Gravidanza: l’orologio biologico non si può riportare indietro
Molte donne non riescono ad apprezzare le conseguenze del rimandare la maternità e si aspettano che le tecnologie della riproduzione assistita possano invertire e rinverdire una funzionalità ovarica ormai invecchiata, secondo un nuovo studio condotto a Yale e riportato sulla rivista Fertility and Sterility.
“Ci sono in giro fra le donne idee sbagliate e allarmanti riguardo alla fertilità” dice Pasquale Patrizio, professore di ostetricia e ginecologia alla Yale School of Medicine e direttore dello Yale Fertility Center. “Dobbiamo prendere atto che le donne mancano, in generale, della conoscenza di ciò che si può fare in età riproduttiva per preservare la possibilità di un concepimento più avanti negli anni.”
Lo studio ha preso origine dall’osservazione di Patrizio e colleghi sul fatto che sempre più donne arrivano ai centri di fertilità a 43 anni di età o anche più, con l’aspettativa che una gravidanza possa essere ottenuta all’istante, restando deluse quando vengono a sapere che le cose non sono così semplici.
“Vediamo un numero sempre maggiore di pazienti contrariate per non essere riuscite a restare incinte a 43 anni e oltre, perciò ci siamo sentiti in dovere di renderne conto” dice Patrizio. “La reazione tipica è: ‘Come sarebbe a dire, che non può aiutarmi? Sono sana, faccio sport, e mi sta dicendo non posso avere un figlio?’”
Queste donne ritardano la gravidanza nei loro anni più fertili per una serie di ragioni, come la carriera, mancanza di stabilità finanziaria o la mancanza di un partner. Hanno una vaga idea che la fertilità diminuisce con gli anni, ma solo sperimentandolo in prima persona iniziano a capirlo davvero, dicono i ricercatori.
La crescente popolarità delle tecniche di procreazione assistita ha dato alle donne l’impressione che la fertilità possa essere manipolata a piacimento, in qualunque momento della vita, aggiunge Patrizio. E il problema è esacerbato dalle immagini delle celebrità, che sembrano riuscire ad aver figli a qualunque età.
Secondo la Society for Assisted Reproductive Technologies, il numero di fertilizzazioni in vitro (Fivet) eseguite su donne sotto i 35 anni è aumentato del 9% fra il 2003 e il 2009. In questo stesso periodo, tuttavia, il numero di Fivet eseguito su donne di 41 anni è aumentato del 41%. Ma è un procedimento che non sempre ha successo.
“Anche se il numero delle donne che si rivolgono alla procreazione assistita è aumentato, la percentuale di cicli Fivet che riescono a produrre una gravidanza nelle donne sopra i 41 anni è rimasto stabile al 9% nel 2009” dice Patrizio. “E se la gravidanza viene raggiunta a un’età ancor più avanzata, la donna va incontro a maggiori rischi di aborto, problematicità nel nascituro e altre complicazioni.”
Patrizio spera di prevenire l’infertilità in età avanzata tramite l’informazione.
“Come clinici, dovremmo metterci a informare le donne con più convinzione. Alle donne dovrebbero essere date informazioni appropriate sulle conseguenze del rimandare la gravidanza, sui rischi e sui limiti della procreazione assistita in età avanzata, per permettere loro di compiere decisioni informate su quando, se mai, poter sperare di avere figli.”
“C’è un bisogno urgente d’informare le donne sul fatto che l’età riproduttiva è irreversibile, e che ci sono delle opzioni per salvaguardarsi dal rischio d’infertilità futura, per esempio il congelamento degli ovociti. Tali tecniche costituiscono valide alternative per la donna e non dovrebbero essere viste come sperimentali.”
Fonte:
Machines Like Us. 2012. Women cannot rewind the 'biological clock'.