I ragazzi prigionieri: gli Hikikomori
Nella attuale società si è verificato uno sviluppo enorme della tecnologia digitale. Questo fenomeno ha determinato notevoli danni ai giovani che trascorrono molto tempo nei messaggini dai cellulari o nei collegamenti on line. Nei giovani si è innescata una vera spirale di dipendenza da queste numerose tecnologie digitali. Dipendenza soprattutto psicologica anche detta "dipendenza senza sostanze".
Nei ragazzi si evidenzia un desiderio incontrollabile e persistente di stare a contatto con queste apparecchiature. Il condizionamento psicologico è tale da condurre ad inevitabile tendenza ad isolarsi con notevoli difficoltà prestazionali specie nei contatti umani.
Per approfondire:Generazione Z a rischio isolamento e dipendenze
I rischi sulla salute dei nostri ragazzi sono notevoli e gravi.
Sulla sfera psico-comportamentale l'isolamento conduce ad inevitabile perdita dell'autostima e, in particolari soggetti, ad ipertrofizzare la loro componente narcisistica. Altri ragazzi reagiscono con aumento delle manifestazioni di violenza ed aggressività, con particolare tendenza al bullismo. Sul versante somatico, anche qui le conseguenze sono gravi e devastanti.
Si va dall'insorgenza di obesità a problemi anoressici, da sindromi metaboliche, tra cui possibile insorgenza di diabete, a notevoli disturbi della vista, da alterazioni osteo articolari, specie della colonna vertebrale, a insorgenza di disturbi di ipoacusia, collegati quest'ultimi ad uso impropio ed esagerato di cuffie ad alto volume.
In Giappone questi ragazzi vittime di questa dipendenza sono più di un milione e sono difiniti "Hikikomori", che leteralmente significa "prigionieri". Questa notevole schiera di ragazzi vittime del Web, manifestano alterazioni mentali, dissociazione progressiva dalla vita reale, incontrollato desiderio di essere collegati on line.
E' giunto il momento di correre ai ripari, per salvare i nostri ragazzi.
La prevenzione costituisce l'arma fondamentale per annullare questo fenomeno vorticoso di autolesionismo che interessa i giovani. Nella lotta vanno messe in campo varie figure:fondamentali sono i genitori che, nel ruolo di educatori, devono regolamentare i tempi opportuni nell'uso della tecnologia digitale. Ai genitori vanno affiancati gli insegnanti, i pediatri e gli psicologi, utili nel dare un contributo fondamentale alla lotta contro questa vera e propria "malattia tecnologica".