Fame da stress e sovrappeso
E’ esperienza comune che stress e tensione a volte portino a mangiare troppo e male per cercare sollievo o gratificazione, conducendo anche ad un indesiderato aumento di peso, e un team di ricercatori statunitensi ha individuato i meccanismi fisiologici alla base del consumo di cibo “compensatorio” in individui stressati concludendo che la grelina, l’”ormone della fame”, è coinvolta nella genesi di questi comportamenti spesso dannosi per la salute, che conducono a sviluppare sovrappeso ed obesità.
La grelina è rilasciata dal tratto gastrointestinale quando si è a digiuno e invia al cervello un messaggio chimico che innesca la sensazione di fame: lo studio ha evidenziato che gli individui soggetti a stress cronico producono picchi di grelina che provoca non solo attacchi di fame, ma anche il ricorso a cibi “consolatori” o “compensatori”, conducendo al sovrappeso quando non all’obesità anche marcata.
Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno comparato dei topi geneticamente modificati (che non rispondevano ai picchi di grelina) con topi non modificati, esponendoli prima a una fonte di stress e poi a cibo grasso con lo stesso valore che ha il “comfort food” (cibo altamente calorico: dolci, grassi, junk food in genere) per gli umani. Ogni individuo poteva mangiare la quantità che voleva e i risultati mostrano che nei topi non modificati i picchi di grelina portano all’ingestione di molto più cibo grasso rispetto a quanto consumato dai topi insensibili alle fluttuazioni di questo ormone. I ricercatori ipotizzano che lo stesso meccanismo porti al sovrappeso da stress negli esseri umani.
C’è quindi un legame biologico fra stress e consumo di cibi ingrassanti?
I ricercatori hanno scoperto che la grelina influenza non solo lo stimolo della fame, ma anche la trasmissione degli impulsi nervosi alle aree cerebrali associate al piacere e all’emissione di comportamenti di ricompensa (azioni gratificanti volte a compensare uno stress o un dolore). Di conseguenza lo stress provoca i picchi di grelina e incide così indirettamente sulle aree legate al piacere, portando a consumare alimenti compensatori, che contrastano la tensione e contribuiscono a ripristinare uno stato d’animo piacevole.
La grelina avrebbe inoltre effetti ansiolitici e antidepressivi: quando i livelli di ormone della fame aumentano, infatti, diminuirebbero i comportamenti osservabili associati a disturbi d’ansia e depressione, come se il malessere fosse interamente convogliato nella ricerca di cibo gratificante. Questo fenomeno è stato evidenziato studiando i topi, ma potrebbe avvenire la stessa cosa anche nell'uomo.
La ricerca apre la strada ad ulteriori studi sui comportamenti compensatori dannosi per la salute e soprattutto sullo sviluppo dell’obesità con cause psicologiche: questo problema riguarda molte persone che utilizzano il cibo per la sua natura gratificante e a volte ne abusano, aumentando di peso e accrescendo l’insoddisfazione che era già collegata allo stress di partenza, innescando un circolo vizioso che è necessario interrompere con un intervento psicologico mirato.
Sull’argomento del consumo di cibo come compensazione segnalo anche questo articolo:
"Il cibo come compensazione: l’Obesità Psicogena"
Fonte:
Journal of Clinical Investigation: "Ghrelin mediates stress-induced food-reward behavior in mice"