Arriva la bambola da allattare "al seno" delle bambine

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

New York, novembre c.a. - Viene immesso nel mercato un bambolotto che si allatta al seno delle bambine che lo riceveranno in regalo.

Nella confezione del giocattolo è inclusa una maglietta con sensori a forma di petali cuciti all'altezza del seno, che fungono da "capezzoli aritificiali". Se si avvicina la bocca della bambola a questi finti capezzoli, inizia a emettere suoni simili a quelli prodotti da un neonato vero e proprio che succhia il latte materno.

La tanto chiaccherata bambola, ha diviso l'America a metà:

- i tradizionalisti sostengono che i bambini devono fare i bambini e non devono affatto emulare giochi da adulti

- i più trasgressivi ed anticonformisti invece, non ci vedono nulla di male, anzi sostengono che è una sorta di avviamento all'accudimento, una sorta di prova generale, di anticipazione di vita futura, che potrebbe addirittura essere d' aiuto al futuro allattamento.

Ogni giocattolo, per tipo di gioco che propone, per il simbolismo che cela, per le modalità di gioco, è consigliato per una " determinata fascia d'età", infatti noi genitori, solitamente leggiamo sul retro della confezione la fascia d'età suggerita per un acquisto sereno e  soprattutto consono all'età dei nostri figli.

Sembra però, che questa bambola preveda un "livello di maturità" troppo alto da parte dei bambini e, che li possa fare sentire inadeguati o con sensazioni tattile e psichiche più adatte ad un adulto, che ad un bambino che gioca. La bambola è disponibile in otto versioni, con diversi colori di pelle e tratti del viso. Come molte altre, piange e fa il ruttino e necessita del pannolino. Costa 89 dollari e nessuna grande catena di negozi negli Usa ha voluto metterla in vendita.

I fautori dei buoni propositi relativi all'immissione in commercio della bambola, sostengono che questo giocattolo possa facilitare un comportamento imitativo e, che in futuro, prepari il terreno all'allattamento al seno, talvolta difficlile da attuare e da mantenere.

Da mamma, oltre che da clinico, mi pongo svariate domande:

- se la bambina di oggi, che gioca ad allattare, domani per svariete motivazioni non potesse allattare il suo bambino, come ricorderebbe quelle " prove generali?"

- l'allattamento al seno, non è un gioco ed a mio avviso, non è simulabile, ma avviene in modo del tutto naturale (e non sempre), solo dopo il parto, per tutta una serie di modificazioni fisiche, ormonali e soprattutto psichiche delle neo mamme; le piccole donnine, non stanno giocando a fare la spesa, le pulizie, al dottore o a mamma e figlia....., l'allattamento non è un gioco di ruoli.

- le bambine, oggi, proprio per un'erotizzazione troppo precoce anche dell'infanzia (spesso i media sdoganano immagini di bambine truccate, abbigliate e travestire da "piccole donne"), transitano troppo velocemente alle tappe di crescita successive; non sarebbe forse il caso di lasciare il seno (che tra l'altro ancora seno non è), ancora ben celato, senza capezzoli finti o pseudo-surrogati?

Queste sono soltanto alcune delle domande che mi sono venute in mente leggendo la notizia relativa al bambolotto, ma spero che anche Voi, da specialisti e genitori, possiate partecipare a questo blog con le Vostre riflessioni personali.

Data pubblicazione: 10 novembre 2012

13 commenti

#1
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Dr. Fernando Bellizzi

Una delle campagne che porta avanti il mondo cattolico attraverso i consultori diocesani è sull'allattamento al seno dato che molte madri lo evitano in favore del latte artficiale.

Ora, se da una parte è vero che alcune madri non hanno latte o non possono allattare per svariate condizioni mediche, è anche vero che molte madri evitano il contatto con il proprio bambino al seno con diverse motivazioni, che delle volte sono prettamente estetiche o di praticità, nel senso che questa pratica viene percepita come troppo complicata e complessa.

Lla campagna di allatamento al seno è pratocinata dall'OMS ormai dal 2009 ed ha aderito il Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/servizio/galleria.jsp?lang=italiano&id=817&dad=s&men=campagne11&label=stilevita2011)

L'allattamento al seno non solo è qualcosa di naturale che è stato snaturalizzato, ma è anche fondamentale nello sviluppo psicoaffettivo del bambino. In qualche modo si hanno da educare le future mamme per evitare vengano malinformate dalle aziende produttrici di latte in polvere.

E attraverso il gioco impariamo a comportarci da grandi.
Io personalmente non ci vedo niente di male, ma anzi forse molto utile, se questi bambini di oggi devono imparare a fare qualcosa che non hanno fatto perchè le madri preferivano una bustina in una tettarella di gomma piuttosto che il metodo naturale.

#2
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Dr.ssa Valeria Randone

Grazie Fernando per il tuo commento.
So bene e condivido, il "valore" e l'importanza dell'allattamento al seno per il bambino,ma a mio avviso, non è un gioco che si può imitare e, non da piccole.
Mi sembra invece un modo per poter fare guadagnare le case produttrici di giocattoli, visto che i bambolotti sono stati ampiamente sostituiti con i video giochi.
L'infanzia va obbligatoriamente "protetta", nè adoperata, nè esibita, ne'strumentalizzata.
L'allattamento, proprio per la sua importanza, valore, significato simbolico, andrebbe bene spiegato( vedi la lega latte), dai medici, pediatri, media,corsi di preparazione al parto, psicologi, ecc...
non mercificato .
Immagina una bambina che aderisce a questo gioco, senza la dovuta comprensione dei risvolti psicologici dell'allattamento, se un giorno, per svariate problematiche di salute, non potesse allattare il suo piccolo, come potrebbe vivere questa limitazione?
Inoltre, proprio per il suo valore "altro" dal nutrimento in sè, la natura aiuta le neo mamme, grazie a tutta una serie di modificazioni corporee e psichiche, non è un seno che nutre, ma una madre con la sua psiche e tutto quello che c'è dietro, che "nutre".
Buona domenica
Valeria

#3
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Utente 219XXX

Mi sento vicino alle posizioni della dott.ssa Randone. Mettere in vendita una bambola con strumenti che la predispongono all'allattamento, mi sembra una forzatura. Il gioco è libertà, spontaneità, immaginazione. Invece questo gioco mi sembra troppo pilotato dal mondo degli adulti.
La bambola è uno dei giocattoli più vecchi al mondo che permette alla bambina di identificarsi con l'accudimento materno, ma tutto questo deve avvenire secondo le modalità più consone ai bisogni del bambino.

#4

Cara Valeria, sono d'accordo con te, nel ritenere sbagliato e assurdo questo gioco che deruba le bambine dei tempi necessari per crescere , già assistiamo tutti i giorni ad una adultizzazione delle bambine, adultizazione eccessiva che copre interessi di mercato ecc.
Bambine che sembrano servire alle loro madri e alle loro famiglie come un modo per apparire cool.
Come hai ben detto "non è un seno che nutre, ma una madre con la sua psiche e tutto quello che c'è dietro, che " nutre". Non serve .. allenamento.. dieci anni prima.
Lasciamo all'infanzia i suoi tempi e i suoi sogni..

#5
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Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente e cara Magda,
Grazie dei commenti, da madre e da psicologa, credo che questo giocattolo sia inadeguato e che incarni tappe evolutive, che sono invece tappe psichiche, decisamente precoci per le bambine.
Non e' affatto un seno, con capezzoli finti o veri, che nutre , ma una madre, con la sua psiche, amore, relazione.
L' allattamento e' un momento magico, di grande comunicazione non verbale tra bambino e madre; il seno non e' un contenitore di latte, altrimenti sarebbe un biberon.
Un caro saluto.

#6
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Dr. Fernando Bellizzi

Ciao Valeria,

certo che se non dovessimo fare nell'infanzia ciò che per una qualche ragione non riusciremmo a fare da adulti, allora la lista è enorme.
Non si dovrebbe giocare a fare le principesse, le mamme (senza allattamento, ma neanche senza far finta di avere dei figli), le dottoresse (se non è garantita l'università).
Credo che avere delle frustrazioni sia parte del processo di crescita e di sviluppo, e, giocare ad allattare non è questa cosa così allucinante, secondo me, specialmente se si hanno fratellini piccoli e si vede la mamma farlo. Poi è solo questione di cultura.
Nell'asettica USA ci fu lo scandalo perchè su Facebook alcune mamme vedevano censurate le loro foto mentre allattano, e ci fu la sommossa dato che era stato considerato eroticizzato un gesto naturale.
Sinceramente non sono d'accordo sull'eroticizzazione dell'allattamento, e nascondere l'allattamento vuol dire tacciarlo come qualcosa che non si fa.
Anche questo quadro teorico ha delle conseguenze mentali sulle future generazioni: dato che non allatta nessuno sarà più sicuro il latte in polvere.
Anche qui c'è una commercializzazione di un prodotto.

#7
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Dr. Alessandro Scuotto

Sono in sintonia - da non-psicologo - con l'opinione espressa da Valeria e Magda.
Mi è sorta una domanda:
Come ci si comporta in un ambiente misto se il fratellino vuol fare lo stesso gioco con questo bambolotto della sorella più grande?

#8
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Dr.ssa Valeria Randone

Salve Alessandro,
Mi sono permessa di rendere visibile il tuo interessante contributo.
La tua domanda mi sembra molto pertinente , inoltre in un momento storico, in cui tutto sembra lecito, attuabile, fattibile, la " fusione e confusione" tra i sessi, sembra essere in aumento.
Un bambino maschio, andrebbe educato all' accudimento, senza avere paura o vergogna della propria parte femminile, magari se un giorno vorra' potra' dare un biberon o una pastina al nascituro....
Come dicevo a Magda, non e' il " seno" che nutre, ma la relazione mediante l' allattamento, sono due cose totalmente differenti.
Grazie per le tue riflessioni, un saluto
Valeria

#9
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Dr. Massimo Lai

Se posso intervenire da medico e padre, credo che biologicamente l'allattamento sia essenzialmente una questione di nutrimento per il neonato che diversamente non potrebbe sopravvivere.
In questo senso la mammella è semplicemente un contenitore di latte che puo' essere rimpiazzato dal biberon.
L'allattamento dovrebbe essere privilegiato per l'apporto nutrizionale e immunologico che apporta al neonato.
Ma richiede un dispendio di energie che le mamme moderne non sempre si possono permettere anche se lo volessero perché la società non glielo permette.

Tuttavia è chiaro che il contatto mamma-neonato è alla base di una relazione speciale, ma credo che sia dovuta più al contatto che alla tettata.
D'altronde i padri che non allattano non sono condannati a un cattivo rapporto con i bambino, segno che non si puo' ricondurre tutto all'allattamento.
Per questo è importante il contatto fisico padre-bambino e non solo il gioco.

Si dice che in Africa i bambini piangano di meno forse perchè sono sempre in braccio alle loro mamme.

Quanto all'accudimento è abbastanza innato e dipende anche dall'assetto ormonale, non lo si puo' solo imparare e non dipende solo dall'allattamento.

Da questo punto di vista concordo sull'inutilità di questo gioco, ma più per la futilità che per il possibile danno che potrebbe fare.

#10
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Dr.ssa Valeria Randone

Salve Massimo,
Certo che puoi, mi fa piacere ricevere un ulteriore parere , da un medico- padre.
E' indiscusso che l' allattamento al seno, sia per le proprieta' nutritive , di accudimento, di relazione, di comunicazione non verbale, ecc.....sia da preferire ad un biberon; ma secondo me e' anche vero che un biberon dato con maggior serenita' , in situazioni psichiche " complesse o compromesse" , e' talvolta da preferire ad un seno.
Oggi, purtroppo, sia per i tempi convulsi, che per il frequente delirio estetico, l' allattamento al seno viene trascurato a favore di quello artificiale, meno impegnativo in termini fisici,,che temporali.
L' unica cosa su cui non mi trovi in sintonia, e' il " valore simbolico" del seno che allatta, che non puo' essere considerato un contenitore di latte e giammai simulabile con giochi di ruolo e simili.
Grazie del commento.
Valeria

#11
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Dr.ssa Valeria Randone

Aggiungo le riflessioni di un mio caro amico neurologo-ricercatore catanese, ricevute via email.
"Cara Valeria,

Mi permetto sommessamente ricordare che nel rapporto con il latte, prendere il
latte, c'è anche il bambino che prende il latte, appunto. Il bambino
riconosce la mamma e impara a riconoscerla soprattutto attraverso questo
contatto che è anche olfattivo e impara a costruire la prassia, ovvero i
movimenti più adatti per nutrirsi e consolarsi. La componente affettiva non
può essere sganciata dallo sviluppo, ne è parte costituente ed
indispensabile e questo gioco può simulare solo un pezzetto della partita
che diventa relazione, solo se vi è capacità di immaginazione da parte
dell'utilizzatore; ma l'utilizzatore ha i mezzi mentali per simulare un
gioco simile? Ritengo una follia proporre una roba del genere

#12
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Ex utente

Salve a tutti, mi chiamo Paola e sono una mamma di Napoli, vorrei dare la mia risposta e la mia opinione alle affermazioni della dottoressa Randone che riporto sotto:

- se la bambina di oggi, che gioca ad allattare, domani per svariate motivazioni non potesse allattare il suo bambino, come ricorderebbe quelle " prove generali?"
Concordo con il dottor Bellizzi quando afferma che allora non si dovrebbe neanche giocare a fare le principesse o le mamme (potrebbe esserci il rischio di non diventare una principessa o una mamma...)e poi aggiungo: perchè nessuno si scandalizza quando le nostre figlie vengono "costrette" a giocare tutte con bambolotti allattati al biberon come se dovesse essere un passaggio obbligatorio quando le mamme che allattano al seno non ne hanno affatto bisogno? Direi che siamo di fronte ad un grosso problema culturale e ad uno snaturamento dei ruoli che viene perpetraro già a partire dall'infanzia e che anche tanti dottori si portano dietro.

- l'allattamento al seno, non è un gioco ed a mio avviso, non è simulabile, ma avviene in modo del tutto naturale (e non sempre), solo dopo il parto, per tutta una serie di modificazioni fisiche, ormonali e soprattutto psichiche delle neo mamme; le piccole donnine, non stanno giocando a fare la spesa, le pulizie, al dottore o a mamma e figlia....., l'allattamento non è un gioco di ruoli.
E' vero che l'allattamento al seno è legato ad importanti processi ormonali che avvengono dopo il parto, e che spesso vengono ostacolati da assurde e innaturali procedure ospedaliere ma una componente importantissima che impedisce l'allattamento alle mamme è qualla culturale, è il non aver mai visto una donna allattare, o partire dal presupposto che allattare è difficile, che bisogna essere fortunate, che è un privilegio riservato a poche per cui le donne partono già sconfitte, oltre ai numerosi ostacoli che si trovano ad affrontare che inibiscono il naturale processo. In realtà quasi tutte le donne possono allatare se messe in condizioni idonee ed incoraggiate, non attraverso imposizioni o raccomandazioni, bensi lasciandole libere di stare in stretto contatto col proprio bambino e di seguire il proprio istinto senza interferenze.

- le bambine, oggi, proprio per un'erotizzazione troppo precoce anche dell'infanzia (spesso i media sdoganano immagini di bambine truccate, abbigliate e travestire da "piccole donne"), transitano troppo velocemente alle tappe di crescita successive; non sarebbe forse il caso di lasciare il seno (che tra l'altro ancora seno non è), ancora ben celato, senza capezzoli finti o pseudo-surrogati?

Forse si può discutere sull'argomento capezzoli finti si, capezzoli finti no, ma l'allattamento al seno direi che ha a che fare con la sessualità in maniera ben diversa dall'erotizzazione precoce dei mass media, io la definirei la sessualità sana: un bambino abituato a vedere mamme che allattano al seno lo trova assolutamente normale ed anzi guarda con meraviglia e senza alcuna connotazione sessuale il bambino che si nutre al seno, così come dovrebbe essere anche per gli adulti.

#13
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Signora,
Grazie dei suoi pensieri.
Forse non sono stata abbastanza chiara, i seni delle bambine, che siano veri o peggio ancora finti, vanno protetti, non adoperati.
Il gioco fa trasparire un voler adoperare il corpo delle piccole, come del resto fanno i media e la tv.
La problematica non e' per chi guarda con ovvia naturalezza, ma per chi dovrebbe praticare tale gioco, che non tiene conto di tre variabili fondamentali:
Il corpo delle bambine, chiaramente adoperato ed abusato per fini commerciali .
Il neonato non considerato
La relazione alchemica madre- bambino.

Cordialmente
V.Randone

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