Perdita di capelli, finasteride e disfunzioni sessuali
Nell’incantevole e suggestivo scenario di Taormina, nelle giornate del 18,19 e 20 c.m, si è svolto il congresso nazionale di uro-andrologia dal titolo “Hot topics in urology”.
Una ben nutrita sessione di lavori ha affrontato la strettissima correlazione tra l’ipertrofia prostatica e le conseguenti disfunzioni sessuali maschili, le complicanze psico-sessuologiche correlate ad alcuni protocolli terapeutici e le possibili strategie d’intervento, al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti da più punti di vista (funzionale, emotivo, sessuale, ecc.).
Il Prof. F. Pirozzi Farina, presidente della Sia (società italiana di andrologia), ha sapientemente trattato la correlazione tra l’alopecia androgenetica, la perdita dei capelli nel maschio, la sua cura e le possibili ripercussioni sulla delicata e poliedrica sfera della sessualità.
Le disfunzioni sessuali maschili, subentranti a seguito della cura a base di finasteride, sono le seguenti:
deficit erettivo, riduzione e/o perdita della libido o desiderio sessuale, disfunzioni della sfera eiaculatoria, tra le quali oligoposia (poco volume dell’eiaculato) ed aneiaculazione , ben distinta dall’anorgasmia.
L’aneiaculazione è una disfunzione sessuale che compromette la terza fase della risposta sessuale, cioè la fase correlata all’orgasmo ed alla eiaculazione, in questo caso la componente assente è l’eiaculazione. Questo favorisce uno sterile e poco gratificante atto amoroso.
Gli studi presentati hanno tentato di dimostrare se esiste una stretta correlazione tra finasteride e deficit erettivo.
In realtà, sembra che la correlazione non sia poi così lineare: i pazienti che durante il primo anno di somministrazione del farmaco hanno manifestato problematiche sessuologiche, durante il secondo, hanno naturalmente recuperato in salute sessuale (Studio Pless, studio CombAT).
E’ stato dimostrato però, mediante una valutazione psico-sessuologica, che questi pazienti avevano una pregressa storia sessuale non serena e già palesavano qualche “screzio” con la loro sessualità, una situazione clinica che con l’assunzione della farmacoterapia per l’alopecia, ha fatto chiaramente precipitare.
Si è notato inoltre, che per alcuni pazienti, forse più “fragili sessualmente” e con uno storico sessuale poco limpido e soddisfacente, la sospensione della farmacoterapia non è stata sufficiente alla restituzione della spensieratezza sessuale, ma è diventato indispensabile un supporto psico-sessuologico o una terapia combinata.
Il vissuto sgradevole e doloroso relativo al deficit erettivo, alla vulnerabilità erettiva, la paura anticipatoria di rivivere un fallimento sessuale, contribuiscono a creare quelli che noi clinici chiamiamo “fattori di mantenimento della disfunzione”, ben differenti dai fattori che hanno contribuito all’insorgenza della problematica sessuale.
La natura multidimensionale della sessualità umana è tale da imporre un inquadramento e un ‘approccio terapeutico integrato’ al soggetto portatore di un disturbo sessuologico, sarebbe miope ed errato trattare soltanto la sintomatologia, senza la sua cornice psichica, relazionale, emozionale ed affettiva che correla con la sessualità.
La sfera della sessualità è talmente complessa e delicata che un suo malanno, anche transitorio, può compromettere il suo avvenire, trattarla con professionalità, con scrupolosità diagnostica e terapeutica, diventa la strada che noi clinici dobbiamo percorrere al fine di restituire serenità e gioia ai nostri pazienti portatori del disagio sessuologico.