Orientamento sport bambini.

Orientamento allo sport per i figli: consigli utili

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Dr.ssa Adelia Lucattini Psichiatra, Psicoterapeuta

L’orientamento sportivo per i nostri figli è una scelta importante che può influenzare la loro crescita, il benessere e la socializzazione. Ecco alcune indicazioni utili per i genitori su quali possano essere le attività sportive e motorie più adatte da scegliere, anche in base allo specifico target di età.

Perché lo sport fa bene ai bambini?

La pratica sportiva è fondamentale per una buona crescita dei bambini, infatti, contribuisce al loro sviluppo sia fisico, che psicologico.

Innanzitutto, li aiuta a conoscere il proprio corpo e a prendere consapevolezza del movimento in sé, nello spazio e con un attrezzo (racchetta, palla, sci, etc.) oppure, in elementi specifici come l’acqua, l’erba, la neve, il legno, etc., ampliando la sensorialità e sviluppando una sensibilità specifica “al tocco”, diversa a seconda dei contesti, ma ugualmente utile.

Inoltre, attraverso la pratica di qualsiasi sport, i bambini sperimentano la propria forza, la resistenza fisica e mentale, l’equilibrio con le sue potenzialità e i propri limiti. Limiti dati dall’ambiente esterno, dalla disciplina sportiva e che provengono dall’interno, da sé stessi. Il senso del limite sviluppa la prudenza, la forza e la resistenza, anche mentali, spinge a superarli, ad andare oltre, infine, sviluppa il coraggio e l’intraprendenza.

Per approfondire:I benefici dello sport nei bambini

Come scegliere lo sport più adatto per i propri figli?

Innanzitutto, bisogna prestare un’attenzione particolare alle loro inclinazioni, ai loro bisogni tenendo presente anche la loro salute fisica, ai loro desideri e al tipo di personalità che hanno. Quando un’attività sportiva è adatta, è vissuta dal bambino con grande piacere e non come un dovere per rendere felici i genitori. All’inizio, è inevitabile una “sperimentazione” di diversi sport, fermo restando alcuni “fondamentali”.

Il primo è il nuoto, per la prevenzione dell’annegamento.

Basti pensare che secondo i dati ISTAT di luglio 2024, dal 2003 al 2020, indicano che sono morte per annegamento 6.994 persone, con una media annua di 389 decessi, scesa a 342 negli ultimi otto anni. I bambini sono particolarmente soggetti agli annegamenti, in particolare, i bambini piccoli che stanno annegando, non si agitano e non gridano aiuto. Secondo l’ISTAT, dal 2017 al 2021 ci sono state 206 vittime per annegamento tra i 0-19 anni, con una media di circa 41 decessi annui. Più dell’80% delle vittime sono maschi e il 47% ha meno di 15 anni.

Quali sono gli sport praticati dai bambini in Italia?

Secondo l’indagine sui minori e lo sport (2024), realizzata dall’ Osservatorio con i bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per contrasto della povertà educativa minorile, tra i più piccoli (3-10 anni), il nuoto è uno degli sport più praticati, il primo tra le bambine (48,7% di chi fa sport) e il secondo, tra i bambini (39,4%). A seguire, il calcio (43,7%). Sono praticati poi, sport come pallacanestro, ginnastica e arti marziali (10% circa).

Tra le bambine con meno di 10 anni, sono aumentati gli sport nautici, il rugby e pallamano. Rispetto al passato, i maschi con meno di 10 anni praticano di più soprattutto le arti marziali (+3,9 punti), gli altri sport (+2,6), l’atletica leggera (+1,7) e il calcio (+1,4). Questo non dipende soltanto dalle scelte dei genitori, ma anche dalla disponibilità degli impianti sportivi e dal costo.

Quali sono gli altri sport ritenuti formativi nell’infanzia?

  • Ginnastica (ritmica e artistica): adatta sia a bambine che bambini, sviluppa equilibrio, flessibilità, coordinazione e forza. È importante che sia insegnata da istruttori qualificati che modulino l'intensità secondo l'età.
  • Atletica leggera: comprende diverse discipline (corsa, salto in alto, salto in lungo, ecc.) e permette di esplorare sia aspetti individuali sia di gruppo, come nella staffetta.
  • Scherma: favorisce reattività, elasticità, riflessi e coordinazione. Inoltre, stimola la creatività, poiché richiede soluzioni rapide e originali all'interno di regole precise, simile alla costruzione di una poesia in rima.
  • Sport all'aria aperta: attività come sci, trekking e passeggiate veloci, adattate all’età, permettono di stare in contatto con la natura. Aiutano i bambini a sviluppare amore e rispetto per l'ambiente, soprattutto se praticati in famiglia o con amici, contribuendo al benessere psicologico.

Per quanto riguarda gli sport di squadra alcuni sono adottati anche a scuola.

  • Il calcio è lo sport più popolare e appassionante, il calcio è formativo se allenatori e genitori rispettano i bisogni dei bambini senza pressioni per il talento
  • Altri sport di squadra come rugby, basket, pallavolo, nuoto sincronizzato, hockey e pallanuoto favoriscono la capacità di cooperare, rispettare le regole e perseguire obiettivi comuni sotto la guida di allenatori e arbitri, garantendo un ambiente educativo e sicuro.

Si possono provare più sport contemporaneamente?

Sarebbe preferibile avvicinarli ad uno sport alla volta, altrimenti i bambini rischiano si confondersi e soprattutto di stancarsi troppo. Col tempo gli sport possono essere affiancati, ma con la scuola che spesso impegna anche il pomeriggio, sarebbe indicato non fare “abbuffate” di attività pomeridiane sottraendo anche il sabato al gioco spontaneo e alla vita familiare.

I bambini hanno bisogno di giocare anche liberamente, di andare in giardini attrezzati dove incontrare altri bambini, di correre nei parchi o semplicemente di stare a casa e giocare in tranquillità.

Esistono poi gli sport stagionali, quelli che s’apprendono e praticano d’inverno e quelli più tipicamente estivi. Aiutano a scandire il tempo e le stagioni, creano delle belle consuetudini familiari, fanno affezionare ai luoghi e permettono di fare nuove amicizie che restano nel tempo.

Per approfondire:Perché sciare fa bene alla salute?

Come capire se uno sport non è adatto?

Non essere adatti per uno sport non è una questione che interessa ai bambini, né che pone loro problemi. Si vedono spesso bambini che non sono assolutamente portati per un’attività e che la praticano con grande piacere, perché hanno un bel rapporto con i compagni o con l'insegnante e si divertono. Poiché nell'infanzia, “sperimentano”, prima o poi troveranno uno sport per cui sono più portati.

Se i bambini si sentono stanchi è bene prima consultare il pediatra, che non vi siano delle ragioni fisiche.

Bisogna prestare molta attenzione però al fatto che una difficoltà sportiva non possa essere espressione di un problema di coordinazione motoria, di una disprassia o indice di depressione.

Il disagio psicologico che si manifesta verso lo sport è spesso un segnale di un disagio psicologico di altro tipo, personale del bambino in un altro ambito, ad esempio a scuola. Qualche volta, è specchio di difficoltà relazionali in ambito sportivo.

Le manifestazioni spesso sono generiche o sono solo dei piccoli indizi, che però è importante cogliere:

  • resistenze ad andare,
  • pianto frequente,
  • litigi con i compagni e impertinenza con i maestri,
  • blocco nell’apprendimento nello sport e a scuola o un peggioramento nell’andamento.

Per approfondire:Disagio psicologico nei giovani: come riconoscere i sintomi?

Sport e bambini: consigli per i genitori

Innanzi tutto, è importante evitare di proiettare le proprie aspettative sui figli. La differenza tra un desiderio naturale e una proiezione eccessiva sta nella pressione imposta: se i bambini mostrano disinteresse o si sentono troppo sotto pressione, specialmente nella fase agonistica, è utile per i genitori riportare lo sport alla dimensione del gioco e del piacere.

L’agonismo, infatti, può diventare un’esperienza formativa, ma solo se scelto dai figli in modo autonomo, in età preadolescenziale o adolescenziale, evitando pressioni che rischiano di scoraggiarli o allontanarli dallo sport.

Ecco alcuni consigli utili per i genitori:

  • Scegliere degli sport fondamentali e formativi, soprattutto il nuoto per la prevenzione dell'annegamento;
  • Far sì che lo sport sia vissuto dai bambini sempre come un gioco e mai come una rigida imposizione;
  • Rispettare i tempi dei propri figli, non tutti sono pronti allo stesso momento di dedicarsi all'attività pre-agonistica o agonistica;
  • Non affollare la giornata e la settimana dei bambini con troppe attività, sono già abbastanza affaticati dagli impegni scolastici;
  • Confrontarsi con i maestri e gli insegnanti, che possono dare delle utili indicazioni sia sulle inclinazioni dei propri bambini, su eventuali segnali di disagio come resistenza a praticare lo sport, litigi, capricci, calo dell'attenzione, difficoltà nell'apprendimento progressivo, etc.;
  • Osservare i bambini e parlare con loro, se si sentono molto stanchi o per troppo tempo, consultare il pediatra;
  • Se il bambino ha un disagio emotivo manifesto, insonnia, irrequietezza, tristezza, anche nello sport, chiedere una consulenza ad uno specialista e ad uno psicoanalista infantile che possa dare indicazioni non solo su come affrontare e superare il disagio, ma anche sullo sport più adatto da praticare in quel momento.
Data pubblicazione: 14 novembre 2024

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