Bisessualità, esiste davvero?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo
Un nuovo e recente concetto, frequentemente ridondante nella letteratura scientifica e nel linguaggio comune, è quello correlato all’ “identità sessuale” o identità di genere, quella caratteristica associata al genere sessuale, determinata da un intersecarsi di elementi biologici, psicologici, ormonali, ambientali, che prende forma durante la crescita psico-sessuale nei periodi pre e post natale.
In queste due fasi, la madre determina l’orientamento sessuale del bambino, sia mediante l’accoglimento in grembo del feto , che durante la crescita e l’accudimento del bambino, durante i primissimi anni di vita.
Oggi però, si sente tanto parlare di “bisessualità”, quasi come terza modalità sessuale.
La bisessualità è determinata dalla non coincidenza tra sesso biologico ed identità di genere; in questi casi la libido, percorre altri sentieri.
E’un concetto recente, dalla complessa decodifica, difficilmente collocabile in coordinate scientifiche o socialmente riconosciute e, soprattutto molto poco studiato.
La bisessualità, scarsamente riconosciuta, si colloca tra un continuum che và dall’eterosessualità e l’omosessualità, alle perversioni soft, di cui oggi si parla tanto.
Esiste veramente, questa nuova forma di identità sessuale?
Gli omosessuali, così come gli eterosessuali, considerano i bisessuali, instabili, immaturi e soprattutto irrisolti sul piano psichico; sembrano essere considerati come appartenenti ad un nuovo abito dell’identità sessuale, più modaiolo e scarsamente orientato.
Gli omosessuali, sostengono che la bisessualità non esiste, che è semplicemente una finzione dietro la quale si nasconde abilmente un omosessuale poco coraggioso ed atterrito, dall’idea di vivere a pieno la propria sessualità, con le inevitabili conseguenze familiari, psicologiche e sociali.
La bisessualità, in fase evolutiva, o meglio il passaggio transitorio da una fase di omosessualità, sembra essere una tappa quasi obbligata, dello sviluppo della sessualità dell’adolescente.
Il sottile confine dell’identità sessuale che emerge in adolescenza, è relativo alla plasticità dell’identità sessuale stessa, che in quella fascia di età, deve ancora cementarsi.
Il confrontarsi con una fisicità, che il ragazzoa, conosce bene( perché come la propria), rende il corpo altrui un terreno scarsamente minaccioso ed accidentato, ove potersi spingere oltre, senza grandi quote d’ansia.
In una fase adulta dell’esistenza, la bisessualità ha chiaramente altre connotazioni, sia fisiche, che psichiche.
L’adulto, uomo o donna che sia, nella “non scelta” sessuale, cela indubbiamente paure, conflitti irrisolti e confusività circa la scelta dell’oggetto sessuale.
Oggi, all’interno delle nuove "perversioni soft", che caratterizzano la vita orizzontale di molti italiani, la bisessualità, rappresenta un nuovo gioco erotico, un afrodisiaco transitorio per vivificare talami un po’sopiti ed annoiati; rappresenta spesso uno spingere oltre l’ortodosso i limiti della coppia, al fine di amplificare ed estremizzare un piacere sessuale, magari già in pensionamento anticipato.



Data pubblicazione: 13 dicembre 2010

1 commenti

#1
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Psicoterapeuta

Cara collega,
ho letto con attenzione questo tuo scritto e ti sarei molto grata se volessi indicarmi, per poter approfondire la tematica, la letteratura a sostegno di alcune tue osservazioni.
Mi riferisco in particolare alle seguenti, tra virgolette:
a) "la madre determina l’orientamento sessuale del bambino"
b) "La bisessualità è determinata dalla non coincidenza tra sesso biologico ed identità di genere; in questi casi la libido, percorre altri sentieri."
c) "L’adulto, uomo o donna che sia, nella “non scelta” sessuale, cela indubbiamente paure, conflitti irrisolti e confusività circa la scelta dell’oggetto sessuale."

Ti ringrazio e attendo una tua articolata ed esaustiva risposta.
dr. Paola Biondi

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