Sesso ai disabili?

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo

I disabili fisici - miodistrofici, ciechi, paralizzati (tetraparesici) - hanno desideri e/o bisogni sessuali e affettivi? E’ un loro diritto soddisfarli? E’ un nostro dovere aiutarli a dare risposte a quello che ancora oggi è un problema?

A questi importanti interrogativi si propongono di dare risposte in questi giorni due convegni a Napoli [1], uno a Roma [2], e un dibattito a Bologna [3]. A febbraio era uscito nelle sale il film "The session".

Segno che una crescente sensibilità inizia a svilupparsi attorno a una tematica che fino a poco tempo fa era circondata da un alone di silenzio, mistero, vergogna, morbosità, giudizio.

 

I desideri e bisogni sessuali e affettivi delle persone disabili

Eppure chi di noi opera nel settore, moltissime volte ha incontrato situazioni famigliari in cui sono le madri a rispondere alle esigenze sessuali del figlio disabile, i fratelli a cercare una ragazza o donna disponibile a prestarsi per soddisfare. Sembra brutale detto così.

Ma la sostanza è che un/a disabile, tale dalla nascita o semplicemente perché una malattia degenerativa, un banale incidente di motoretta lo hanno messo per sempre su una sedia a rotelle, è una persona; che desidera essere amata non solo da un amore materno, ma talvolta anche di un amore sessuale; che in ogni caso apprezza e desidera essere abbracciato, carezzato, coccolato in quanto uomo o donna. Che chiede una relazione, anche pur transitoria, in cui essere apprezzato per quello che è, per quello che può anche dare.

La colpa, perché non dire il merito?, è anche della medicina, che ha fatto notevoli progressi in questo campo aumentando considerevolmente la speranza e la qualità di vita di queste persone. E una volta data risposta ai bisogni primari (quelli di base), si fanno dunque sentire - anche per loro - i “bisogni superiori”. Il desiderio di appartenenza, diceva Maslow, è da mettere tra i normali bisogni superiori di ognuno.

Non tutti sono così fortunati da incrociare una storia completa d’amore e di corporeità. Molti non hanno né l’uno né l’altro, pur desiderandolo in modo talvolta spasmodico.

 

L’assistente sessuale: una tra le risposte possibili?

Al fine di dare risposte dignitose a queste problematiche, in molti stati europei - tra cui nella vicina Svizzera - esiste già la figura professionale dell’assistente sessuale. Non si tratta di un/a prostituto/a. Non sono previsti rapporti sessuali con penetrazione né rapporti orali, bensì massaggi, carezze, giochi erotici, esperienze sensuali che diano a quei corpi colpiti, a quelle persone provate, la dimensione del piacere e della piacevolezza della corporeità; e non solo della cura e dell’accudimento del corpo, quasi a sottolinearne l’handicap.

E’ molto interessante consultare il programma scolastico del corso che questi addetti devono frequentare, informarsi sul loro profilo professionale, sentire le loro testimonianze. [4] E’ una bagno di realtà e di umanità. Stimola a superare stereotipi e pregiudizi.

 

Non giudicare

A ognuno di noi può succedere di essere colpiti da disabilità, anche da un giorno all’altro. Pensiamo con empatia, rispetto e impegno civile a chi attualmente vive questa difficile condizione.

 

FONTI
  • [1]Corpi sessuati: disabilità, affettività e intimità”,’Università Federico II, Napoli 29 maggio, http://www.corriereuniv.it/cms/2013/05
  • Per una disabilità sostenibile, Napoli, 5-6- giugno, http://www.arcigay.it/41042/ 
Data pubblicazione: 01 giugno 2013

19 commenti

#1
Dr.ssa Paola Scalco
Dr.ssa Paola Scalco

Ciao Carla,
aggiungo il titolo di un libro sull'argomento, a mio avviso fondamentale, che potrà tornare utile sia agli Utenti sia ai Colleghi che ancora non lo conoscano:
"Handicap e sessualità: il silenzio, la voce, la carezza. Dal riconoscimento di un diritto al primo centro comunale di ascolto e consulenza" di Fabio Veglia, edito da Franco Angeli.

Buon lavoro!

#3

A Paola.
Sì, condivido, è proprio un buon testo. Come del resto, per l'educazione sessuale dei minori con disabilità anche psichica, il testo della Erikson "Anch'io". Grazie
Carlamaria

A Giovanni.
Devo confessare che questo Tuo articolo mi era sfuggito, l'ho trovato molto puntuale e completo!
Per quanto riguarda il titolo, ti dirò che ci ho pensato a lungo, e alla fine ho preferito termini alla portata di un visitatore pur semi-distratto del nostro sito...
Carlamaria

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Cara Carla,
ti ringrazio per le tue osservazioni e considerazioni sul mio articolo; del resto 15 anni di Unità Spinale nella Divisione Urologica dell'Ospedale di Magenta qualcosa mi hanno insegnato!

#5
Dr.ssa Monica Cappello
Dr.ssa Monica Cappello

Alle interessanti informazioni della collega Dr.ssa Brunialti, desidero aggiungere un mio articolo, estratto della mia tesi di laurea, dal titolo "VITA AFFETTIVA E SESSUALE NEI PARAPLEGICI"...

Un saluto!

#7

Grazie dell'interessante articolo riferentesi alla Tua tesi di laurea. Credo sia ancora un'area critica nella nostra società, nonostante noi ce ne occupiamo da tanti anni...

#17
Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Bellissimo articolo, splendida bibliografia...

Io non capisco perché noi gay possiamo avere le "saune" o i "cruising bar" dove incontrarci e gratuitamente fare sesso in appositi stanzini, alla pari e dotati dal bar o sauna di preservativi, mentre gli eterosessuali non possano!
Credo che in parte una risposta la darebbe anche e soprattutto la liberazione ipocrita dal tabù della sessualità femminile, comunque negata tanto dall'idea di case chiuse quanto dall'esclusività apparente della prostituzione declinata sempre e solo al femminile, come disvalore.
Intanto ci sono prostitute transessuali, omosessuali e maschi eterosessuali, per strada come online, e questo secondo me è un bene per la società!
Comunque penso che avere luoghi protetti, anche il cosidetto parco dell'amore, ma anche "saune eterosessuali" o "cruising bar eterosessuali", dove donne e uomini liberi possano senza tabù incontrarsi alla pari senza quell'odiosa differenza marcata dal genere.
Aggiungerei a questi luoghi della parità sessuale anche delle donne in numero pari ai maschi etero e sinceramente almeno una transessuale ed un bisessuale, a pagamento, appunto per uomini e donne libere, ma la cui disabilità fisica o psichica, ma anche semplicemente la sgradevolezza fisica, caratteriale o l'età, siano di impedimento alla soddisfazione necessaria degli istinti, sempre nella piena parità dell'offerta e della domanda!

#18

Condivido una visione e una "azione" più libera della sessualità in ogni condizione, libera da "diversità" (ben distanti dalle "differenze") di genere e di ogni altro genere...

#19


Una informazione per gli interessati alla tematica.

"ABILI AL SESSO",
la disabilità fisica e psichica non può rappresentare una ulteriore discriminazione, quella nei confronti del piacere.

Questa la tematica che la Dott. C.M.Brunialti e M. Bossi - sessuologi - trattano all'interno della seconda edizione del LaikoDay il 1° aprile, ad Arco (TN). Al dibattito partecipano i ragazzi dell'Associazione Jump di Bologna (disabili fisici) che stanno cercando anche provocatoriamente di sdoganare il concetto che un disabile non è un essere asessuato.

Nel secondo anno del Festival della laicità saranno inoltre protagonisti Beppino Englaro, Mina Welby, la giornalista Giuliana Sgrena, la filofosa Monica Lanfranco e il filosofo e matematico Giulio Giorello.

Dettagli nei link e al tel. 3393770975
Link per iscrizioni/programma: http://www.laikoday.it https://www.facebook.com/www.laikoday.it/?fref=ts
Email info/segreteria: laikoday@gmail.com

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