I segreti della mente non ansiosa
Panico, ossessioni, fobie, disturbi del comportamento alimentare, percezioni deliranti e depressione sono i temi concentrati in questo volume che non vuole porsi come un manuale fai da te per la gestione dell’ansia, ma ha la pretesa di offrire un modello alternativo di pensiero a coloro che, travolti dalla trappola di questi disturbi, vanno a caccia di soluzioni, le quali, il più delle volte, si trasformano esse stesse in problemi. In quante occasioni un panicante, per difendersi da questa sensazione sgradevole, decide di non uscire più di casa costruendo una soluzione (evitamento) che ne peggiora l’espressione sintomatologica? E quanti depressi, che ritengono inutile ogni azione, decidono di rinunciarci aumentando, inconsapevolmente, il loro vissuto depressivo? E quante ragazze, che decidono di perdere peso, si abbandonano a digiuni prolungati preparando la strada a nuove incontrollabili abbuffate?
Questo libro non vuole offrire un modello teorico che spiega le dinamiche psicologiche che inducono alla patologia, ma offre al lettore il modello mentale dei soggetti non affetti da queste patologie o, meglio, le strategie mentali che queste persone mettono in atto allo scopo di proteggersi da certe trappole o uscire immediatamente da esse quando queste cominciano a presentarsi. Il lettore, forse, non è consapevole del fatto che le trappole dell’ansia e di altre forme di disturbi psicologici avvolgono i soggetti in modo indiscriminato, mentre la differenza è tutta nelle reazioni che vengono messe in atto per difendersi da queste. Un pensiero ossessivo del tipo: se facessi del male a qualcuno? Se tradissi… Se cambiassi orientamento sessuale… Se abbandonassi la mia famiglia… ecc. compare nella mente di chiunque, ma c’è chi si lascia travolgere dall’idea che questi pensieri non debbano esserci, nella convinzione che ne sia unico portatore e c’è chi, semplicemente, mette in atto delle semplicissime strategie in grado di lasciarli passare davanti agli occhi come un treno in corsa che fa la sua comparsa molto raramente, facendo si che la loro carica emotiva negativa si disperda e passi velocemente.
Ecco il lavoro di questo libro, evidenziare le strategie mentali di taluni soggetti che sono in grado di difendersi con dei piccoli strategemmi sia essi appresi, involontari, costruiti e che possono fornire un modello valido da imitare ed applicare. Così come alcune fobie o certi pensieri negativi vengono appresi per condizionamento e/o modellamento, anche i comportamenti funzionali, in grado di difenderci dalle disfunzioni del pensiero, possono essere appresi semplicemente imitando i comportamenti di coloro che già hanno saputo escogitare ed applicarle certe strategie o che già le avevano in dotazione nei loro programmi mentali.
Esattamente come ad un computer dotato di file non più adeguati alla soluzione di determinati problemi, cancelliamo quelli inadeguati e istalliamo file più aggiornati e validi, nella nostra mente possiamo mettere in quarantena i comportamenti che ci fanno stare male e impiantare azioni che ci rendono la vita più semplice. L’imitazione dei modelli proposti in questo libro rappresenta un primo passo verso l’aggiornamento del nostro software mentale.
Completa il libro un appendice di Giuseppe Santonocito che propone alcuni spunti su uno dei meccanismi psicologici più interessanti, l’autoinganno.
Un fenomeno ricorrente e radicato nelle persone è la tendenza a raffigurarsi la realtà in base a ciò che ognuno di noi crede di sapere su di essa. Nuove convinzioni o previsioni vengono accettate, rifiutate, adattate o distorte dopo essere state confrontate con il modello di convinzioni preesistente. Una certa convinzione può essere funzionale, ad esempio: “sicuramente ce la farò,” oppure disfunzionale: “nessuno mi ama, ed essere ugualmente in grado di avverarsi. Perché, per dirla con Henry Ford, sia che tu sia convinto di farcela o non farcela, avrai sempre ragione.
L’autoinganno è affine ad altri fenomeni psicologici come l’aspettativa, la razionalizzazione, la profezia autoavverantesi, l’effetto Rosenthal e la dissonanza cognitiva.
Booktrailer
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