cosa tiene insieme le coppie, anche quando la relazione si è estinta?
La relazione, anche se satura ed oramai estinta dal punto di vista emozionale, per ognuno dei due partners rimane comunque un porto sicuro, una rassicurante abitudine, un luogo simbolico di appartenenza, nonostante sede del disamore e del silenzio.
L’alibi di fattori oggettivi quali i figli, il mutuo, gli assegni di mantenimento e di altre cose ancora, prendono il sopravvento rispetto alla vera volontà ed espressione di amore e sentimento.
Cosa accade alla coppia, a processo separativo in corso?
Subentrano gli amanti, i tradimenti, relazioni parallele, scappatelle virtuali o reali, rapporti platonici o di penna, forse con il tentativo un po’ velato di ravvivare un matrimonio sopito o probabilmente già sofferente.
Come reagisce una coppia al tradimento?
Le “strategie anti-dolorifiche” sono le più svariate e correlano con le dinamiche della coppia stessa: dall’illusorio far finta di niente alla negazione del disagio e del dolore, dal tentativo di rimozione del malessere al pensiero di poter tornare “come prima”, dalle reazioni di rabbia e di insofferenza al perpetuare nel tradire senza la capacità di ascoltare ed ascoltarsi.
Quali regole, per mantenere un patto di fedeltà?
Non esiste un elisir di lunga vita tra due coniugi, ma esistono strategie e suggerimenti, che potrebbero evitare che il tradimento si insinui nella vita di coppia, diventando la “norma”.
Quando una coppia si sceglie, oltre al legame giuridico, dovrebbe stipulare un “patto d’amore”, di lealtà, di sincerità e di fedeltà al legame ed al sentire individuale.
Solo se si riesce a mantenere nel tempo, un rapporto aperto al dialogo emotivo, allo scambio reale, al rispetto delle reciproche diversità, si instaura un vero “patto amoroso”:
l’infedeltà non è una minaccia alla solidità della coppia, ma è chiaramente un segnale inconfondibile che qualcosa non va più per il meglio e che andrebbe adeguatamente attenzionata.
Forse la coppia non è riuscita ad evolversi con gli stessi tempi, con il medesimo respiro, con lo stesso sguardo sul mondo, con un progetto ancora comune. Il tradimento, oltre che estremamente doloroso e destabilizzante, pone di fronte alla coscienza individuale le proprie precarietà relazionali.
Si può rimanere fedeli all’interno di una relazione?
La scelta dell’altro e la promessa di fedeltà, è solitamente un progetto tacito , talvolta chiaramente verbalizzato, che si dispiega durante l’incontro e durante tutto il corso della vita a due.
Le varie tappe della vita, i vari moti di crescita psichica, emotiva e cognitiva di ogni protagonista del legame, portano poi la coppia a rivisitare il patto iniziale in funzione delle nuove esigenze, emozioni e necessità.
La fedeltà, nonostante sembri impossibile e chimerica, è ancora un progetto attuabile.
Bisogna distinguere una fedeltà passiva da una fedeltà attiva.
La prima viene mantenuta soltanto per paura delle possibili conseguenze di un tradimento, per mancanza di incontri interessanti, di stimoli, di emozioni; la seconda invece, è fortemente voluta e difesa, come se fosse un piccolo tesoro ed un valore aggiunto alla coppia.
La fedeltà può nascere e mantenersi nel tempo, da una condizione di libertà e di maturità personale, nessuno può imporla, se non parte da se stessi.
Il concetto di fedeltà dovrebbe essere ancorato a quello di libertà, chi rimane in coppia, in maniera forzata ed imposta, tradisce se stesso ed alla lunga pagherà le conseguenze sul piano psico\fisico.
La fedeltà richiede impegno, volontà, costanza, investimento emozionale, la capacità di stare con se stessi e con l’altro, oltre che la capacità di essere presenti durante il percorso della vita.
La fedeltà sentimentale e sessuale ha ancora la sua importanza nel mantenere in vita un legame d’amore. Nonostante i tempi odierni, la perdita dell’esclusività sessuale viene vista come una profonda ferita narcisistica, è possibile comunque che la relazione di coppia dopo il tradimento, possa ripartire da dove si era smarrita. Riaccendere la passione, mediante il dialogo empatico, attento e proficuo, si può trasformare la crisi in risorsa.