Ansia: conoscerla e superarla
L’ansia è un disturbo che comprende una serie di emozioni complesse e combinate tra loro, un’emozione del tutto naturale, e può essere considerata come una “sana” risposta adattativa: ma quando influenza la quotidianità allora lo stato di normalità sconfina in quello di patologia.
L'ansia si può manifestare con una serie di sintomi fisici e quando gli episodi diventano intensi e gravi la conseguenza è la compromissione della qualità di vita. La sua forma patologica richiede di essere affrontata per evitare di sviluppare il disturbo d’ansia, patologia psichiatrica molto comune che può essere curata.
Che cos'è l’ansia e le differenze dalla paura
Quando si parla di ansia molti di noi sanno bene di cosa si sta parlando dal momento che tutti, o quasi, hanno sperimentato nel corso della loro vita questa particolare sensazione. Definire cos’è l’ansia, però, non è così semplice perché questo disturbo di per sé comprende una serie di emozioni complesse e combinate tra loro, che includono la paura, l’apprensione e la preoccupazione.
Proprio perché la paura ne è un sintomo spesso l’ansia viene confusa con la paura stessa. Cerchiamo però di capire qual è la differenza:
- la paura è una reazione istintiva e funzionale ad un pericolo immediato;
- l’ansia, invece, è una sorta di eccessiva preoccupazione nei confronti di qualcosa che succederà o che potrebbe succedere.
È quindi questo aspetto di immediatezza che caratterizza la paura, differenziandola dall’ansia.
Per quanto possa sembrare strano, l’ansia è un’emozione del tutto naturale e, quando non sconfina in manifestazione esageratamente eccessive, può essere considerata come una “sana” risposta adattativa che ci consente di allertarci di fronte a un pericolo e di agire per evitarlo.
Infatti, è del tutto naturale sentirsi ansiosi quando bisogna affrontare un esame, un’interrogazione, un colloquio, una riunione di lavoro o quando dobbiamo incontrare una persona importante, che ci piace o che ci mette in soggezione. Sembra addirittura che una certa dose d’ansia faccia bene alle nostre prestazioni.
Guarda il video: 3 domande sull'ansia
Ansia e prestazioni
Già nel 1908, infatti, gli psicologi Yerkes e Dodson avevano stabilito che esiste un rapporto ben definito tra livello di ansia e qualità dei risultati, arrivando a formulare una legge secondo la quale la normale crescita dell’ansia rappresenta una condizione necessaria per il raggiungimento della migliore performance. Tuttavia, questo è vero solo fino a un certo punto perché esiste un livello ottimale di tale crescita, superato il quale l’ansia continua ad aumentare, ma il nostro risultato diminuisce.
In altre parole, quando l’ansia comincia a influenzare in maniera importante la quotidianità, condizionando pesantemente le nostre abitudini e i nostri stati d’animo, allora lo stato di normalità sconfina in quello di patologia.
Sintomi dell’ansia patologica
Il disturbo ansioso, oltre ad essere accompagnata da questo atteggiamento psicologico negativo, si può manifestare anche sotto forma di ansia sintomatica, ossia con sintomi fisici variabili a seconda delle situazioni o del soggetto.
Tra i più comuni sintomi dell'ansia vi sono:
- i battiti cardiaci accelerati,
- i tremori,
- le vertigini,
- il fiato corto,
- e la stanchezza.
Quando gli episodi d’ansia diventano per frequenza, durata ed espressione dei sintomi sempre più intensi e gravi la conseguenza è la compromissione della qualità di vita di chi ne soffre. Evitare di frequentare luoghi o persone, di recarsi sul posto di lavoro, di uscire di casa, sono alcuni dei campanelli d’allarme che ci segnalano che il limite tra normalità e patologia è stato oltrepassato. L’ansia patologica è un disturbo che richiede di essere seriamente e adeguatamente affrontato poiché il rischio è quello di sviluppare una vera e propria patologia psichica, ovvero un disturbo d’ansia.
Classificazione dei Disturbi d’ansia
I disturbi d’ansia sono di diverso tipo, natura e manifestazione clinica. Nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, importante strumento di riferimento per l’attività clinica e di ricerca di psichiatri, medici e psicologi, ormai giunto alla quinta edizione (DSM-V), i disturbi d’ansia sono stati classificati in sei categorie principali:
- fobie
- disturbo di panico (con o senza agorafobia)
- disturbo d'ansia generalizzato
- disturbo ossessivo-compulsivo
- disturbo post-traumatico da stress
- disturbo acuto da stress.
I disturbi d'ansia sono patologie psichiatriche molto comuni: l’ansia purtroppo interessa tutti e non risparmia nemmeno i bambini e gli adolescenti. I disturbi d’ansia sono infatti molto diffusi soprattutto in età scolare, dove gli impegni scolastici e le attività sportive rappresentano una grande fonte di preoccupazione.
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Epidemiologia dell’ansia patologica
Negli Stati Uniti, i dati dell’ECA (Epidemiologic Catchment Area), diffusi nel febbraio 2010, rivelano che la prevalenza di qualunque disturbo d’ansia nella popolazione americana era pari al 16,4%, del disturbo di panico all’1,6%, della fobia sociale al 2,0%, dell’ansia generalizzata al 3,4%, dell’agorafobia al 4,9%, della fobia semplice all’8,3%, del disturbo ossessivo-compulsivo al 2,4% e del disturbo post-traumatico da stress al 3,6%.
Lo stesso studio ha messo in evidenza che, nell’arco temporale di sei mesi, l’insorgenza del disturbo d’ansia è stato maggiore nella popolazione femminile (13%) rispetto a quella maschile (6%).
I dati dello studio epidemiologico ESEMeD (European Study on the Epidemiology of Mental Disorders) sulla prevalenza dei disturbi mentali, al quale hanno preso parte sei paesi europei (Italia, Belgio, Francia, Germania, Olanda e Spagna) hanno messo in evidenza che tali disturbi sono frequenti anche in Italia: circa una persona su cinque ha soddisfatto i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale nel corso della vita.
In particolare, tra i disturbi d’ansia le fobie specifiche sono risultate i disturbi più comuni, con una percentuale di prevalenza nel corso della vita pari al 5,7%. Seguono il disturbo post-traumatico da stress, la fobia sociale e il disturbo d'ansia generalizzata (riscontrati nel 2% circa dei soggetti in studio). La prevalenza life-time (una volta nella vita) degli altri disturbi d’ansia indagati nel progetto (disturbo da attacchi di panico e agorafobia) è risultata inferiore al 2% nel campione studiato. Dai dati risulta, inoltre, che le donne hanno una probabilità tripla di sviluppare un disturbo d’ansia rispetto agli uomini e che, sono più a rischio i giovani e non sposati, i disoccupati, le casalinghe e chi vive in città.
L'importanza della diagnosi dei disturbi d'ansia
I disturbi d’ansia possono essere curati, ma per identificare la tipologia del disturbo è indispensabile l’aiuto di un professionista in grado non solo di fare una diagnosi accurata ma anche di fornire un sostegno concreto attraverso un percorso di cura. Gli approcci più utilizzati nel trattamento dei disturbi d’ansia sono la psicoterapia, il trattamento farmacologico oppure entrambi gli approcci contemporaneamente. Opzione terapeutica quest'ultima accompagnata dai migliori esiti soprattutto a più lungo termine.