L’amore si disinteressa dell’anagrafe. Ma amore ed anagrafe vanno d’accordo?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il batticuore, il fiato corto, il sudore freddo, la passione che porta a fare e dire, cose indicibili ed improponibili , i pensieri sconnessi dalla realtà ed un solo chiodo fisso, diurno e notturno, sono tutti sintomi dell’innamoramento.
Ma la passione è età-correlata?
Ricevo tante email, di donne ed uomini, che superata l’età ufficialmente deputata al corteggiamento ed all’innamoramento, con pudore misto a malinconia, mi chiedono se è giusto, lecito, ortodosso, prudente, amare ancora .
Dopo gli “anta”, sarebbe prudente vivere un amore razionale, ponderato, senza palpitazioni, nutrito dall’affettività e dal buon senso?
Sarebbe il caso di rispettare la stagioni della vita per non sfiorare il ridicolo ed abbandonare gli slanci emozionali, rischiosi e destabilizzanti?
Ma l’ “amore prudente” è amore o è invece una sua brutta copia?
L’amore dopo gli “anta”, deve obbligatoriamente correlare a sentimenti con dosi pediatriche, al freno a mano tirato, al raziocinio o può transitare ad ardore e passionalità, nutrito da slanci emozionali , irrazionalità ed erotismo?
La “teoria della cautela”, ad una certa età, è abbastanza frequente e tristemente in uso.
Molti protagonisti di amori naufragati, immaginano la loro vita sentimentale e sessuale futura, calma, poco inquieta ed inquietante, ponderata, magari ben nutrita sul piano della “quantità” di incontri amorosi , a scapito della “qualità emozionale”, perché rischiosa, bizzarra ed impegnativa.
A mio avviso, la capacità d’amare, di dare e di darsi, non è affatto età-correlata; la passione, il sacro fuoco dell’amore, non fa i conti con l’anagrafe, ma abita sempre e comunque con i coraggiosi, pronti ad investire ancora ed ancora, con il cuore in mano, sfrontatezza e vitalità, senza riserve e strategie per fare quadrare i bilanci emotivi.
La ponderazione, la misura, il darsi fisicamente, ma non emozionalmente, non corrisponde all’amore, ma ad un “compromesso esistenziale”, ad una sorta di bilancio tra costi e benefici, di matematica memoria, finalizzati al “pensionamento sentimentale ed erotico!”
L’età media si è allungata, la giovinezza prolungata, la qualità di vita globalmente migliorata. Tempo addietro a sessant’anni o settanta, l’attività principale era quella correlata al ruolo di nonno, magari portando al parco i nipoti, con il quotidiano o le parole crociate per mantenere la mente ancora in allenamento .
I cinquantenni, sessantenni di oggi, sono i quarantenni di ieri.
Essere ancora capaci di avere una vita amorosa, emozionarsi, donarsi, dare e prendere, mettersi ancora in gioco, è segno di vitalità, di energia, di salute psichica, di fertilità dell’esistenza.
Una relazione d’amore, non è una cosa naturale e spontanea, ma è frutto di una manutenzione continua, frutto di un nutrimento emozionale e di un desiderio profondo dell’altro.
Ogni relazione, a qualunque età si possa vivere, è generatrice di “ parti psichiche”,che solo grazie a "quella relazione" vengono fuori e che altrimenti non sarebbero mai nate.
Quale alchimia in ogni incontro?
Sicuramente ogni relazione, non è data dalla semplice somma delle due parti, ma dal magico ed alchemico intreccio tra due mondi passati, presenti, aspettative di vita futura, un progetto comune e due mondi inconsci.
Un buon compromesso tra testa e cuore, rimane sempre la giusta strategie per una possibile relazione d’amore.
A volte però è più importante “sentire”, che capire, passionalità a scapito della razionalità, per glissare sui possibili meccanismi di difesa e sulle paure, non poche,amore-correlate!
Le emozioni provate ad una certa età, però assumono un significato più grande, perché obbligano a fare i conti con se stessi.
Il piacere rimane sempre e comunque una “segnale di vita”.

Data pubblicazione: 21 settembre 2012

2 commenti

#1
Foto profilo Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Forse il titolo poco chiaro non ha attratto commenti, ma anche in questo caso credo che la differenza di GENERE sia molto importante: ai maschi sopra gli anta è d'obbligo seconda moglie giovanile, possibilmente esotica, mentre alle donne e ai gay viene negata la visibilità dei giovani accompagnatori...

#2
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Manlio ciao,
non credo che si debbano fare obbligatoriamente distinzioni di genere, quando parlo di Amore, di Relazioni, di Sessualità, ( in tutti i miei scritti), parlo sempre dell'alchimia dell'Incontro.
Non credo che le seconde unioni siano sempre e per tutti caratterizzate da uomini attempati e giovani donne , magari dell'est o trentenni, ma da "percorsi di vita" improntati a consapevolezza e conoscenza di quello che si desidera vivere da "grandi".
se un uomo\donna\gay, desidera soltanto una fisicità tristemente e faticosamente costruita in palestra, inseguendo addominali obbligui e labbra e seni siliconati, il genere non c'entra e nemmeno la visibilità.
Ma questo è un mio modesto parere, frutto del piacere\onore che provo dal seguire coppie e singoli, all'interno delle loro pieghe psichiche .
Un saluto

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