Come fare una diagnosi del disturbo bipolare attraverso la sua "geometria"
Molte persone affette da bipolarismo non si riconoscono nella sua classica descrizione. Alcune delle critiche più frequenti alla diagnosi di disturbo bipolare sono "Io sono sempre depresso, non ho mai fasi euforiche", oppure "le mie fasi sono di cattivo umore, irritabilità, non mi sento né depresso né tantomeno euforico", oppure "depressioni ne ho avute anche gravi, di euforia qualche volta ma poca".
Vediamo di ricostruire una mappa dei disturbi bipolari che aiuti meglio a capire di cosa stiamo parlando, che non è un'alternanza di euforia e depressione o, meglio, non sempre in questa forma "pendolare" tra due poli opposti nella qualità dell'umore (triste-euforico).
La rappresentazione lineare degli stati dell’umore: depressivo, maniacale e misto
Fasi "su" non è sinonimo di fasi "euforiche" e viceversa, e d'altra parte l'umore depresso non è sinonimo di fasi "giù". Se si rappresenta il decorso di una sindrome bipolare con le fasi su e giù rappresentate in maniera lineare (vedi figura sotto), si pone però il problema di come rappresentare i cosiddetti "stati misti dell'umore", in cui coesistono sintomi depressivi e maniacali. Rappresentiamo quindi lo stato con una serie di stanghette verticali parallele.
Le combinazioni degli stati dell’umore misti nel disturbo bipolare
Non esiste però un solo stato misto, ma una serie di combinazioni possibili di sintomi depressivi e maniacali che possono essere classificati a loro volta in stati misti depressivi e stati misti eccitati.
L’umore inibito o eccitato
A questo punto ci avviciniamo più a quella che è la concezione originaria del disturbo bipolare e dobbiamo cambiare riferimenti geometrici. Introduciamo una terza dimensione e proviamo a considerare una sfera, nella quale contrapponiamo gli emisferi di “inibito” ed “eccitato” (altrimenti detti rallentato e accelerato).
L'umore inteso come qualità diviene solo uno stato dalle molteplici sfaccettature e l'euforia gioiosa è solo una di queste sfaccettature, così come la malinconia. Polo positivo e polo negativo che si intersecano con altri due emisferi (destro e sinistro, che indicano il pensiero povero o ricco).
Potremmo avere quindi diverse combinazioni "inibite" e diverse combinazioni "eccitate". Una mania classica allinea pensiero ricco e accelerazione e la qualità dell'umore spazia dalla gioia all'irritabilità.
Le fasi del disturbo bipolare dal punto di vista bi-dimensionale
Il movimento da fase a fase nelle rappresentazioni bi-dimensionali è una curva che sale o scende (l'ampiezza è la gravità), e nelle fasi miste sale e scende in maniera così rapida da rappresentare la "contemporaneità" dei sintomi depressivi e maniacali.
Le fasi del disturbo bipolare viste in tridimensionale
Nella rappresentazione tridimensionale l'andamento delle fasi corrisponde a un'orbita, che può avere diverso orientamento, ma anche diversa ampiezza, dal centro alla superficie della sfera.
La geometria tridimensionale, oltre a rendere rappresentabili in maniera uguale le varie fasi, non distingue le fasi miste dalle altre, per necessità grafica, ma invece individua ogni fase con tre coordinate: ampiezza, latitudine, longitudine.
La diagnosi dei temperamenti dell’umore: le orbite
Le orbite corrispondono, riducendone l'ampiezza al minimo, ai temperamenti affettivi. È infatti noto che il temperamento quale esso era ed è fuori dalle fasi di malattia corrisponde alla qualità dell'umore: temperamento ipertimico si accoppia con mania euforica, ciclotimico con mania impulsiva, depressivo con mania disforica, temperamento ciclotimico con depressione eccitata.
Dalla diagnosi alla terapia: quali sono i farmaci per il disturbo bipolare?
Le orbite bipolari sono influenzate dalle cure in maniera diversa:
- ci sono farmaci che spostano la persona da un punto dell'orbita all'altra, ma non alterano l'orbita (antidepressivi);
- altri stabilizzatori che rallentano il movimento orbitante e lo stabilizzano secondo il temperamento sottostante, ovvero l'orbita fisiologica;
- gli antipsicotici che riducono l'ampiezza dell'orbita, ma non necessariamente rallentano il movimento da un punto all'altro dell'orbita.
La polarizzazione fattore comune delle fasi
Così come nel meccanismo con cui i satelliti orbitano intorno a un pianeta: più si allontanano dal pianeta stesso, più tendono ad allargare l'orbita. Esiste cioè un meccanismo per cui l'eccitamento o l'inibizione, nel disturbo bipolare, tendono a "magnetizzarsi" sui rispettivi poli, autoalimentandosi. Un movimento eccitatorio non ne induce automatica uno di compensazione, ma anzi tende ad indurne uno riverberante, di accentuazione della distanza dell'orbita dal centro della sfera.
La "polarizzazione" è quindi il fattore comune del disturbo bipolare, al di là delle fasi, ed è comune a quelle eccitate (polarizzazione eccitatoria) e a quella depressiva. In altre parole: nel primo caso una tendenza ad accelerare da soli, nell'altra a frenare da soli.
Ripensando le proprie fasi in questo modo, sarà più facile anche seguire le evoluzioni del proprio disturbo e della cura, non più da fase a fase ma da stato a stato secondo tre coordinate, e senza l'equivoco di dover per forza considerare la depressione in rapporto all'euforia o di credere che eccitazione significhi euforia.
Per inciso la forma più frequente della depressione è quella agitata, così come la forma più frequente della mania è quella irritabile.