Il disturbo da accumulo (o disposofobia)
Il disturbo da accumulo (o disposofobia) consiste nel raccogliere oggetti senza valore o di scarso valore, con la conseguente incapacità a disfarsene. Le persone affette da questo disturbo si considerano dei collezionisti, ma si differenziano da questi perché accumulano cose in modo disorganizzato e disordinato.
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Quanto è diffuso il disturbo da accumulo?
La disposofobia è stata introdotta recentemente nel DSM-5 come un disturbo indipendente, per la presenza di gravi conseguenze e l'alta prevalenza nella popolazione: le stime dicono che questa patologia è presente nel 5% della popolazione generale.
Quali sono i sintomi e i comportamenti della disposofobia?
La caratteristica fondamentale della disposofobia è l'accumulo di oggetti per conservarli. Ne deriva disordine per l'impossibilità a gettare gli oggetti, fornendo un valore sentimentale o estetico intrinseco oppure giustificando la sua possibile utilità futura.
Gli oggetti più accumulati sono giornali o riviste e vestiti, questi ultimi a volte sono conservati nuovi mai utilizzati.
Per le persone con disturbo da accumulo buttare gli oggetti significa liberarsi di una parte di sé; al contrario, l'accumulo e la presenza di cose aumenta il senso di sicurezza. Ogni volta che è necessario buttare via questi oggetti, il senso di sicurezza viene minato.
Liberarsi di questi oggetti provoca, in chi soffre di accumulo compulsivo, ansia e dolore per la perdita e ciò indica la natura dell'attaccamento emotivo. Spesso gli oggetti sono vissuti con caratteristiche umane.
Rispetto ai collezionisti, il soggetto con disposofobia accumula oggetti in modo disordinato e disorganizzato e, soprattutto, non riesce a liberarsi degli oggetti inutili.
Quali sono le complicanze?
La problematica maggiore si riflette sui familiari, oltre che sull'accumulatore, in quanto è difficile utilizzare gli spazi della casa adibiti per altro. Inoltre si possono creare condizioni non igieniche dovute all'accumulo.
A volte i familiari si oppongono all'occupazione di aree della casa per l'accumulo e ciò provoca l'ostilità del paziente.
Gli spazi della casa diventano inutilizzabili e possono mancare di contratti di acqua, elettricità e gas quando la situazione diviene più grave.
Spesso i pazienti con questo disturbo provano vergogna a far venire un operaio in casa oppure hanno paura di essere segnalati alla autorità per le problematiche inerenti alla sporcizia o al rischio di incendi.
Cause e relazioni con altre patologie
Alcune condizioni patologiche organiche possono causare un disturbo di accumulo secondario, tra queste ci sono:
- la sindrome di Prader-Willi che colpisce chi accumula maggiormente oggetti correlati al cibo
- le lesioni della corteccia prefrontale.
Altri pazienti con comportamento di accumulo possono essere affetti da:
- disturbo depressivo maggiore,
- disturbo d'ansia generalizzato,
- disturbo ossessivo compulsivo.
La disposofobia entra anche in comorbilità in particolare con la depressione maggiore, in cui si presenta in circa il 50% dei casi.
Si ritrova anche nei pazienti affetti da ADHD o da demenza.
Sia nella demenza che nei casi in cui si presenta nei pazienti affetti da schizofrenia è stato rilevato che non c'è una reale condizione di attaccamento agli oggetti.
Come fare la diagnosi di disturbo da accumulo?
Il disturbo ossessivo-compulsivo è maggiormente associato al disturbo da accumulo. Tuttavia, non è possibile fare una diagnosi di disposofobia se i comportamenti sono regolati dai sintomi di base del disturbo ossessivo-compulsivo.
Nel DSM-5 quando si parla di "disturbo da accumulo", viene utilizzata l'accezione “con acquisizione eccessiva” in quanto vi è una eccessiva acquisizione degli oggetti non necessari.
I pazienti riconoscono di avere un disturbo da accumulo, ma ragionano in modo improprio attribuendo un valore intrinseco ai beni e rendendo di fatto impossibile disfarsene.
Ovviamente, la lettura dei familiari rispetto al problema è la assoluta inappropriatezza del comportamento senza considerare che è il disturbo stesso far muovere in tal modo.
Come curare la disposofobia?
Il trattamento dell'accumulo patologico è piuttosto complicato.
Nelle forme lievi la terapia farmacologica con gli antidepressivi può avere efficacia, nelle forme più avanzate è utile l'utilizzo di neurolettici.
Attualmente i trattamenti con psicoterapia non hanno avuto risultati duraturi nel tempo.
Per la cura della disposofobia può essere utile indicare la figura di un personal organizer che ripulisca la casa costantemente aiutando il paziente a farlo anche in autonomia.
Le ricadute sono spesso frequenti.
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