Quando si ama una persona dello stesso sesso...

monicacappello
Dr.ssa Monica Cappello Psicologo, Sessuologo

QUANDO SI AMA UNA PERSONA DELLO STESSO SESSO…

Sempre più spesso si sente parlare di amore e sesso, in coppie gay. L’argomento suscita, ancora oggi, grande clamore!

Discordanti sono le opinioni a riguardo: alcuni vedono l’amore tra omosessuali come un aspetto normale, altri ritengono che sia da considerare una “perversione”, altri ancora preferiscono non pronunciarsi a proposito di un argomento tanto dibattuto.

Sicuramente negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti, grazie ai diversi studi sull’omosessualità e grazie alle diverse associazioni presenti in tutto il territorio italiano, e non solo, che si battono per favorire l’integrazione, contro ogni tipo di pregiudizio su questo aspetto dell’identità sessuale.

In una società che spesso tende a giudicare ed emarginare coloro che manifestano apertamente la propria omosessualità, non è per niente facile vivere serenamente il rapporto di coppia tra uomini dello stesso sesso, e questo determina numerosi conflitti interiori, e in primo luogo con i propri genitori. Questi ultimi hanno davvero tanta difficoltà ad accettare il proprio figlio gay, e spesso si chiedono perché sia successo proprio a loro, come se l’omosessualità fosse una malattia!

E’ importante una corretta informazione per tutti, volta alla sensibilizzazione di un fenomeno sempre più messo in luce, da parte di chi ha bisogno di sentirsi libero di amare, senza essere giudicato.

Data pubblicazione: 11 gennaio 2013

10 commenti

#2
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Dr.ssa Monica Cappello

Grazie per il link!
Non è semplice valutare l'idoneità di una coppia gay, in riferimento all'affidamento di un minore.
Discordanti sono le opinioni degli psicologi, in merito a questo argomento.
I pochi studi condotti fino ad oggi, sembrano indicare che i figli affidati a coppie gay non avrebbero un equilibrio psichico inferiore, a quello dei figli di coppie eterosessuali, ma ritengo sia presto per affermarlo con certezza.

Saluti!

#3
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Dr. Manlio Converti

Non è affatto certo che i genitori dei gay siano omofobi, neanche i miei hanno mai pensato che io fossi malato!

E' invece ambivalente l'omofobia della collega Cappello, che dimentica che l'Ordine degli Psicologi ha una precisa posizione nel merito: A FAVORE delle COPPIE gay e dell'OMOGENITORIALITA' !

La Corte di Cassazione Italiana ha stabilito che il PREGIUDIZIO omofobo non è una misura della capacità degli omosessuali di essere genitori:

http://www.laleggepertutti.it/21847_cassazione-si-allaffidamento-dei-figli-minori-alle-coppie-gay

Consiglio anche la lettura per professionisti:

http://www.sessuologiaclinicaroma.it/topic/doc/pdf/Psicologi_e_omosessualita.pdf

Spetta ai MEDICI ed agli PSICOLOGI dare informazioni corrette e rassicurare gli omosessuali sull'opportunità di fare Coming Out per aumentare il proprio benessere, superando con il dialogo eventuali e non accertate diffidenze dei genitori:

http://www.repubblica.it/salute/2013/01/30/news/fare_outing_migliora_la_qualit_della_vita_lo_dimostra_uno_studio_canadese-51511255/

#4
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Utente 219XXX

<<Non è affatto certo che i genitori dei gay siano omofobi, neanche i miei hanno mai pensato che io fossi malato!>>
Si vede che Lei ha avuto dei genitori illuminati e di buon senso. Magari fossero tutti così! Purtroppo molte famiglia fanno fatica ad accettare l'omosessualità dei propri figli, perché i pregiudizi e l'ignoranza sono duri a morire.

#5
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Dr.ssa Monica Cappello

Caro Manlio, la mia posizione in merito non è assolutamente omofoba !!
Sono al corrente della legge istituita dalla Corte di Cassazione, che denota sicuramente una svolta positiva, in tema di genitorialità di coppie omosessuali...

Per quanto riguarda l'accettazione da parte dei genitori, dell'omosessualità del proprio figlio, nella mia pratica professionale, mi trovo molto spesso di fronte a genitori turbati, ansiosi e preoccupati per il futuro del figlio.
Mi fa molto piacere sapere che, fortunatamente, non provano tutti le stesse emozioni, come ad esempio, i tuoi...

Un saluto!

#6
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Dr. Manlio Converti

Le statistiche nel merito non esistono in Italia, Paese dove la maggioranza dei gay e delle lesbiche si nasconde, ma sappiamo per esperienza in altri Paesi e grazie alle ricerche Istat ed Eurispes, oltre che studi universitari più complessi, che anche in Italia la maggioranza dei genitori accetterebbe senza problemi un coming out, subito o dopo un periodo di accettazione che oscilla dai due ai dieci mesi, un poco di più di un lutto normale, che è più ridotto se e quando il o la figlia mantengono un dialogo costante e sincero.

I miei genitori non erano ILLUMINATI, mio padre era sessuofobo, mia madre è ancora bigotta per certi versi, ma dopo un periodo in cui si sono confrontati con una realtà diversa, difficile all'epoca più di oggi, dopo avermi riversato addosso le loro ansie e preoccupazioni per me, si sono resi conto che erano le loro ansie e non fatti reali.

Nella realtà associativa veniamo a sapere di storie terribili, che di solito riusciamo a risolvere e solo raramente portano all'espulsione da casa, di solito è anzi il figlio/a ad andar via volontariamente per avere maggiore autonomia personale, emancipandosi.

I gay che restano in casa diventano i principali care-givers dei genitori anziani, non riescono ad emanciparsi ed hanno una vita relazionale difficile (per colpa loro, che non sono diventati adulti).

Chi ha fatto il coming out sta sicuramente meglio, anche in Italia, e sono oggi la maggioranza dei ragazzi e delle ragazze a dircelo, magari a raccontarci di averlo detto con rabbia o con paura (o con entrambe) riscontrando poi una risposta positiva subito o dopo un periodo intermedio, che non si aspettavano.

Insomma, oggi Freud direbbe: i gay e le lesbiche che non si dichiarano sono generalmente PARANOICI e subiscono da soli il danno del mancato Coming Out.
Si fanno del male da soli secondo lo schema dell'Omofobia Introiettata o del Minority Stress.

Ho detto che sei ambivalente, non che sei omofoba, ma è la tua esperienza ad essere eccessivamente negativa, come un ortopedico che pensi che gli uomini siano tutti zoppi !

Baci...

#7
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Dr.ssa Monica Cappello

Condivido le tue opinioni!
In Italia, purtroppo, anche a causa della forte presenza del Vaticano, esistono molti tabù sessuali e in modo particolare, in riferimento all'omosessualità, e questo conduce spesso a nascondersi.
Il coming out è fondamentale per riuscire a vivere più serenamente la propria vita sessuale, liberi da costrizioni e soffocamento della propria identità sessuale...

Un saluto e buon lavoro!

#8
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Utente 422XXX

Salve,
Sono Laura, ho 13 anni e credo di essere bisessuale.
Mi piace una ragazza, ma in precedenza mi è piaciuto solo un maschio.
Ho paura di parlarne con i miei, perchè mia madre dice che non è normale amare uno/a dello stesso sesso e che se si ama uno/a dello stesso sesso significa che mentalmente non si è cresciuti bene (e non ho mai avuto problemi mentali).
Questa cosa l'ho confidata solo a tre mie migliori amiche (tra cui quella che mi piace) e hanno detto che è normalissimo, e che non ci si deve preoccupare se di provano queste emozioni.
Pure se non l'ha presa male, ho paura di dirglielo.
Per favore, lei mi può aiutare?
Laura

#9
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Dr. Manlio Converti

E come facciamo a distanza ad aiutarla? Intanto la ragazza si è innamorata?

Poi per fare Coming Out insomma c'è tempo...
Prima l'amore, lo studio...
Sicuramente trovare parenti cui parlare di sé è importante ma anche avere amici, confidenti e fidanzate o fidanzati o entrambi....
Se sua madre le sembra ostile prima del Coming Out glielo dica apertamente che è ciuccia e razzista... Ma.lo faccia con amore.

Sua madre se le risposte continuano ad essere aggressive magari è solo spaventata da qualche prete o altri conoscenti razzisti. Occorre trovare parenti gayfriendly che aiutino anche lei a capire e darle il tempo di farlo.

Ma prima l'amore, lo studio e le amicizie!
Poi un giorno il lavoro...

#10
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Dr.ssa Monica Cappello

Come mai non ricevo le notifiche, che mi avvisano di nuovi commenti? Ho letto solo adesso, il messaggio di Laura!

A 13 anni si vivono sensazioni ed emozioni intense ed anche confuse, legate al cambiamento che il corpo vive, durante la fase puberale.
Non è semplice capire veramente i messaggi che il corpo ci manda, e soprattutto quelli inviati dalla psiche, in un mix di realtà e fantasia.

Senza dubbio è importante focalizzarsi sulle amicizie, le relazioni sociali con le figure di riferimento (genitori, insegnanti), ma può essere utile iniziare ad esprimere i propri dubbi o disagi ad una persona competente (ad esempio uno Psicologo, esperto in Sessuologia), che possa aiutare a capire meglio le proprie emozioni, in riferimento alla sfera sessuale.

La pubertà e l'adolescenza sono fasi molto delicate, che se non vissute serenamente, possono lasciare segni nella psiche, causando numerose difficoltà relazionali e sessuali, nella vita adulta.

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