Parafilia e disturbi parafilici: la distinzione del DSMV
A Maggio, e quindi a giorni, verrà pubblicato il nuovo DSM-V. Vediamo quali cambiamenti porterà nell’ambito dei Disturbi sessuali.
Il DSM-5 traccerà una linea netta tra i comportamenti sessuali atipici, le parafilie, e i Disturbi Parafilici che devono necessariamente comportare disagio clinicamente significativo e alterazione del funzionamento. I criteri per i Disturbi Parafilici rimarranno quelli attualmente presenti nel DSMIV, con l’aggiunta di indicatori di decorso, ci sarà infatti da specificare se il disturbo è in remissione o se il paziente vive in un ambiente controllato (come il carcere, dove la pratica sessuale deviante non può essere praticata).
La Parafilia è condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo di un Disturbo Parafilico e di per sé non richiede un intervento terapeutico poiché da sola non costituisce una diagnosi.
Si potrà porre diagnosi di Disturbo parafilico solo quando saranno presenti entrambi questi criteri:
- Sentimenti di disagio per le proprie pratiche sessuali, non solo derivanti dalla disapprovazione sociale
- Desiderio o comportamento sessuale che comporti sofferenza psicologica, lesioni fisiche o la morte di un’altra persona o desiderio sessuale verso una persona che non abbia dato il proprio consenso o che non siano in grado di darlo.
Il cambiamento nei criteri diagnostici tra DSMIV e DSMV è notevole e comporta per esempio che si possano praticare comportamenti sessuali atipici, come per esempio il travestitismo o il masochismo, senza avere una diagnosi di disturbo mentale.
Riferimenti: http://www.psychiatry.org/dsm5