Aborto fuori legge ed a pagarne le conseguenze sono sempre le donne...

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

L’aborto, anche detto IVG - interruzione volontaria di gravidanza - ha cambiato svariate volte veste: dalla clandestinità alla legalizzazione, dalla scelta di molti ginecologi (obiettori di coscienza) di non praticarlo più, al ritorno degli ambulatori clandestini.

L’IVG è un’esperienza traumatica, caratterizzata da una forte connotazione emozionale, sentimenti spesso ambivalenti da parte della donna ed efferati sensi di colpa, che necessitano adeguati ascolti e supporti, oltre che mani mediche esperte ed oneste.

Un'inchiesta di repubblica.it evidenzia come l'80% dei ginecologi si dichiara obiettore di coscienza.
Questa percentuale veramente elevata di clinici, obbliga le donne a praticare l’interruzione di gravidanza in clandestinità, perché vengono spesso rifiutate dalle istituzioni.
Il ministero calcola che le "Ivg illegali" sono ventimila. Ma potrebbero essere almeno il doppio. Vittime sempre le donne.

L’esperienza dell’aborto, dal punto di vista simbolico, rappresenta la concretizzazione di un attacco acuto al corpo della donna, la morte del desiderio inconscio correlato alla prosecuzione del sé biologico.

L’aborto talvolta rappresenta l’unica strada percorribile quando la donna vive una realtà dolorosa e scarsamente consona alla generatività, ma l’aspetto fantasmatico ed il dolore conseguente deve essere obbligatoriamente ascoltato e lenito.

Un fallimento contraccettivo, un “incidente di percorso” o un partner non consenziente, porta la donna a dovere fare i conti con una possibile scelta, anche se non semplice e non indolore.
Nell’inconscio femminile è sempre presente quell’atavica, ancestrale correlazione tra sessualità e procreazione, il corpo femminile è sempre stato a servizio della prosecuzione della specie.

L’aborto va considerato sempre, anche se voluto, come un evento traumatico in quanto produce un marcato stress ed evoca elementi mortiferi, azzera inoltre gli elementi di identificazione materna con il bambino, mediante la negazione della gravidanza.

La sintomatologia psicosomatica che insorge nelle donna che ha abortito, ha caratteristiche simili al “disturbo post traumatico da stress” (DSM IV), i disturbi possono insorgere subito dopo l’intervento o dopo un lungo periodo di incubazione psichica a livello inconscio.

L’illegalità amplificata dalla disperazione delle donne che hanno necessità di abortire, fa proliferare cliniche fuori legge: l'ultimo ambulatorio denunciato dai media, era gestito dalla mafia cinese ed è stato scoperto a Padova dalla Guardia di Finanza alcune settimane fa, guadagnava circa quattromila euro al giorno. Tra i clienti anche molte donne italiane.

Sono stati inoltre sequestri farmaci abortivi, confezioni di Ru486 di contrabbando.
Sembra un’assurdità, ma oggi le donne ricominciano a morire di setticemia, complicanza ormai totalmente estinta, oltre a pellegrinare da una regione all'altra cercando possibili reparti che ancora garantiscono l' IVG.

Un muro di omertoso silenzio ammanta la possibilità di denunciare questa sgradevole ed ingavescente situazione, le donne, spesso sole, minorenni, extra-comunitarie, spaventate e senza via d’uscita, decidono di intraprendere la strada dell’illegalità, pur mettendo a repentaglio la loro salute psico\fisica.

L’illegalità comporta non pochi rischi per la loro salute, rischi di morire per setticemia, rischi di essere scoperte e denunciate, non per ultimi, rischi di rimanere danneggiate e compromesse sul piano psichico, perché l’ IVG, necessita sempre di un supporto psicologico pre e post intervento.

La decisione di abortire, nega comunque la genitorialità e crea nella donna, nuclei indelebili di dolore e lutto, misti a vergogna e colpa, che devono obbligatoriamente essere rielaborati all’interno di setting psicoterapici, al fine di una sana ed adattiva elaborazione dell’accaduto.

Per approfondimenti leggere:
https://www.medicitalia.it/minforma/ginecologia-e-ostetricia/145-aborto-medico-ru-486-e-legge-194-78.html

Data pubblicazione: 24 maggio 2013

10 commenti

#2
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Utente 219XXX

Molti degli 80% dei ginecologi sono obiettori solo nelle strutture pubbliche; quando entrano nelle strutture private, invece, diventano abortisti.

#3
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Dr.ssa Valeria Randone

Questo non so dirglielo, da psicologa mi occupo della salute psichica delle donne che devono ricorrere all' aborto, che sia legale o peggio ancora illegale .
Cordialmente

#4
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Utente 258XXX

Utente 219318 Se ha elementi fondati segnali questo comportamento in forma anonima alle autorità!
Ricordo che qualche anno fa ho incontrato una ragazza 19enne straniera assunta come badante c/o una famiglia del paese: piangendo mi chiese il prezzo per un aborto perchè temeva di essere incinta e se conoscevo qualcuno che lo praticava, io le ho spiegato che per motivi religiosi sono antiabortista ma l'ho informata che qui in Italia se una donna ha comunque deciso di non portare a termine la gravidanza può in tutta sicurezza farlo presso gli ospedali pubblici gratuitamente. Siamo andate in farmacia, le ho comprato il test di gravidanza, le ho fornito il n° del centralino telefonico dell'ospedale e quello del centro di aiuto alla vita della mia zona, le ho mostrato la stazione FS e dell' autobus e le linee e gli orari per raggiungerli.
Quanto odiosi trovo i comportamenti segnalati dall'Utente 219318,passati per obiezione di coscienza!
Ma i colleghi e collaboratori FANNO FINTA DI NIENTE?
Come riescono a relazionarsi con tali ipocriti?

#5
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Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Dottore,
credo che l'IVG sia un diritto di tutte le donne.
Qualunque sia la motivazione, non sindacabile, la scelta di portare avanti o meno, una gravidanza è della donna e, quando c'è, della coppia.
Ogni medico, dovrebbe ascoltare, facilitare ed aiutare la paziente, mettendo a disposizione le risorse pubbliche.
Ogni medico poi, per formazione, scelta di vita, credo religioso, fa quello che ritiene opportuno fare, le illegalità purtroppo ci sono in ogni dove, anche quando si tratta di salute.....

#6
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Utente 219XXX

"Utente 219318 Se ha elementi fondati segnali questo comportamento in forma anonima alle autorità!"
E secondo Lei le autorità si muovono? Magari!
Anch'io sono in linea di principio contrario all'aborto, pur non essendo religioso. Credo nel rispetto della vita e soprattutto nel rispetto dei più deboli. Il feto è una vita che ancora non ha voce e visibilità, quindi è la forma di vita più indifesa.
Ma non sono un oltranzista. L'aborto non va vietato, altrimenti si moltiplicherebbero gli aborti clandestini con i rischi che tutti conosciamo.
Il problema però sta a monte. La prevenzione è ancora insufficiente. L'istruzione sessuale deve essere potenziata. Gli adolescenti hanno il diritto di ricevere un'adeguata informazione sulla contraccezione e sulla sessualità in genere. Nelle scuole ci devono essere dei distributori di preservativi, perché il preservativo è prima di tutto una misura sanitaria e non uno strumento di peccato come purtroppo molti sono portati a pensare a causa di un retroterra culturale chiesastico. E' ora che separiamo l'ambito religioso dall'ambito sanitario ed educativo.
A questo proposito voglio segnalare questo interessantissimo articolo dal Corriere sullo stato dell'informazione sulla contraccezione fra i giovani
http://27esimaora.corriere.it/articolo/quattro-ragazze-su-10-sprovvedute-al-primo-rapporto-e-i-maschi-dove-sono/

#7
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Dr.ssa Valeria Randone

Gli adolescenti hanno il dovere di ricevere un' adeguata educazione emozionale e sessuale, primo step formativo ed informativo per vivere una sessualià serena, ludica e coscienziosa e per evitare MST e gravidanze non desiderate.
L' Italia è l' unico paese dove non è obbligatoria nelle scuole l' educazione emozionAle/ sessuale ed i giovani " imparano" in maniera malsana dai compagni più navigati, la pornografia ecc....
Tra i giovani, C' è una gran confusione tra contraccezione, contraccezione d' emergenza, aborto, ecc.....l' importante è non avere guai, ma la prevenzione è fondamentale sia per evitare aborti a cuor leggero , che per tutelare la loro salute sessuale e procreativa .
La vita, credo religioso a parte, è sacra e va tutelata e protetta.
L' aborto, non può essere negato, perchè come in ogni ambito le proibizioni creano un mercato parallelo e quando si tratta di salute, è veramente rischioso.
Grazie per i vostri interessanti commenti.

#9
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Utente 219XXX

Grazie a Lei Dottoressa, che con i suoi articoli -sempre attualissimi- ci dà la possibilità di affrontare queste interessantissime tematiche.
Mi riallaccio al suo ultimo commento, perché mette in luce le contraddizioni che attraversano la nostra società nella considerazione della sessualità. L'educazione sessuale non è obbligatoria nelle scuole, ma basta una connessione internet per vedere una miriade di filmati pornografici accessibili anche a bambini. Le case chiuse sono uno scandalo, ma preferiamo che la prostituzione diventi un racket con ragazze di 18-20 anni rese schiave e buttate in mezzo alla strada in balia del maniaco di turno. Tanto sono delle "puttane", chi vuole che se ne interessi.

#10
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Dr.ssa Valeria Randone

La sfera della sessualità è sempre stata caratterizzata da grandi ambivalenze e contraddizioni.
L' educazione sessuale non viene proposta ed internet è dal facile accesso anche dai cellulari dei minori, la prostituzione negata e non regolamentata ed il "mestiere più antico del mondo" , non conosce crisi.....
Credo che ognuno di noi, nel nostro micro/ cosmo, dovrebbe occuparsi di educare i propri figli per una " cultura sessuata" , che rivaluti l' intimità e che faccia sempre passare un messaggio di " scambio emozionale" , non scisso dal' affettività e dalla dimensione " relazionale" .

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