Trattamento cognitivo-comportamentale del Disturbo post-traumatico da stress
Trattamento cognitivo – comportamentale del DPTS
Il trattamento cognitivo - comportamentale del DPTS prevede l’utilizzo di più componenti perché intende perseguire i seguenti obiettivi: 1) intervenire sull’appraisal per verificare ed eventualmente correggere eventuali distorsioni cognitive in merito alla valutazione del dato emotivo (arousal), 2) intervenire, con l’obiettivo di estinguerle, sulle memorie intrusive dell’evento traumatico e quindi sulla desensibilizzazione del paziente a tutti gli stimoli associati al trauma attraverso esposizione ripetuta (Connor e Butterfield 2003).
Nel trattamento di un Disturbo Post Traumatico Da Stress è importantissimo lavorare sulla gestione dell’ansia. Infatti, tale disturbo, è caratterizzato da una persistente attivazione con elevati livelli di paura correlati ai ricordi e agli stimoli correlati al trauma. Per questo è fondamentale, nelle prime fasi di trattamento, insegnare al soggetto un repertorio di strategie per una migliore gestione dell’attivazione e della sofferenza psicologica con l’obiettivo di favorire una riduzione della vulnerabilità personale del soggetto.
Questi primi passaggi non affrontano le cause sottostanti ma rappresentano un importante elemento per affrontare, successivamente, il processo di esposizione.
La gestione dell’ansia riguarda tre grandi ambiti: fisico, cognitivo e comportamentale con interventi mirati per ognuno di questi aspetti.
• Le strategie ad orientamento più fisico messi in atto con l’obiettivo di ridurre l’eccesso di attivazione, spesso producono effetti rapidi che aiutano il soggetto a sentirsi meglio agendo anche sull’autoefficacia percepita e aumentando, in tal modo, le prospettive di guarigione. In tal senso si fa riferimento a semplici tecniche di controllo della respirazione, rilassamento muscolare progressivo, diminuzione di stimolanti quali caffeina e nicotina. Questi interventi permettono al soggetto una prima forma di controllo sulla propria sintomatologia.
• Gli interventi cognitivi hanno l’obiettivo di diminuire la ruminazione circa l’esperienza traumatica. L’utilità delle strategie a orientamento cognitivo è evidenziata dalla natura intrusiva dei ricordi traumatici e dalla tendenza di molti pazienti ad avere una ruminazione mentale dell’esperienza traumatica, hanno lo scopo di dare al paziente un certo controllo sui propri ricordi, limitando il tempo che passa pensando all’evento e il relativo malessere associato. Alcuni interventi cognitivi sono quindi diretti a controllare la frequenza e la durata degli eventi cognitivi che creano sofferenza come l’arresto del pensiero e le tecniche di distrazione, e a modificare il contenuto attraverso, per esempio, l’uso di frasi di adattamento dirette a se stesso e il dialogo interno guidato. Interventi cognitivi più intensivi in genere sono necessari negli stadi successivi del trattamento.
• Strategie comportamentali vengono utilizzate con l’obiettivo di migliorare aspetti di ritiro sociale e isolamento. In tal senso interventi di programmazione delle attività e il reinserimento sociale possono essere molto utili per il miglioramento della qualità della vita. Altri interventi comportamentali possono essere utilizzati per problemi specifici quali il sonno, le abilità comunicative e l’assertività.