Presto saremo in tre
Cambiamenti nella relazione di coppia all’arrivo di un figlio
Si dice che non si può davvero capire la trasformazione che implica l’avere dei figli se non dopo essere diventati genitori. Anche i cambiamenti positivi possono essere molto impegnativi e questo, in particolare, per molte persone rappresenta il più grande segnale di transizione nella vita adulta.
Molte persone, però, sono colte alla sprovvista dalla grandezza della sfida; naturalmente pensano soprattutto ai tanti aspetti positivi legati al diventare un genitore, si informano sui migliori approcci alla genitorialità condividendo l’esperienza con amici e parenti, iniziano i preparativi dello spazio per il futuro bambino, ecc. In tutto questo fervore c’è difficilmente spazio per considerare con chiarezza i numerosi cambiamenti che questa esperienza porta con sé, in particolar modo quelli che sono legati alle modificazioni delle abitudini personali e di coppia, ai ritmi quotidiani ormai consolidati, insomma a tutto ciò che potrebbe repentinamente variare.
La migliore preparazione possibile è cercare di coniugare la gioia per la nascita del proprio bambino con delle aspettative realistiche.
L’arrivo di un bambino è un evento che modifica un assetto relazionale: dalla vita a due a quella a tre, dalla coppia come elemento centrale di attenzione si passa alla coppia che agisce e funziona con e per il proprio figlio.
Per le donne in particolare, l’attenzione alla vita coniugale diminuisce fino talvolta a precipitare quando i bambini entrano in scena; le abitudini sociali, tra le altre cose, creano una prescrizione dei ruoli a cui si tende ad aderire strettamente.
La ricerca mostra che, indipendentemente dai progetti e dalle promesse fatte all’interno delle coppie o a prescindere dalla loro organizzazione precedente, la ripartizione dei compiti relativi alla cura e al benessere del bambino e i lavori domestici ricadono primariamente sulla figura materna. Diversamente dal passato, oggi vengono generalmente a mancare le figure di supporto che tradizionalmente accompagnavano le giovani madri verso un’assunzione più serena del proprio ruolo.
Dall’altro canto, molti uomini che hanno vissuto con entusiasmo l’arrivo di un bambino e la modificazione del proprio status precedente a quello di padre e vogliono essere padri attivi, si sentono esclusi dalla diade madre-bambino. Molte donne, soprattutto durante il periodo in cui i bambini sono più piccoli, hanno la tendenza a relegare i propri partner in ruoli più periferici ricoprendo loro sole il ruolo materno con tutte le sue soddisfazioni.
Queste premesse possono sfociare in un modello genitoriale caratterizzato da una netta differenziazione dei ruoli, magari non essendo questo l’esito finale che si desiderava raggiungere.
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