Disturbo bipolare personalita.

Diagnosi del disturbo bipolare: dal cervello alla personalità

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

La diagnosi delle manifestazioni del disturbo bipolare, descrivibili secondo le coordinate bi-dimensionali e tridimensionali illustrate nel precedente articolo, ha però dei connotati diversi a seconda dei contesti e dei punti di osservazione.

I prototipi dei disturbi bipolari

Al punto in cui eravamo arrivati l’orbita che si svolge intorno al nucleo temperamentale definisce il “prototipo” di disturbo bipolare. Ne sono stati definiti diversi, più numerosi dei classici quadri 1 e 2, denominati I ½, II ½, III, III ½, IV, V.

Le varianti del disturbo 1 e 2

La distinzione I-II (psicosi, non psicosi) regge ancora, ma se si considera anche il temperamento si possono ottenere queste ulteriori varianti. Così ad esempio:

  • depressione su temperamento ciclotimico = prototipo II ½
  • depressione su temperamento ipertimico = prototipo IV
  • I prototipi III in realtà non coincidono con entità diverse dalle altre, ma solo con forme “indotte” da sostanze o medicinali pro-maniacali (quasi tutti gli antidepressivi), sovrapponibili alle altre come manifestazioni.

Questi ellissoidi irregolari ricavati all’interno della sfera sono quindi prototipi di sindrome affettiva che pongono in continuità le fasi, considerando sequenza, polarità, ampiezza e qualità. Questo sia nel breve termine che come decorso e sintomi residui nel tempo.

Le conseguenze della polarizzazione dell’umore sul paziente bipolare

Quale è però l’effetto di questo percorso umorale “polarizzato” sulla biografia della persona, cioè sulla storia della sua vita, delle sue relazioni, dei suoi schemi di comportamento consolidati?

Questo si chiamerebbe personalità, parola che può voler dire tutto e nulla, ma diciamo che si riferisce a una tendenza rigida nel percepire la realtà, se stessi, impostare e gestire i rapporti con gli altri e i propri scopi e seguire priorità psicologiche che non sempre coincidono con metodi efficaci di raggiungere i propri scopi e quindi la propria soddisfazione.

Le personalità bipolari sulla carta non sono indicate come tali, storicamente sono state descritte una serie di quadri, abitualmente indicati come “narcisistica”, “istrionica”, “borderline”, “antisociale”, “passivo-aggressiva”.

diagnosi disturbo bipolare

La diagnosi di sindrome bipolare e disturbi della personalità

La ricerca sulla sovrapposizione di queste diagnosi a quelle delle sindromi bipolari indica sostanzialmente che i termini usati per le personalità corrispondono a varianti delle sindromi bipolari. Soprattutto, sono le forme più continue, a cicli continui o rapidi, che iniziano presto nell’infanzia e proseguono senza intervalli liberi e con umore sempre più “cronicamente instabile”, che configurano i cosiddetti “disturbi di personalità”. Non uno in particolare, ma uno del gruppo dei disturbi di personalità cosiddetti “drammatici” (cioè con comportamenti e manifestazioni esteriori eclatanti).

Dire che un soggetto con malattia bipolare a cicli rapidi o continui ha un disturbo di personalità è insomma un sinonimo. Non occorre che si tratti di disturbi con fasi gravi e psicotiche, è sufficiente la continuità e la ciclicità brusca.

  • Temperamento ciclotimico sovrapposto a disturbo bipolare 2 dà come risultato una personalità borderline;
  • temperamento ciclotimico sovrapposto a disturbo bipolare 1 dà come risultato il comportamento “antisociale”;
  • istrionismo e narcisismo sono più o meno la “normalità” delle sindromi bipolari minori, forse la prima come variante femminile e la seconda maschile.

Cambio di personalità e ambiente circostante

Queste personalità possono però cambiare in risposta ad ambienti diversi o quando il disturbo attraversa fasi di quiescenza. Immaginiamo di avere il nostro ellissoide irregolare e di traslarlo quindi fuori dalla sfera, nello spazio circostante, in una direzione variabile a seconda dell’ambiente in cui lo vogliamo inserire.

L’ambiente è come un filtro che farà vedere meglio o peggio alcune parti del disturbo, facendo sembrare un bipolare più narcisista o più istrionico, o nessuna delle due cose oppure antisociale.

Mentre il decorso del disturbo rimane quello più o meno per tutta la vita, anche con lunghi intervalli, la personalità patologica può normalizzarsi in un dato ambiente.

Proprio per questo, la diagnosi di personalità costituisce spesso un “abuso” diagnostico, perché è quella più mutevole, meno stabile nel tempo e quindi meno adatta ad indicare un’entità con riferimenti precisi di decorso, prognosi, caratteristiche cliniche specifiche.

Diagnosi del disturbo bipolare a tre dimensioni

Le diagnosi dei disturbi bipolari sono più precise, ma limitative e il modo più “ricco” e preciso di descrivere queste sindromi è quello di considerare le tre dimensioni sferiche, lasciando quindi la quarta come dimensione più volatile.

Spesso i percorsi diagnostici, se non si considerano le sindromi bipolari, si avviano in questo modo:

  • inizio come depressione
  • poi si aggiunge un “disturbo di personalità”, che in molti casi diventa “misto” oppure “non altrimenti specificato /n.a.s”.

Queste diagnosi corrispondono a una varietà di situazioni, di gravità variabile, in cui paradossalmente dall’osservazione clinica di pochi giorni viene fuori la “personalità” anziché la definizione delle fasi.

La personalità, anziché essere considerato un punto di vista provvisorio, è considerata come un “punto di arrivo”, che non deve motivare ulteriori definizioni diagnostiche in quanto racchiude in sé tutta la complessità. Purtroppo, invece, non racchiude in sé la semplicità della geometria bipolare.

Data pubblicazione: 17 maggio 2014 Ultimo aggiornamento: 24 marzo 2021

14 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

I prototipi 3 e 3 1/2 come si definiscono?

#2
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

forme indotte da sostanze oppure da medicinali (antidepressivi), di intensità variabile. Il decorso che assumono

#3
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

è intermedio tra forme spontanee e assenza di disturbo, e i fattori di rischio noti (familiarità) anche, intermedia.

#4
Ex utente
Ex utente

Parlar di psicosi con temperamento ciclotimico potrebbe" reggere"?

#5
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

No ho capito. La definizione l'ho detta sopra, psicosi con temperamento ciclotimico non vuol dire niente di preciso

#6
Ex utente
Ex utente

Essendo intermedio e' " giusto che nn vuol dire nella di preciso" però nn e' detto che non possa cambiar evoluzione .
Comunque esulando da tecnicismi ,ho capito che trattando con queste personalità e' meglio nn contestare la loro opinione perché dissuadere qualcuno da tutte le"assurdità" in cui credono ,si potrebbe raggiungere l'età di Matusalemme senza venirne a capo. Quindi che fare? Lo so e' generico ma è imposto dalle vostre linee guide.


#7
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

Non è intermedio, non significa niente e basta.
Esuli pure da tecnicismi, ma anche da polemiche inutili.
Contro chi poi ?
Scrive cose senza capo né coda allo scopo di offendere gli psichiatri. Buon per Lei.

#8
Ex utente
Ex utente

Offendere la sua categoria? Ma dove l'ho scritto? Son intervenuta in un articolo dove parla ,di personalità bipolari ,chiedendo come rapportarsi con ste personalità, se vi sentite presi in causa ,nn credo sia un mio problema ma vostro..normalmente,dalle mie parti, si dice che chi la prende come fatto personale e' colui/colei che la coda l'ha di paglia. Comunque era solo una domanda.

#9
Utente 479XXX
Utente 479XXX

Salve!
Mi è stato riscontrato un bipolarismo misto!So che predomina la disforia!So che la mania e la depressione viaggiano sulla stessa onda!Se mi sbaglio mi corregga!
Ho avuto pensieri autolesionisti e poi il vuoto!
Mi stavo chiedendo se a questo bipolarismo può coesistere un disturbo di personalità?Tipo borderline?Non ho manie di grandezza,pensieri e idee come un fiume in piena sì,ma non mi sento capace di metterle in pratica?Attualmente prendo En per ripristinare il sonno e il depakin chrono!Mi scusi ma mi sento abbastanza confusa e se può darmi qualche spiegazione in più le sono grata

#10
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

I disturbi di personalità spesso coesistono perché sono il disturbo bipolare visto in termini di idea delle relazioni col mondo. Sono due tagli descrittivi, quello della personalità riguarda più modalità di comportamento che non sintomi. Il termine "disturbo" è anche abusato, nel senso che la personalità può essere disturbante per gli altri, ma magari non per la persona.

#11
Ex utente
Ex utente

Scusi dottore, e chi ha una diagnosi nello spettro bipolare e un disturbo di personalità del cluster C? Non che mi lamenti, è andata bene, per carità.

#13
Ex utente
Ex utente

Scusi, ho lasciato un pezzo. Volevo farle presente che esistono altre possibilità e che secondo me possono influenzare anche la capacità di collaborare con i medici. A me è stata diagnosticata una personalità del cluster C e in effetti la considero la mia personalità. Sono conformista e timida, preferisco di gran lunga quando sono depressa perchè così sono inibita e non faccio figuracce, non tollero di dovere per forza fare lavori "creativi" invece di lavori veri. Questo disturbo è proprio una nemesi per me.

#14
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

In tal caso la cosa che non torna è che chi perde l'inibizione non si sente di far figuracce, anzi desidera in un certo senso osare di più anche se potenzialmente ci stanno delle occasionali figurette come nella normalità.
Quindi se si preferisce la depressione o il limite, evidentemente non si è sperimentata la sua correzione in maniera completa. Certo, chi è stato a lungo timido si organizza per esserlo, e fa resistenza a cambiamenti che non ritiene possibili, solo forzature. Ma questo prima di vedere l'effetto delle cure.

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