Ansia: quale psicoanalisi? Un libro per capire

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Se ci ponessimo una domanda del tipo: “ho un disturbo d’ansia”, “soffro di rimuginazioni ossessive”, “sono spesso colto da attacchi di panico” , “sono depresso” …..oltre a cercare il da farsi avremmo un grosso aiuto ottenendo informazioni anche su cosa non dovremmo fare. Ma gradiremmo che tali informazioni avessero una base concreta.

Esistono ricerche basate su osservazioni qualitative (studi su casi clinici) e studi basati su osservazioni empiriche (valutazione del rapporto causa-effetto).

I primi verrebbero tacciati come privi di valore statistico e quindi non rappresentativi di un gruppo o di una popolazione, i secondi, invece, sarebbero accusati di essere freddi e legati principalmente a situazioni di laboratorio, i cui risultati potrebbero non essere  esportabili in gruppi non sperimentali.

Tuttavia, i primi hanno il pregio di cogliere l’individualità del singolo, i secondi quello di stimare un fenomeno su un livello più vasto e di valutare il vero rapporto di causa ed effetto della somministrazione di uno stimolo terapeutico e la relativa guarigione. Entrambi vanno quindi a compensare i limiti dell’altro e, sinergicamente, rappresentano una risorsa per la comprensione dei fenomeni clinici.

Spesso la ricerca clinica (basata sul confronto dei singoli casi) è il preludio di una ricerca empirica che può confermare o meno ciò che è emerso durante la valutazione clinica.

Questo è il lavoro che ho cercato di fare con la stesura di questo libro, ossia mettere alla prova dei fatti il metodo di cura psicologica più popolare oggi esistente, quello psicoanalitico. Effettuando un confronto tra la ricerca empirica esistente e, soprattutto, un confronto tra osservazioni cliniche riportate da colleghi di diverso orientamento (psicologi-psicoterapeuti e medico-psichiatri) ho evidenziato su cosa la terapia psicoanalitica funziona davvero e su cosa non funziona e perché. Ricerca empirica e ricerca clinica qualitativa fanno da supporto alle osservazioni espresse nel testo, completato da una postfazione del neuroscienziato Sergio Della Sala.

 

Lontano dall'ansia e dalla psicoanalisi?
Perizia sulla validità dei processi psicoanalitici

Per maggiori informazioni:

http://www.cicap.org/new/prodotto.php?id=3839

Data pubblicazione: 02 aprile 2012

18 commenti

#1
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a quali risultati giunge questo libro? leggendo quanto scritto qui e altrove sul sito mi sembra di capire che sia un attacco frontale alla psicoanalisi (non so se solo per quanto riguarda la "cura" dell'ansia).

da parte mia ci tengo a precisare che la relazione causa-effetto non può essere applicata alla sfera umana, come è stata ormai ampiamente dimostrato. i contorni sono ben più sfumati e forse andrebbero indagati con altri parametri.

#2
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Dr. Armando De Vincentiis

Non un attacco, solo osservazioni basate su dati di fatto. Il libro da a Cesare quel che è di Cesare, ossia evidenzia dove la psicoanalisi ha la sua efficacia e dove non ha dimostrato efficacia.

per quanto riguarda questa affermazione:

(..)la relazione causa-effetto non può essere applicata alla sfera umana, come è stata ormai ampiamente dimostrato (..)
sarebbe gentile da evidenziare chi lo ha dimostrato? a quale studio fa riferimento? dal momento in cui tutta la ricerca empirica sull'efficacia o meno delle cure sia farmacologiche che psicologiche si basa proprio sulla ricerca di questo effetto?

#3
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grazie per la rapida risposta che mi chiarisce alcune cose. però sarei curioso di capire quali sono i punti principali su cui "fallisce" la psicanalisi e quali i punti principali su cui "vince".

poi vorrei sapere se questi dati di fatto sono stati raccolti indagando pazienti che si erano sottoposti a diverse terapie (quale campione è stato scelto, come è stato selezionato, si basa sulla sua esperienza professionale, ecc.)

infine su causa ed effetto posso dire che non è una relazione stabile nelle scienze e tanto meno nella sfera umana. un farmaco causa potrebbe produrre un risultato effetto... eppure non sempre accade questo. inoltre a una cosidetta causa possono esserci una serie di effetti, alcuni non dipendenti del tutto dalla prima causa. insomma già per la natura il discorso è complicato, per quanto riguarda l'umano lo è ancora di più, poichè una presunta causa può scatenare effetti non generalizzabili. insomma la soggettività dell'individuo sfugge a parametri "scientifici".

#4
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Dr. Armando De Vincentiis

(..)insomma la soggettività dell'individuo sfugge a parametri "scientifici". (..9

premettendo l'importanza della soggettività umana, basterebbe conoscere un minimo di metodologia della ricerca scientifica per comprendere che ci sono metodi in grado di controllare il più possibile tutte quelle variabili in grado di influenzare un risultato ( gruppi di controllo, randomizzazione, valutazione in cieco)

(..)sarei curioso di capire quali sono i punti principali su cui "fallisce" la psicanalisi e quali i punti principali su cui "vince".(..)
il libro nasce proprio per questo :-)

#5
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Ex utente

avevo intuito che non volesse svelare la trama e la conclusione :-)

peccato però, perchè secondo me si potrebbe aprire un bel dibattito tra voi professionisti con qualche intervento di noi pazienti.

quindi secondo lei uno studio basato su causa ed effetto può portare a risultati risolutivi per tutti gli individui che soffrono di uno stesso o di un simile disagio psicologico?

una curiosità: lei quale orientamento terapeutico adotta?

#6
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Dr. Armando De Vincentiis

Non si tratta di trama svelata, non stiamo parlando di un giallo, ma si tratterebbe di affrontare un discorso un po lunghetto da esprimere in un blog, non per nulla c'è voluto un libro per completare il discorso.

il mio orientamento? io nasco come sistemico-relazionale, ho una formazione sia strategica che psicoanalitica e, nel tempo, ho dovuto far fronte ai pregi e ai difetti dei modelli che ho abbracciato. Ossia mi son reso conto che per alcune psicopatologie alcuni modelli NON sono efficaci e, spesso, addirittura iatrogeni, altri, invece, sono di maggior elezione. Quindi vado oltre il mio modello e applico ciò che, esperienza e ricerca, ha dimostrato funzionare. Quindi ho allargato le mia preparazione alla terapia strategica e comportamentale.

Se la sua domanda celava un'idea su un mio eventuale pregiudizio di parte, spero di aver chiarito che non è così :-)

#7
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letto il libro, davvero illuminate ed equilibrato, ottimo per capire da che parte sbattere la testa in caso di ansie varie.
dovreste fare una perizia anche sulle terapie umanistico esistenziali :-)
saute a tutti

#8
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Trovo i suoi interventi molto intelligenti ed interessanti. Penso proprio che leggerò questo suo libro :)

#10
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Utente 195XXX

Ammiro e apprezzo tutti i suoi post. Finalmente un terapeuta aperto a + approcci.. :) grazie

#11
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Utente 332XXX

Egregio Dott.De Vincentiis, sono un ragazzo di 21 anni, come posso combattere la mia ansia o paura da "prestazione"? Faccio coppia con la mia partner da un anno e dopo le "figuracce iniziali"(mancate erezioni, o scarse erezioni) non riesco a non fare a meno di ingerire "Levitra" prima del rapporto sessuale. Vorrei smettere, non ce la faccio più. Lei cosa mi consiglia?

#12
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Dr. Armando De Vincentiis

una terapia di coppia che coinvolga la sua partener è l'approccio di maggior elezione

#13
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Capisco dott. De Vincentiis, il punto é che nessuno sa che prendo tale farmaco..grazie mille per la risposta.

#14
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Ps: qualche volta é capitato anche che, pur assumendo Levitra, io avessi scarse erezioni.

#15
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Dr. Armando De Vincentiis

non deve necessariamente evidenziare di prender e il farmaco se coinvolge la sua partner nella terapia

#16
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Capisco, questa é una cosa positiva. É che senza prendere quel farmaco prima del rapporto, mi faccio prendere dall ansia iniziando a sudare, avendo quindi scarse o mancate erezioni. Secondo lei posso guarire facendo qualche terapia o seduta psicologica?

#17
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Dr. Armando De Vincentiis

se ne esce con la psicoterapia focalizzata sul problema, meglio se si coinvolge la partner

#18
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Utente 332XXX

Ok , grazie mille dottore.

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