"Sindrome da stress natalizio" o depressione stagionale?

Come ogni anno con l’avvicinarsi del Natale gli psicologi riscontrano la cosìdetta "sindrome da stress natalizio", ossia l’aumento di sintomatologie ansiose, depressive e psicosomatiche e, genericamente, del nervosismo che accompagna molte persone nella loro quotidianità. E’ sufficiente girare per le strade nei momenti di maggior concentrazione di individui occupati nello shopping prenatalizio per vedere tante persone stressate, anche senza essere dotati di particolare "occhio clinico". In questi anni di crisi economica la situazione sembra anche peggiore che in passato, perché il “vorrei, ma non posso” è acuito dall’indisponibilità di sufficiente denaro da spendere per regali e acquisti vari.

Cosa c’è alla base di questo stress natalizio?

A partire dalla perdita di significato religioso di una Festa nata per celebrare la nascita di Cristo e trasformatasi in una corale corsa al regalo, i doveri religiosi sono stati sostituiti da altri doveri più prosaici:

- il dovere di essere, sentirsi e mostrarsi felici e festanti

- il dovere di comprare regali sufficientemente belli e/o costosi sia per i nostri cari, sia per persone che celebrano con noi un rito collettivo senza che vi sia con loro un legame particolarmente sentito (colleghi, parenti che abitualmente non frequentiamo, contatti lavorativi);

- il dovere di sopportare la vicinanza di parenti con i quali non si ha molto a che spartire e in compagnia dei quali il pranzo di Natale si trasforma in un momento di discussione su questioni famigliari irrisolte, con tanto di riesumazione di vecchie tensioni e di discorsi inopportuni e fastidiosi nei giorni di festa.

Accanto a queste pressioni, costruite socialmente ma anche autoimposte, non è da trascurare il fatto che l’Avvento corrisponde al periodo dell’anno in cui le giornate si accorciano per raggiungere il numero minimo di ore di luce il 21 dicembre.

Le caratteristiche metereologiche e climatiche di questo periodo influenzano negativamente il benessere delle persone predisposte a stati ansioso-depressivi, e determinano la comparsa di disturbi che scompaiono con il ritorno della bella stagione.

Le depressioni stagionali (Seasonal Affective Disorders) sono ben documentate e maggiormente presenti nei paesi Scandinavi, dove la luce e le temperature sono inferiori al resto d’Europa: si ipotizza che l’esposizione a quantità di luce inferiori al necessario per il benessere del cervello faccia sì che molte persone risentano nelle giornate più buie di un calo dell’umore che può configurare un vero e proprio disturbo depressivo stagionale. I sintomi includono astenia, disturbi del sonno, iperfagia (con incremento ponderale) o inappetenza, calo del desiderio sessuale, peggioramento della sindrome premestruale, irritabilità e sbalzi d’umore.

Siamo quindi di fronte all’incrocio dell’effetto di pressioni socialmente costruite e di sintomi depressivi collegati al periodo più freddo e buio dell’anno: questi sintomi si manifesterebbero ovviamente anche in assenza di Feste, però possono peggiorare se chi ne soffre si sente costretto ad essere felice e a partecipare al rito collettivo conservando una maschera che non lo rappresenta e che lo mette ancor più a disagio.

Come uscirne?


Non esiste una ricetta valida per tutti perché i motivi di malessere possono essere diversi. In linea di massima se chi è credente riuscisse a concentrarsi maggiormente sul significato religioso (e quindi ideale, immateriale) del Natale si sentirebbe meno pressato da doveri che hanno poco a che fare con il significato non commerciale di questa Festa.

Vale sicuramente per tutti il consiglio di evitare scambi di regali dettati unicamente da dovere o consuetudine, proponendo magari di versare in beneficienza la cifra che sarebbe altrimenti stata spesa per scambiarsi regali spesso inutili, come ad es. fra colleghi d’ufficio non legati da rapporti d'amicizia.

In alternativa è sempre possibile accordarsi per scambiarsi doni simbolici, in modo tale che nessuno si senta costretto a spendere complessivamente grosse cifre e a cercare regali facciano colpo: in fondo con i soldi risparmiati evitando grossi regali si può sempre comprare quello che si desiderava ricevere, evitando anche di trovarsi nella situazione di dover smaltire regali inutili senza nemmeno aver ricevuto quello che ci si aspettava.

Il filo del rapporto con i parenti che si è costretti a vedere a Natale potrebbe essere ripreso prima del giorno di festa, per evitare di trovarsi fra quasi-estranei e di parlare il 25 dicembre di argomenti che potrebbero essere esauriti in precedenza, lontano dal tavolo del pranzo.

Questo potrebbe essere un impegno da condividere esplicitamente con i parenti che pranzeranno con noi, dicendo chiaramente che si desidera non parlare di determinate questioni nel giorno di Natale: penso che il proposito sarebbe ben accolto perché certe preoccupazioni sono spesso condivise fra chi si ritroverà allo stesso tavolo.

In ultimo un consiglio alle persone i cui sintomi psicologici o psicosomatici si aggravano con l’approssimarsi delle Feste: è importante che il disagio sia trattato per tempo, senza aspettare di stare così male da volersi chiudere in casa fino al 6 gennaio senza vedere nessuno e a ripetersi che si odiano le Feste.

Chi soffre di depressione stagionale o altri sintomi che peggiorano in autunno dovrebbe quindi occuparsi seriamente della situazione e rivolgersi per tempo ad uno psicologo, per non rischiare di rovinarsi anche il Natale.

 

Lettura consigliata:

Come passare un Natale sereno

Data pubblicazione: 07 dicembre 2010 Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2019

1 commenti

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche natale 

Contenuti correlati