Attivita fisica benefici.

L’attività fisica riduce il rischio di morire prematuramente (soprattutto per tumore e infarto)

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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo

L’attività fisica riduce il rischio di morire prematuramente (soprattutto per tumore e infarto), anche se si è grassi, si mangia male e si ha la pressione alta o colesterolo alto. Il corpo e la mente devono essere usati quotidianamente, altrimenti si deteriorano: “Use it or lose it”.

Quali sono i benefici dell'attività fisica regolare?

Molti studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico quotidiano riduce il rischio di malattie cardiovascolari, riduce la pressione arteriosa, fa aumentare il colesterolo “buono” (HDL), riduce il rischio di tumori alla mammella, all’intestino, al polmone e delle loro recidive, riduce lo stress, la ritenzione idrica e la tendenza alla depressione, migliora l’aspetto fisico e l’autostima, aiuta a combattere la cellulite, migliora il sonno, migliora la salute delle ossa (osteoporosi), dei tendini e dei muscoli.

Quali sono le attività più consigliate?

Sono sufficienti 30 minuti al giorno di un’attività fisica aerobica che comporti uno sforzo moderato, cioè una attività che comporti una accelerazione del battito cardiaco e del ritmo del respiro e quindi un aumento del consumo di ossigeno.

attivita fisica consigliata

L’attività fisica aerobica ideale è camminare perché tutti possono farlo in ogni luogo. Si tratta di camminare un po’ più velocemente in modo da far aumentare le pulsazioni e sudare moderatamente.

L’obiettivo, camminando in piano, è di raggiungere la velocità di 6 km all’ora e quindi sono sufficienti 3 chilometri da percorrere per la nostra mezz’ora quotidiana.

Quanto devono aumentare le pulsazioni?

L’ideale sarebbe quello di munirsi, come regalo di compleanno o a Natale, di un cardiofrequenzimetro da mettere al polso come un orologio, disponibili anche a prezzi modici. Tra l’altro fa anche da orologio. Il numero delle pulsazioni per coloro che non sono allenati non deve superare 220 meno la vostra età.

Ad esempio a 60 anni: 220-60 = 160 pulsazioni al minuto.

Se non siete sicuri del vostro stato di forma è meglio mantenersi in un intervallo di tempo compreso tra il 50% e il 75% e quindi intorno a 100 pulsazioni al minuto.

Precauzioni

  • Se non siete allenati cominciate lentamente, anche solo 10 minuti il primo giorno e poi aumentate gradualmente il tempo e il percorso.
  • Indossate un buon paio di scarpe comode e protettive. Ormai esistono molti negozi dove vi possono dare suggerimenti adeguati.
  • Farlo in compagnia è sempre più stimolante.
  • L’attività fisica riduce lo stress perché aumenta la produzione di endorfine e non è consigliabile praticarla prima di andare a letto se soffrite di insonnia.
  • State certi che non state perdendo tempo perché aumentando il senso di benessere e di energia, migliorando il sonno, riducendo lo stress, fa guadagnare molto tempo.

Per aumentare il consumo calorico:

  • se ne avete la possibilità camminate sulla sabbia
  • se ne avete la possibilità camminate in salita
  • se in piano muovete le braccia in avanti e indietro
  • salite le scale a piedi ogni volta che ne avete occasione
  • se non avete problemi alle articolazioni provate ogni tanto a correre
  • utilissimo alternare con piscina (ideale per le persone in sovrappeso), bicicletta, sci di fondo.
Data pubblicazione: 04 dicembre 2010 Ultimo aggiornamento: 19 maggio 2021

204 commenti

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#105
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Utente 137XXX

La ringrazio per aver <accettato> di mettere in evidenza come alle volte i consigli di alcuni non siano proprio il massimo. Nella mia precedente vita facevo i miei 12 km domenicali con un gruppo di amici marciatori, ecco perché mi appassiono a questo evento, comunque anche il nuoto è una buona idea e penso che lo farò. Saluti

#106
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Dr. Salvo Catania

E' chiaro che con le sue metastasi ossee i carichi vanno ridistribuiti con maggior cautela. Per tale ragione una attività fisica più dolce come il nuoto credo proprio che sia un punto di partenza importante per ricominciare.

#107
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Dr. Salvo Catania

Clamorosa svolta epocale nella medicina, sintetizzata da un editoriale di SCIENCE che conferisce ulteriore importanza alla attività fisica nella prevenzione del diabete, malattie cardiovascolari e tumori.

Si può essere snelli e sedentari (falsi magri) e rischiare di più dei soggetti sovrappeso, ma che presentano una distribuzione periferica del grasso e una buona distribuzione muscolare provocata da una intensa attività fisica.
In altre parole grassi e sani, si può se attivi.

Sembrava una rivoluzione, la ricerca dei Centers for Disease Control and Prevention, pubblicata a gennaio su Jama: condotta su quasi 3 milioni di americani ribaltava i dogmi più solidi della medicina (cioè che i chili di troppo sono causa di malattie cardiovascolari, diabete e cancro) mostrando che mostravano una categoria di persone in sovrappeso che vivono più a lungo.
I medici a gennaio erano saltati sulle sedie. Salvo accorgersi che a ribaltare il vecchio assioma è di fatto un nuovo metodo per calcolare l'obesità. Non più il vecchio indice di massa corporea basato solo su due parametri (peso in kg e il quadrato dell'altezza in metri), ma un algoritmo complicato (e più preciso) che inserisce nelle variabili anche forma del corpo, circonferenza della vita, rapporto fra massa grassa e massa magra e altezza.
Il nuovo sistema chiamato Absi (A Body Shape Index) è stato messo a punto l'anno scorso dai ricercatori del City College di New York. E viene sposato da Science, una delle riviste scientifiche più prestigiose d'America.
"L'indice di massa corporea non tiene conto della distribuzione del grasso. Il tessuto adiposo dell'addome predispone a diabete e malattie cardiovascolari, mentre quello distribuito in zone periferiche sembra essere più innocuo per la salute. La massa magra (cioè i muscoli) al contrario sono un indicatore di salute "perché smaltiscono la maggior parte del glucosio che assumiamo con l'alimentazione"

Così si spiega lo studio di Jama: il 10 per cento degli americani che è sovrappeso, ma ha un metabolismo perfettamente funzionante (pratica sport, ha insulina e zuccheri a livelli normali) ha un rischio di ammalarsi inferiore rispetto all'8 per cento di persone con il peso nella norma, ma poca voglia di muoversi, pancetta, scarsa capacità di produrre insulina per smaltire gli zuccheri e alto rischio di ammalarsi di diabete.

Science in questi giorni scrive che l’indice di massa corporea ormai obsoleto non tiene conto della distribuzione del grasso. Il tessuto adiposo (grasso) dell’addome predispone a diabete e malattie cardiovascolari, mentre quello distribuito nelle zone periferiche (es cosce ) sembra più innocuo per la salute . La massa magra (cioè i muscoli) al contrario sono un indicatore di salute perché smaltiscono la maggior parte del glucosio che assumiamo con l’alimentazione.

Ecco perché quel 10 % della popolazione americana che è sovrappeso , ma ha un metabolismo perfettamente funzionante perché pratica intensa attività sportiva ( e quindi ha anche massa magra ben rappresentata, valori di insulina e zuccheri del sangue normali) ha un rischio di ammalarsi inferiore rispetto all’8% delle persone con peso nella norma, ma che avendo poca voglia di fare attività fisica ha una muscolatura scarsamente rappresentata, la pancetta, scarsa capacità di produrre insulina per smaltire gli zuccheri ed alto rischio di ammalarsi di diabete.

Ormai quindi è chiaro che il grasso dell’addome associato a scarsa muscolatura, a differenza di quello delle altre parti del corpo, è più soggetto ad “infiammazione” e mette in circolo sostanze che promuovono l’aterosclerosi ed alcuni tumori. Pertanto il rapporto fra massa grassa e massa grassa è un indicatore molto più preciso dell’indice di massa corporea. Per misurarlo esistono degli apparecchi che si chiamano BIOIMPEDENZIOMETRI. Alcuni modelli, non troppo accurati ma semplici da usare, sono già in vendita, applicati alle bilance.

Oltre all’indice di massa corporea anche il concetto di CALORIA viene oggi messo in discussione. Un articolo su Scientific American di agosto , cioè appena pubblicato, svela quanta variabilità ci sia dietro al conteggio che troviamo sulle etichette dei cibi, e che risale a tabelle messe a punto nell’ottocento. Ad esempio uno stesso alimento fornisce energia diversa se è crudo o cotto : in questo secondo caso la digeribilità , quindi l’assorbimento di calorie aumenta. Se è ricco di proteine o integrale : in entrambi i casi c’è più fatica a digerirlo, quindi le calorie assorbite diminuiscono. E se l’intestino è popolato da alcuni tipi di batteri che facilitano l’assimilazione, e che non a caso sono presenti in grandi proporzioni nelle persone obese.

#108
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Utente 309XXX

Grazie per la preziosa informazione che restituisce grandi speranze e motivazioni ai sovrappeso che però praticano attività fisica costante. Riguardo ai BIOIMPEDENZIOMETRI crede che valga la pena acquistarli anche se non si è medici ?

#109
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Utente 309XXX

Grazie per la preziosa informazione che restituisce grandi speranze e motivazioni ai sovrappeso che però praticano attività fisica costante. Riguardo ai BIOIMPEDENZIOMETRI crede che valga la pena acquistarli anche se non si è medici ?

#110
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Dr. Salvo Catania

I BIOIMPEDENZIOMETRI sono strumenti professionali e quindi non vale la pena acquistarli anche perché per la interpretazione dei risultati occorre uno specialista. Purtroppo l'esame si paga e occorre dire che vengono propagandate anche indicazioni molto fantasiose in alcuni casi. Quelli acquistabili economici perché associati alle bilance sono molto imprecisi, ma a mio parere danno risultati utili se utilizzati per il rapporto massa magra/massa grassa ed in particolare per avere una idea se approssimativamente, mentre si fa attività fisica costante, parte del peso è dovuto alla neomassa muscolare (i muscoli pesano di più : ci sono atleti agonisti snelli con peso ragguardevole) oppure c'è difficoltà a smaltire quella grassa.

#111
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Utente 277XXX

Grazie per l'aggiornamento che contribuisce ad attenuare i sensi di colpa di chi in sovrappeso non riesce a smaltirne un solo etto nonostante una intensa attività fisica.

#112
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Utente 277XXX

Grazie per l'aggiornamento che contribuisce ad attenuare i sensi di colpa di chi in sovrappeso non riesce a smaltirne un solo etto nonostante una intensa attività fisica.

#113
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Dr. Salvo Catania

Sì è evidente che si possano motivare con validi argomenti gli individui che non vedono risultati tangibili in tempi rapidi.
La mancata perdita di peso talvolta non è reale perché se viene tramutata a vantaggio della massa muscolare tramite l'attività fisica il risultato in fatto di prevenzione delle malattie è invece importante.

I geni possono influenzare il modo con cui assimiliamo i cibi, ma è vero anche il contrario: i cibi influenzano l’attività dei geni modificando di conseguenza l’attività delle cellule. L’ultima dimostrazione arriva da una ricerca dell’Institute for Food Research dell’Università di Newcastle in Inghilterra, secondo cui ciò che mangiamo incide sulle probabilità di sviluppare un tumore per effetto di modifiche dette EPIGENETICHE.
Sono piccoli cambiamenti dei geni, tramite una metilazione, cioè l’aggiunta al DNA di un gruppo di metile (tre atomi di idrogeno e uno di carbonio).
Ma andiamo alla sua domanda . Sino a poco tempo fa occorrevano migliaia di dollari per sbirciare il proprio genoma . Ora lo si può fare con 200-300 dollari Questo ha creato un vero mercato favorevole ma l’applicazione al momento attuale è poco utile. Ne spiego le ragioni.
Con il dilagare dell’obesità e del sovrappeso molti test genetici “fai da te” venduti su Internet promettono di svelare l’alimentazione “bruciagrasso o scioglipancia” (termine coniato da Vanna Marchi !) ideale per ciascuno di noi : costo non proibitivo, procedura banale (basta raccogliere un po’ di saliva con un tampone, inviare il campione via posta e dopo un paio di settimane il referto con la dieta genetica personalizzata arriva a casa) il tutto corredato da un’aura di scientificità a prima vista inoppugnabile.
I geni indubbiamente hanno un peso nella diversa capacità di ciascuno di bruciare più o meno grassi e carboidrati, di accumulare più o meno bene grassi e carboidrati , di accumulare più o meno facilmente peso, di reagire a regimi alimentari differenti. Vediamo famigliole intere sovrappeso, genitori e figli, per le nostre strade. Sono i geni responsabili ? O gli stili alimentari (i figli mangiano come i genitori) scorretti ?
Probabilmente sono responsabili entrambi e quindi nel futuro gli oroscopi genetici avranno maggior peso, ma il problema posto così è semplificato al massimo. Premesso che si dovrebbe avere, e torno alla sua domanda, la certezza dell’attendibilità tecnica dei laboratori che offrono questi test genetici fai da te, purtroppo a oggi NON ESISTONO prove scientifiche per affermare che la presenza di un polimorfismo genetico (ovvero la forma che assume il gene nel singolo soggetto) indichi la necessità di una dieta piuttosto che di una altra.
L’interpretazione dei risultati di un test genetico, anche nei casi di accertato polimorfismo, poi è sempre un procedimento complesso e delicato, che i test “economici” sul mercato potrebbero non garantire.
Ciò non vuol dire affatto che i test genetici non siano utili, il rischio però è che si passi dall’oroscopo al “genoscopio”, pensando che i marcatori genetici possano dire e predire tutto di noi : la NUTRIGENETICA ha basi logiche, ma senza un percorso ragionato, una interpretazione competente, senza sapere nulla della persona a cui si fanno i test, le conclusioni hanno scarse possibilità di essere considerate serie. Anche perché ciascuno di noi è il risultato dei geni , dell’ambiente e del caso : i geni da soli spiegano qualcosa, ma non tutto. Basti pensare che la quota di patrimonio genetico IDENTICA in tutti gli essere umani è del 99,9%.
Vuol dire che solo per lo 0,1% esistono differenze genetiche tra i diversi individui che dipendono da polimorfismi. Questo dato incontestabile mette in ridicolo i movimenti razzistici perché gli studi sul genoma dimostrano con assoluta certezza che ESISTE UNA SOLA RAZZA : quella UMANA !

#114
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Utente 278XXX

Leggendo l'esperienza della utente che pur con le sue metastasi ossee non rinuncia alla sua attività fisica quotidiana ed i suoi incoraggiamenti ( invece i medici spesso scoraggiano), mi ha molto motivata a tenere in gran conto questa opzione per mantenere lo stato di salute e prevenire i tumori (provengo da una famiglia che ...ha già dato !)

#115
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Dr. Salvo Catania

Tanto più che l'attività fisica ha mostrato di interferire positivamente su mutazioni epigenetiche. In altre parole contribuisce a migliorare il corredo genetico familiare.

#116
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Utente 278XXX

Provenendo io e mio marito da una famiglia funestata da tanti tumori abbiamo sempre incoraggiato il nostro giovane figlio a coltivare la passione per la corsa, sino a che un ortopedico che lo sta seguendo per un problema al gomito non lo ha terrorizzato sui rischi per le sue ginocchia pur ammettendo che a carico di queste articolazioni non c'è nulla di patologico o fuori della norma.
Che dobbiamo fare ? Lei non è ortopedico ma cosa farebbe con suo figlio in una situazione come la nostra?

#117
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Dr. Salvo Catania

Cosa farei con mio figlio ? Intanto cambierei ortopedico (^___^)
Scherzi a parte per la mia battutaccia, e me la consenta, ma mi viene spontanea come medico che ha praticato sport agonistico per oltre 40 anni e che per interesse personale ha seguito la letteratura della medicina sportiva .Da medico sarò o no in grado di interpretare quanto viene riportato dalla letteratura? Con il limite e riserva che io non sono un ortopedico e quindi le mie affermazioni vanno prese con il beneficio dell’inventario.
In altre parole è verissimo che esistano sport (calcio, corsa, pallavolo, sollevamento pesi, discipline di lotta ecc) che a lungo andare mettono a repentaglio le articolazioni del ginocchio più di altri sport come nuoto e ciclismo. E in questo senso l’ortopedico ha ragionissima da vendere.
Ma gli ortopedici vedono i pazienti quando c’è già patologia e facendo un sondaggio anamnestico è sin troppo facile trovare un capro espiatorio esempio nella corsa agonistica. Questa è l’evidenza, ma se si vanno a vedere gli studi epidemiologici si evince che è verissimo che un ginocchio “malato” sia destinato a peggiorare se si continua a correre, ma è altresì vero che un ginocchio SANO corre meno rischi di malattia degenerativa della cartilagine con la corsa che con la camminata normale. Stupefacente ?
Niente affatto perché nel mese di luglio di quest’anno sono stati pubblicati 2 studi, uno epidemiologico su 75.000 runners ed uno che spiega il perché di questi risultati stupefacenti che relegano a mero pregiudizio la raccomandazione che sembrava ovvia di camminare piuttosto che correre nella prevenzione delle patologie degenerative della cartilagine del ginocchio.
Il primo studio è stato condotto da Paul Williams del Lawrence Berkeley National (California).
L’obiettivo dello studio era proprio quello di sfatare l’idea comune che carichi di lavoro ripetuti sul ginocchio ad ogni falcata potessero alterare la cartilagine dell’articolazione e quindi favorire patologie degenerative. Pare proprio che non sia così, ANCHE QUANDO GLI SPORTIVI NON SONO PIU’ GIOVANI hanno meno probabilità di andare incontro ad una osteoartrite rispetto ai loro coetanei non sportivi.
A un patto però : che le loro GINOCCHIA SIANO SANE IN PARTENZA.
La spiegazione è rimasta un mistero sino a che alcuni ricercatori della Queen’s University di Kingston (Ontario) non hanno studiato cosa succede, dal punto di vista biomeccanico, quando si corre e quando si cammina e soprattutto perché si corrano meno rischi con la corsa rispetto alla camminata su una data distanza uguale . Molti medici infatti raccomandano ai loro pazienti di camminare e non correre per prevenire problemi alle ginocchia.
I risultati sono stati pubblicati su Medicine& Science in Sport &Excercise.
Riassumo l’esperimento saggiato su un campione di dilettanti corridori con ginocchia SANE e che tramite dei sensori capaci di monitorare i movimenti sono stati invitati dapprima a correre e poi a camminare su un percorso disseminato di rilevatori in grado di misurare l’impatto dei piedi sul terreno.
Conclusioni : i corridori “colpivano” il suolo con una forza pari a otto volte il loro peso corporeo quando correvano e pari a tre volte quando camminavano.
Ma con una significativa differenza : quando si corre , si viene a contatto con il terreno un numero di volte significativamente inferiore rispetto a quando si cammina e per un lasso di tempo inferiore.
Il bilancio è pari per la corsa e la camminata sul rischio di mettere a repentaglio le articolazioni del ginocchio. Ma a far pendere i benefici verso la corsa ci ha pensato Ros Miller dell’Università of Maryland che ha interpretato questi studi ricordando che una sollecitazione ciclica della cartilagine del ginocchio provocata dalla corsa ha un effetto addirittura positivo perché stimola le cellule a rigenerarsi.

#118
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Ex utente

Veramente stupefacente lo studio biomeccanico che dimostra, sempre tenendo presente che si tratti di cartilagini sane, che la corsa risulti meno traumatizzante a lungo andare della camminata.

#119
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Utente 309XXX

Si può fare attività fisica moderata con le metastasi ?

#120
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Utente 309XXX

Chiedo scusa, intendevo metastasi ossee.

#121
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Utente 309XXX

Chiedo scusa, intendevo metastasi ossee.

#122
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Dr. Salvo Catania

Se ha la pazienza di rileggere questa pagina ho già dato più volte questa risposta. Ovviamente non si può generalizzare : dipende a carico di quale distretto scheletrico sono state rilevate le metastasi. Il principio generale è comunque di riprendere una vita ATTIVA per quanto possibile e per alcuni distretti scheletrici senz'altro una moderata attività sportiva che non determini "carichi" (es. NUOTO) può essere presa in considerazione.

#124
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Dr. Salvo Catania

Intanto vengono pubblicati i risultati di una revisione sistematica di altre 8 ricerche su vantaggi dell'attività fisica sino a poco tempo fa impensabili
L'attività sportiva può aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone colpite da demenza senile o dall'Alzheimer, tenendole in forma sia da una punto di vista cognitivo che fisico. E' quanto stabilisce la revisione sistematica di otto ricerche che hanno studiato questo aspetto elaborata dalla Cochrane Collaboration. I lavori scientifici hanno coinvolgono più di 300 pazienti che vivono a casa o in strutture di ricovero. "Anche se non possiamo dire che l'esercizio fisico previene la demenza senile o l'Alzheimer - precisano i ricercatori - l'evidenza scientifica emersa nel lavoro di revisione suggerisce che l'attività fisica può aiutare a frenare il peggioramento di alcuni aspetti cognitivi e motori, agevolando i pazienti ad esempio ad alzarsi da una sedia. Ha invece influito poco sugli stati d'animo". Secondo Dorothy Forbes dell'University of Alberta e i colleghi che hanno effettuato la revisione Cochrane "sono chiaramente necessarie ulteriori ricerche per essere in grado di elaborare degli orientamenti precisi sulle migliori pratiche da seguire - avvertono gli scienziati - così da consentire agli operatori sanitari di consigliare alle persone colpite da demenza, che vivono a casa o in strutture specializzate, quale attività fisica fare e come farla al meglio".

#125
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Ex utente

Buongiorno
sono una donna di 34 anni.Altezza 1.70 peso 60 kg
Non fumo, non prendo pillola anticoncezionale.
Da due mesi vado a camminare quasi tutti i giorni almeno 1 ora ad una velocità media di 5.5 km/h
Secondo Lei è sufficiente per mantenersi in salute?Non mi serve dimagrire.Non riesco a correre causa ginocchio.

#126
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Dr. Salvo Catania

Magari tutti seguissero il suo esempio ! Senz'altro è utile. Ma il concetto generale è quello di fare quel che si può in ragione anche dei propri limiti. Camminare una ora al giorno è senz'altro preventiva se paragonata ad esempio ad alcuni decaloghi per sedentari che sono stati stilati recentemente da diversi studi e che hanno una forte valenza scientifica perché si evincono dallo studio di diversi parametri applicati ai FORTI SEDENTARI : individui che sono costretti a stare tutto il giorno incollati ad una scrivania e davanti al computer.

E' stato sufficiente imporre l'abitudine a intervallare il lavoro sedentario periodicamente (ogni mezz'ora) con 5-10 giri intorno alla scrivania, per modificare significativamente i parametri "salutari" di base. Lei con una ora di passeggiata anche se a ritmi moderati si può considerare già una privilegiata. Vada avanti così.

#127
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Utente 326XXX

In un articolo di Repubblica viene ridimensionata molto l'utilità del camminare, se riferita alla riduzione del rischio di tumore, rispetto a quella della corsa. Che ne pensa ?

#128
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Utente 326XXX

In un articolo di Repubblica viene ridimensionata molto l'utilità del camminare, se riferita alla riduzione del rischio di tumore, rispetto a quella della corsa. Che ne pensa ?

#129
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Dr. Salvo Catania

Ne penso quello che ho scritto più volte in questo blog ed anche sul blog
https://www.medicitalia.it/blog/ortopedia/2541-lo-sport-fa-male.html

1) Correre riduce il rischio di tumore più della camminata.
Lo studio riportato da Repubblica "misura" addirittura l'entità della riduzione del rischio con la corsa rispetto alla camminata
>>>Tra le corritrici infatti il rischio diminuiva di oltre il 40% per ogni ora-MET giornaliera, mentre per le donne che si dedicavano alle camminate la percentuale scendeva a di appena il 5% per ora-MET.>>

2) Ho sempre scritto però che per chi non può o non vuole correre va benissimo anche camminare. O qualsiasi attività fisica ( es. nuoto, palestra). Ovviamente con un tasso di riduzione del rischio molto inferiore. L'importante è consumare ossigeno ( incrementando la frequenza cardiaca). Per questo vanno benissimo le scale. Quindi rinunciare ad esempio all'ascensore. Avere un cane ad esempio da accudire è un ottimo esercizio per ottenere buoni risultati.

#130
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Utente 137XXX

< ...un cane ad esempio da accudire è un ottimo esercizio per ottenere buoni risultati >
Sante parole dott. Catania soprattutto se è cucciolo! Il cane ti porta necessariamente a camminare all'aria aperta e si può anche azzardare qualche corsetta. Per chi come me è in cura per metastasi ossee ci vuole indubbiamente più attenzione ma il risultato è buonumore ed energia pura.

#131
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Dr.ssa Vincenza De Falco

Il cane è il migliore amico dell'uomo e delle donne, per tanti motivi, fra cui stimolare il padrone a fare attività fisica, e camminare all'aria aperta, fondamentale per la prevenzione di vari tipi di patologie, non solo tumorali, in varie fasi e situazioni della vita.

E' una sorta di "personal trainer"....simpatico e affettuoso!!!

https://www.medicitalia.it/news/ginecologia-e-ostetricia/1966-il-cane-e-il-migliore-amico-delle-donne-anche-in-gravidanza.html

#132
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Dr. Salvo Catania

E non solo ! Non lo scrivo perché ho in casa un cane (non è il primo) con cui ho un rapporto non diverso da quello dei figli, ma perché queste nostre considerazioni hanno una valenza scientificamente provata.

Chi ha un amico a quattro zampe è costretto a portarlo fuori tre o quattro volte al giorno, e ogni uscita dura almeno dieci minuti. A conti fatti, fa il doppio dell’attività fisica di chi è abbonato al tapis roulant e che ha una attività media quasi mai superiore ai 30 minuti e per non più di tre giorni alla settimana.

Partendo da queste premesse ricercatori della Michigan State University hanno studiato fino a che punto il miglior amico dell’uomo fa bene alla salute degli umani. L’indagine, condotta dall’epidiemologo Matthew Reeves e pubblicata sull’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, si è concentrata sulle abitudini di 5.900 cittadini, 2.170 dei quali proprietari di un cane, rilevando che chi possiede una bestiola, si muove mediamente mezz’ora al giorno per cinque giorni a settimana, regolarità riscontrabile solo in un terzo degli intervistati senza animale.
Inoltre l’etologo Giorgio Celli segnala anche le proprietà ‘curative’: “Accarezzarli – dice – allevia stress e ipertensione. Il cane è più indicato per gli anziani, ipertesi e post infartuati, perché costringe a un’attività fisica quotidiana.

Secondo uno studio dell’Università di Montpellier è l’ideale anche per chi è depresso o soffre di solitudine, “perché portandolo a spasso si conoscono persone nuove”.

Senza contare che lo stesso rapporto con l'animale sia già terapeutico per combattere la solitudine perché, e solo chi ne possiede uno sa sino a che punto sia vero, i centri affettivi degli umani e degli animali siano strutturati empaticamente alla stessa maniera, come dimostrato dagli studi che utilizzano la Risonanza magnetica.

#133
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Utente 339XXX

Se ormai è un dato assodato quello della riduzione del rischio per i tumori, perchè tutti ne parlano tranne i medici che si occupano di oncologia ? Naturalmente mi riferisco alla mia limitata esperienza di chi appartiene ad una famiglia fortemente provata dalla elevata incidenza dei tumori.

#134
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Dr. Salvo Catania

Spero proprio che quanto Lei afferma sia limitato solo alla sua esperienza diretta e non estesa ai comportamenti degli oncologi in generale (^__^).

#135
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Utente 339XXX

Non è limitata solo alla mia esperienza e non credo che accada a causa della pigrizia o competenza dei medici. Forse dedicando il tempo limitato alle terapie ed ai controlli resta loro poco tempo per occuparsi di prevenzione primaria

#136
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Utente 339XXX

Non è limitata solo alla mia esperienza e non credo che accada a causa della pigrizia o competenza dei medici. Forse dedicando il tempo limitato alle terapie ed ai controlli resta loro poco tempo per occuparsi di prevenzione primaria

#138
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Utente 339XXX

In che senso scusi ?

#139
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Utente 339XXX

In che senso scusi ?

#140
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Dr. Salvo Catania

Nel senso che ho scritto, perché la mia risposta non era affatto ironica. Quindi concordo con Lei.

#141
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Utente 339XXX

Meno male ! Temevo di avere detto qualcosa di male :-))

#142
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Utente 339XXX

Meno male ! Temevo di avere detto qualcosa di male :-))

#143
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Dr. Salvo Catania

Tutt'altro perché intendevo proprio sottolineare il suo parere per spiegare le omissioni degli oncologi, in primis per mancanza di tempo.

#144
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Dr. Salvo Catania

Ulteriore importante conferma sulla importanza dell'attività fisica ribadita ieri al 9th European Breast Cancer Conference (EBCC-9) in corso in Scozia, a Glasgow.

L'attività fisica regolare aiuta a prevenire il cancro al seno a qualunque età si inizi e indipendentemente dal proprio peso, sia che parliamo di donne magre sia di donne in sovrappeso già di per sè più a rischio di malattia. A sostenerlo è una gigantesca ricerca che ha messo insieme studi condotti su oltre 4 milioni di donne e i cui risultati sono stati presentati ieri al 9th European Breast Cancer Conference (EBCC-9) in corso in Scozia, a Glasgow.

I ricercatori hanno visto che rispetto alle donne più sedentarie, quelle più attive hanno un rischio di ammalarsi di cancro al seno del 12% inferiore e che questo 'beneficio' si registra in tutte le donne, a prescindere anche dal peso.

La ricerca è stata condotta da Mathieu Boniol direttore di ricerca dell'istituto 'Prevention Research Institute' di Lione. Il lavoro è una meta-analisi di 37 studi pubblicati tra 1987 e 2013, su un campione complessivo di oltre 4 milioni di donne.

E' emerso che gli effetti anticancro dell'attività fisica sono "ubiquitari", nel senso che valgono per qualunque donna, a qualunque età diventi fisicamente attiva, e qualunque sia il suo peso corporeo di partenza. Ciò significa che lo sport previene il cancro alla mammella anche in persone senza problemi di sovrappeso, segno che il suo effetto anticancro non è indiretto, ma diretto e con meccanismi che restano da scoprire.

#145
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Utente 330XXX

Quindi riduzione del 12 % del rischio con l'attività fisica e se a questa aggiungiamo una alimentazione corretta possiamo dire , come ho letto, che questa associazione sia in grado di ridurre il rischio quasi del 50% ?

#146
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Utente 258XXX

Bellissima notizia! nessuna più potrà dar corda all'inerzia o scoraggiarsi con "ma tanto, ormai a questo punto non serve!". Si può sempre re-iniziare e trarne beneficio.

#147
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Dr. Salvo Catania

#145. Utente 330172. Si quasi (40-45 %) se consideriamo che una alimentazione scorretta causa circa il 25-35 % dei tumori.

#148
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Ed ora dottore come la mettiamo ? :-))) Saprà senz'altro che la recente pubblicazione, ripresa da tutti i media, del Missouri Medicine ha mostrato che la maratona faccia male al cuore. Ben altra cosa rispetto a quanto ha scritto sin qui lei.

#149
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1-O per Lei (^___^), anzi 2-0 perché Le concedo subito anche un mio autogol. Verissima l'informazione riferita allo studio del Missouri Medicine riportato dal Wall Street Journal con grande scalpore perché controcorrente rispetto a tutti gli studi precedenti e che mostra un incremento del rischio cardiocircolatorio correlato alla maratona. E non solo (ecco l'autogol ) perché io informo Lei che ci sia un altro studio pubblicato sul British Medical Journal che giunge alla stessa conclusione. Aspetti però perché la partita non si è conclusa sul 2-0, perché un gruppo di cardiologi americani riconosciuti sia per il carisma scientifico che per la loro passione di maratoneti, hanno dapprima sgretolato il criterio di arruolamento del campione di maratoneti eterogenei dello studio (negli Stati Uniti non è come in Italia: chiunque può partecipare ad una maratona mentre da noi occorre una certificazione sportiva agonistica) per poi con ulteriore approfondimento dimostrare che non ci fosse alcuna correlazione tra la maratona e l'incremento del rischio cardiocircolatorio, ma che questo fosse correlato ad uno stile alimentare "schifoso": Nei dettagli si è visto che mentre gli atleti di elite continuavano a mantenere uno stile di vita corretto (ed in questo gruppo non c'era un incremento del rischio), quelli di seconda fascia in maggioranza normo o sottopeso per l'attività fisica cercavano da anni di recuperare il peso con un regime alimentare scorretto cui era imputabile l'incremento del rischio.

Questo per la cronaca . In realtà, e lo dico da ex maratoneta, a noi che la corsa allunghi o meno la vita ce ne importa poco. Da noi vige il : >>LA CORSA NON AGGIUNGE ANNI ALLA TUA VITA, MA VITA AI TUOI ANNI >>

#150
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Utente 339XXX

Se ho capito bene, nonostante il recente studio non sarebbe cambiato nulla in fatto di Prevenzione Primaria ?

#152
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Messaggi contraddittori : da una parte raccomandazioni a spron battuto di fare attività fisica e dall'altra da parte dei nostri oncologi di "stare tranquilli a riposo". A chi dar retta ?

#153
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Messaggi contraddittori : da una parte raccomandazioni a spron battuto di fare attività fisica e dall'altra da parte dei nostri oncologi di "stare tranquilli a riposo". A chi dar retta ?

#154
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Abbiamo trattato diverse volte questo tema in questo stesso blog. No non è contraddittorio il messaggio che incoraggia l'attività fisica, perché non si incoraggia la STESSA attività fisica per tutti, ma commisurata e personalizzata tenendo ben presente la storia clinica ed i limiti di ciascun paziente.

#155
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Se ne può concludere quindi che non esistono linee guida sull'attività fisica da proporre ai pazienti oncologici ?

#156
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Se ne può concludere quindi che non esistono linee guida sull'attività fisica da proporre ai pazienti oncologici ?

#157
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Si è proprio così, anche perché pazienti "oncologici" è un termine molto vago che va da pazienti efficientissimi ad altri non autosufficienti.

#158
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Interessante questa segnalazione del nostro Giovanni Beretta

https://www.medicitalia.it/news/urologia/4907-bicicletta-e-prostata.html

anche se si tratta di uno studio che necessita di ulteriori conferme. La mia opinione è che pur dando per scontato ( e non lo è) un lieve incremento del rischio, comunque l'abitudine ad andare in bicicletta (e questo è già ampiamente dimostrato) apporta complessivamente (altri tumori, osteoporosi, sistema cardiovascolare) più vantaggi rispetto al modesto incremento del tasso di rischio segnalato dallo studio
allegato.

#159
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Ottima informazione . La utilizzerò per convincere mio marito ad abbandonare la bicicletta, fonte tra l'altro di preoccupazioni per via del traffico stradale.

#160
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Ma guardi che io ero arrivato ad una conclusione opposta alla sua interpretazione ! Cioè facendo un bilancio tra il lieve tasso di incremento del rischio di tumore ed il dimostrato e significativo vantaggio cumulativo , raccomanderei a suo marito di stare attento alle auto, incroci ed altro, e non certo al rischio di un tumore alla prostata provocato dall'utilizzo della bici.

#161
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Mi duole contraddirla dottore :-))) sulla sua "permissività" verso gli sport estremi : ho letto su Internet sulle conclusioni di un importante studio condotto alla Iowa State, secondo le quali "correre per troppo tempo può far male".

#162
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Duole anche a me essere costretto a RI-contraddirla, (^__^), ma poco importa se è utile a far chiarezza.

1) Trattandosi di uno studio molto recente suppongo si riferisca ai risultati di uno studio pubblicato sul Journal of American College of Cardiology.

2) Le conclusioni dello studio non sono affatto quelle che Lei ha riassunto nel "correre per troppo tempo può far male " che fa parte solo di una risposta ad una specifica domanda ("correre per troppo tempo può far male ?") ad una intervista pubblicata su altra rivista del responsabile dello studio Duck-Chul, e nella quale ipotizza , al di fuori dello studio, che correre troppo possa far male e che per questa ipotesi si auspica nuovi studi ed approfondimenti.

3) Le conclusioni dello studio sono molto interessanti ma confrontano campioni di runner che corrono solo 5-10 minuti al giorno per un totale di 60 minuti alla settimana ed ottengono gli stessi risultati in fatto di prevenzione di un altro campione che correva per oltre tre ore alla settimana.
Lo studio è da considerare imponente perché ha osservato (con un follow-up di 15 anni) oltre 55.000 soggetti.

In ogni caso, ma questa è la mia personale osservazione non ha alcun senso porsi il quesito sugli effetti negativi del "correre troppo" se non si chiarisce il significato di troppo. Cosa vuol dire troppo ? Troppo può essere attribuito a soggetti che corrono per 10 minuti e non sono allenati, mentre si potrebbe dire troppo poco per i soggetti allenatissimi che corrono anche per una ora di seguito.

Saluti

#163
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Ciò significa che lo sport previene il cancro alla mammella anche in persone senza problemi di sovrappeso, segno che il suo effetto anticancro non è indiretto, ma diretto e con meccanismi che restano da scoprire.

Buongiorno Dr. Salvo Catania, ho segnalato una sua frase del post 144 con data 21.03.2014, nella quale Lei indica che l'effetto anticancro dello sport il quale previene il cancro alla mammella ha meccanismi ancora da scoprire, a questo proposito vorrei conoscere il suo parere riguardo alla realtà da me capita svolgendo la ricerca sulle cause delle malattie degenerative.
Come ho già scritto nel forum dell'Oncologia Medica, praticando giornalmente l'esercizio fisico aerobico mi sono accorto che ho aumentato la pO2 arteriosa, prima di iniziare l'esercizio fisico costante la mia pO2 era bassa risultava 76,6 mmHg, in seguito, dopo tre anni la pO2 è cresciuta ora risulta 86,1 mmHg, in questi tre anni ho ottenuto un'aumento di 9,5 mmHg, prima dell'attività fisica non stavo bene ora posso dire di avere un'eccellente condizione Fisica.
Appare chiaro che l'esatto meccanismo anticancro dell'esercizio fisico aerobico è dovuto proprio all'incremento della pO2 arteriosa, aumentando la quale si attiva un'automatismo che produce la Rigenerazione Cellulare, rafforzando contemporaneamente le Difese Immunitarie, consentendo così la prevenzione e direi anche la cura delle malattie degenerative.
Lei Dottor Salvo conosce già queste mie indicazioni e quindi se consente Le chiedo: può essere che l'esatto meccanismo protettivo dell'attività fisica sia davvero quello di incrementare la pO2 arteriosa?
Grazie per l'eventuale risposta Dr. Salvo
Pino Fronzi

#164
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Ma quella non era una frase mia , ma una frase delle conclusioni dell'autore dello studio che avevo riportato al commento #145 ed è antecedente agli studi successivi quasi tutti basati su studi di biogenetica dove invece si danno spiegazioni convincenti.

Secondo due studi contemporanei del 2014, uno della Lund University Diabetes Centre e l’altro del Karolinska Institute, l’attività fisica non solo fa bene per tutte le ragioni che abbiamo spiegato, e ormai scontato, ma VA A MODIFICARE direttamente la nostra mappa genetica producendo vantaggi duraturi nel tempo, e con tutta probabilità, passando dai genitori ai figli. Quelli che attribuivano “la propria pancia” dando la colpa ai geni (dell’obesità) non hanno scuse se ritrovano i chili di sovrappeso anche nei figli. Non sono i geni dell’obesità responsabili, ma i “geni della pigrizia e sedentarietà” oltre ovviamente alle cattive abitudini alimentari trasmesse ai figli. Perché correre, o fare attività fisica in generale , fa bene? La parola chiave è “metilazione”, ovvero il procedimento con cui i geni si modificano e cambiano il loro modo di interagire con il resto del corpo. Sin qui i ricercatori hanno sempre ritenuto la dieta come forza propulsiva di queste mutazioni : a seconda del cibo che si mangia , il nostro DNA cambia modo di comportarsi e alza o diminuisce il rischio di contrarre determinate malattie, diabete in testa. Ma adesso la svolta : l’alimentazione è solo uno dei fattori , non il principale. Non basta mangiar sano, bisogna mettersi la tuta da ginnastica e sudare. Protagonisti del primo studio un campione di maschi adulti svedesi in salute ma con abitudini sedentarie. Grazie alle nuove tecniche viene tracciato il profilo dei loro geni , poi vengono schedati in base a conformazione muscolare, misura del girovita, pressione sanguigna e i livelli di colesterolo. A questo punto per le cavie umane inizia la “tortura” quotidiana : sei mesi di esercizio fisico con tanto di personal trainer a sorvegliare i loro sforzi e garantire uno standard minimo. Dalla corsa , in prevalenza, alla attività aerobica e i benefici arrivano come previsto, cioè migliorano tutti i parametri in studio, ma la vera sorpresa per gli scienziati è il CAMBIAMENTO DEL PROFILO DEI GENI, come se anche loro fossero andati a correre o in palestra e fossero più efficaci nel difenderci dagli assalti esterni. E , altro fattore determinante e rivoluzionario, ad essere maggiormente interessato quella parte del DNA che riguarda il peso e la possibilità di ammalarsi di diabete. Il secondo studio ha dimostrato che i primi ad essere interessati nel cambiamento sono i muscoli e che gli effetti arrivano immediatamente, cioè sin dal primo allenamento. Questo studio ha rivelato che quelli che si impegnano di più nell’allenamento sono premiati con modifiche radicali e durature non solo dei parametri considerati (peso, pressione colesterolo), ma anche delle modifiche genetiche a carico del proprio genoma. Lei fa benissimo ad andare avanti puntando sull'attività fisica , cosa che io raccomando da sempre e....SCRIPTA MANENT. Ma non può mescolare la sua dottrina per la prevenzione e la cura dei tumori , che più avanti Le dimostrerò quanto sia strampalata e addirittura pericolosa sul piano teorico, anche se non escludo che potrebbe avere, ma tutto da dimostrare un certo interesse per le malattie cardivascolari, o degenerative.

Ma di queste io non me ne occupo.

#165
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Buongiorno Dottor Salvo, nella sua apprezzata risposta ho notato che Lei non fa cenno al fatto che indica incontestabilmente questa realtà: per merito dell'attività fisica aerobica costante AUMENTIAMO LA pO2 ARTERIOSA.
Questa Dottor Salvo è una realtà la quale a mio parere va capita nella sua importanza, perché io stesso ho osservato un'aumento della pO2 praticando costantemente l'esercizio fisico e ho ottenuto un netto beneficio fisico.
Inoltre c'è un'altra importante realtà da valutare, per merito dell'attività fisica regolare otteniamo una maggiore VASCOLARIZZAZIONE al Cervello e in tutti gli altri organi del corpo, la quale non solo previene le malattie ma le può curare efficacemente.
Infatti, anche la maggiore vascolarizzazione sappiamo che determina un'aumento del fondamentale ossigeno disciolto paramagnetico in tutte le cellule del Cervello e del corpo, grazie all'aumento del quale si attiva l'automatismo che produce la RIGENERAZIONE CELLULARE e quindi la progressiva guarigione dal cancro e altre malattie degenerative.
Dottor Salvo, vorrei fosse consapevole anche Lei del fatto che la VERA funzionalità dell'ossigeno disciolto paramagnetico sia da approfondire, perché accertando che l'O2 paramagnetico è indispensabile nel sangue per consentire la generazione dei potenziali elettrici di membrana, sarà chiara a tutti i Medici l'importanza di conservare dei protettivi livelli di pO2 per ottenere la prevenzione verso il cancro e le altre malattie degenerative. Quella che penso sia una verità prevale su tutte le altre, se consente Dottor Salvo Le rivolgo una domanda: a quanti Pazienti affetti dal tumore ha controllato la pO2 arteriosa?
I Medici non ritengono importante controllare la pO2 e questo è l'errore principale che a mio parere è bene correggere il prima possibile.
Cordiali Saluti Dottor Salvo Catania
Pino Fronzi

#166
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Signor Pino autodidatta, Le ho spiegato pazientemente che ci vorrebbero una decina di volumi per replicare alle sue strampalate affermazioni. Per un oncologo una intera vita di studi e non da…autodidatta.
Mi limito a replicare con un concetto base da contrapporre alla sua fantasiosa certezza di base
>>Io sono assolutamente certo che l'incremento della pO2 arteriosa determina la Rigenerazione Cellulare e la seguente regressione progressiva delle malattie degenerative neurologiche e oncologiche.>>
Fa un certo effetto verificare che io da medico faccia uno sforzo enorme per tradurre in italiano dal medichese e Lei vuol dare a tutti i costi un linguaggio in stretto medichese alle sue affermazioni.
Provo a semplificare la mia replica con qualche imprecisione riguardo al linguaggio scientifico, ma mi basterebbe essere chiaro se mi leggesse la mia portinaia.
Le rispondo solo sul tema OSSIGENO, perché evidentemente Lei trascura, perché ne ignora persino l’esistenza, dei fattori genetici e del sistema immunitario.
E la mia replica ovviamente è riferita solo al tema originale >>le cause dei tumori>>, dove ha più volte sostenuto che i tumori si formerebbero in ambiente di carenza di ossigeno.
1) MA QUANDO MAI !!! Per il loro elevato metabolismo i tumori sono la più efficiente macchina che per nascere, vivere e crescere hanno ASSOLUTAMENTE BISOGNO DI UNA GRANDE QUANTITA’ DI OSSIGENO. Se noi fornissimo ossigeno e basta, realizzeremmo il più grande allevamento di tumori che si possa immaginare. L’armatura delle cellule tumorali è perfetta e grazie al “mimetismo cellulare” (peraltro diffuso anche nel regno animale dove le prede sfuggono ai predatori) non vengono riconosciute dalle nostre difese.
2) I tumori hanno tuttavia un punto debole. Le cellule tumorali, malgrado tutte le loro forze, la loro polivalenza, il loro enorme potenziale di adattamento alle loro condizioni ostili dei tessuti circostanti, rimangono dipendenti dal proprio fabbisogno energetico. Cioè
3) PER CRESCERE HANNO BISOGNO di un apporto costante di OSSIGENO e NUTRIENTI. [ Lei ha studiato da autodidatta....... come fornire i tumori di Ossigeno ???]
In carenza di Ossigeno, quello che Lei vorrebbe fornir loro, i TUMORI muoiono, come accade a milioni di cellule tumorali maligne che noi fabbrichiamo in continuazione nel nostro corpo.

4) Per procurarsi questi due combustibili necessari alla propria proliferazione, le cellule tumorali, che sfuggono alla morte, hanno elaborato uno stratagemma molto efficace : nel momento in cui si manifesta una carenza di ossigeno, CHE LE CONDURREBBE ALLA MORTE, [cioè il contrario del presupposto che ha illustrato Lei partendo dall’effetto Warburg ], esse secernono dei segnali chimici, VEGF in particolare, che attivano la rete della circolazione sanguigna presente nel tessuto circostante [esattamente quella che Lei vorrebbe attivare per la cura dei tumori…io direi invece A FAVORE DEI TUMORI !!!]. Teoricamente la vasodilatazione, la sua arma segreta che tanto descrive come cura anticancro, in realtà è il fenomeno principale mediante il quale i tumori CRESCONO e si diffondono.
5) Le cellule che compongono questi vasi sanguigni , chiamate endoteliali, si riproducono raramente in condizioni normali, ma a contatto con questi stimoli chimici emergono dal loro relativo sopore e cominciano a moltiplicarsi a ritmo sfrenato per formare un reticolo di capillari che ha lo scopo di nutrire e sviluppare il tumore.
6) Cioè in natura, signor Pino autodidatta, purtroppo accade GIA’ un fenomeno di sviluppo e moltiplicazione del cancro che Lei vorrebbe riprodurre artificialmente per la CURA DEL CANCRO ?
7) Questo fenomeno di formazione di nuovi vasi in risposta ai bisogni dei tumori è chiamato angiogenesi tumorale
http://www.senosalvo.com/tutti_abbiamo_un_tumore.htm

http://www.senosalvo.com/terapia_metronomica.htm

8) Ecc Ecc Ecc

#167
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Buongiorno Dottor Salvo, apprezzando di comunicare con Lei, chiedo il consenso per esprimermi come posso riguardo a quello che ho capito svolgendo la ricerca sulle cause dei tumori e delle malattie degenerative del Sistema Nervoso Centrale.
Mi perdoni se affermo una realtà con totale certezza, c'è un'errore fondamentale che riguarda la Scienza Medica, con mie parole cerco di descriverlo.
L'ossigeno è presente nel sangue in due forme, vi è l'ossigeno che si lega chimicamente all'emoglobina formando l'ossiemoglobina, e questa forma di ossigeno necessaria per la respirazione cellulare è presente in grande quantità nel sangue, circa il 97-98% del totale dell'ossigenazione, quindi un'eventuale carenza di ossiemoglobina non causa danni per le cellule del Cervello e del Corpo.
Poi nel sangue c'è anche l'Ossigeno Disciolto presente in minima quantità circa il 2% del totale, la cui pressione parziale è indicata dalla pO2 arteriosa, questa forma di ossigeno però ha una CARATTERISTICA fondamentale perché è PARAMAGNETICO, e quindi l'O2 non va considerato come necessario per la respirazione cellulare, ma essendo paramagnetico è INDISPENSABILE per irradiare nel sangue quell'energia elettrochimica necessaria per la generazione dei potenziali elettrici di membrana (potenziali d'azione) i quali generano tutte le attività Cerebrali, Cardiache, e Muscolari, producendo inoltre l'energia elettrochimica la quale irradiata nel sangue determina il funzionamento delle cellule di tutti gli altri organi del corpo.
Mi scusi Dottor Salvo, leggendo le sue apprezzate risposte ho notato che anche Lei, come tutti gli altri Medici i quali ho consultato, non ha mai accennato alla realtà che indica la funzionalità paramagnetica dell'ossigeno disciolto nel sangue, tutti i Medici infatti ignorano che l'ossigeno disciolto è paramagnetico ed ha quindi una sua precisa funzionalità la quale ho descritto brevemente sopra non ancora studiata dalla Scienza Medica.
Per questo motivo ancora non si conoscono le cause dei tumori, delle malattie degenerative del Sistema Nervoso Centrale e altre gravi malattie.
Dottor Salvo, Le chiedo anche il consenso per indicare un'altra realtà la quale sperimentalmente non dovrebbe essere difficile da controllare: iniettando un farmaco vasodilatatore direttamente sul tumore, si osserverebbe la regressione del tumore fino a completa remissione dello stesso.
La remissione del tumore avverrebbe per merito della RIGENERAZIONE CELLULARE determinata dall'aumento di energia elettrochimica prodotta dall'incremento di ossigeno disciolto PARAMAGNETICO, e quindi generatore di energia nel sangue dovuta alla maggiore vascolarizzazione ottenuta tramite l'iniezione diretta sul tumore del farmaco vasodilatatore.
Mi auguro di aver spiegato come posso quello di cui sono certissimo.
Il mio saluto con Stima Dottor Salvo Catania

#168
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Quindi signor Pino autodidatta, poiché Lei è certissimo e noi invece ignoriamo tutto, per la CURA dei tumori all’atto pratico, dando per scontato che le sue teorie siano corrette e dimostrate, cosa dovremmo fare ?
Prima di replicare però la informo per evitare di rientrare nella definizione dei Ciarlatani, che questi ultimi prima di essere definiti tali, presentano alcune caratteristiche comuni :
http://www.senosalvo.com/invenzioni_folli_e_false_medicine_anticancro.htm
a) Non sono medici nel 95% dei casi, e questo è un aspetto non trascurabile, ma neanche decisivo
b) Affermano che la cura proposta con assoluta certezza è universale per la cura di TUTTE le malattie.
E nel nostro caso per tutti i tumori. L’ignoranza infatti che alimenta false convinzioni è che esista un unico tipo di cancro e che quindi possa esistere una terapia universale in grado di guarirlo. In realtà la ricerca ha evidenziato che esistono tantissimi tipi di tumori, tant’è che solo tra i tumori della mammella di cui mi occupo già nel secolo scorso il grande clinico C.D. Haagensen saggiamente preconizzava " Le malattie della mammella rappresentano un gruppo eterogeneo di malattie che si manifestano in un gruppo eterogeneo di pazienti. Malattie diverse dal punto di vista biologico e morfologico che si incontrano in varietà e variabilità individuali dovute a numerosi fattori non solo costituzionali e funzionali >> Questo concetto attualmente è così chiaro agli addetti ai lavori che addirittura negli Stati Uniti esistono associazioni di pazienti che si occupano solo di un sottotipo istologico, come ad esempio il cosiddetto “triplo negativo” [ http://tnbcfoundation.org/index.html ]
c) Trattandosi di non medici non rispettano il codice deontologico dei medici, che cautela i pazienti dal pericolo gravissimo delle false speranze . Il codice deontologico del medico a questo proposito (articolo 12 ) recita molto chiaramente che
>> Sono vietate l’adozione e la diffusione di terapie e di presidi diagnostici non provati scientificamente o non supportati da adeguata sperimentazione e documentazione clinico-scientifica, nonché di terapie segrete. In nessun caso il medico dovrà accedere a richieste del paziente in contrasto con i principi di scienza e coscienza allo scopo di compiacerlo, sottraendolo alle sperimentate ed efficaci cure disponibili.>>

d) Pur tenendo conto del fatto che Lei sia un autodidatta, ora però la smetta come un disco rotto ad allegare le sue certissime conclusioni, perché le abbiamo capite bene, e si adegui alle modalità di esposizione di tutte le scoperte e novità in ambito medico. Io Le sto dando tutto lo spazio che vuole [e quindi non può dire che ci sia un Gomblotto (con la G) nei suoi confronti da parte dei medici] tradizionali. Le conclusioni di ogni studio vengono descritte alla fine della esposizione. Lei ha potuto farlo più volte dall’inizio. Ora però è tempo che anche Lei si adegui e nella voce MATERIALI E METODI ci descriva COME sia arrivato a queste conclusioni di cui è certissimo.

Si risparmi di ripetermi i dati della SUA emogasanalisi, perché da come la riporta e dalle interpretazioni che ne dà, anche io sono portato ad essere CERTISSIMO delle strampalerie che sin qui ha allegato.

#169
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Rispondo molto volentieri Dottor Salvo, quando un Paziente è affetto dal cancro, a mio parere può fare le cure che elenco.

1) Alimentazione prevalentemente vegetariana (molta frutta, verdura, legumi)

2) Possibilmente praticare trenta-quaranta minuti al giorno di attività fisica aerobica la quale incrementa protettivamente la pO2 arteriosa (camminare, andare in bici, tapis roulant, cyclette)

3) Se il Paziente non può praticare l'attività fisica aerobica per aumentare la pO2 può fare le cosiddette terapie ossidative, cioè, Ossigeno-Ozono terapia, Ossigeno Poliatomico Liquido, Ossigeno terapia iperbarica, e comunque le terapie attuando le quali aumenta l'importantissima pO2 arteriosa.

4) Iniettare direttamente sul tumore un farmaco vasodilatatore, Lei Dottor Salvo sa certamente meglio di me quale farmaco prescrivere, il quale, agendo nella vasodilatazione arteriosa quotidiana, determinerà, per merito del maggiore apporto di ossigeno disciolto paramagnetico, quell'aumento di energia elettrochimica nel sangue grazie alla quale si otterrà la Rigenerazione di Nuove Cellule le quali sostituiranno le cellule tumorali, ottenendo così la riduzione progressiva del tumore fino a completa guarigione.
Dottor Salvo Catania, mi consenta una domanda, Lei e gli altri Medici Oncologi avete mai considerato che l'insorgenza del cancro oltre alla riduzione della pO2 arteriosa è causata anche dalle VASOCOSTRIZIONI transitorie e continue le quali riducono soprattutto l'apporto di ossigeno disciolto paramagnetico?
Dottor Salvo, sono molto lieto di comunicare con Lei, e se consentirà un'ulteriore comunicazione sono certo che avrò il suo parere favorevole riguardo alla ricerca che ho svolto sulle cause delle malattie degenerative.
Buona Giornata Dottor Salvo Catania.

#170
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Signor Pino autodidatta,

Le sue sono raccomandazioni di Prevenzione Primaria che Lei ha copia-incollato da noi, ben note dal secolo scorso (infatti le troverà TUTTE anche nel mio ed in questo sito) con l'aggiunta delle sue strampalate interpretazioni :

1) >>Alimentazione prevalentemente vegetariana (molta frutta, verdura, legumi)>> Aspettavamo tutti l'acqua calda del signor Pino !
NOI LO IGNORAVAMO !!!

2) >>Possibilmente praticare trenta-quaranta minuti al giorno di attività fisica aerobica.......>> . Lei è imperdibile signor Pino : non si è neanche reso conto che sta commentando su un blog, pubblicato 4 anni fa , proprio per raccomandare l'attività fisica.

3) >>Se il Paziente non può praticare l'attività fisica aerobica per aumentare la pO2 può fare le cosiddette terapie ossidative, cioè, Ossigeno-Ozono terapia, Ossigeno Poliatomico Liquido, Ossigeno terapia iperbarica, e comunque le terapie attuando le quali aumenta l'importantissima pO2 arteriosa.>>

Alcune terapie sono corrette,ma per altre applicazioni, ma in maggioranza rappresentano BUFALE CLAMOROSE ed in ogni caso non ci vedo in queste lo zampino del signor Pino

4) >>>Iniettare direttamente sul tumore un farmaco vasodilatatore, ecc>>>

Se lo facessi iniettando sostanze per favorire la VASODILATAZIONE in sede peritumorale mi arresterebbero in flagranza di reato e mi radierebbero immediatamente per aver FAVORITO la DISSEMINAZIONE DEL TUMORE !!

ORA STO ASPETTANDO, per chiudere la discussione, I MATERIALI e i METODI in cui Lei ci possa descrivere in che modo è arrivato a queste incollabili certezze.

Vedo che su questo tema Lei non ci vuol sentire...

#171
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Come ho già indicato la certezza di scrivere delle realtà la devo al fatto di aver ottenuto l'incremento della mia pO2 arteriosa tramite il regolare esercizio fisico aerobico, prima dell'attività fisica la mia pO2 era bassa 76,6 mmHg e stavo male, ora la pO2 arteriosa è 86,1 e ho una buona condizione mentale e fisica.

Questi sono gli unici materiali e i metodi, il resto l'ho capito svolgendo la ricerca e consultando libri di Fisiologia Medica, Medici, e Ricercatori di Medicina.

Se consente vorrei rivolgerle una domanda Dottor Salvo, sappiamo che sono utilizzate molte cavie (povere bestiole) per le sperimentazioni, e allora Le chiedo: a sua conoscenza si è mai pensato di iniettare un farmaco vasodilatatore in una cavia direttamente (utilizzo i suoi termini corretti) per favorire la vasodilatazione in sede peritumorale?
Se si fosse sperimentata questa terapia si sarebbe osservata, senza ombra di dubbio, la riduzione progressiva del tumore.
Si Fidi Dottor Salvo, sono pronto a testimoniare in questo senso.
Saluti


#172
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Quindi piano piano siamo arrivati alla conclusione della discussione
1) >>Come ho già indicato la certezza di scrivere delle realtà la devo al fatto di aver ottenuto l'incremento della mia pO2 arteriosa tramite il regolare esercizio fisico aerobico, prima dell'attività fisica la mia pO2 era bassa 76,6 mmHg e stavo male, ora la pO2 arteriosa è 86,1 e ho una buona condizione mentale e fisica>>

E questa è una acquisizione consolidata, tant'è che già dal secolo scorso, da circa 70 anni, RACCOMANDIAMO una costante attività fisica e la sua testimonianza ne è una conferma. Pertanto vada avanti così.

2) >> Le chiedo: a sua conoscenza si è mai pensato di iniettare un farmaco vasodilatatore in una cavia direttamente per favorire la vasodilatazione in sede peritumorale?>>

Perché sottoporre le bestioline a questa ulteriore tortura se sappiamo GIA' con CERTEZZA che provocheremmo una tumultuosa diffusione del tumore ?

#173
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http://www.bioblog.it/2009/07/30/vasocostrizione-cerebrale-nel-morbo-di-alzheimer/20097782

Grazie Dottor Salvo, Le chiedo ulteriormente il consenso per indicarle un'altra realtà: lo studio che invio indica che le vasocostrizioni Cerebrali possono causare la malattia di Alzheimer, e allora è giustificato pensare che le vasocostrizioni nel Cervello e negli altri organi del corpo possono causare anche i tumori Cerebrali e altri tipi di tumore.
Allora Dottor Salvo, se la vasocostrizione causa le malattie degenerative, non è impossibile pensare che le Vasodilatazioni possono essere una cura efficace per tutti i tipi di tumore.
Però, quello di cui sono più che certo è che, torno a ripetere, l'incremento della pO2 arteriosa è la cura migliore per ottenere la remissione dei tumori e delle altre malattie degenerative del sistema nervoso centrale.

#174
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Dr. Salvo Catania

Signor Pino autodidatta, non mi piace mettere sullo stesso piano le virtù nascoste di Ilona Staller con quelle di Santa Maria Goretti. Sll'Alzheimer Le risponderà il dr. Ferrarolo. Verissimo ed acquisizione recente che la presenza di alcuni enzimi convertenti l'endotelina siano in grado di causare la riduzione del flusso sanguigno cerebrale che si verifica nei malati di Alzheimer, ma per i tumori accade il contrario.

Nel senso che noi cerchiamo di ucciderli AFFAMANDOLI, mentre Lei vorrebbe andar in loro soccorso organizzando spedizioni di aiuti umanitari per NUTRIRLI.

Anche da autodidatti si può comprendere bene quale sia la sostanziale differenza.
.

#175
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https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/3986-acido-acetilsalicilico-e-riduci-il-rischio-a-lungo-termine-di-mortalita-da-neoplasia-maligna.html

http://www.my-personaltrainer.it/farmaci/aspirina.html

Buongiorno Dottor Salvo, se posso aggiungere un commento riguardo alla prevenzione del cancro, vorrei indicare i due studi che invio.
Il primo studio segnalato dal Dottor Andrea Militello indica l'azione protettiva verso i tumori da parte dell'acido acetilsalicilico, è importante notare però che il Dottor Militello non considera che l'acido acetilsalicilico agisce nella vasodilatazione, (come indica il secondo studio) incrementando quindi l'apporto dell'importantissimo ossigeno disciolto paramagnetico (pO2) per merito del quale aumenta l'energia elettrochimica nel sangue attivando l'automatismo che produce la rigenerazione cellulare, determinando così una buona prevenzione verso il cancro.
Se posso chiedere Dottor Salvo, qual'è il suo parere al riguardo?
Un Saluto. Pino Fronzi

#176
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Dr. Salvo Catania

Infatti nella prevenzione primaria dei tumori la sua azione di vasodilatazione è assolutamente marginale e comunque ininfluente. L' azione preventiva dell'ASPIRINA è da tempo documentata in quanto ANTINFIAMMATORIO.
L’ipotesi si basa sull’osservazione che questa sostanza riduce i livelli dell’enzima ciclossigenasi-2 (COX-2), responsabile della produzione di molecole che provocano l’infiammazione .
L’ASPIRINA e i celebri antinfiammatori Celebrex e Vioxx sono degli inibitori di questo enzima. Sono discussi , hanno effetti collaterali, costano non poco.

Pe r questa ragione io consiglio la CURCUMA
http://www.senosalvo.com/curcuma.htm

#177
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E' importantissima la sua riflessione Dottor Salvo perché sono assolutamente certo di quello che affermo, con parole mie: E' LA VASODILATAZIONE CHE DETERMINA ANTINFIAMMAZIONE, cioè, prima si verifica la vasodilatazione dovuta alle varie sostanze, come l'acido acetilsalicilico (aspirina) o altre sostanze vasodilatatrici, e poi, per merito dell'aumento nell'apporto del fondamentale Ossigeno Disciolto Paramagnetico aumenta l'energia elettrochimica irradiata nel sangue la quale determina una maggiore attività bioelettrica cellulare grazie alla quale si verifica l'ANTINFIAMMAZIONE.
http://www.greenme.it/spazi-verdi/naturomania/547-spezie-della-salute-curcuma-zenzero-peperoncino-e-cannella.
Infatti Dottor Salvo, anche la CURCUMA da Lei indicata agisce nella VASODILATAZIONE come le altre spezie, determinando l'ANTINFIAMMAZIONE.
Dottor Salvo, è molto importante una sua verifica di quanto affermo, perché controllando la mia idea potrà rendersi conto che ho ragione.
Buona Domenica Dottor Salvo.

#179
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Dr. Salvo Catania

Signor Pino direi di chiederla qui : proprio il link che mi allega sottolinea in grassetto che le spezie sono utili per la salute per la loro azione antinfiammatoria preventiva sull'incidenza dei tumori. Ma Lei legge solo quello che Le fa comodo. E questo già di per sé non caratterizza un buon ricercatore che dovrebbe assumere sempre una posizione neutra di semplice osservatore degli eventi che sta osservando.
Caso mai quella dilatatrice è una condizione preventiva sulla pressione e quindi sulle malattie cardiovascolari

#180
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Dr. Salvo Catania

Inoltre devo smentire anche le strampalate osservazioni che ha fatto riguardo alla incidenza della SLA negli sportivi agonisti , soprattutto riguardo agli esempi che allega a riprova della sua teoria.

>>Infatti, il Sig. Welby ha praticato lo sport del calcio, il Sig. Nuvoli era arbitro di calcio, il Sig Coscioni era un maratoneta, vede Dottor Otello, queste sono tre attività anaerobiche prolungate, praticando le quali, a causa dello sforzo nella corsa, queste tre Persone praticando il loro sport, anche a causa di una possibile scarsa capacità respiratoria, si sono causati frequenti DESATURAZIONI DI OSSIGENO, le quali indicano la rischiosa carenza di ossigeno disciolto PARAMAGNETICO indicata dalla diminuzione della pO2 arteriosa.>>
MA QUANDO MAI !!
Ad esempio Piergiorgio Welby figlio di un calciatore della Roma, manifestò i primi sintomi all’età di 16 anni. Considerando i tempi di evoluzione della malattia quando il sig. Welby "si sarebbe causato" le frequenti desaturazioni di ossigeno ? All'asilo ??
Nuvoli era un arbitro di calcio dalla modestissima attività agonistica e quindi aveva avuto scarse occasioni per le famigerate occasioni di desaturazione.
E lo stesso Luca Coscioni era stato un atleta dilettante e quindi aveva smesso da giovane di procurarsi le ripetute desaturazioni.

Dalla diagnosi che, nel 1939, indusse al ritiro dalle gare il campione di baseball Lou Gehrig, sono molti coloro che hanno ipotizzato un ruolo almeno concausale di fattori quali stress e traumi legati alla pratica sportiva; alcuni hanno attribuito un’ipotetica responsabilità all’azione tossica di sostanze assunte a scopo di doping, sostenendo che l’eventuale dimostrazione di una simile tesi avrebbe consentito di spiegare i numerosi casi registrati nel mondo dello spettacolo fra persone dedite all’uso di sostanze psicotrope.
Fra i campioni dello sport affetti da SLA, oltre Lou Gehrig, tradizionalmente si citano il pugile Ezzard Charles, il giocatore di pallacanestro George Yardley, il giocatore di football americano Glenn Montgomery, il giocatore di golf Jeff Julian, l’assistente nello stesso sport Bruce Edwards e il calciatore inglese Jimmy Johnstone. A questi segue spesso una lista che tristemente si aggiorna e varia da paese a paese.
E’ stato a lungo oggetto di disputa se la malattia avesse realmente un’incidenza maggiore negli atleti di alcune discipline o se l’attività sportiva come fattore di rischio fosse solo apparente. Agli esordi del dibattito, quando la malattia era diagnosticata molto raramente, si osservò che sportivi, attori, musicisti ed altre categorie economicamente privilegiate, avevano maggiori possibilità di rivolgersi a neurologi in grado di porre questa diagnosi e, pertanto, la minore incidenza in altri gruppi sociali poteva essere la conseguenza di un mancato rilievo.
La controversia sembrò risolta quando alcuni studi epidemiologici dimostrarono che non vi era una maggiore incidenza della malattia in coloro che praticavano alcune discipline sportive rispetto alla popolazione generale.
Sicuramente c'è una evidenza di una incidenza maggiore rispetto alla popolazione generale negli ambienti sportivi dove diffusa è la pratica del DOPING e della TROPPA FARMACIA negli spogliatoi.

ASSOLUTAMENTE trascurabile, per non dire inesistente, l'incidenza degli effetti catastrofici che Lei ci ha descritto e paventato (desaturazioni prolungate) nel mondo dello sport estremo di lunga durata che conosco bene perché l'ho praticato per decine di anni .

http://www.senosalvo.com/senosalvo_sport.htm

Per lunga durata intendo riferirmi ad ULTRA-maratone di 48 ore no-stop, quindi con , per usare il suo termine, desaturazioni interminabili, precedute da periodi di allenamenti durissimi .

In questo sottocampione che ho descritto l'incidenza della SLA è trascurabile, se non inesistente riguardo alle informazioni che ho io.

#181
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Mi scusi Dottor Salvo, ma devo precisare che io non leggo solo quello che mi fa comodo, infatti, riflettiamo sulla CURCUMA, questa spezia contiene la vitamina C (acido ascorbico) il quale agisce nella vasodilatazione.
La curcuma contiene poi le antocianidine le quali sono i pigmenti che colorano la spezia, sappiamo che queste sostanze agiscono ugualmente nella vasodilatazione.
Vede Dottor Salvo, se noi aggiungiamo questa spezia, come altre spezie al cibo, otteniamo quelle importanti vasodilatazioni soprattutto arteriose per merito delle quali aumenta l'energia elettrochimica determinata dall'ossigeno disciolto paramagnetico, incrementando l'attività bioelettrica di tutte le cellule, eproducendo inoltre la Rigenerazione Cellulare grazie alla quale preveniamo il cancro.
Riguardo alle cause della malattia neuromuscolare SLA io ho riscontrato su me stesso le rischiose DESATURAZIONI di ossigeno, correndo solo pochi minuti, facciamo quindi l'esempio dei giocatori di calcio, quante desaturazioni di ossigeno si saranno verificate nei giocatori i quali in seguito si sono ammalati della SLA?
La saturimetria non è mai controllata dai Medici dello Sport.
Non è difficile verificare quanto affermato, siamo d'accordo Dottor Salvo?
Buona Domenica

#182
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Dr. Salvo Catania

E' vero che la vasodilatazione sia utile agli umani per la manutenzione dei suoi vasi, ma è ancor più utile ai tumori per la loro DIFFUSIONE a distanza.

Tutte le proprietà miracolistiche delle spezie e delle antocianidine che ha citato sono da mettere in relazione non alla loro capacità di interferire sulla vasodilatazione, bensì alla loro azione ANTIOSSIDANTE E ANTINFIAMMATORIA.

Si tratta di un meccanismo esattamente opposto a quello che invece ci vorrebbe regalare Lei. Consideri per semplificare che il tumore sia "una infiammazione che non guarisce" . Fattori del tutto diversi da quelli che Lei cita, + mutazioni genetiche, mantengono questa infiammazione cronicamente dando vita ad una ANGIOGENESI TUMORALE (dal greco angio =vaso, genesi=formazione), che noi cerchiamo di bloccare DENUTRENDO il tumore, mentre Lei continua a sostenere che si debbano invece creare condizioni ambientali per NUTRIRE il tumore.

#183
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Utente 377XXX

Mi chiedo perché alcuni utenti non medici , presenti in molti forum di discussione, vogliano sostituirsi ai medici e ricercatori per mettersi in competizione su temi scientifici di cui hanno scarsa dimestichezza.

#184
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Utente 377XXX

Sperando che siano almeno in buona fede.

#185
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Utente 372XXX

E ci mancherebbe che non fossero in buona fede, che tuttavia non giustifica l'irresponsabilità di volere salvare il mondo con le proprie idee ed intuizioni....e senza alcuna preparazione e competenza specifica

#186
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Utente 380XXX

Forse quel che manca è una legislazione che difenda gli utenti dall'uso improprio di informazioni che provocano effetti gravi sull'utenza.

#187
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Dr.ssa Angela Pileci

Io credo che siam ancora molto lontani in Italia dall'avere una cultura dello sport come quella che è presente in altri paesi. Purtroppo le cattive abitudini sono molto diffuse e se non sbaglio l'obesità e la mancanza di prevenzione si è diffusa anche tra i bimbi...

#188
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Dr. Salvo Catania

Anche, o addirittura, anche tra i bimbi americani. Michelle Obama è stata a giugno all'Expo di Milano come testimonial di questo grave problema

#189
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Dr. Salvo Catania

Fare sport fa bene al corpo. E alla mente degli studenti. Lo certificano gli scienziati dell'Università del Montreal: l'attività fisica aumenta la capacità di concentrazione, il livello di attenzione e di autocontrollo e permette di ottenere migliori risultati scolastici. Lo studio, pubblicato sugli Annals Journal of Health Promotion, è stato condotto su circa 2.700 studenti canadesi nati tra il 1997 e il 1998. "L'ambiente dello sport è da sempre un luogo sano che tiene impegnati i ragazzi in maniera virtuosa, con benefici come lo sviluppo del senso di gruppo e di cooperazione, il rispetto dei ruoli, il senso di responsabilità", spiega Andrea Grasso, specialista in Ortopedia e direttore del Trauma Sport Center della casa di cura Villa Valeria di Roma.

"Questo ha effetti diretti sul comportamento e il rendimento scolastico, ma soprattutto il senso di autodisciplina acquisito nello sport si riflette anche nell'attenzione in classe e nello svolgimento dei compiti a casa. Le numerose ricerche condotte sull'argomento hanno messo in luce molti effetti positivi di una regolare attività fisica e sportiva: i giovani atleti hanno voti più alti della media, specialmente nella lingua madre e in matematica, si diplomano in tempo e fanno meno assenze", prosegue Grasso. "Una interessante ricerca inglese su 5mila ragazzi ha rilevato, ad esempio, che un esercizio di 17 minuti in più al giorno per i maschi e 12 minuti per le femmine migliora i risultati scolastici nelle materie scientifiche e i benefici perdurano negli anni successivi".

Gli studi dimostrano che anche dopo soli cinque minuti di attività fisica i soggetti mostrano risultati migliori nei test che misurano abilità intellettuali. Ma lo sport ha effetti anche sulla quantità e qualità dei compiti a casa: il 48% degli atleti si dedica allo studio a casa per tre ore in più alla settimana rispetto a coloro che non fanno attività extra-curriculare. Gli studenti di medie e superiori che fanno sport perdono il 51% in meno di giorni di scuola e presentano il 42% in meno di assenze ingiustificate. Inoltre i giovani atleti sono meno coinvolti in risse e atti vandalici, rispettivamente il 27 e il 28% in meno.

L'attività fisica limita anche il rischio di obesità e porta a uno stile alimentare più sano ed equilibrato. Grasso spiega che le ricerche effettuate scansionando il cervello di un gruppo di persone cronicamente sedentarie che si sono sottoposte a un training fisico hanno evidenziato un aumento del volume dell'ippocampo, la zona del cervello associata a memoria e apprendimento. "La salute dei giovani sportivi è sempre più tutelata", sottolinea lo specialista. "L'attività agonistica è regolamentata dal decreto ministeriale del 18 febbraio 1982, mentre quella amatoriale ludico-motoria e quella non agonistica sono disciplinate dal Decreto ministeriale del 24 aprile 2013 e dall'art. 42-bis della Legge 09/08/2013 n. 98. Inoltre si tiene conto delle Linee guida emanate del ministero della Salute. Il certificato di idoneità sportiva è a tutela degli atleti di ogni età, non solo agonisti".

#191
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Dr. Salvo Catania

Correttissima e condivisibile integrazione , ma all'atto pratico non c'è differenza sugli effetti considerati, che sono quelli che ci interessano di più ; benessere, controllo dello stress, miglioramento di tutte le funzioni organiche e psichiche, Prevenzione Primaria di tutte le malattie croniche, specie quelle da invecchiamento.

#193
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http://www.lastampa.it/2012/05/08/scienza/benessere/medicina/poco-ossigeno-e-il-cancro-dilaga-PvmRSDPhld7CEFSy5PdNzN/pagina.html

Buongiorno Dr. Salvo Catania, apprezzerei un suo parere riguardo allo studio svolto da alcuni Ricercatori-Medici degli Stati Uniti d'America, i quali suggeriscono che in carenza di ossigeno nel sangue il cancro può crescere in maniera incontrollata.
Sarebbe anche da considerare che, la carenza di ossigeno nel sangue (Ipossiemia) si verifica più frequentemente quando la Persona non pratica una sufficiente Attività Fisica Aerobica.
Possiamo allora ipotizzare che per una cura risolutiva del cancro può essere decisivo aumentare stabilmente la Pressione Parziale di Ossigeno Disciolto i cui livelli sono indicati dalla pO2 arteriosa.
Al riguardo, Dr. Catania, consenta questa domanda: il Medico Oncologo richiede l'Emogasanalisi per controllare la pO2 ai Pazienti con il cancro?
Perché mi sembra evidente che, riscontrando in TUTTI i Pazienti affetti da un qualsiasi tipo di tumore dei livelli della pO2 arteriosa MOLTO DIMINUITI rispetto alla norma, sarebbe un'indicazione chiara la quale fa capire che, AUMENTANDO STABILMENTE i livelli della Pressione Parziale di Ossigeno Disciolto nel sangue, (aumento della pO2 generale) si può ottenere la Crescita di Nuove Cellule (Rigenerazione Cellulare) le quali, sostituendo le cellule tumorali, consentirebbero la regressione fino a completa remissione del cancro.
Ringrazio in anticipo per una sua stimata riflessione al riguardo Dr. Salvo Catania
Cordiali Saluti
Pino Fronzi

#194
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Dr. Salvo Catania

Signor Pino, su questo tema Le ho già espresso il mio parere in almeno 7 blog pubblicati sui temi più disparati.

#195
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https://it.wikiquote.org/wiki/Grasso_animale

Grazie per la risposta Dottor Salvo Catania, mi perdoni perché la ricerca che ho svolto è diventata un dovere per me, per questo motivo non posso fare a meno di insistere.
Non vorrei approfittare della sua pazienza quindi Le chiedo il consenso per queste indicazioni, in parte già scritte le quali riguardano le cause del cancro.
Invio un'articolo il quale indica che il grasso animale causa VASOCOSTRIZIONI, conseguentemente, oltre alle malattie cardiovascolari, un'alimentazione troppo ricca di grassi animali, come indica lo studio, può causare anche l'insorgenza dei tumori.
Dr. Catania, è importante notare che le vasocostrizioni, riguardo alle cause che provocano il cancro sono indicate solo quando ci alimentiamo con troppi grassi animali, ma le vasocostrizioni principalmente arteriose avvengono certamente anche a seguito dei seguenti rischiosi comportamenti.

1) Le sostanze tossico-nocive del tabacco causano vasocostrizioni ai polmoni.

2) In un'alimentazione non corretta lo scarso apporto di fibre vegetali può causare il rallentamento della motilità intestinale e quindi vasocostrizioni nell'intestino.

3) L'insufficiente apporto di acqua bevuta può causare vasocostrizioni ai reni e in altri organi del corpo.

4) L'inattività fisica, oltre alla rischiosa e più o meno consistente diminuzione della concentrazione di ossigeno nel sangue, la cui pressione parziale e quantità è indicata dalla pO2 arteriosa, causa più facilmente le vasocostrizioni sopra indicate, oltre alle vasocostrizioni in altri organi del corpo le quali possono causare l'insorgenza dei tumori.
Dottor Salvo Catania, per questi motivi praticando la regolare attività fisica aerobica per merito della quale otteniamo l'incremento stabile della pO2 arteriosa, e alimentandoci con abbondanti alimenti vegetali (frutta, verdura, legumi, spezie) i quali contengono le sostanze PROTETTIVE VASODILATATRICI, otteniamo una buona prevenzione del cancro o altre malattie degenerative.

http://www.piuvivi.com/alimentazione/cibi-vasodilatazione-quali-sono-alimenti-vasodilatatori.html

Lieto di comunicare con Lei Dottor Salvo Catania
Un Saluto con Stima
Pino Fronzi



#196
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http://www.leggo.it/SOCIETA/SANITA/aspirina_al_giorno_riduce_incidenza_tumori_report_usa/notizie/1581610.shtml

http://www.pharmamedix.com/principiovoce.php?pa=Acido+Acetilsalicilico&vo=Farmacologia

Saluto il Dottor Salvo Catania e gli altri Medici del Forum, da certi studi di importanti Istituti Scientifici di Ricerca Medica sappiamo che l'Aspirina è attualmente studiata per verificare l'efficacia nella prevenzione del cancro, ma è subito necessario rivolgerci la seguente domanda: QUAL'E' IL VERO MECCANISMO DI AZIONE DELL'ASPIRINA?
L'Aspirina contiene la sostanza Acido Acetilsalicilico il quale, come altri acidi e sostanze, agiscono nella VASODILATAZIONE SOPRATTUTTO ARTERIOSA, aumentando l'apporto del sangue e quindi dell'ossigeno nelle cellule.
Ma anche quì è necessaria una riflessione: nel sangue sono presenti due forme di ossigeno, vi è l'ossiemoglobina, utilizzata per la ossigenazione cellulare, presente in grande quantità. circa il 97-98% del totale dell'ossigenazione sanguigna (quattro volte il necessario) dunque vista la grande quantità, un'eventuale carenza di ossiemoglobina non causa danni alle cellule, ma nel sangue c'è anche l'ossigeno disciolto (concentrazione di ossigeno) presente in MINIMA quantità, circa il 2% dell'intera ossigenazione, la cui pressione parziale è indicata dalla pO2 arteriosa.
L'ossigeno disciolto però ha una caratteristica non ancora studiata dalla Scienza Medica, infatti l'ossigeno sostrato-disciolto è PARAMAGNETICO nel sangue, e non è utilizzato per la ossigenazione cellulare, a questo scopo c'è l'ossiemoglobina, ma, proprio perché paramagnetico è INDISPENSABILE, insieme all'idrogeno, gli elettroliti, e le membrane cellulari polarizzate, per consentire la generazione dei potenziali elettrici di membrana, quei Potenziali d'Azione necessari per tutte le Attività Bioelettriche Cerebrali, Cardiache, e Muscolari.
Dobbiamo anche riflettere sulla seguente realtà: nelle arterie sono presenti i muscoli lisci, questi muscoli agiscono dilatando le arterie, per questo motivo l'Acido Acetilsalicilico dell'Aspirina intervenendo nella dilatazione delle arterie determina quel MAGGIORE APPORTO di sangue e ossigeno nelle cellule di tutti gli Organi del Corpo per merito del quale è favorita la prevenzione del cancro.
Possiamo quindi essere certi che, QUALSIASI tipo di tumore inizia sempre in una MICROARTERIA di un qualunque organo del corpo, a causa della vasocostrizione della stessa provocata dai differenti danni che si verificano negli organi del corpo.
Infatti, la vasocostrizione causa il MANCATO APPORTO soprattutto di energia elettrochimica generata dall'ossigeno disciolto paramagnetico (concentrazione di ossigeno pO2) CAUSANDO INIZIALMENTE IL DETERIORAMENTO DELLE CELLULE DEI MUSCOLI LISCI ARTERIOSI, provocando il deterioramento cellulare, e conseguentemente l'insorgenza del cancro nell'organo del corpo nel quale si è verificata la vasocostrizione.
Per questo motivo l'Aspirina Vasodilatatrice previene il cancro.


#197
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http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/articoli/1058971/ce-un-legame-tra-apnea-e-morti-per-cancro.shtml

Ringrazio anche il Dr. Salvo Catania per aver consentito di scrivere sul Forum MEDICITALIA quello di cui sono più che certo, a seguito di una ricerca svolta per capire le cause e le cure del cancro, e, non volendo causare eventuale irritazione chiedo il consenso per inviare questo ultimo commento.
Lo studio che segnalo indica il rischio più frequente di ammalarsi dei tumori quando si verificano le apnee nel sonno notturno, sappiamo che le apnee causano la più o meno consistente carenza di ossigeno nel sangue, la quale possiamo definire Ipossiemia.
Ma una domanda è importante: qual'è la forma di ossigeno la cui carenza nel sangue può causare il rischio più frequente dell'insorgenza del cancro?
La carenza più rischiosa è quella dell'ossigeno disciolto, la cui pressione parziale è indicata dalla pO2 arteriosa, il quale non è utilizzato per la ossigenazione cellulare, a questo scopo c'è l'Ossiemoglobina, ma, l'ossigeno disciolto, presente nel sangue in minima quantità, circa il 2% dell'intera ossigenazione sanguigna, essendo paramagnetico l'O2 è necessario, insieme ad altri componenti del sangue, per irradiare nel sangue l'energia elettrochimica indispensabile per consentire l'Attività Bioelettrica Cerebrale, Cardiaca, e Muscolare, compresa l'attivazione dei Muscoli Lisci Arteriosi, tramite i quali, quando l'ossigeno disciolto paramagnetico è presente nel sangue in normale quantità, indicata dalla pO2 arteriosa, si ottiene una buona VASCOLARIZZAZIONE nel Cervello e in tutti gli altri Organi del Corpo, per merito della quale è stimolata la Rigenerazione Cellulare, consentendo la regressione del cancro fino a completa remissione.
Per una cura risolutiva del cancro, a mio parere, è quindi necessario aumentare stabilmente i livelli dell'ossigeno disciolto paramagnetico nel sangue, i quali aumentano o con il non affaticante ma continuato esercizio fisico aerobico quotidiano, oppure con le terapie cosiddette ossidative, come per esempio un numero adeguato di sedute in Ossigenoterapia Iperbarica, o altre terapie le quali aumentano stabilmente la ossigenazione nel sangue.
La mia ricerca termina quì, ringrazio il Quotidiano La Stampa e i Medici per aver consentito il mio scritto sul Forum.
Cordiali Saluti.
Pino Fronzi

#198
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http://www.dietagratis.com/salute/11054-casalinghe-disperate-eppure-fare-le-pulizie-previene-il-cancro-al-seno/

Buongiorno Dr. Salvo Catania, pensavo di aver descritto nello Stimato Forum MedicItalia, tutto quello che ho capito svolgendo una ricerca sulle malattie degenerative oncologiche e neurologiche, mi accorgo però che non ho indicato un'altra importante realtà la quale riguarda le Donne Casalinghe, le quali con i loro lavori di casa ottengono in buona percentuale la Prevenzione verso il tumore al Seno.
E' necessario subito chiederci: perché le Donne che svolgono i lavori di casa prevengono maggiormente il tumore al Seno?
Le Casalinghe praticando giornalmente i lavori, alcuni dei quali sono: stirare gli indumenti, lavare i vetri, lucidare i pavimenti, e altri lavori simili, queste Donne ESERCITANO QUOTIDIANAMENTE I MUSCOLI PETTORALI, ottenendo in questo modo una migliore Vascolarizzazione nei muscoli e quindi al Seno.
Per merito dell'aumento della Vascolarizzazione ai pettorali e al Seno, le Donne Casalinghe ottengono un maggiore apporto di tutti i componenti del sangue, ottenendo soprattutto giornalmente l'incremento dell'Ossigeno Disciolto Paramagnetico, il cui aumento determina una maggiore energia elettrochimica irradiata nelle arterie dei muscoli, migliorando l'attività bioelettrica delle cellule dei muscoli pettorali, beneficiando tutte le cellule delle Mammelle di una costante Rigenerazione Cellulare, grazie alla quale le Donne Casalinghe prevengono in buona percentuale il tumore al Seno.
Possiamo capire che, per ottenere la prevenzione del tumore al Seno, è necessario che a tutte le Donne siano consigliati, una decina di minuti al giorno, alcune semplici attività per esercitare i muscoli pettorali, in questo modo le Donne otterranno quell'aumento della Vascolarizzazione quotidiana, la quale, insieme all'alimentazione corretta abbondante in sostanze vegetali vasoattive, le proteggerà dal tumore al Seno.
Dr. Salvo Catania sarebbe importante una sua apprezzata riflessione al riguardo.
Cordiali Saluti
Pino Fronzi

#200
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Buongiorno Dr. Salvo Catania, se posso vorrei aggiungere un commento: nell'articolo si riferisce che, la MAGGIORE QUANTITA' DI ADRENALINA nel sangue, riscontrata nelle cavie alle quali è stato imposto l'esercizio fisico, è risultata protettiva per ottenere la resistenza verso la diffusione dei tumori iniettati nelle cavie stesse.
Ora riflettiamo un'attimo Dr Salvo, non pensa anche Lei che il maggior tasso di adrenalina nelle cavie sia causato dallo sforzo fisico stressante alle quali sono state imposte le bestiole da esperimento?
Quindi la resistenza verso i tumori non dipende dall'adrenalina, ma è dovuta all'AUMENTO DELLA PRESSIONE PARZIALE DI OSSIGENO NEL SANGUE, i cui livelli sono indicati dalla pO2 arteriosa.
Se l'esercizio fisico aerobico è svolto regolarmente e tranquillamente, senza eccessivo sforzo, si riscontrerebbe meno adrenalina ma una maggiore ossigenazione nel sangue, e allora si che si ottiene una prevenzione eccellente dai tumori e altre malattie degenerative.
E' abbastanza strano che i ricercatori di Copenhagen non abbiano pensato di controllare la ossigenazione nel sangue delle cavie alle quali è stato imposto l'esercizio fisico, se avessero controllato, oltre la maggior tasso di adrenalina, avrebbero osservato un minimo aumento della pO2 arteriosa, la quale indica una maggiore quantità di Ossigeno Disciolto Paramagnetico e quindi generatore di energia elettrochimica irradiata nel sangue necessaria, insieme ad altri componenti del sangue, per consentire la generazione dei POTENZIALI D'AZIONE i quali determinano tutte le Attività del Cervello, del Cuore, e dei Muscoli.
Dr Salvo, mi creda, l'eventuale più o meno consistente carenza di Ossigeno Disciolto Paramagnetico, i cui livelli sono indicati dalla pO2, causa la disattivazione delle membrane cellulari e il conseguente deterioramento delle cellule che si riscontra nelle malattie tumorali e in altre malattie neurodegenerative.
Un Grazie anticipato Dr. Salvo Catania, apprezzerei molto un Suo Stimato Giudizio per quanto riguarda quello che scrivo.
I più Cordiali Saluti
Pino Fronzi

#201
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Dr. Salvo Catania

Signor Pino, si rassegni...i ricercatori danesi...non ci hanno proprio pensato

#202
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Del ruolo che l'attività fisica avrebbe nei confronti dei tumori si parla da tempo. Va detto che alcuni tipi di cancro sono sensibili agli effetti del movimento, che ne riduce l'incidenza. La relazione diretta è stata dimostrata per il cancro del colon, dell'endometrio e del seno, mentre per altri, come quello della prostata, i dati non sono ancora sufficienti per trarre conclusioni definitive. Va detto però, come ricorda l'Airc, che il meccanismo per cui lo sport esercita un'azione anticancro non è ancora del tutto chiaro per alcuni tumori. Va ricordato che l'esercizio è utile per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e per evitare l'osteoporosi.

______________________________

E' incredibile Dr. Salvo, come certamente avrà letto anche Lei l'Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro (Airc) con testuali parole afferma, IL MECCANISMO PER CUI LO SPORT ESERCITA UN'AZIONE ANTICANCRO NON E' ANCORA DEL TUTTO CHIARO PER ALCUNI TUMORI.
Ora, se ci riteniamo persone ragionevoli appare verosimile che una delle prime realtà da controllare in chi pratica il costante esercizio fisico è la OSSIGENAZIONE NEL SANGUE.
Consenta la domanda Dr. Salvo Catania: a Suo parere l'ossigeno nel sangue aumenta stabilmente o diminuisce in chi pratica la regolare attività fisica aerobica?
La risposta dovrebbe essere logicamente che, chi svolge un quotidiano esercizio fisico ottiene l'aumento stabile della pO2 arteriosa e in misura minore aumenta anche la Saturimetria, e questa è una realtà che nessuno può contestare, perché io stesso praticando il regolare esercizio aerobico ho osservato, tramite l'Emogasanalisi, un'aumento consistente della mia pressione parziale di ossigeno nel sangue.

Ecco perché l'attività fisica aerobica esercita un'azione anticancro.

Grazie Dr. Salvo Catania, apprezzerei molto parlare direttamente con Lei e con altri Medici Oncologi riguardo a quello che ho capito con la mia ricerca sulle cause e cure delle malattie oncologiche.
Cordiali Saluti




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