Verginità, parte seconda: dalla parte dell’uomo
La fatidica prima volta è sempre investita e caratterizzata da importanti significati simbolici, che amplificano l’ansia e la preoccupazione correlata al “primo rapporto sessuale”.
Quando si parla di verginità, la si correla al “mondo femminile”, proprio perché il primo rapporto sessuale è caratterizzato dalla deflorazione, la fisiologica rottura dell'imene normalmente susseguente al primo rapporto sessuale completo e penetrativo.
La scelta del momento in cui avere il primo rapporto sessuale, oggi è più anticipata nel tempo ed avviene con scarsa consapevolezza , formazione ed informazione, quasi ascoltando un bisogno interiore impellente, cioè quello di togliersi il pensiero, variando però da individuo ad individuo in funzione della religione, regione, dei valori interiorizzati ed alle esperienze vissute.
La verginità maschile, rispetto a quella femminile,correlata invece ad impaccio, scarsa capacità seduttiva ed un bisogno urgente di avere il primo rapporto sessuale il più precocemente possibile, per percepirsi maschi adulti e dall’identità sessuale certa.
In passato infatti, i padri erano soliti accompagnare i figli appena maggiorenni da “professioniste del sesso”, per evitare di ritardare invano il transito alla vita erotica adulta, esperienza spesso devastante sul piano psichico e talvolta anche fisico.
Solo in tempi relativamente recenti, si sono allentati i rigidi pregiudizi sociali che facevano coincidere il valore della donna e la sua moralità con la possibilità di giungere vergine al matrimonio.
La “prima volta” è un evento significativo che crea in tutti ansia, ansia da prestazione ,da dimensione ed apprensione.
I ragazzi, si approcciano alla prima volta, abitati dalla paura di non essere all’altezza della situazione, di non avere un pene sufficientemente grande, di fare brutta figura, di non avere un’erezione valida e sufficiente alla fatidica e faticosa prima penetrazione, di non durare tanto quanto basta per soddisfare la partner e di poter andare incontro ad una vulnerabilità erettiva o ad un’eiaculazione precoce.
Per le ragazze invece, questa esperienza è spesso associata alla paura del dolore ed alla consapevolezza o al timore di perdere la verginità
Suggerimenti pratici
- L’età giusta. Molto spesso la prima volta segue le mode mediatiche del momento, i tempi degli altri, ma raramente il bisogno e la maturazione interiore.
Non esiste un’età cronologica giusta ed uguale per tutti, ma un’”età soggettiva” adeguata, frutto dell’intersecarsi della maturazione fisica, psichica e relazionale, al fine di rispettare ed ascoltare sia il “corpo biologico che psicologico”.
- La persona giusta. Anche in questo caso, leggende, mite ed aspettative si intersecano creando confusione . La persona giusta , non è il primo a che capita, disposto a transitare velocemente alla vita adulta, né il principe azzurro per la ragazza o la donna vergine donna da sposare per il ragazzo, ma il compagno che per età, esperienze di vita, empatia emozionale e sessuale, si può approcciare a questa importante esperienza con calore,calma, affetto e dolcezza.
- Ambiente giusto. L’ambiente giusto è un elemento di fondamentale importanza, sia per proteggere quest’esperienza intima da occhi indiscreti, che per tutelare da quote d’ansia ed attacchi acuti di paura.
La tanto frequentata macchina, non è il luogo ideale, sia per le scomode possibili posizioni, che per l’assenza di tutela e riservatezza.
Mentre la ragazza teme di provare dolore, il ragazzo teme di non mantenere l’erezione o di durare a lungo, così la macchina rappresenta un possibile palcoscenico per catastrofici atti amorosi e, cominciare bene, garantisce una memoria corporea positiva e ludica del piacere.
- Contraccezione. Una buona , serena e ludica sessualità, correla con una buona contraccezione, sia per evitare percorsi gravidici indesiderati, che malattie sessualmente trasmissibili, in modo da concentrare l’attenzione e la sensorialità sul partner e sul rapporto sessuale e non su possibili preoccupazioni.
- Evitare il trauma, sia psichico che fisico: se è possibile rinunciare alla penetrazione in un’unica sola volta, ma effettuarla gradatamente, senza fretta, in diversi giorni o settimane.
Questo è attuabile, se la prima volta avviene all’interno di un rapporto di coppia, che comprenda una sessualità non disgiunta dall’affettività.
Parlare con i genitori o i clinici di riferimento in caso di guai.