Gli acufeni si possono curare
Quasi tutti hanno sentito almeno una volta nella vita un fischio o un ronzio auricolare per pochi istanti, riconducibile al disturbo degli acufeni.
Quel fischio nelle orecchie che si chiama acufene
Gli acufeni si manifestano come una sensazione uditiva percepita nelle orecchie, o nella testa, in assenza di uno stimolo sonoro esterno. In alcuni casi la sua presenza diventa costante e cronica, con un conseguente impatto psicologico invalidante.
Il paziente che soffre di acufeni solitamente si trova davanti alla difficoltà delle poche informazioni e notizie sbagliate che sono presenti su questo argomento e che vengono spesso fornite anche dagli stessi specialisti. Gli vengono spesso rivolte le classiche frasi: “non c'è più nulla da fare", "dovrà rassegnarsi!”, "deve conviverci”, "non si può curare”, oppure classicamente crede, o peggio viene portato a pensare, di avere una grave malattia: “avrò un tumore al cervello?".
Gli acufeni sono un sintomo
L’acufene può avere origine in qualunque parte del sistema uditivo e intanto è bene ricordare che è da considerarsi come un sintomo e non una vera e propria patologia.
Inoltre, nella maggioranza dei casi, l'acufene non dipende da malattie gravi, ma è semplicemente una conseguenza del danno cocleare, spesso fisiologico (presbiacusia), a volte potenziato da altri problemi (disfunzioni dell’ articolazione temporo-mandibolare, disturbi muscolotensivi (cervicale), vascolari, neurologici…) e diventa patologico e cronico, per le sensazioni negative che sviluppa nel paziente, che di base è già spesso molto stressato, emotivo, ansioso o anche depresso.
Bisogna poi ricordare che, dopo qualche tempo, gli acufeni vengono “centralizzati”, ovvero mantenuti e ricreati direttamente nel cervello, anche se la causa di partenza del disturbo non è più presente.
Curare gli acufeni
Ad oggi, purtroppo, non esiste ancora una terapia che guarisca definitivamente il problema ma, nonostante tutti i limiti del caso, è possibile affermare che, ormai da tempo, si può risolvere il disturbo dell'acufene ed è giusto rassicurare il paziente.
La terapia TRT (Tinnitus Retraining Therapy)
La terapia consiste nell’eliminare le associazioni negative che si sono create in risposta all’acufene stesso, che viene considerato inconsciamente una sorta di “pericolo”, utilizzando la tecnica ormai riconosciuta in tutto il mondo della TRT (Tinnitus Retraining Therapy).
Si tratta di una terapia di riadattamento (che si basa sul modello di Jastreboff) o, meglio, di riprogrammazione dell’acufene, attraverso la quale se ne può diminuire l'intensità, aiutando e migliorando l'adattamento fisiologico a livello centrale. A volte vi è anche una remissione completa della sintomatologia.
Tutti gli stimoli elettrici sonori passanti lungo le vie uditive, prima di giungere alla regione centrale corticale dell’udito e trasformarsi in suono cosciente, sono in realtà soggetti ad un filtraggio lungo alcune zone (sottocorticali) del sistema nervoso autonomo, potendo così essere discriminati e quindi diminuiti, soppressi o anche amplificati.
Quando, ad esempio, siamo in un ambiente con l’aria condizionata, noi in realtà sentiamo il rumore del dispositivo, ma in pratica non lo percepiamo: infatti il suono prodotto viene considerato poco importante e inutile per il cervello che appunto, non ce lo fa sentire.
La TRT si avvale inizialmente anche del counselling, ossia la spiegazione che il fischio nell'orecchio è riconducibile al fenomeno acufene (a volte può essere fondamentale anche solo questo colloquio). Dopodiché, con il tempo e con l’applicazione della terapia, si potrà raggiungere questa capacità di filtraggio, non solo per i suoni irrilevanti, ma appunto anche per l’acufene, che per molto tempo è invece stato interpretato erroneamente dal nostro cervello, come uno stimolo di allarme assolutamente e “paradossalmente “necessario da percepire.
Affidarsi a uno specialista
Bisognerà pertanto affidarsi a uno specialista preparato sull'argomento che effettuerà una visita di secondo livello, o appunto counselling (colloquio), nella quale il paziente dovrà effettuare esami audiologici di base e più approfonditi.
Altre terapie
In base a quanto emerso dai primi esami sarà possibile applicare le seguenti terapie:
- Applicazione di Generatori sonori personali e/o ambientali che, producendo suoni a varie frequenze ne riducano il fastidio facilitando il meccanismo dell'abitudine.
- Prescrizione di Protesi acustiche particolari (open fitting) per i pazienti che presentino una ipoacusia di un certo grado (ipoacusie gravi ad esempio non possono beneficiare di tali protesi). Infatti il ripristino di una buona percezione del rumore ambientale aiuterà a mascherare l'acufene.
- Varie terapie farmacologiche, che agiscano indirettamente, ma con efficacia, ad esempio allo scopo di diminuire lo stato d’ansia ovvero la depressione, pre-esistenti o spesso conseguenti al disturbo stesso, ma anche a consentire un discreto riposo (molti pazienti hanno difficoltà ad addormentarsi) e migliorare la funzionalità del microcircolo vascolare dell’orecchio interno.
- Tecniche di rilassamento come ad esempio l’agopuntura o lo yoga
- Terapia di supporto psicologico in tutti quei casi dove vi sia un disturbo emotivo provocato direttamente dal tinnito, ma più spesso già presente di base. Molto frequente è, infatti, l'associazione con stati d'ansia o depressione e non necessariamente patologici, ma semplici stadi iniziali o anche forme caratteriali.
- Utilizzo di apparecchi ortodontici (bite) al fine di alleggerire le tensioni muscolo-tensive a livello dell'articolazione temporo mandibolare, spesso associati al problema acufene
- Terapie nasali, in quanto un disturbo rinogeno può creare occasionale o persistenti disturbi di compensazione che possono enfatizzare l'acufene.