Gravidanza: l’orologio biologico non si può riportare indietro

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta

Molte donne non riescono ad apprezzare le conseguenze del rimandare la maternità e si aspettano che le tecnologie della riproduzione assistita possano invertire e rinverdire una funzionalità ovarica ormai invecchiata, secondo un nuovo studio condotto a Yale e riportato sulla rivista Fertility and Sterility.

“Ci sono in giro fra le donne idee sbagliate e allarmanti riguardo alla fertilità” dice Pasquale Patrizio, professore di ostetricia e ginecologia alla Yale School of Medicine e direttore dello Yale Fertility Center. “Dobbiamo prendere atto che le donne mancano, in generale, della conoscenza di ciò che si può fare in età riproduttiva per preservare la possibilità di un concepimento più avanti negli anni.”

Lo studio ha preso origine dall’osservazione di Patrizio e colleghi sul fatto che sempre più donne arrivano ai centri di fertilità a 43 anni di età o anche più, con l’aspettativa che una gravidanza possa essere ottenuta all’istante, restando deluse quando vengono a sapere che le cose non sono così semplici.

“Vediamo un numero sempre maggiore di pazienti contrariate per non essere riuscite a restare incinte a 43 anni e oltre, perciò ci siamo sentiti in dovere di renderne conto” dice Patrizio. “La reazione tipica è: ‘Come sarebbe a dire, che non può aiutarmi? Sono sana, faccio sport, e mi sta dicendo non posso avere un figlio?’”

Queste donne ritardano la gravidanza nei loro anni più fertili per una serie di ragioni, come la carriera, mancanza di stabilità finanziaria o la mancanza di un partner. Hanno una vaga idea che la fertilità diminuisce con gli anni, ma solo sperimentandolo in prima persona iniziano a capirlo davvero, dicono i ricercatori.

La crescente popolarità delle tecniche di procreazione assistita ha dato alle donne l’impressione che la fertilità possa essere manipolata a piacimento, in qualunque momento della vita, aggiunge Patrizio. E il problema è esacerbato dalle immagini delle celebrità, che sembrano riuscire ad aver figli a qualunque età.

Secondo la Society for Assisted Reproductive Technologies, il numero di fertilizzazioni in vitro (Fivet) eseguite su donne sotto i 35 anni è aumentato del 9% fra il 2003 e il 2009. In questo stesso periodo, tuttavia, il numero di Fivet eseguito su donne di 41 anni è aumentato del 41%. Ma è un procedimento che non sempre ha successo.

“Anche se il numero delle donne che si rivolgono alla procreazione assistita è aumentato, la percentuale di cicli Fivet che riescono a produrre una gravidanza nelle donne sopra i 41 anni è rimasto stabile al 9% nel 2009” dice Patrizio. “E se la gravidanza viene raggiunta a un’età ancor più avanzata, la donna va incontro a maggiori rischi di aborto, problematicità nel nascituro e altre complicazioni.”

Patrizio spera di prevenire l’infertilità in età avanzata tramite l’informazione.

“Come clinici, dovremmo metterci a informare le donne con più convinzione. Alle donne dovrebbero essere date informazioni appropriate sulle conseguenze del rimandare la gravidanza, sui rischi e sui limiti della procreazione assistita in età avanzata, per permettere loro di compiere decisioni informate su quando, se mai, poter sperare di avere figli.”

“C’è un bisogno urgente d’informare le donne sul fatto che l’età riproduttiva è irreversibile, e che ci sono delle opzioni per salvaguardarsi dal rischio d’infertilità futura, per esempio il congelamento degli ovociti. Tali tecniche costituiscono valide alternative per la donna e non dovrebbero essere viste come sperimentali.”

Fonte:
Machines Like Us. 2012. Women cannot rewind the 'biological clock'.


Data pubblicazione: 08 aprile 2012

7 commenti

#1
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Utente 219XXX

Questo articolo molto interessante non può non portarmi a ricondurre l'illusione della fertilità oltre i limiti biologici al mito dell'eterna giovinezza. Quest'ultimo è molto radicato nella attuale società con uno sfasamento delle età della vita. Tutto questo ha l'effetto di un sempre più strisciante scollamento dalla realtà che poi culmina in tragiche prese di coscienza.

#2
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Dr.ssa Paola Scalco

Questo "equivoco" probabilmente viene anche alimentato da altri tipi di ricerche, come quella delle Università di Edimburgo e Harvard (guidate dalla professoressa Evelyn Telfer) che mira a produrre ovuli dalle cellule staminali prelevate dal tessuto ovarico della donna, in modo da "fertilizzarle" per poter provare a creare degli embrioni. In questo modo, si potrebbe pensare di avere figli ad età ben più avanzate di quanto non abbia previsto la natura. Addirittura potrebbe non esserci più alcun limite.
C'è anche chi intravvede aspetti miracolistici come la minor insorgenza di patologie legate ad invecchiamento e menopausa, quali osteoporosi e malattie cardiache.
Dal mio punto di vista, pur comprendendo il desiderio di essere genitori, bisognerebbe valutare più seriamente gli aspetti etici della situazione.

#3
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Dr.ssa Vincenza De Falco

Caro Giuseppe,
mi fa veramente piacere che anche uno psicologo riporti l'attenzione su questo argomento.

Da ginecologa, pur comprendendo che non sempre le circostanze permettono di programmare prima dei 30 anni una gravidanza, non perdo mai occasione per ricordare alle giovani donne i limiti dell'orologio biologico.

A questo proposito allego il link dell'articolo da me scritto, per ribadire ancora una volta quanto sia importante non rinviare troppo la prima gravidanza:

https://www.medicitalia.it/blog/ginecologia-e-ostetricia/1339-orologio-biologico-fertilita-e-riserva-ovarica-fino-a-quando-e-possibile-avere-un-figlio.html



#5
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Dr. Giuseppe Santonocito

Ringrazio le colleghe e l'utente per i loro commenti positivi.

Ero quasi titubante se pubblicarlo o meno, dato che poteva essere visto come una 'invasione di campo' del ginecologo, ma dopotutto il problema è fondamentalmente di tipo psicosociale.

#6
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Dr.ssa Vincenza De Falco

Ben detto Giuseppe.

Purtroppo è proprio un problema psicosociale dei nostri giorni.

Quindi è fondamentale trasmettere sempre di più il messaggio di non rinviare oltre i limiti fisiologici della natura una gravidanza, per evitare poi probabili sofferenze, amare delusioni, e perdità della possibilità di un dono meraviglioso che ci può capitare nella vita: un figlio.

Perchè non sempre le tecniche di riproduzione assistita possono garantire un risultato, e diminuiscono sempre di più le probabilità di successo per le donne più "mature".

Quindi è fondamentale trasmettere da parte di tutti gli operatori della salute, questo messaggio alle giovani generazioni.

#7
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Ex utente

Già, occorrebbe informare di più le donne ... E gli uomini? Ci siamo dimenticati degli uomini. Date maggiori informazioni agli uomini sui limiti biologici delle proprie compagne e ve ne saremo grate. Eternamente.

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