Da Napoli riparte il modello integrato di salute mentale
Siamo subito tutti d'accordo, i bambini e gli animali domestici hanno maggiore capacità di ascolto e di relazione di quanto ne abbiano gli adulti, incluso gli operatori della salute mentale, oggi ridotta ad officina meccanica di Tso e Ambulatori solo diurni, spesso chiusi verso l'altro anche perché incapaci di dare risposte, sconfitti dai tagli alla sanità e all'assenza di assistenza sociale adeguata.
Siamo in troppi, in un luogo incongruo per la finalità emancipata, promessa dal titolo della prima conferenza cittadina di servizi sulla salute mentale, che non è mai sovrapponibile alla psichiatria, presso la sala grande, ma non abbastanza, sugli scaloni del manicomio di Napoli, il Leonardo Bianchi, il più grande, ma anche il peggiore, il primo ad aprire ma anche l'ultimo a chiudere.
C'è una mostra d'arte fotografica sul tema del luogo medesimo in cui siamo, che comprime ancora di più gli spazi, mentre la gente mormora, salutandosi allegra.
C'è una diretta streaming, che occupa ulteriori spazi vitali, e le scuse dell'assessore perché non potranno parlare tutti, essendo già programmata la giornata, per adesso come ascolto confortevole delle esperienze di vita di qualcuno, ma forse troppo conformista sulla lotta astratta ai fantasmi del Tso, che ancora miete vittime in Italia.
L'ascolto è la priorità, conferma il sindaco, che vara finalmente l'osservatorio cittadino sulla salute mentale, sperando nella ricchezza e nella varietà anche contraddittoria degli interventi che là potranno forse emergere meglio di volta in volta.
Oggi sono in ferie, potevo chiedere una giornata dedicata all'aggiornamento professionale, ancorché dei miei colleghi vedo solo quelli, pochi, che hanno mantenuto una fede ideologica nel progresso della salute mentale, mentre chi mi chiede ossessivamente solo dei turni di ferie è a lavoro o in vacanza.
Manca definitivamente l'Università e nessuno se ne accorge, perché i ragazzini preparatissimi, che hanno capito tutto e che parlano meglio di me, non sono i professori che prepareranno i futuri sanitari omologati e conformisti. Eppure è quella che attrae davvero necessariamente gli psichiatri ed una parte residua dei fondi di ricerca esclusivamente farmacologica e restrittiva.
C'è il privato convenzionato, in parte integrato con la Asl e quindi dotato di ridotti programmi di socializzazione.
Non capisco se c'è quel privato pur convenzionato ma davvero osceno, cresciuto incredibilmente del 300% almeno, con costi per detenere privatamente chiunque di appena 4mila - 9mila euro al mese, privando di ogni diritto, mentre i familiari ricevono al massimo 780 euro, inutili per pagare un, una, badante, altrove garantita, garantito, a parte dal welfare.
Sono arrivate trenta proposte molto variegate, molte sono state necessariamente escluse, anche la mia, ridondante e autoreferenziale, lo ammetto.
Esiste una prevenzione primaria che non pretenda una precoce riduzione a paziente con psicofarmaci o peggio?
C'è una relazione tra maltrattamenti e salute mentale, implica psicosi gravi o solo nevrosi?
Al momento c'è solo una rieducazione forzata al rientro domestico, nonostante lo stigma dell'assistente sociale come 'quella che porta via i bambini'.
Alla fine arriva comunque ogni tanto la richiesta di internamento e posti letto, disprezzando le soluzioni creative alternative, ma tutti glissano sopra garantendo l'ascolto sereno e la pacifica dimostrazione dell'enorme varietà dei punti di vista.
Casa, Socialità, Lavoro diventano i cardini delle leggi che oggi usiamo per descrivere i Lea in salute mentale, valorizzando la personalizzazione della cura.
Queste di fatto diventano, posto letto in strutture private protette, due chiacchiere con altri pazienti mentre si fumano oltre quattro pacchetti giorno e notte, progetti di ceramica o estetica, sedazione forzata per non disturbare il personale che provvede solo il cibo scarso ad orari rigidi.
Attualmente si pretende l'integrazione socio sanitaria ma di fatto questa si riduce alla divisione del costo della clinica privata, con il Comune che poi si rivale perfino sulla miserabile pensione del paziente ormai espulso a sue spese.
Il budget di salute è normato solo in Campania, rappresenta tutte le risorse economiche attivabili per un progetto individuale ed in pratica è un modulo burocratico scritto post quam.
D'altronde viene fatta una programmazione a priori, per poi adattare i bisogni alla realtà disponibile, senza alcuno sforzo di partire dalle esigenze personali e familiari per programmare le possibili soluzioni, anche comunitarie.
Si richiede finalmente l'applicazione della legge regionale 1 del 1983, non solo disattesa ma sovvertita, ma anche la possibilità di realizzare un nuovo laboratorio sperimentale cittadino sulla salute mentale tanto dei cosiddetti sani quanto dei veri psicotici oggi abbandonati o reclusi.
Il sindaco garantisce l'acquisizione prossima dell'ex OPG di Napoli, per garantire ed aumentare le possibilità dell'attuale gruppo Je so' pazzo, che lo occupa e lo rende vivo.
Devo ammettere che parlano i soliti noti, quasi col manuale Cencelli, ma questa è comunque la Storia disattesa della salute mentale e sono vent'anni che si è fermata e trasformata in TSO, ambulatori e manicomi privati.
L'esperienza di Carlo Falcone è unica: ingegnere, per aiutare l'amato fratello psicotico, apre LO SFIZZICARIELLO una gastronomia a Corso Vittorio Emanuele numero 400, quartiere popolare di Napoli, dove molti ragazzi psicotici, anche gravi, lavorano a contatto diretto con il pubblico, fino al catering e alle consegne a domicilio, insegnando perfino loro agli Psicologi in formazione, quando iniziano il loro nuovo stage.
Il gruppo Articolo 45 vincitrice del concorso per il volontariato su varie fasce, voluto per implementare il welfare di comunità, si chiede che cosa hanno piacere di fare i sofferenti psichici...
Socializzare, fare conoscere la propria realtà senza essere stigmatizzati, conoscere il territorio del quartiere.
Qualcuno dei pazienti chiese se c'erano persone come lui o meno, al che tutti si assunsero la responsabilità di fare esperienze comuni tra cittadini comuni, uguali davanti ai compiti che il gruppo stesso si dava.
I vigili urbani, rappresentati da una donna capitano, come la meravigliosa Cristoforetti, là tra le stelle, hanno il problema del decoro urbano e come una pianta da estirpare, non altrimenti tollerabile in strada, con dolcezza, non trovano più, neanche loro, ascolto presso l'istituzione sanitaria che si difende dall'intervento in strada, anche il 118, le cui priorità nel merito dell'emergenza psichiatrica sono ignote, mentre il disagio psichico ormai non compete più a nessuno.
L'agenzia governativa Italia Lavoro pone quesiti, riconoscendo la mancanza di integrazione reale tra istituzioni, figuriamoci col territorio.
A quanto pare gli accordi di partenariato effettivi saranno gli unici ad essere promossi con fondi europei, POR, e in questo Napoli può vantarsi di essere da due anni leader di riferimento nazionale.
Anche la scuola può assumere un compito essenziale per la prevenzione magari secondaria e terziaria sugli esordi psicotici, che avvengono in adolescenza, o sul disagio psichico generale. Non si pone la difficoltà tecnica di distinguere i due momenti, sui quali pesano ideologie e preconcetti. Si lamenta giustamente l'assenza intorno alla scuola di una rete di servizi specifici adeguati, finalizzati, finalmente, a garantire la qualità umana della vita dei bambini e giovani studenti.
La giudice tutelare Sica si arrende all'impossibilità di salvare i sofferenti psichici. Ragiona quindi sull'istituzione dell'amministratore di sostegno, sperando che i desideri del paziente siano al centro di questo lavoro, ancorché l'esperienza sul campo è quella della manipolazione e ricovero forzato. Il dovere della cura è uno dei limiti che aliena i diritti dei pazienti attraverso il Tso.
Il supporto diventa un paradosso, il sostegno alle famiglie espulsive.
La contraddizione impedisce di parlare di emancipazione.
Tutti i pazienti psichiatrici si riducono al caso dei più gravi, con effetti catastrofici sugli altri.
Arriva la bionda, cinquantenne almeno, ma bionda, appena uscita dal trucco e parrucco.
Lo ammetto, mi viene voglia di farle lo 'strascino'....
Sto ancora cercando di capire cosa voglia dire di significativo a nome della Città Metropolitana, a quanto pare nata già imbalsamata e senza scopo efficace.
Ricorda le storie di donne partorienti in questo luogo e drammatici Tso dopo la chiusura del manicomio dove siamo, strappando un debole applauso di circostanza.
Le conclusioni ovviamente non ci sono, non ci possono essere, adesso tocca a voi, se avete capito, aprire nella vostra città lo stesso tipo di discussione, per un NUOVO MODELLO DI SALUTE MENTALE.
Se volete tutti i dettagli ecco le due dirette Streaming:
PRIMA PARTE
SECONDA PARTE