Luce accesa o spenta sotto le lenzuola?
La vita sessuale, oggi, viene spesso disgiunta dalla sfera emozionale-affettiva. I più giovani, infatti, si rivolgono a noi clinici per chiedere consigli su come sedurre, amare, su come appagare la propria intimità. Chiedono bugiardini, manuali d'istruzione per tentare di lenire le proprie ansie e paure, seppur nella precaria, ma costante ricerca di una formula capace di trasmutare il desiderio in emozioni.
Una delle domande più frequenti che ricevo è quella inerente il “giusto modo per fare l’amore”: luce accesa o luce spenta, posizioni ortodosse o fantasiose, aspetto ludico, trasgressivo ecc.
Ma cosa cela in realtà la domanda: "luce accesa o luce spenta durante l’intimità?"
Le ragazze alle prime esperienze, nella loro improntitudine giovanile, spesso vivono la sfera della sessualità con intenso pudore, vergogna ed imbarazzo. Preferiscono il buio alla luce nei momenti più profondi, a favore di una intimità più psichica/mentale che visiva, consapevoli comunque di vivere nell'illusione di "neutralizzare" l'incertezza della propria immagine corporea.
Donne giovani e meno giovani, non hanno un ottimo rapporto con il proprio corpo, con la propria fisicità e tendono a guardare\osservare l’intimità con occhi giudicanti, punitivi e censori. Sovrappeso, smagliature, cicatrici..., il proprio corpo da contenitore di piacere dei sensi, diventa sede di imbarazzo ed ecco che transita la sessualità da una dimensione di spensieratezza, empatia ed allegria, ad una disfunzionale dimensione tra “corpo, psiche ed immaginario".
Molti pazienti, si “auto-osservano”, questa abitudine, meglio conosciuta da noi psico-sessuologi con il termine di “spectatoring”, caratterizza e danneggia il fluire e fruire del desiderio sessuale e dell’eccitazione.
Lo spectatoring, è una delle caratteristiche ridondanti dell’ansia da prestazione maschile e dell’anorgasmia femminile, più il protagonista dell’atto amoroso tenderà ad auto-osservarsi ed a monitorare la sua sessualità, più questa tenderà a diventare disfunzionale. La luce accesa, frequente richiesta del partner maschile, sottolinea l’importanza della “vista” durante l’intimità.
La vista, così come gli altri quattro sensi, hanno tutti pari importanza, ma la loro “graduatoria sensoriale”, dipende dalla storia di vita, sessuale, emozionale del singolo e della coppia.
Le donne, sotto le lenzuola, adoperano più frequentemente l’udito e l’olfatto, annoverati tra i sensi più primitivi, mentre gli uomini in percentuale maggiore la vista ed il tatto.
Inibizione e censura a parte, cosa potrebbe apportare alla sessualità la luce spenta?
Arginare o inibire per un po’ uno dei sensi, come la vista, equivale a potenziare gli altri, come il tatto, l’udito, il gusto, l’olfatto ed ovviamente l’immaginario.
Il bambino, nasce, cresce e conosce il mondo ed i suoi abitanti, attraverso la meraviglia dei sensi: guarda, ascolta, percepisce gli odori, il gusto della vita, sensi che lo orienteranno in seguito, durante la scoperta della vita e delle relazioni.
Da adulti poi, i sensi ed il loro indispensabile utilizzo, vengono spesso dimenticati e molti giovani di oggi, si trovano a vivere l’intimità quasi in una sorta di “apnea sensoriale”, senza sentirne l’odore prima ed il sapore dopo.
Non credo esistano istruzioni per l’uso o bugiardini per la sfera della sessualità, ma un buon livello di conoscenza di se stessi e del partner, al fine di vivere una vita emozionale e sessuale ludica, appagante e che rappresenti un reale scambio emotivo per la coppia.