Rattenkoenig: l'annodamento delle ossessioni nel doc

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Che cos'è il “ratto reale” o, meglio tradotto, corona di ratti?

Non si sa neanche di sicuro, di sicuro una buona metafora per un disturbo ossessivo. Vedremo alla fine.

Nel disturbo ossessivo sono varie le cose che portano ad attorcigliarsi sulla domanda. Una, ed è quella fondamentale, è che la domanda tende a ripetersi da sola. Come una goccia d'acqua che cade da un rubinetto chiuso male, diventa impossibile non notarla, specie nel silenzio.

O come un ticchettio di un orologio. Ma già qui c'è una differenza: il ticchettio è fatto per esserci, e il cervello riesce a ignorarlo meglio. Il rubinetto che perde no. Perché il cervello stabilisce che non doveva esserci: ha stabilito che i rubinetti sono fatti per non perdere.

Questo è il primo tipo di vicolo cieco in cui si infila l'ossessione: anche quando stringendo il rubinetto questo non cessa di gocciolare, non è accettabile.

E questo è già il primo “nodo”, quindi. Ma passiamo oltre.

Mettiamo che a questo punto uno si cominci a chiedere che cosa deve decidere a proposito di quel rubinetto. Se è giusto che goccioli o no.

Verrebbe da rispondere, ovviamente, che non c'è niente da decidere. Se si può far qualcosa, bene, ma se non si può far nulla, c'è da sperare che la smetta, o da disinteressarsene.

Invece il cervello ossessivo si fissa che deve prendere una posizione, come se da questa, alla fine, dipendesse il gocciolare.

Se decide che gocciolare è giusto, la cosa diventa accettabile... ma in realtà non smetterà di dar fastidio per niente, e non è quello che si voleva.

Se decide che non deve gocciolare rimane nella posizione di partenza, ma ciò non significa che si possa fare niente di nuovo per farlo smettere. In questo assillo però, il cervello ossessivo perde tempo e rimane magari fermo senza riuscire a occuparsi d'altro.

Ora, finché è un rubinetto la cosa può sembrare comica.

Ma pensate ad una ossessione che inizia a attorcigliarsi intorno ad una relazione amorosa che non sembra funzionare bene.

La cosa tormenta, dà fastidio, magari la persona amata ha dato segni di insofferenza, o ci ha dato segnali decisamente spiacevoli, di indifferenza, di stanchezza, addirittura di rifiuto. E tuttavia non si riesce a decidere se chiudere o no, se far qualcosa o no, se si deve aspettare speranzosi, o reagire scocciati. Se si deve assumere la posizione di chi dice “basta”, oppure di chi si mette a disposizione ancora di più per colmare magari delle esigenze.

Il destino sta lavorando per noi, ma il cervello si comporta come se dovesse “decidere” cosa deve succedere. Il cervello deve semplicemente decidere come andare avanti, e non se troverà ostacoli.

Invece, il cervello si ferma di fronte ad un ostacolo come questo perché, se decide di aggirarlo, significa lasciare la strada e deviare. Se decide invece di aspettare che l'ostacolo se ne vada, non cambia strada, ma neanche va avanti.

Quando si tratta di una relazione, questo equivale a dire che se si prende la decisione di andar per la propria strada, si viene assaliti dal pensiero che si poteva far qualcosa e non si è sbagliato a non farlo; se invece si rimane in attesa, si teme di perdere tempo e tener duro, ma per qualcosa che già non funziona più.

Si pensi che quando una storia d'amore finisce, magari in maniera spiacevole, o senza una ragione, molte persone sono prese da ossessioni paradossali.

La domanda a quel punto non diventa più se lui o lei mi ama, perché a storia finita questa domanda è ormai superata. Ma per esempio se mi amava “davvero”, perché in questo caso si avrebbe un motivo per insistere per recuperare la cosa. Oppure, addirittura qualcuno è preso da ossessioni sessuali sulla propria validità (essere impotenti) o identità (essere omosessuali), come se il cervello disperatamente cercasse un motivo per la fine della storia, un qualcosa che la spieghi, retroattivamente. Se sono omosessuale, per esempio, ecco perché una storia eterossuale è finita: questa dovrebbe essere la spiegazione retroattiva. Assurda, ma se funzionasse chiuderebbe la domanda sul “perché” è finita.

In ogni caso, si faceva l'esempio delle relazioni, perché sono la tipica situazione di cui non si ha alcun controllo reale, si vivono con naturalezza finché ci si sente di farlo, senza alcuna garanzia che durino, o che non siano interrotte da fattori indipendenti dalla nostra volontà. Il cervello ossessivo già non sopporta un rubinetto che perde, men che meno un amore che finisce o non va.

Eppure, dovrebbe invece lasciare stare a maggior ragione ciò che per natura è più instabile, che dipende da due volontà distinte, che per esperienza si sa essere soggetto a mutamento e esaurimento. Invece, proprio ciò che sfugge al controllo cattura l'attenzione del cervello ossessivo.

Il cervello ossessivo è come un cane pastore che cerca proprio la pecora nera, quella indisciplinata. Ma nel sistema cane-pecora c'è equilibrio: il cane identifica la pecora che esce dal gregge, ma le pecore in generale nel gregge ci stanno. E le pecore che escono si lasciano riportare docilmente dentro, di fronte ad un cane. Quindi il cane compensa una perdita di controllo nel gregge secondo un rapporto di forze vincente.

Questo è quello che il nostro cervello fa sottotraccia, senza che noi lo sappiamo, rimette continuamente in ordine, trova spiegazioni, scarta errori etc.. Mettiamo che invece il pastore si metta in mente di usare il cane per controllare uno sciame d'api, o per cacciar via il lupo. Nel primo caso, non funziona. Nel secondo, al massimo può avvisare che il lupo c'è.

Le ossessioni “relazionali” sono di questi due tipi:

  • o sono il semplice segno che c'è un problema, ma di per sé non offrono alcuna soluzione;
  • oppure sono come il cane e le api: non c'è alcun problema, ma se ci fissa di doverlo risolvere poi sembra che invece esista davvero.

Quindi, ci si trova a chiedersi come mai che forse, se non riesce a tenere in ordine le api, c'è qualcosa che non va nel cane. Oppure, che aizzando abbastanza il cane il lupo scapperà.

 

In sintesi, il meccanismo delle ossessioni rimane uno. La domanda è una vite. Se la si muove, si avvita dentro il problema. Dopo di che, ci si chiede come mai la vite si è avvitata, e si pensa che forse bisogna avvitarla di più per svitarla. Oppure che magari se si è avvitata, c'è qualcosa che non va e che il problema è la cosa dentro cui si è avvitata.

 

Il tutto somiglia al Rattenkoenig. E in chiusura spieghiamo cosa è.

Si tratta di un fenomeno bizzarro e considerato di malaugurio, e che consiste nel trovare dietro mobili o in spazi chiusi e schiacciati di cantine o soffitte, un mucchio di topi morti uniti per le code. Le code sono aggrovigliate tra loro in maniera che, stendendo il groviglio, si ottiene una figura a raggiera, con le code unite al centro.

Si pensa che il fenomeno sia legato al fatto che i topi, stipati in una nicchia, tendono ad appiccicarsi per le secrezioni e alla fine si forma un nodo non districabile.

Il perché però le code tendano ad attorcigliarsi è un mistero.

 

Data pubblicazione: 18 luglio 2020

44 commenti

#1
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Utente 171XXX

Buongiorno dottore,

che differenza c'è tra il disturbo da attacchi di panico e il doc? anche nel primo c'è un continuo arrovellarsi, ed è molto forte la paura di perdere il controllo (come nel mio doc, che comprende la paura di buttarsi giù dalla finestra)?
Che ne pensa dei vip che dicono di essere "guariti" magari ad una certa età?
perlomeno la Perego ha ammesso di aver preso farmaci
E' proprio impossibile che la maggiore conoscenza di se stessi , e soprattutto delle dinamiche del disturbo, porti a un miglioramento?
O siamo in balia completa degli alti e bassi della malattia?

#2
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Utente 214XXX

Ringrazio il dottor Matteo Pacini per aver descritto cosi' bene le sfaccettature della nevrosi ossessiva .Ho letto alcuni libri in materia ma analisi cosi esaurienti e
profonde sono rare .Quello che lei scrive e quello che io penso coincidono.
Saluti.

#3
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Non conoscevo questa metafora ,interessante,quindi si potrebbe dire che in origine nasce per riferirsi a un soggetto che vive sfruttando le risorse di altre persone?

#4
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Dr. Matteo Pacini

Dunque, io non ci vedo questo, ma piuttosto uno che si arrotola intorno alle sue stesse ossessioni. Il fenomeno è misterioso, non si sa di preciso perché questi ratti si appiccichino tra di loro, probabilmente si stipano per pericolo o per mangiare e poi per qualche motivo le code rimangono attorcigliate, le secrezioni seccano e le code non riescono a districarsi, dopo di che forse cercando di liberarsi peggiorano la situazione e si attorcigliano.

#5
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Dr. Matteo Pacini

La maggiore conoscenza di se stessi può aiutare al limite a non fare cose che peggiorino il disturbo. Ma gran parte delle cose che lo peggiorano sono fatte proprio perché il disturbo comprende anche una visione distorta dei suoi meccanismi, quindi uno lo peggiora convinto di far cose utili, oppure perché quei comportamenti che dovrebbero risolvere sono nient'altro che i sintomi del disturbo stesso, come lo sono i rituali nel doc.
Panico e doc sono due disturbi diversi per il tipo di fenomeno base, l'attacco di panico e l'ossessione-compulsione.

#6
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eh purtroppo credo che abbia ragione, e l'accesso facile a internet non facilita certo le cose, per gli ipocondriaci (paura della depressione, nel mio caso)

#7
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Cio' che sfugge al controllo cattura l'attenzione del cervello ossessivo e' questo il vero e il principale problema degli ossessivi e in questo automatismo che bisogna agire cercando di bloccare la ' cupido sciendi'
e tollerare l'incertezza della vita .
secondo me ovviamente.
saluti.

#8
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più facile a dirsi che a farsi.
Per me sparissero medicitalia e tutti i siti medi sarebbe già una conquista!

#9
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chiudendo gli occhi sparisce tutto anche la televisione.
saluti.

#10
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Dottore, condivido ciò che dice
Proseguendo però, con la metafora dei topolini ,esso vive in società e protegge la sua prole ,come gli esseri umani del resto, poiché forse comprende a livello istintivo che in esso vi sia la chiave del futuro della sua specie ,anche se una cosa manca : l'organizzazione.
Poiché davanti all'esigenza di sopravvivere i roditori sono tutti uguali e sarebbe inconcepibile per loro concetto di un governo centrale.
Anche se questo ,forse ,non significa che un topolino più saggio ,in particolari esigenze ,possa accentrare su di sé una sensibile percentuale del cibo e tutte le altre risorse a disposizione di una colonia , iniziando così a dirigerne le operazioni.
Un groviglio di roditori non potrà che dipanarsi dalla matassa centrale, mente ciascuna delle menti coinvolte invia istruzioni contrastanti ai diversi membri del collettivo con il risultato di rimanere sempre piu aggrovigliati invece che liberarsi.

#11
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i problemi li hanno gli uomini i topi e gli altri animali sanno cosa fare seguono l'istinto cosa che l'uomo non ha piu' in questa societa' moderna e
"razionale".

#12
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Ma chi è schiavo dei suoi problemi dove fugge?

Dovunque vada ,si porta sempre dietro sé stesso .

A questo punto ,ci si dovrebbe affidare ai medici ,che si presume che sappiano cosa fare, vedi il dott.Pacini.

#13
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Non c'e' vento favorevole per chi non sa' in che porto andare!
Seneca filosofo latino.

#14
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Come sarebbe a dire che non c'è vento favorevole? Che destino infame. In realtà la colpa è del marinaio. Vale a dire degli uomini. In realtà i venti favorevoli, le occasioni nella vita ci sono, ci sono sempre ma non per chi non sa ciò che vuole. Non c'è fortuna né felicità per chi non sa cosa desiderare né dove andare. La sua nave non si muoverà e non approderà ad alcun porto. Vien da dire che è meglio avere un desiderio, sapere ciò che si vuole e magari affrontare mari in burrasca e venti tremendi, piuttosto che rimare fermi.

#15
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dipende dalla propria concezione del mondo e delle cose in filosofia ad esempio ci sono molte posizioni altrettante in letteratura e in psicologia
anche non fare scelte e non avere obbiettivi e' una posizione
l'importante e' averne una come meccanismo di difesa altrimenti il caos della
vita potrebbe stritolarci.

#16
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Forse una volta ,ora al tempo di covid manco cercarlo trovi caos :)
Se posso chiedertelo ,la tua zona di confort in cosa consiste?

#17
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per caos non intendo il rumore o il movimento ma il 'nulla esistenziale'
che il virus ha potenziato
la mia zona di confort e' il pensiero speculativo. altro dirti non vo'.....
diceva Leopardi.

#18
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Ci mancherebbe,anzi grazie per avermi risposto.
Però vorrei ricordarti che l'ideale nella vita non è l'essere niente , perché con il niente di muore.
Non è neanche l'essere tutto , perché con il tutto si muore ugualmente .l'ideale sarebbe essere il giusto necessario per non pensare troppo.

#19
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tropo poco tutto giusto sono aggettivi l'importante e' esserci
e partecipare come diceva il grande Gaber.
lo spunto me lo ha dato il blog del dott. Pacini da cui ho imparato molto
e che ritengo un ottimo psichiatra e uno squisito pensatore.
per niente o nulla intendo i limiti e la reversibilita' del pensiero stesso.

niente di macabro ma un fatto positivo e ottimistico.

#20
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Ottimo!
Le mani e i volti tengono impressi in.modo indelebile le vicissitudini e i fatti positivi di un' intera esistenza.
:)

#21
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Una delle mie preoccupazioni costanti è capire com'è che esista altra gente, com'è che esistano anime che non sono la mia anima, coscienze estranee alla mia coscienza; la quale, proprio perché è coscienza, mi sembra essere l'unica possibile.
F.Pessoa.

#22
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Ci sarebbe ,per me,una spiegazione anche a questo ,ma essendo un blog scientifico andrei in off topic.
L'unica cosa che posso aggiungere è che non dovrebbe essere considerata una "preoccupazione costante " ma un valore aggiunto.

#23
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purtroppo noi 'ossessivi' e Pessoa forse lo era amiamo preoccuparci
valore aggiunto con tutto rispetto mi sa di mercati finanziari o di borsa .
cosa sarebbe un ossessivo senza una preoccupazione costante forse un cielo senza stelle?
buona questa!!!

#24
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No ,in borsa si chiama plus valore , è diverso !
Il cielo con assenza di stelle visibili ad occhio nudo esiste ,ma le stelle anche se non si vedono ci sono,son fenomeni cui si è già a conoscenza.

Perché preoccuparsi ,se vorrai conoscere qualcosa di diverso potrai ogni volta che vorrai ,tentare di navigare in acque a te sconosciute, evitando così di rimanere sempre nella tua zona confort.

#25
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Senza la mia paura mi fido poco cantava De Andre'.
minus valenze e plus valenze si compensano nel portafoglio fiscale lo sooo
il problema cara amica se di problema si puo' parlare e' di tipo esistenziale

Questa limitazione mi conduce a me stesso, là dove non mi ritraggo più dietro un punto di vista obiettivo, che riesco soltanto a rappresentare, là dove né io stesso né l'esistenza altrui può ormai divenire un oggetto per me". scriveva Jaspers. bisogna meditare.

#26
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Sicuro di leggere "rappresentanze" affini alla tua esistenza?
Oggetti e non soggetti?
Non ti fidi a prescindere da paure o senza ?
Non è esistenziale ,non è magari conformista alla collettività che nel tempo , purtroppo hai conosciuto?

#27
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Tutto puo' essere ma tutto non puo'essere tutto e' gratuito ossia senza un fondamento e' il tuo cervello che fa' e disfa' in ogni istante
non inseguire sempre risposte logiche o che si rifanno sempre a presunte conoscenze scentifiche perche' cio' che sappiamo del mondo e delle cose del mondo e' lo ooooooooo....,1 di quello che si dovrebbe sapere per avere un minimo di conoscenza.
l' uomo (e anche la donna) sono come un moscerino al cospetto della natura.Pero' la presunzione umana e' grandissimaaaa.chissa perche'?

#28
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Scusami però ,se esordisci così ,stiamo sempre al punto di partenza,tutto è relativo.
Può essere e non può essere ?
Una rondine non fa primavera etc etc.
Forse la presunzione non sta in chi potrebbe aver cambiato il tuo modo di vedere la vita ?
Nel nulla esistenziale,sicuro di voler abbracciare questa filosofia?

#29
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non e' una filosofia e' la realta' tra qualche tempo non ci saremo piu'
puoi giurarci come non c'e' piu mio nonno per esempio e' semplice
lo capisce anche un bambino.
poi sui luoghi comuni servono per farsi capire come la scrittura che uso in questo momento.
nessuno ti cambia il modo di vedere la vita e' la vita che cambia da sola
perche' passa il tempo. il tempo su questo devi riflettere . non sul conformismo o anticonformismo.

#30
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Appunto e per fortuna aggiungerei.
Calcolano che fra 50 anni il suolo terrestre aumenterà di +4 gradi si presume un inferno senza passare dal via :)
Non cambia la vita , né tantomeno gli affetti ,si cresce ma gli affetti rimangono sempre.

#31
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la vita non cambia semplicemente non esistera' piu'.
quelli che calcolano i gradi calcolassero prima le cavolate che dicono.
nulla e' per sempre neppure gli affetti purtroppo in chimica visto che ami la scienza
nulla sicrea nulla si distrugge tutto si trasforma.
e alla cicogna non ci crede piu' nessuno.
esiste la chimica e basta parola di scenziato. con prova sperimentale.

#32
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Gli affetti ,l'amore , l'amicizia , nonostante tu sia una persona che studia scienza ,non potrai mai calcolarli con un algoritmo ,e questo tu lo sai bene .
Sono istintivi ,come nei topolini ,e anche se li vuoi rifiutare,per il dolore subito, essi si continueranno a ripresentare perché non calcolabili e nonostante tu ti sia costruito una fortezza dietro la scienza ,loro riusciranno sempre a trovarti , nonostante tutto...
Lasciali entrare e vedrai che il nulla si trasformerà in qualcosa che potrà darti calore .

#33
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E' al cotrario io ho poca fiducia nella scienza( ho fatto solo studi classici) ma non mi nascondo dietro ai sentimenti . io sono vivo grazie agli affetti e vivo solo per gli affetti e i sentimenti che nutro per la mia famiglia e per la mia compagna di viaggio.
pero' e c'e' un pero' le cose che ho da dire le dico lo stesso da osservatore esterno con onesta' intellettuale e cioe' che viviamo una vita assurda (si capisca bene questo termine) e che uno spartiacque netto tra pazzia e normalita' non c'e'. detto cio' svuotare il secchio della condensa del condizionatore e' un dovere civico . e non bisogna morire per le proprie idee perche' potrebbero essere sbagliate.
l'umorismo e l'ironia aiutano il passaggio in questo pianeta che gli scenziati chiamano terra.

#34
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osservatore esterno o interno che importanza ha?
L'importante è vedere ,riuscire ad ascoltare e capire per poi agire :)

#35
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sono daccordo con te ma non vorrei utilizzare ancora il blog di medicina
per argomenti che ormai si sono allontanati dall'aspetto medico scientifico.
mi ha fatto davvero piacere dialogare con te e spero di continuare in un'altra
occasione .
ti auguro buona notte cara amica molto intelligente
ciao.

#36
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Concordo e ricambio , lo spero anch'io .
Notte anche a te. Ciao.

#37
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faccio una domanda stupida,nel doc esiste anche l'ossessione per il semplice e ingrato modo di venerare ed oltraggiare la vita,gli affetti etc solo per il dio danaro?

Il rattengeld .

#38
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Avrei bisogno di una critica costruttiva ,non conforme al blog ,ma per un momento incentrata su me , dottore ,o amico cui sopra ,che forse a furia di disturbarvi ,qualc

#39
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Osa avrete capito ...mi definiscono polemica,ogni qualvolta non son conforme alle idee altrui ..? ( Quindi quasi sempre ,se di base vi è solo interesse)
Io credo che nessuno bene è conosciuto perfettamente se non è amato perfettamente

Mi consigliate una prima visita ?
.

#40
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Che differenza c'è tra ossessività e autismo nell'adulto? Nel disturbo bipolare possono esserci caratteristiche che richiamano ad entrambi, pur non essendolo? Intendo caratteristiche permanenti e non fasiche. Grazie

#41
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Dr. Matteo Pacini

L'autismo include sintomi ossessivi. Però inizia prima e con una caratteristica riguardante le interazioni. A livello ipotetico, è anche considerato da alcuni una forma precoce di disturbo ossessivo, o meglio di sindrome ossessiva in parte sintonica, che interferisce con la formazione delle relazioni. Ma non è l'unico aspetto.

#42
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So quali sono le caratteristiche dell'autismo perchè ho una donna dolcissima nella mia famiglia che ne soffre... Mi pare difficile però leggendo questo articolo distinguere tra le sue fissazioni con le sue cose, i suoi tempi, i suoi cibi e quello che ho letto. L'interferenza con le relazioni poi potrebbe essere legata ad una fobia sociale, se consideriamo che l'ossessività è una forma...d'ansia, no? A meno che una persona non sia felice e serena fino a 30 anni e poi si metta a pensare ossessivamente a qualcosa fino a non uscire più.
Quando si comincia ad essere ossessivi e perchè?

#43
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A livello ipotetico si potrebbe anche considerare che il linguaggio è assente ,la vita intellettuale e sociale risulta atrofizzata e lo scopo della vita non è "vincere" pensando di conoscere chissà cosa.

Si parla di doc ,per quel che normalmente si conosce ,ma non ci si sofferma mai a pensare allo strascico che il covid lascia e ha lasciato,acutizzando e forse trascinando diverse differenze per poi trasformasi in qualcosa altro.

Elencare terminologie é il compito dei medici ,ma la parola che riceviamo e a nostro tempo diamo , è formatrice della nostra personalità ,come lo è quella che noi rivolgiamo agli altri, perché è strumento attraverso quale manifestiamo noi stessi.

Come al solito mi scuso per essere off topic ,ma questo mi sentivo , dottore felice di ritrovarla .
Buona giornata.

#44
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Utente 214XXX

Invece, proprio ciò che sfugge al controllo cattura l'attenzione del cervello ossessivo. Non solo del cervello ossessivo ma di tutti i cervelli che funzionano!!!!L'uomo per sua natura e' ossessivo specialmente i medici che studiano il cervello non potrebbero farlo se non fossero ossessivi ! Saluti al dottore Pacini sempre attento e profondo nelle sue analisi !!

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