Iscrizione scuola anticipatari.

A scuola a cinque anni? Meglio di no!

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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo

Nei mesi di gennaio e febbraio, chi ha dei figli che devono intraprendere un nuovo ciclo scolastico, sarà alle prese con le iscrizioni: il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha infatti diramato il mese scorso la nota con le indicazioni relative alle iscrizioni per il prossimo anno scolastico.

Quando fare l'iscrizione alla Scuola Primaria?

Come oramai consuetudine, anche quest’anno le procedure per le classi prime di ogni grado scolastico saranno da effettuare online, a partire dalle ore 8 del 18 gennaio fino alle ore 20 del 10 febbraio 2024.

La novità di quest’anno è che è stata predisposta la Piattaforma Unica, ideata per unificare i principali servizi e strumenti del Ministero, all’interno della quale a tempo debito si potrà accedere alle iscrizioni online [1].

Alla prima classe di Scuola Primaria possono essere iscritti i bambini che compiono 6 anni entro il 31 dicembre 2024 e, in qualità di “anticipatari”, i bambini che compiono 6 anni tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2025.

Iscrizione degli anticipatari

La nota ministeriale precisa che “Con riferimento ai bambini che compiono i sei anni di età tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2025, è opportuno, per una scelta attenta e consapevole, che i genitori e gli esercenti la responsabilità genitoriale considerino le indicazioni e gli orientamenti forniti dai docenti delle scuole dell’infanzia frequentate dai bambini.” 

Questo è un aspetto molto importante, anche se talvolta non tenuto nella dovuta considerazione: le (mediamente le donne costituiscono il 99,2% dei docenti di Scuola dell’Infanzia) insegnanti conosco molto bene, spesso più dei genitori, le potenzialità dei bambini che hanno seguito per tre anni della loro crescita e sanno consigliare il percorso migliore per ogni singolo alunno. 

A tal proposito, la nota cita anche un’opportunità non così tanto conosciuta, ossia la deroga in casi eccezionali all’obbligo di istruzione, proprio per rispettare i tempi e i ritmi di ciascun bambino:

“Con riferimento alle deroghe all’obbligo di istruzione riguardanti bambini di sei anni con disabilità o che sono stati adottati, concernenti il possibile trattenimento per un anno nella scuola dell’infanzia, si ricorda che le stesse sono consentite su richiesta della famiglia in casi circostanziati, supportati da documentazione che ne attesti la necessità, e in via del tutto eccezionale.”

Anche in tali situazioni sarebbe bene ascoltare il parere delle insegnanti, considerandole alleate nell’educazione dei propri figli.

Anche se è indubbio che le potenzialità di un bambino di cinque anni siano molto ampie dal momento che l’ambiente circostante è, per certi versi decisamente più stimolante rispetto ad un passato nemmeno troppo lontano (piccola digressione polemica: solo per certi versi, dal momento che la maggior parte dei bambini che iniziano a frequentare la scuola sono incapaci -nessuno glielo ha insegnato!- di azioni basilari come soffiarsi il naso, legarsi le scarpe o tirar su la cerniera del giubbotto), bisogna tener conto di molti altri fattori nel decidere se un bambino è pronto o no per la scuola primaria.

Come spesso accade, si tratta di distinguere tra i nostri bisogni di adulti e quelli del bambino.

La scelta non va fatta, ad esempio, perché l’amichetto che ha un anno un più lascia la Scuola dell’Infanzia, né perché si crede di far “guadagnare un anno” al proprio figlio (di questo non c’è alcuna garanzia e i “costi” per il piccolo sono elevatissimi), né per sentirsi orgogliosi del fatto che a cinque anni vada già a scuola.

Teniamo presente che bisogna rispettare i tempi “biologici” di sviluppo intellettivo, ma soprattutto il bambino deve avere la possibilità di diventare autonomo dal punto di vista delle emozioni e dei comportamenti, delle relazioni interpersonali (sia con i coetanei sia con gli adulti), della fiducia in se stesso.

Deve essere sufficientemente abile nella comprensione e nell’espressione verbale. Deve aver raggiunto la possibilità di fissare l’attenzione, di mantenerla fissata per un periodo di tempo sempre più lungo e di conseguenza di memorizzare ciò che gli viene presentato per poterlo apprendere.

Se non sa stare seduto per più di pochi minuti, come è possibile questo?

Per approfondire:Perché mio figlio rifiuta la scuola?

Quali sono i rischi per gli anticipatari?

Il rischio è che un bambino affettivamente e psicologicamente ancora troppo fragile sia costretto a vivere un’esperienza carica di angosce di separazione, di perdita e di inadeguatezza che possono provocare un blocco difensivo e un arresto (sebbene temporaneo) dell’apprendimento e della disponibilità ad apprendere, di un libero e rilassato esercizio delle funzioni del pensiero.

Già normalmente nelle classi prime ci si trova di fronte ad un panorama estremamente eterogeneo, a diversi livelli di “maturazione” rispetto all’età cronologica, ma se a questo si aggiunge la possibilità di mettere insieme bambini che hanno differenze di età fino a 15 mesi (dai nati nel gennaio di un anno a quelli dell’aprile dell’anno successivo), è ovvio che il problema si complica ulteriormente sia pensando ai prerequisiti posseduti dai bambini, sia in riferimento alle “prestazioni” richieste dalla Scuola Primaria.

Sarebbe meglio forse rispolverare la vecchia proposta di rendere obbligatorio l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia, lasciando a questa i compiti e i ritmi che ben sa rispettare, senza d’altro canto rischiare di non permetterle di svolgere il proprio compito educativo in quanto costretta ad accogliere bimbi di due anni e mezzo per supplire alle carenze di strutture adeguate (= asili nido).

Ma questa è un’altra storia.

Per approfondire:L'ansia da separazione nei bambini: quando preoccuparsi?

Data pubblicazione: 28 dicembre 2011 Ultimo aggiornamento: 03 gennaio 2024

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