DSM V: ma la sex-addiction dov’è andata a finire?

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Dopo tanta attesa, finalmente a giorni verrà pubblicato il DSMV, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), il sacro volume che regolamenta l’aspetto diagnostico della salute mentale, sia in campo medico che psicologico, per la diagnosi e la classificazione dei diversi disordini psichici.
Sono stati coinvolti più di 1500 esperti in psichiatria, psicologia, assistenza sociale,neurologia e pediatria.

L’Apa, l’American Psychiatric Association, all’interno del suo sito Internet rivela gli ultimi dettagli inerenti la tanto attesa pubblicazione.
Rispetto al DSM IV le novità sembrano essere svariate, le classificazioni saranno sempre più accurate e precise, ma al contempo sembrano esserci delle categorie diagnostiche assenti.

Sembra inoltre, che la nuova versione rievocherà la struttura di un altro importantissimo manuale diagnostico utilizzato in ambito clinico e pubblicato dalla World Health Organization (WHO): l’International Classification of Diseases (ICD), facilitando e favorendo così la comunicazione tra varie specialità, senza fazioni e sovrapposizioni d’interventi.

Alcuni cambiamenti sono invece sostanzialmente terminologici, la Pedophilia per esempio, nel DSM V verrà rinominata Pedophilic Disorder”.

Nel nuovo manuale, sembrano esserci dei grandi assenti, sembrano infatti mancare del tutto la Sex Addiction e la Sindrome da Alienazione Genitoriale.

La prima, proposta per il DSM-V con il termine Hypersexual Disorder”, indica i cosiddetti casi di ipersessualità, in cui un soggetto mette in pratica comportamenti a sfondo sessuale compulsivi e reiterati nel tempo e nello spazio, senza riuscire né ad evirali, né a porvi alcun freno, nonostante le conseguenze negative che questi producono nella sua vita, relazioni, coppia, lavoro e qualità di vita.

Chi soffre di "dipendenza da sesso", solitamente va incontro a tutta una serie di problematiche importanti, che alla lunga lo porteranno verso l' isolamento sociale ed affettivo. Una caratteristica di chi soffre di “dipendenza da sesso” è la compromissione o l’assenza dei meccanismi di controllo del comportamento sessuale.

Nel 1886, Krafft Ebbing, nel suo libro “Psychopathia Sexualis”, descriveva la moderna sexual addiction, come una condizione in cui il desiderio sessuale del paziente si sviluppava in maniera anomala, coinvolgendo ed abitando tutti i pensieri, opere e relazioni, impedendogli di svolgere una normale vita sia lavorativa, che relazionale.

I “sesso-dipendenti”, esclusi dal DSM V, non cercano nuovi legami ad alta gradazione erotica (come fanno spesso i traditori seriali) nei quali sperimentarsi e nutrirsi, ma appaiono intrappolati nella riedizione di un antico ed unico copione, caratterizzato dalla ricerca “immediata” del piacere genitalico.

La Sindrome da Alienazione Genitoriale (“Parental Alienation Syndrome”), è considerata una dinamica psicologica problematica a carico di un minore coinvolto, suo malgrado, in contesti di separazione o divorzio, con caratteristiche altamente conflittuali ed aggressive, fra i genitori.

Sembra che entrambe le problematiche, non abbiano i requisiti per la validazione a livello scientifico.
A quanto pare saremo costretti ad aspettare ulteriori dolorosi casi di cronaca, per far si che queste dolorose ed invalidanti condizioni cliniche, vengano adeguatamente attenzionate.

 

Per approfondimenti leggere:

 

 

Data pubblicazione: 16 maggio 2013

1 commenti

#1
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Ex utente

Sbaglio o la S dell'acronimo sta per statistico? Se sì, allora la risposta sta nel fatto que questa dipendenza è la + costosa di tutte e solo i divi di Hollywood e qualche satiro o ninfomane con potere anche politico si possono permettere. Per questo il disturbo è stato espunto dall'ultima edizione. Se poi il satiro/ninfomane fa carriera politica e usa la stessa disinvoltura (il termine tecnico sarebbe mancanza di controllo) che usa nello spendere soldi per procacciarsi i/le partner sessuali e per generalizzazione trasferisce la mancanza di controllo nella gestione della cassa pubblica allora le cricche affaristiche cercheranno di approfittare della sua "debolezza" per spolpare quel che c'è rimasto della ricchezza nazionale.

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