Bambini... via il pannolino!

paola.scalco
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo

Con l'approssimarsi della bella stagione, può essere più facile iniziare ad abituare i propri figli a fare a meno del pannolino, anche se è necessario tener conto di alcune importanti considerazioni.

Perché un bambino riesca a “tenersi pulito” è essenziale che giunga a rendersi conto che ha bisogno di svuotare vescica e/o intestino e deve essere capace di attendere per soddisfare questa sua necessità, in modo che avvenga in un luogo e in un momento “socialmente adeguati”.

Ciò che permette di passare da un comportamento riflesso e automatico ad uno volontario e controllato è la maturazione del sistema nervoso. Perciò, come per tutte le altre conquiste, anche per questa, non esiste una data uguale per tutti: indicativamente si considera adeguato il periodo tra i 18 i 24 mesi (quando appunto dal punto di vista fisiologico si è in grado di controllare gli sfinteri) e, comunque, dopo che il bambino ha consolidato l’acquisizione della capacità di camminare in modo autonomo con una discreta sicurezza. Meglio però non andare molto oltre quest’età.

Solitamente la capacità di tenersi puliti si conquista per gradi: la funzione intestinale si disciplina prima della vescica (che deve essere svuotata con maggior frequenza) e probabilmente succederà che, quando il bambino avrà già imparato a non bagnarsi da sveglio, lo farà ancora per un po’ quando dorme.

In passato i bambini imparavano più precocemente a stare asciutti, anche perché era maggiore il disagio del contatto della pelle con la stoffa bagnata dei panni di lino con cui erano avvolti. Ora, invece, il vantaggio del “tutto asciutto” ha come rovescio della medaglia il fatto che i piccoli sono poco motivati ad eliminare quella preziosa “imbragatura” che li accompagna a partire dalla nascita e in cui possono fare ciò che par loro quando ne hanno voglia.

Li si può coinvolgere andando ad acquistare insieme il vasino, il riduttore per il water e delle mutandine che siano di loro gradimento.

Bisogna creare una routine anche per questa “attività” rispetto a tempi e luoghi: ad esempio, prima della nanna oppure dopo la pappa; sempre nel bagno e non in giro per la casa.

Anche in questa situazione, l’atteggiamento degli adulti rispetto a ciò che accade sotto la cintura è determinante: bisogna cercare di non essere troppo rigidi o troppo ansiosi, stare attenti a non caricare il bambino di aspettative eccessive né ad avere reazioni esageratamente entusiaste di fronte ai suoi “successi”. Questo per evitare l’insorgenza di inconvenienti fisici e/o psicologici (come, ad esempio, l’ostinazione nel trattenere le feci).

Ovviamente è indispensabile armarsi di tanta pazienza: anche se in alcuni momenti non pare vero, con i suoi tempi, il piccolo ci riuscirà.

Data pubblicazione: 20 maggio 2012

9 commenti

#1
Dr. Daniel Bulla
Dr. Daniel Bulla

Cara Paola,
grazie per questo interessante contributo, per noi molto attuale! Proprio in questi gg infatti se ne stava parlando in casa.
Buon lavoro

DB

#3
Dr.ssa Paola Scalco
Dr.ssa Paola Scalco

Ciao Daniel,
l'idea di proporlo (nonostante in effetti la bella stagione -almeno qui- sembri ancora lontana) mi è venuta perché sto portando avanti un progetto di educazione emotiva in un asilo nido e noto che ANCHE questo training viene da molte famiglie "scaricato" esclusivamente sulle spalle delle educatrici....
Chissà, magari a qualcuno verrà voglia di provarci in estate e fare così a settembre una bella sorpresa alle insegnanti!

Se ti può interessare, al Salone del Libro di Torino ho visto che ci sono una valanga di libricini per i piccoli sull'argomento: uno con tanto di water in "bassorilievo" per imparare a tirar lo sciacquone!

Tenete duro e in poco tempo eliminerete l'esosa spesa familiare per i pannolini.....

Buon lavoro anche a te.
Paola

#4
Ex utente
Ex utente

Scrivo perchè può servire anche ad altre mamme! Su questo argomento mi sento un po' confusa, al momento. Ho due figli. La femminuccia quando aveva esattamente 2 anni e mezzo un bel giorno mi ha detto: "non voglio il pannolino", gliel'ho tolto e lei ha iniziato a non averne bisogno, così da un giorno all'altro. Lo teneva la notte e al mattino era bagnatissimo. Poi una sera, dopo due mesi dal primo evento, mi ha detto che non voleva più il pannolino. L'ho tolto e lei non ha mai bagnato il letto.
Adesso sono alle prese con il fratello, che ha due anni e mezzo e proprio non ne vuol sapere. Addirittura si sveglia al mattino, sempre ormai da più di un mese, col pannolino asciutto, ma assolutamente non vuole toglierlo e usare il vasino, prima la fa e poi si fa cambiare. Mi sento confusa. Per ora seguo quello che vuol fare lui e mi auguro che il caldo e il mare mi aiutino!!!!

#5
Dr.ssa Paola Scalco
Dr.ssa Paola Scalco

Gentile Signora,
la sua esperienza conferma ancora una volta (se ce ne fosse bisogno....) che non esistono ferree regole generali, ma che di volta in volta noi genitori dobbiamo trovare la soluzione migliore per quella specifica situazione.
Certo, se come pare non ci sono problemi fisici, questo dovrebbe essere l'obiettivo dell'estate, senza ulteriori proroghe.
Potrebbe approfittare magari da una visita di routine dal pediatra (accordandosi preventivamente) per far dire al suo secondogenito che ormai è arrivato il momento di eliminare il pannolino: può essere che l'autorevolezza del camice bianco lo persuada.
Pungoli la sua fisiologica voglia di diventare grande evidenziandogli gli aspetti positivi, che cercherete insieme, di questa tappa evolutiva.
Rifletta su quanta determinazione e fermezza sia necessaria da parte sua (= di Lei mamma) per accettare che anche il cucciolo di casa stia crescendo e lo affianchi emotivamente in questo suo cammino.
Buona estate alla vostra bella famigliola.
Saluti.

#6
Ex utente
Ex utente

Ringrazio molto per i consigli!!
A luglio staremo al mare e lì non ci saranno più storie! spero anche prima di riuscire a convincerlo adottando, sì, qualche stratagemma........ grazie ancora!

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