Aiuto, ho una protesi dell'anca! Sarà difettosa?
Ciclicamente ritorna tra l'opinione pubblica la paura per le protesi dell'anca "difettose", che rilasciano malefici ioni metallo in circolo. Sui miei blog parlo dell'argomento da molto tempo, ma -ad ondate- il panico ritorna, in corrispondenza di alcuni passaggi mediatici di "ripescaggio".
Ecco che "Striscia la Notizia" rispolvera una vecchia notizia di protesi che già da tempo non sono più sul mercato, e il panico si scatena di nuovo.
Ma, nella fattispecie: cosa fare se si è portatori di una protesi dell'anca, per non farsi prendere dal panico?
1) Prima devo chiedermi: "ma io sto bene con la mia anca?"
Il fatto che l'anca sia asintomatica e funzioni bene è già un importantissimo punto di partenza, già tranquillizza molto. In questo modo si potranno affrontare con maggior serenità i prossimi punti del successivo decalogo.
Se invece la vostra protesi vi arreca dei disturbi, smettete di leggere: indipendentemente dal fatto che possa o meno essere una protesi "difettosa", fatevi vedere dal vostro chirurgo!
2) Importante conoscere il problema
Le protesi "difettose" sono protesi metallo-metallo, cioè i cui capi articolari sono entrambi costituiti di una lega metallica di Cromo e Cobalto. E' noto da sempre che una possibile complicanza di questa tribologia è il fatto che l'organismo si sensibilizzi (diventando ALLERGICO) agli ioni, causando dolore e scollamento della protesi.
Cioè il fatto che la protesi produca ioni è NORMALE.
Il compito del chirurgo è di posizionare la protesi correttamente, in maniera da ridurre al minimo la produzione di ioni (la cui quantità dipende anche dalla bontà dell'orientamento spaziale della protesi), e soprattutto è importante che il chirurgo scelga un paziente che non sia predisposto alle allergie.
Quello che è venuto alla ribalta in questi giorni è un problema legato ad UNO SPECIFICO modello di protesi, la ASR prodotta dalla Depuy. L'azienda ha infatti notato un aumentato tasso di fallimento del proprio prodotto e ha deciso di ritirarlo dal mercato.
In questi casi, oltre alle complicanze "locali" (scollamento della protesi con dolore) si sono verificati fenomeni di tossicità sistemica dovuti ad elevati valori di ioni nel sangue.
3) Devo chiedermi se il problema può riguardarmi direttamente
Le protesi metallo-metallo vengono utilizzate in pazienti relativamente giovani con elevate richieste funzionali.
MOLTO DIFFICILMENTE vengono impiantate in pazienti sopra i 65 anni, per i quali si opta per soluzioni come il metallo-polietilene o il ceramica-polietilene.
Per i pazienti molto giovani e sotto i 70 Kg di peso, spesso si usa anche la ceramica-ceramica.
In ogni caso: se il vostro chirurgo ci ha detto che la vostra protesi contiene ceramica o polietilene, POTETE STARE DEL TUTTO TRANQUILLI.
Se non vi ricordate, potete controllare sulla lettera di dimissione che vi è stata consegnata quando avete lasciato l'ospedale, oppure richiedere la cartella clinica, sulla quale è specificato il tipo di protesi e il modello.
4) Se ho scoperto di avere una delle protesi incriminate e NON ho sintomi, cosa devo fare?
Se il paziente scopre di essere portatore di una protesi "difettosa", non è detto che questo rappresenti un problema. Naturalmente dovrà rivolgersi ad un ortopedico se la protesi causa dolore o zoppia, ma se la protesi è totalmente asintomatica, potrebbe anche voler dire che non è necessario cambiarla.
Per esserne certi, sono opportuni due accertamenti: la radiografia, che deve essere mostrata all'ortopedico, e il dosaggio plasmatico e urinario degli ioni Cromo e Cobalto (semplici esami del sangue e delle urine), che devono essere mostrati all'ortopedico e, se necessario, al medico del lavoro.
Se l'ortopedico dovesse riscontrare segni premonitori di possibile mobilizzazione della protesi (che ancora non danno disturbi), potrebbe essere indicato l'intervento.
Se invece questi segni non ci sono, l'ortopedico esaminerà gli esami del sangue.
Per inciso: questi valori, nei pazienti portatori di una protesi, sono SEMPRE al di sopra dei valori di riferimento, e si tratta di un fenomeno del tutto NORMALE.
Solo se i valori sono -a giudizio dell'ortopedico- molto alti, sarà opportuno monitorarli nel tempo, e chiedere una valutazione presso un medico del lavoro.
Questi potrebbe richiede all'ortopedico di rimuovere la protesi per ridurre i rischi di tossicità sistemica.
Una volta rimossa la protesi "incriminata", è possibile impiantare al paziente una protesi che non rilasci ioni metallici.