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DSA (disturbi specifici apprendimento): quando e come intervenire

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Dr.ssa Adelia Lucattini Psichiatra, Psicoterapeuta

L’attenzione ai Bisogni Educativi Speciali (BES) e non solo ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), è fondamentale per garantire un’adeguata inclusione e supporto durante il percorso scolastico. Vediamo cosa dicono le linee guida e le misure dispensative per i processi di apprendimento di alunni con DSA.

DSA e BES: normativa

I disturbi evolutivi in generale in cui rientrano anche i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), sono regolamentati già dal 2010 con l'introduzione della Legge 170/2010. Il percorso legislativo e applicativo abbraccia quindi ben tre decadi.

Il riconoscimento dei Bisogni Educativi Speciali (BES) è stato introdotto con la Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 che stabilisce gli "Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica".

La Direttiva del 2012 segue altri interventi legislativi per favore dell’inclusione scolastica e della personalizzazione dell’insegnamento fin dai primi anni della scuola primaria, che partono da ben più lontano.

Infatti, il primo intervento legislativo è stato quello per gli alunni con disabilità, certificata dal Servizio sanitario nazionale risale al 1992 con l’introduzione della Legge 104.

Già dal 2003 la legge n. 53 sancisce il principio della "personalizzazione dell’insegnamento" per i bambini con BES.

Per approfondire:BES: i bisogni educativi speciali

Cosa sono i DSA?

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come forme di difficoltà specifiche negli apprendimenti scolastici.

A causa di queste, bambini e adolescenti con un’intelligenza normale o superiore alla norma, non hanno possibilità di apprendere con i tempi e metodi d’insegnamento convenzionali le seguenti attività:

L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che i Disturbi Specifici dell’Apprendimento hanno prevalenza nella popolazione italiana tra il 2,5% ed il 3,5%, pari a circa 350.000 bambini e ragazzi.

Ma poiché i dati sono ricavati dalle certificazioni prodotte, il numero sembra ampiamente sottostimato.

La presenza di uno o più DSA, alterna l'equilibrio psico-emotivo necessario per una buona crescita: I DSA, infatti, creano delle difficoltà personali, intime e relazionali, sia nel contesto familiare, che scolastico nell’infanzia e nell’adolescenza.

La crescita è un viaggio attraverso diverse fasi dell'età evolutiva, che comprendono l’infanzia, la preadolescenza e l’adolescenza vera e propria. Durante questo percorso, è naturale sperimentare una gamma di emozioni e sfide che contribuiscono alla formazione dell’identità individuale.

La depressione evolutiva rappresenta una componente normale del processo di sviluppo, manifestandosi, sia nell’infanzia, che nell’adolescenza.

È fondamentale distinguere tra il malessere esistenziale e la “depressività” che l’accompagna, e la depressione clinica che necessita un trattamento specialistico.

Per approfondire:Scuola: dislessia e altri DSA

Come riconoscere i DSA?

I disturbi psicologici possono avere diverse origini, è importante distinguere e poter riconoscere quelli reattivi di origine traumatica e le malattie mentali in cui la familiarità (predisposizione), insieme ai fattori scatenati, giocano un ruolo fondamentale.

È necessario per genitori e insegnanti avere degli strumenti di base per riconoscere le manifestazioni di questi disturbi per garantire un adeguato sostegno ai loro figli o agli studenti, se necessario anche avere la forza e la convinzione per chiedere una consultazione specialistica e psicoanalitica.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) influenzano le abilità scolastiche fin dai primi anni di scolarizzazione, già durante la scuola dell’Infanzia, la diagnosi viene però accertata con test psicodiagnostici specifici in terza elementare.

Numerosi studi e ricerche evidenziano l’importanza di riconoscere e trattare questi disturbi precocemente per permettere:

  • un’appropriata riabilitazione,
  • l’acquisizione di metodi e strumenti di apprendimento specifici,
  • favorire la necessaria inclusione scolastica.

Il Programma Didattico Personalizzato offre agli studenti con Bisogni Educativi Speciali, un metodo di valutazione degli apprendimenti specifico e leggermente diverso da quello tradizionale, adattando le metodologie didattiche alle specifiche esigenze degli studenti, secondo le direttive ministeriali.

Questo approccio favorisce il successo scolastico e prepara gli studenti per le sfide future nell’Università e nel mondo del lavoro.

Secondo i dati Inapp del 2023, il 41% della popolazione italiana tra 18 e 74 anni ha al massimo la licenza media (17,7 milioni di persone), mentre i diplomati sono il 42% (17,9 milioni di persone).

Qual è il ruolo della scuola e della famiglia?

Per questo gli insegnanti e gli adulti di riferimento giocano un ruolo cruciale nel supportare gli studenti con BES e con DSA, offrendo non solo competenze didattiche, ma anche riconoscimento delle capacità individuali, dell’impegno nello studio, della originalità e creatività personale.

In un contesto educativo sempre più consapevole delle diverse esigenze degli studenti, l’attenzione ai ai BES e DSA diventa fondamentale per garantire un’adeguata inclusione e supporto durante il percorso scolastico.

Questo consente ai bambini e adolescenti con Bisogni Educativi Speciali, di poter mostrare e non solo dimostrare, le proprie capacità e i propri interessi.

Questo è possibile attraverso degli strumenti compensativi già esistenti che valorizzano l’intelligenza, l’impegno e le capacità di pensiero, utilizzando nella pratica scolastica quotidiana strumenti di valutazione compensativi e dispensativi che potrebbero essere applicati efficacemente per la valutazione di tutti studenti anche indipendentemente dai eventuali Bisogni educativi speciali.

Tra questi rientrano:

  • interrogazioni programmate,
  • mappe concettuali,
  • tempi maggiori per le verifiche,
  • numero minore di domande o esercizi, etc.

Innanzitutto, potrebbero essere un mezzo efficace per allontanare lo stigma tra “DSA-nonDSA” all’interno della classe e favorire un ambiente meno stressante per tutti, ampliando tra gli studenti, le possibilità di comunicazione, dialogo, collaborazione.

Data pubblicazione: 08 aprile 2024

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