Dismorfofobia: la paura di essere brutti
Il Disturbo da Dismorfismo Corporeo è una patologia in cui il soggetto sperimenta una grave e infondata preoccupazione per la propria immagine corporea. L’ansia, in questa patologia, acquisisce note ossessive, determinando un grave disagio emotivo che si ripercuote sulla vita di relazione personale e lavorativa.
Il timore fobico e l’imbarazzo del soggetto riguardano la presunta presenza di difetti, spesso inesistenti o comunque esageratamente valutati, che possono appartenere a ogni parte del corpo la quale viene criticata per le dimensioni o per la forma: il naso, la bocca, le orecchie, i capelli, la pelle, il seno, il pene e i testicoli e in generale gli organi genitali.
Chi soffre di questo disturbo può arrivare ad un isolamento totale, persino fino a casi estremi in cui i soggetti escono di casa soltanto di notte. Inoltre per mascherare il difetto vengono attuati comportamenti rigidi come il mantenere posture fisse e dedicare ogni giorno molto tempo al trucco o alla pettinatura, senza peraltro raggiungere mai una adeguata tranquillità.
La convinzione, incriticabile, che il disagio derivi da un reale difetto fisico, fa si che spesso queste persone chiedano un intervento di chirurgia plastica correttiva, purtroppo spesso le loro aspettative sono irrealistiche ed essi rimangono comunque insoddisfatti del proprio aspetto oppure iniziano a spostare l’attenzione ossessiva su altre parti del corpo.
L’età in cui compaiono i primi sintomi è molto precoce, non è raro che i primi disagi si manifestino già nella fase pre-adolescenziale, intorno ai 10-15 anni e siano confusi con le normali insicurezze relative a questa importante fase di passaggio.
L’incidenza è pressoché sovrapponibile nei due sessi.
Purtroppo, invece, la diagnosi è spesso tardiva proprio a causa della vergogna e della riluttanza dei soggetti affetti nel chiedere aiuto psicologico e ad esporre il loro problema fisico. Inoltre, la consapevolezza che il problema sostanziale sia psicologico e non fisico è il più delle volte assente e anzi rappresenta proprio l’obiettivo principale della terapia psicologica, spesso consigliata in questa condizione clinica.
Certamente questo disturbo, come l’Anoressia Nervosa, è emerso maggiormente negli ultimi anni, anche a causa dell’eccessiva attenzione verso l’aspetto fisico, tipica della nostra cultura, che ne ha certamente determinato un aumento dell’incidenza.
E’ stato valutato che il 40 % di pazienti affetti da Anoressia presenta una diagnosi aggiuntiva di Disturbo da Dimorfismo Corporeo, mentre circa l’85% dei pazienti con Dismorfofobia è affetta anche da un Disturbo di Personalità, come il Disturbo da Evitamento, Dipendente e Ossessivo-Compulsivo.
Il trattamento di questa patologia deve essere sempre combinato, associando cioè un’efficace terapia farmacologica ad un approccio di psicoterapia.
Per quanto riguarda la terapia medica si è osservata una buona risposta clinica ad alcuni farmaci della classe degli SSRI, i cosiddetti Serotoninergici, tra questi soprattutto la Fluvoxamina che è particolarmente indicata, visto il radicale ossessivo della patologia.
Sono efficaci anche la paroxetina, la fluoxetina e, fra i triciclici, la clomipramina.
Il trattamento farmacologico è indispensabile poiché si è visto che il decorso della malattia tende ad essere cronico e, se non curata, ha una elevata percentuale di probabilità di complicarsi con una Sindrome Depressiva.
Nel trattamento farmacologico di questo disturbo sono solitamente necessari un dosaggio pieno e una terapia a lungo termine.
La psicoterapia DEVE sempre essere associata al trattamento medico.
Gli approcci più efficaci sono quelli di tipo cognitivo-comportamentale.
Vista l’alta percentuale di tratti personalità disfunzionali, può anche essere utile la psicoterapia psicanalitica che indaga le motivazioni più profonde e inconsce e le dinamiche alla base dell’insorgenza di una visione del sé tanto distorta e svalutata.
Alcune varianti rare e particolari del Disturbo da Dismorfismo Corporeo sono:
- il Disturbo da Dismorfismo per procura nel quale l’ossessiva preoccupazione riguarda le caratteristiche fisiche del proprio partner o dei propri figli. Può quindi essere molto grave quando le critiche influenzano negativamente la crescita personale o l’autostima.
- la Tanorexia, che è una rara patologia psichica emergente, in cui prevale la convinzione di non essere abbastanza piacevoli da un punto di vista estetico che viene controllata sottoponendosi ad una eccessiva e dannosa esposizione al sole o alle lampade abbronzanti. Può portare a gravi conseguenze anche fisiche se non riconosciuta e curata, fino nei casi più gravi a lesioni cutanee, ustioni e notevole aumento della probabilità di sviluppare neoplasie cutanee.
- la Sindrome da Riferimento Olfattivo, in questo caso il paziente sperimenta il timore fobico di emettere odori sgradevoli ed è fermamente convinto che gli atteggiamenti degli altri nei suoi confronti derivino dalla percezione di tali presunti odori.
I timori più frequenti si concentrano sull’alito, sull’odore della cute e del sudore, fino alla paura che vengano percepiti odori intimi, ad esempio durante le mestruazioni o comunque provenienti dagli organi genitali.
Anche in questo caso l’isolamento sociale può diventare molto invalidante e i comportamenti ossessivi come lavarsi e cambiarsi gli abiti e la biancheria in continuazione interferiscono con la qualità di vita.
Dott.ssa Cristina Selvi - Studio Psichiatria Integrata